Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Evali    24/08/2017    0 recensioni
Cosa sarebbe accaduto se il figlio del ghiaccio e del fuoco non fosse stato il noto personaggio che noi amiamo e conosciamo? Come sarebbe andata la storia se il legittimo erede al trono, figlio di Rhaegar Targaryen e Lyanna Stark, fosse stato simile al padre quanto alla madre? Una storia che narrerà le vicende dei nostri beniamini della serie tv, con l'aggiunta di un nuovo giocatore al gioco del trono che modificherà il loro destino. La vicenda è incentrata sulla storyline di una versione originale del figlio dei due sfortunati innamorati e su come avrebbe influito la sua presenza nell'universo creato da George RR Martin. Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Eddard Stark, Jon Snow, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Reali a Grande Inverno
 
- Rickon! Rickon, dove sei?? – continuò a chiamarlo Cat disperata. Era un giorno intero che lo stava cercando disperatamente, ma di lui nessuna traccia. Inoltre, come se non bastasse, il giorno seguente sarebbe giunta la famiglia reale a Grande Inverno.
- Lady Stark, è arrivato con corvo con un messaggio da parte di Lord Reed – disse Maestro Luwin raggiungendola. Una strana sensazione che non presupponeva nulla di buono invase la donna, la quale lesse il messaggio velocemente e per poco non cadde a terra svenuta.
 
- Che significa “Rickon è con i Reed”?? – chiese Ned a sua moglie allibito.
- Si è infilato nel carro che stava trasportando Walter ieri e non ci siamo accorti di nulla. Sai quanto sia legato a lui, Ned, non mi preoccupa se stia bene o no perché so che si prenderanno tutti cura di lui, in particolare Walter, ma cosa pensi di fare con Robert?? La presenza di tutti i tuoi figli legittimi è d’obbligo dinnanzi al re. Capisco che Robert sia un tuo amico di vecchia data, ma sarebbe disonorevole per la nostra casata se …
- Lo sostituiremo con un altro bambino. Non abbiamo altra alternativa – intervenne Jon. – Prenderemo in prestito un bambino da una famiglia del popolo, sono sicuro che capiranno. Lo istruiremo il minimo necessario e presenteremo lui al posto di Rickon. Credo che il re non si farà troppe domande, di certo non inizierà a farle ad un bambino di quattro anni. Non conosce il suo volto, sa solo che esiste. Alla fin fine non è un problema così grande.
Ned sospirò appoggiando la testa sulle sue mani per qualche minuto, poi si decise a rispondere. – E sia.
 
Walter salutò Ser Rodrik ed Elian, esortando anche Rickon a farlo, e si diresse verso il castello di Howland Reed in compagnia dei due animaletti che avrebbe dovuto tenere a bada in quelle settimane.
Le dame lo accolsero sorridenti, riconoscendolo e mostrando il massimo rispetto come sempre mentre lo condussero dal loro Lord, il quale era come uno zio per il ragazzo. Howland era l’unico presente nel momento in cui Ned uscì dalla Torre della Gioia con un neonato tra le braccia, dunque era il solo a conoscere la realtà dei fatti insieme a Catelyn.
Non appena l’uomo vide il ragazzo varcare la porta dello stanzone in cui si trovava, rimase sorpreso di quanto fosse cresciuto. Non lo vedeva da due anni solamente, ma sembrava che ne fossero passati almeno quattro. Sembrava sempre più grande della sua reale età. Fu ancora più sorpreso di vedere accanto a Walter un lupo dai tratti particolari e un bambino di appena quattro anni. Quei capelli rossi gli ricordarono qualcosa.
- Walter, figliolo. Sei il benvenuto come sempre – gli disse andandogli incontro e abbracciandolo con fare paterno.
- Grazie, Howland. Come avrai notato, sono in allegra compagnia – disse leggermente a disagio volgendo lo sguardo verso il ragazzino che si guardava intorno curioso, poi verso il suo metalupo. – Questo è il mio metalupo, ne abbiamo trovati sei qualche settimana fa, in una foresta poco lontana da casa, così abbiamo deciso di tenerli per ognuno di noi sei fratelli.
