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Autore: Dangerina15    24/08/2017    0 recensioni
La storia di Angelica e Medoro è uno dei canti più famosi dell'opera di Ariosto.
In questo breve racconto, diviso in capitoli che segnano lo scorrere dei giorni, Angelica si occupa di Medoro, ferito gravemente per aver cercato di seppellire, insieme all'amico Cloridano, il corpo del suo signore. Tra cure, racconti e sguardi fugaci, tra i due nascerà un sentimento, ciò che porterà Angelica a scoprire il significato del vero amore.
Genere: Introspettivo, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Miti e leggende dei Paladini di Francia'
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MEDORO
 
 
Ero come immerso in uno strano sogno; continuavo a vedere il viso di una donna dai folti capelli neri e profondi occhi verdi, brillanti come due smeraldi.  Aveva un sorriso ammaliante, ma al contempo dolce e candido. Mi stringeva la mano, invitandomi a seguirla per chissà quale luogo. Non riuscivo a resistere alla tentazione di assecondare la sua volontà e mi lasciavo trascinare via dalla misteriosa fanciulla che esercitava su di me uno strano potere. Uno eco ribatteva ripetutamente: “ Angelica…Angelica…Angelica”. D’un tratto, mi svegliai di soprassalto; sbarrai gli occhi come in preda ad un incubo. Il sudore gocciolava copioso dalla fronte, respiravo affannosamente. Mi guardai attorno, ma non riconobbi il luogo in cui mi trovato né avevo idea di come fossi arrivato fin lì. Tentai di alzarmi ma una fitta mi costrinse a rimanere sdraiato; cercai di capire cosa mi era accaduto, passando la mano sul punto che mi procurava quel dolore lancinante, scoprendo che qualcuno lo aveva fasciato. Sempre più confuso, tentai nuovamente di alzarmi ma questa volta non fu il dolore a fermarmi, ma una mano di donna; la stessa donna del mio sogno. Dormiva profondamente, poggiata sul letto di paglia in cui mi trovavo, tenendomi stretta la mano. Rimasi immobile, stupefatto da quella visione; il sogno che avevo fatto poteva non essere un sogno? Che “ Angelica” fosse lei, la misteriosa donna?
Non ebbi il tempo di elaborare questi pensieri che lei si svegliò, alzando lo sguardo verso di me.
<< Medoro.>> sussurrò dolcemente. << Cosa fai in piedi, devi riposare.>>
Io la guardai negli occhi, come rapito dalla sua bellezza; le sorrisi debolmente, quasi senza accorgermene. Fu in quel momento che tutto mi tornò alla mente: il campo cristiano, il bosco, il mio signore morto, Cloridano, il duello e la ferita e poi…lei; lei mi aveva salvato da una morte certa. Non aveva esitato un solo istante a soccorrermi; il suo arrivo fu come un dono mandato dagli dei. Non sapevo chi fosse, non aveva voluto rivelarmi nulla ma qualcosa mi aveva spinto a fidarmi di lei. Mi adagiai nuovamente sul letto, cullato dalle sue dolci attenzioni. Lei mi toccò la fronte.
<< Hai la febbre alta.>> continuò , prendendo un sacchetto dal quale uscì alcune erbe. Cominciò a tritarle in una ciotola.  << Non devi fare questi movimenti inconsulti, potresti infettare la ferita. Sei ancora molto debole, ci vorranno un paio di giorni affinché tu possa guarire del tutto. >>
Non risposi; continuavo a chiedermi perché stesse facendo tutto questo per me, per uno sconosciuto.
Mi sentivo stanco, confuso. Ad un tratto, un uomo di mezza età entrò dal fondo della grotta, portando delle ciotole.
<< Angelica, ti ho portato un po’ di formaggio e del pane. Non è molto,ma è ciò che abbiamo da mangiare. Dovete rimettervi in forze.>> disse l’uomo porgendo ciò che aveva portato nelle mani della donna.
<< E’ già molto quello che state facendo per noi, signore. Grazie davvero.>>
<< Se hai bisogno di qualcosa, non esitare a chiedere e vedrò di potervi aiutare. Come sta?>>
<< Ha la febbre alta; la ferita è molto profonda e questo lo indebolisce molto. Ci vorranno un paio di giorni prima che possa riprendersi completamente.>>
<< E’ un uomo molto fortunato se può godere delle tue attenzioni.>> rispose l’uomo sorridendo. Angelica ricambiò il sorriso, diventando leggermente rossa in viso. << Vi lascio da soli.>>
L’uomo si allontanò, lasciando che Angelica tornasse a tritare le erbe. Con le poche forze che avevo, decisi che era venuto il momento di conoscere qualcosa in più sulla mia misteriosa salvatrice.
<< Angelica?>>
Lei alzò lo sguardo e sorrise.
<< Perché fai tutto questo per me?>>
Per un attimo, la mia domanda la turbò; abbassò gli occhi, senza rispondermi.
<< Non lo so.  L’unica cosa di cui sono certa è che non potevo lasciarti morire, abbandonato in quel bosco.>>
La sua enigmatica risposta mi lasciò interdetto; nelle sue parole traspariva una dolcezza d’animo che pareva celare, forse per paura, forse per diffidenza. Non appena ebbe terminato di tritare le erbe, si avvicinò a me.
<< Devo spalmare queste erbe sulla ferita.>>
Slacciò lentamente la fascia che mi avvolgeva l’addome che lentamente scivolò sulla paglia. Il profondo taglio che mi squarciava l’addome era ancora sanguinante. Angelica si fermò; mi guardò nuovamente negli occhi, poi tornò a guardare la ferita. Capii che l’imbarazzo del momento l’aveva catturata, così le afferrai la mano, già immersa nel liquido medicale, e la posai sulla mia ferita.
<< Non avere timore, io mi fido di te.>> le dissi con un sorriso misto a timidezza. Lei ricambiò il mio sorriso e tornò ad eseguire l’operazione, lasciando che io la osservassi nell’eseguire tale procedimento. Ero come incantato da lei, dalla sua dolcezza, dal profumo che emanavano i suoi capelli. Il suo tocco era leggero come le ali di una farfalla; un brivido mi percorse la schiena.
<< Ecco, ho finito.>> disse lei ad un tratto, risvegliandomi da quei pensieri. Mi fece nuovamente sdraiare e, con una pezza immersa nell’acqua, mi tolse il sangue stagnato attorno alla ferita e sul viso. Poi ne prese un’altra e me la poggiò in fronte. << Adesso cerca di riposare.>>
<< Voglio sapere di più su di te.>>
La fermai da un braccio, ma lei si ritrasse delicatamente.
<< Parleremo quando starai meglio. Adesso dormi, Medoro.>>
Lei si allontanò, lasciandomi solo nel silenzio di quella grotta. Stremato e senza forze, mi addormentai con la speranza di rivedere al più presto quella misteriosa fanciulla dagli occhi verdi.
  
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