- Lo stemma della casata Stark è un metalupo, perciò siete stati fortunati. Sembra che gli dei abbiano voluto farvi uno splendido regalo. Non sarà assolutamente un problema tenerlo nel castello. D’altronde, come ben sai, Meera e Jojen adorano gli animali.
Il viso del ragazzo si illuminò udendo ciò, poi ritornò di nuovo a disagio quando rivolse nuovamente lo sguardo al suo fratellino. – Per quanto riguarda questo piccolo tornado, invece, si tratta niente meno che di Rickon Stark, il più piccolo dei miei fratelli. Sfortunatamente si è infilato nel carro che mi ha portato qui senza farsi vedere e ci siamo accorti troppo tardi che lui fosse con noi. Ho necessità di inviare il prima possibile un corvo a mio padre per avvertirlo, immagino che saranno già preoccupati per lui. Spero che non crei problemi la sua presenza, sono abituato a tenerlo bene a bada, perciò farò in modo che non recherà alcun fastidio. Domani la famiglia reale giungerà a Grande Inverno e tutti i figli di Lord Stark dovrebbero essere presenti al cospetto del re al suo arrivo, per questo ho pensato anche di farlo rimandare indietro, ma non arriverebbe mai in tempo.
Howland guardò il piccolo sorpreso dell’assurdo accaduto, poi gli sorrise e rispose. – Tuo fratello ha ereditato la sua spavalderia da te, Walter. Non vi sarà nessun problema nella sua permanenza, ci prenderemo cura di tutti e tre. Ora vai a sistemare le tue cose nella tua camera e accorri a salutare Kirsten e i miei figli, saranno molto felici di vedere che sei già qui. Sono fuori come al solito. Mia moglie la incontrerai questa sera a cena. Farò subito inviare un corvo a Grande Inverno per avvertirli della “fuga” del piccolo Rickon  – lo congedò l’uomo.
Walter fece come gli era stato detto e uscì fuori dal castello. Amava quel luogo. Si estendeva un’immensa distesa di erba di un verde brillante di fronte a lui. Amava anche l’atmosfera cupa di Grande Inverno, ma quello era un piccolo angolo di paradiso per chi fosse abituato a vivere a Nord. Mentre respirava l’aria nuova e guardava il cielo mentre Rickon si faceva trasportare in groppa a NightFlame poco lontano da lui, udì raggiungerlo una voce che conosceva fin troppo bene.
- Walter!!! Sei qui!! – urlò la giovane Meera felice di vederlo e correndogli incontro per poi buttarsi addosso a lui e abbracciarlo. Come nelle altre occasioni, lui la tirò su di parecchi centimetri da terra come era solito fare con Arya, data la bassa statura della ragazza. Jojen era più distaccato di sua sorella, ma era percepibile che fosse felice anche lui del suo arrivo. Non appena Walter riuscì ad avere una visuale dai folti capelli di Meera che gli coprivano gli occhi, notò anche una terza persona di cui aveva sentito molto la mancanza: la giovane Kirsten Granclad, la protetta della famiglia Reed, facente parte di una casata minore. Il volto della ragazza si illuminò alla sua vista e rimase a guardarlo tutto il tempo aspettando che fosse il suo turno per abbracciarlo. Il bentornato di Kirsten fu meno caloroso di quello di Meera, ma ugualmente profondo. Percepirono una sorta di imbarazzo tra i due, un imbarazzo che era rimasto celato da tempo quando erano ancora bambini innocenti e privi di pensieri di tal genere. I tre lo guardarono concentrati a captare i cambiamenti  del ragazzo in quei due anni che non si erano visti, mentre lui fece altrettanto con loro. Meera aveva un anno meno di lui, non sembrava molto cresciuta in altezza e di corporatura, ma, d’altronde, Walter sapeva bene che la sua amica aveva sempre posseduto un corpo più da ragazzo che da ragazza. Il suo volto, tuttavia, era diverso, così come i suoi capelli più lunghi. Jojen, un ragazzino di dodici anni ormai, aveva i lineamenti del viso più maturi della sua reale età, e sembrava più grande anche grazie alle sue movenze. Nonostante ciò, era rimasto esile, ma per quello ci sarebbe stato ancora molto tempo. Kirsten, infine, aveva la sua stessa età ed era sempre stata molto graziosa fin da piccolissima; la crescita non faceva altro che renderla sempre più bella. Era molto femminile, a differenza di Meera, aveva una delicatezza naturale che la caratterizzava e rendeva i tratti del suo viso difficilmente dimenticabili e armoniosi anche quando era sporca di fango, arrabbiata o con i capelli in disordine. Il suo corpo era cambiato molto in quegli anni e le sue forme erano sinuose così come le sue curve ormai corrispondenti a quelle di una donna. I suoi capelli color nocciola si erano allungati e ora li teneva legati quasi come una lady.
- Credo che non ti vedrò mai con i capelli più corti di così dato che ti crescono ad una velocità innaturale! E non è giusto che ogni volta che ti vedo sei due spanne più alto della volta precedente, mentre io rimango sempre così piccola! – esclamò Meera dandogli un colpetto sulla spalla.
 
Il re giunse a Grande Inverno insieme a sua moglie Cersei Lannister, ai fratelli di quest’ultima e ai loro figli Joffrey, Myrcella e Tommen. Il re ovviamente non si accorse dello scambio del più piccolo degli Stark con un semplice figlio di contadini chiamato Eric e istruito al ruolo a dovere. Robert e Ned si comportarono fin da subito come se gli anni passati lontani l’uno dall’altro non fossero esistiti. Robert salutò con rispetto Cat, si concentrò più degli altri sul primogenito Jon, molto simile a Ned e, già solo per questo particolare, lo prese in simpatia. Passò alla giovane Sansa, una bocciolo che stava velocemente sbocciando in tutta la sua bellezza, notando gli sguardi tra la ragazza e il suo primogenito Joffrey. Disse qualche parola divertita alla piccola Arya la quale, ad un primo sguardo, gli sembrò un ragazzino. Restò poco concentrato su Bran e ancora meno sul giovanissimo sostituto di Rickon. Non degnò Theon Greyjoy neanche di uno sguardo non appena lo vide. Subito, tutti i componenti della famiglia Stark si accorsero che le voci sulla famiglia Lannister fossero ben fondate. Cersei era una donna dalla bellezza folgorante, quasi più della sua altezzosità, la quale traspariva solamente dai semplici sguardi che ella lanciava. Era molto differente dalla dolce e umile Cat. Il gemello della regina, Jaime Lannister, era un cavaliere  bello quanto sua sorella e dall’apparenza intoccabile. Infine, vi era il nano, fratello minore dei due, anche soprannominato “folletto”. Tyrion Lannister aveva uno sguardo esperto su tutto ciò che lo circondava, nonostante fosse conosciuto per lo più per le sue due più grandi passioni: il sesso e il vino.
Sembrò procedere tutto a gonfie vele, dal primo incontro, fino alla sera, in cui era stato organizzato minuziosamente da Cat uno sfarzoso banchetto, di quelli che piacevano al re. Robert era un uomo dedito principalmente all’alcool e alle prostitute, ma, diversamente da Tyrion, non era dotato della particolare sagacia che contraddistingueva il nano di Castel Granito. 
Nella sua vita solo una persona era riuscita a guadagnarsi il primato su queste due attività nei pensieri di Robert quando era ancora in vita: Lyanna Stark. Non a caso, il re volle andare a visitare immediatamente le segrete di Grande Inverno per omaggiare la tomba della sua promessa sposa perduta.
- L’hai rinchiusa qua giù. Lei si merita di essere baciata dalla luce del sole anche da morta – disse al suo amico Ned mentre guardava la raffigurazione in pietra della ragazza.
- Questa era la sua casa, Robert.
- Quel dannato principe Targaryen …
- Lo so, Robert. Lo ripeti ogni volta. Ormai è morto, hai sfondato il suo petto e il suo sangue si è disperso in quelle acque.
- L’avrei resa felice. L’amavo più di qualsiasi altra cosa al mondo. L’avrei amata più di quanto tu ami Cat.
- L’amore tra me e Cat è nato con il tempo. Non è stato un colpo di fulmine come il tuo quando hai visto per la prima volta mia sorella.
- Già e sembrate ancora due piccioncini alla prima cotta. Dimmi, quando non ti sei fatto scrupoli a farti la bella Dayne, l’amavi già? – gli chiese Robert divertito. Un brivido percorse la schiena di Ned. – Andiamo, Ned! Non fare il solito lupo glaciale, è solo che non riesco ad immaginare “l’onorevole Lord Stark” tradire sua moglie per una donna che gli ha provocato dei tremiti nelle mutande piuttosto che nel cuore. A proposito, dov’è il tuo bastardo?
- Si trova dai Reed.
- Il vecchio Howland, lo ricordo bene! Non lo vedo da una vita! E perché mai lo avresti cacciato via?
- È disonorevole presentare un bastardo al cospetto del …
- Oh, Ned, ancora con questa storia! Lo sai che non me ne importerebbe un accidenti! Ora che ci penso, è l’unico dei tuoi figli che non ho visto neanche una volta. Sai, ora sono un po’ curioso. Dicono che non sia per niente simile a te. Avrà preso tutto da sua madre immagino! – disse Robert ridendo rumorosamente come era solito fare.
Parlarono a lungo nelle cripte di Grande Inverno. Ned sapeva bene perché il re fosse venuto a Nord dopo tutti quegli anni. O, almeno, poteva immaginarlo. La morte del primo cavaliere del re, Jon Arryn, aveva portato molto scompiglio, in particolar modo nella Valle degli Arryn. Non a caso, Lysa, moglie del defunto Jon e sorella di Cat, la sera precedente aveva inviato loro un messaggio che insinuava qualcosa di pericoloso. Il gioco del trono stava ricominciando. Alla fine di quella chiacchierata, la richiesta che Ned attendeva, arrivò e lui non poté far altro che accettare, spinto anche dal messaggio ricevuto la sera prima.
 
- Ehi, granchietto, se continui a tenere l’arco in quel modo ti farai parecchio male – disse Walter al suo fratellino raggiungendolo e aiutandolo a posizionare meglio l’arco tra le due manine. Rickon puntava la freccia quasi più alta di lui, verso il bersaglio disegnato su una grande quercia a pochi metri di distanza. NightFlame era sdraiato beatamente appoggiato all’altra parte del tronco godendosi il leggero venticello che ispirava una tranquillità surreale. Kirsten era seduta ad osservare il ragazzo e il suo fratellino anch’essa appoggiata al tronco. Questa volta indossava un paio di comodi pantaloni, adatti per stare all’aperto, tra la natura.
- Mi sembra così strano che anche tuo fratello sia qui. Non lo ricordo per niente. D’altronde aveva solo due anni l’ultima volta che sono venuta a Grande Inverno. Come stanno i tuoi fratelli?
- Stanno tutti bene e sono esattamente come li ricordi. Solo più grandi.
- Meera e Jojen come ti sono sembrati, invece? Cambiati?
- Non quanto mi aspettassi, in realtà. A proposito, da quanto sono a caccia?
- Circa un’ora. Non preoccuparti, torneranno tra un’altra ora. Ci mettono di più perché si lasciano prendere la mano.
Ci fu una pausa di qualche minuto tra i due, in cui Rickon provò a scoccare la freccia fallendo.
- Riprova, granchietto.
- Come mai questo nomignolo?
- Perché ha i capelli rossi e non fa altro che muoversi continuamente – disse lui lasciando che il bambino prendesse mano con il nuovo arco e sdraiandosi accanto alla ragazza.
- Ricordi quando da piccoli dicevamo che non ci saremmo mai sposati? Continuavamo a ripetere che non era per noi – disse lei con un sorriso nostalgico.
- Certo che lo ricordo.
- Ora, invece, cosa ne pensi?
Lo sguardo del ragazzo si ridestò verso di lei sorpreso e dubbioso. – Sei stata promessa a qualcuno?
- No, no, fortunatamente ancora no! Ma ultimamente ci ho pensato. Al matrimonio, intendo. Tante ragazze della mia età vengono promesse a Lord che neanche conoscono.
- E?
- Vorrei che non accadesse, ancora. So che, crescendo dovrei essere cambiata e aver assunto più gli atteggiamenti di una lady. Ma non riuscirei ad accettarlo in ogni caso, per lo meno non ancora. Per quanto riguarda te, invece?
- Io sono un bastardo. Nessuno combinerebbe mai un matrimonio con me. E poi, lo sai che voglio prendere il nero.
- Hai deciso definitivamente che ti unirai alla Confraternita?! – chiese la ragazza voltandosi verso di lui allarmata.
- Sì, ma mio padre non me lo permette. E non guardarmi come se ti avessi appena detto di voler diventare un estraneo.
- Ci sono molti pericoli a Nord della Barriera. Hai sempre avuto questa tendenza al brivido, ma non dovresti prendere alla leggera una cosa del genere.
- Oh andiamo, non ti sembra un po’ asfissiante essere delimitati da una barriera che ci divide da una buona parte del mondo?
- Asfissiante? I sette regni non sono abbastanza per te? Sei sempre rimasto confinato a Nord. Se proprio desideri esplorare territori sconosciuti puoi solcare i mari e dirigerti ad Est.
- Non c’è niente di interessante lì. Per lo meno che interessi a me.
- Sei un folle. Un folle che crede a leggende narrate da una vecchia pazza come Nan. Sei un folle, suicida, ossessionato. Nonostante tutto, sono contenta che tu sia qui.
- Anche io. Mi è mancato questo posto. Nonostante sia ancora infastidito dal disprezzo di mio padre che lo ha spinto ad allontanarmi solo perché non vuole presentare un bastardo davanti al suo migliore amico, il re. Ma sono comunque contento di essere qui.
- Walt, lo sai come è fatto tuo padre. Per lui l’onore viene prima di tutto. Dovresti conoscerlo meglio di chiunque altro. A proposito, perché la famiglia reale è giunta a Grande Inverno?
- Jon Arryn è morto. È stato un duro colpo sia per mio padre che per Robert dato che era una figura paterna per loro. Mio padre pensa sia venuto per chiedergli di diventare il nuovo primo cavaliere del re.
- Ma in questo modo tu e tutta la tua famiglia dovreste trasferirvi a Sud …
- Lo so. Difatti è l’ultima cosa che vorrei. Le storie che sento su Approdo del Re mi fanno passare ancora di più la voglia di andare anche solo in visita in quel covo di vipere. Tuttavia, uno Stark deve sempre rimanere a Grande Inverno. Dato che Jon prenderà il nero, dovrebbe restare Bran. Forse è per questo che mio padre ha insistito così tanto per farmi rimanere a casa. Se partissero tutti, Bran non potrebbe rimanere da solo, avrebbe bisogno di qualcuno che resti con lui a guidarlo.  
- Non sei curioso di conoscere di più sulle tue origini? Se non sbaglio tua madre ha vissuto la maggior parte della sua vita alla corte del principe. Non era la dama della principessa?
- So già tutto quello che devo sapere su di lei.
I due rimasero in silenzio a guardare il piccolo Rickon prendere la mira e rimanere secoli in quella posizione come se più passasse il tempo, maggiori fossero le possibilità di centrare il bersaglio.
- Rickon, dovresti scoccare ora. Quella posizione è scomoda per la freccia. Dovresti darle un po’ di tregua. Se aspetti un altro po’ si farà buio.
- Solo un attimo … - rispose il bambino non accennando a muoversi. Walter sorrise sconsolato.
- Pensi mai a quello che abbiamo fatto due anni fa, quando eravamo a Grande Inverno? Come è successo?
Quella domanda improvvisa lo lasciò di stucco, tanto che si voltò subito verso di lei. – Siamo scivolati e siamo caduti – rispose semplicemente il ragazzo.
- Sì, però poi abbiamo continuato.
- Ti ha turbata tanto? Non siamo andati così oltre.
 - Per essere stato un bacio, è durato molto.
- Non mi piace quello di cui state parlando – disse Rickon raggiungendoli in quel momento.
- Sarà meglio andare a cercare Jojen e Meera! – disse la ragazza rossa fino alla punta dei capelli ed evitando lo sguardo del bambino, mentre Walter era piegato a terra dalle risate.
 
Quello che vide Bran lo lasciò interdetto. Non poteva credere di trovarsi davanti a Ser Jaime Lannister e a sua sorella la regina. Stavano facendo qualcosa che solitamente facevano solo gli amanti. Lui si era arrampicato su quella torre, come era solito fare, perché si divertiva ad arrampicarsi, era qualcosa che lo allietava in qualche modo. Mai avrebbe immaginato di trovarsi davanti a tale visione. Fu una questione di attimi. I due colpevoli si accorsero della sua presenza, Ser Jaime lo afferrò per i vestiti non permettendogli di scappare, si scambiò alcune parole con sua sorella e lo spinse giù dalla torre. Quella caduta mai l’avrebbe dimenticata. Delle immagini si susseguirono nella sua mente mentre il suo corpo precipitava e il suo metalupo non faceva altro che richiamarlo come se volesse parlargli o urlare per salvarlo. Sembrò durare un’eternità. Poi, improvvisamente, il vuoto.
 
Tutta la famiglia Stark era radunata attorno al letto del piccolo Bran in sospeso tra la vita e la morte. Cat era accovacciata su di lui con la testa immersa nelle pellicce che lo coprivano. Sansa versava delle lacrime che asciugava con il suo fazzoletto ricamato. Arya era seduta immobile con il viso che rivelava un misto di frustrazione, rabbia e tristezza. Ned era in piedi accanto alla porta a fissare suo figlio. Jon aveva lo sguardo annebbiato come se fosse in trance. Rimasero ore in quello stato, fin quando qualcuno ruppe il silenzio. - Dobbiamo avvertire Walter - sentenziò Jon. – Lui è quello più legato a Bran, merita di saperlo.
- Nessuno invierà un corvo a nessuno – disse solenne Ned.
Jon stava perdendo la pazienza come poche volte gli capitava. – Bran potrebbe morire da un momento all’altro! Merita di vedere suo fratello forse per l’ultima volta e di lasciargli un saluto come tutti noi! Padre, che ti prende??
- Walter non dovrà sapere nulla prima che il re avrà lasciato Grande Inverno. Conoscendolo, se lo sapesse, anche se dovessero legarlo nella sua camera, troverebbe il modo di liberarsi, di prendere un cavallo e tornare immediatamente qui da solo.
- Perché ti preme così tanto tenerlo lontano dal re?! Il tuo onore supera per caso l’amore verso la tua famiglia?!?
- Attento, Jon. Sei quasi un uomo ormai, ma rimango sempre tuo padre.
Jon guardò suo padre confuso e arrabbiato, ma preferì rimanere in silenzio, capendo che non ci sarebbe stato modo per convincerlo. - Cosa dovremmo fare ora? Rimanere qui ad aspettare senza fare nulla? – aggiunse il ragazzo.
- Pregate gli dei per vostro fratello, ne avremo bisogno. Ora lasciate vostra madre sola con Bran – rispose Lord Stark. I suoi figli obbedirono, ma quando anche Jon stava per varcare la porta e uscire dalla stanza, Cat lo richiamò. – Jon, aspetta! Rimani qui ancora un po’ … - aveva il volto rigato dalle lacrime e il viso distrutto. Jon non aveva mai visto sua madre in quello stato. Il ragazzo la raggiunse e si sedette accanto a lei. La donna prese le mani del suo primogenito tra le sue e le strinse. – Jon … se lui, se tuo fratello dovesse …
- Ce la farà, madre!
- Se dovesse andarsene per sempre e tu partissi per andare alla Barriera … io… io come farò? Come riuscirò a sopravvivere?? – la voce della donna era spezzata dalle lacrime ed era colma di un dolore che Jon poté percepire più forte di qualsiasi altro sentimento avesse mai avuto modo di provare. Non seppe cosa risponderle, ma sapeva benissimo cosa sua madre intendesse. Non poté far altro che abbracciarla e stringerla a sé mentre lei si lasciava andare ad un pianto disperato aggrappata a lui con le poche forze che aveva in corpo.
- Madre …
- Non lasciarmi anche tu, Jon … ti prego …
 
- Sei lenta!! – le urlò Walter per farsi sentire da quella distanza mentre correva nell’enorme distesa d’erba diretto verso la foresta circostante.
- Non è colpa mia se ho le gambe lunghe la metà delle tue!!
- Ma sei più leggera!
- Aspetta che ti raggiunga e ti farò vedere io! – gli disse infine Meera mentre cercava di stargli dietro e lo sentiva ridere.
I due ragazzi si addentrarono nella foresta scavalcando massi ed evitando alberi, fin quando non si fermarono dietro una roccia, esattamente a qualche metro da un cervo. Meera prese il suo arco e puntò la freccia verso la sua preda.
- Questa è mia. Già lo sa di essere mia.
- Stai facendo tremare troppo la mano. Sii più decisa nella presa. Sei troppo impaziente di colpirlo e non ti stai concentrando abbastanza.
- Sono concentratissima – disse lei prendendo un bel respiro. Walter la osservò con uno dei suoi soliti sorrisi smaliziati. Quando la ragazza finalmente scoccò la freccia, prese il cervo in pieno, il quale cadde a terra. Meera saltò di felicità uscendo allo scoperto.
- E brava la mia cacciatrice! Sei migliorata!
- Ti aspettavi forse diversamente?
- Niente affatto – rispose lui alzando le mani in segno di innocenza.
- Sei stata fantastica, Meera! – esclamò Kirsten dopo averli raggiunti tenendo Rickon in braccio.
- Grazie, grazie a tutti! – disse la ragazza inchinandosi.
- Dov’è Jojen? – chiese Walter.
- Dovrebbe essere rimasto con NightFlame. Strano che il tuo metalupo non ti abbia seguito come fa sempre – disse Kirsten.
- Probabilmente non lo ha fatto perché è con Jojen. Avanti, vieni – disse Meera afferrando Walter per un polso e conducendolo con lei verso l’uscita della foresta. Il ragazzo inizialmente non capì quell’affermazione, almeno fin quando non si trovò davanti al giovane Jojen che sembrava stesse parlando o avendo un contatto con il suo metalupo.
- Che gli è successo? – chiese Walter osservandolo. – Lo vedo cambiato …
- Dice che un certo corvo a tre occhi gli ha conferito il dono della visione dell’oltre. Sarebbe una specie di potere profetico. Ora è circondato sempre da un’aura mistica e quasi spettrale. All’inizio mi sono preoccupata, poi ci ho fatto l’abitudine. In fondo è sempre mio fratello.
Walter si avvicinò al ragazzino affascinato, cercando di non fare rumore per non disturbarlo. Si sedette accanto a lui e lo guardò mentre faceva qualcosa alla mente del suo metalupo.
- Walter Snow, sei così affascinato da queste cose da metamorfi? – gli chiese Kirsten divertita.
- Silenzio. Non disturbarlo – disse solamente lui. Le due ragazze risero a bassa voce per l’assurda situazione in cui si trovavano.
Dopo qualche minuto, Jojen si risvegliò dalla sua trance e per poco non si spaventò trovandosi il suo amico che lo guardava a distanza così ravvicinata. – Che cosa hai visto? – gli chiese sinceramente incuriosito. Jojen si alzò in piedi dirigendosi verso il castello, cercando di evitare le domande del ragazzo, ma Walter lo seguì.
 – Niente di cui possa renderti partecipe.
- Avanti, non puoi dirmi proprio nulla? Come mai?
- Perché non è ora che tu sappia, ancora. Ad ogni modo, il tuo metalupo è davvero speciale. Tienitelo stretto. Lui è parte di te, la metà della tua anima.
- Lo farò.
- Bran come sta? – gli chiese improvvisamente il misterioso ragazzino fermandosi e voltandosi a guardarlo.
- Bene. Molto bene. Probabilmente lo avreste visto di persona se fosse riuscito a salire nel carro in tempo insieme a Rickon.
- I tuoi fratelli tengono molto a te – commento Meera udendo tali parole.
- Il rapporto che ho con Bran è molto stretto, come avrete già notato. A volte percepisco come se mi stesse vicino anche se non è presente. Già sento la sua mancanza nonostante abbia passato qui solo una settimana, come la sento anche di Jon in ugual maniera.
- Bran sarà sempre con te anche se non sarà presente fisicamente. Lui sarà ovunque. Lui sarà chiunque. E veglierà su di te. Finché ci sarà il suo terzo occhio su di te, potrai sentirti al sicuro, Walter – gli disse infine Jojen voltandosi di nuovo e continuando a camminare verso il castello, lasciando tutti gli altri interdetti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Evali