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Autore: Alison92    24/08/2017    1 recensioni
Fra le tante attrattive della scuola privata Thomas Dreier, i cinque giorni di vacanza offerti ai migliori quindici studenti della scuola sono certamente un richiamo per tutti i giovani allievi.
Lyvia Sommers fa parte di quei quindici eletti scelti per partire verso la splendida isola di Everdove, dalle acque limpide e dal cielo cristallino.
Un'antica leggenda però si nasconde fra quelle coste, insidiandosi nelle vite serene e felici dei giovani.
La storia oscura della famiglia Rosenburg, seminata di odio e terrore, conduce Lyvia e gli altri studenti verso differenti orizzonti, verso una casa maledetta che cela un passato grondante di sangue e vendetta.
Genere: Drammatico, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giungemmo difronte alla porta della stanza del tempo e compresi che solo io potevo aprire l’entrata. Con riluttanza, lascia che la punta acuminata mi ferisse il polpastrello, poi aprii la porta e tutti entrammo nella terrificante stanza. Era rimasta invariata, le tende squarciate erano ancora a mezz’aria e la polvere ricopriva ogni cosa. Lascia che le mie dita sfiorassero il pianoforte sul quale la mia omonoma aveva suonato e un brivido percorse la mia schiena. Guardai attentamente il pavimento in pietra e notai la nostra via di fuga, l’avevamo sotto gli occhi e non l’abbiamo mai scorta.
-Spostiamo il pianoforte!                
Esclamai e in breve l’imponente strumento scoprì una botola, un passaggio segreto che conduceva lontano dall’isola, da Jonathan. Derek afferrò la maniglia in ferro e scoprì un lungo cunicolo che scendeva per chissà quanti metri sottoterra. Una stretta scala in pietra era scavata fra la roccia che componeva il cunicolo.
-Allora, chi è così coraggioso da scendere per prima?
Chiese Derek cercando di capire quanto fosse profonda la botola. Non avevamo nulla con noi che potesse illuminare il nostro passaggio, la nostra fuga sarebbe stata ardua.
-Oh avanti, siete tutti così codardi?
Si stupì Mya, poi si calò lentamente, scendendo i pioli di quella grezza e scivolosa scala. Dopo di lei andò Trevor, poi Dary che stringeva teneramente la mano al muscoloso Tyler e andò avanti finché non restammo io e Francis.
-Wissol, dimmi che hai ancora una delle tue candele.
Lui mi sorrise e appoggiò le mani sulle tasche dei pantaloni scuri.
-Ahimè, candele non ne ho, però ti farà piacere sapere che ho con me un accendino.
-Perché un accendino?
-Per lo stesso motivo delle candele, non si può mai sapere.
Risi brevemente, poi riportai la mia attenzione sulla botola. Mi calai anche io nell’oscurità e Francis mi seguì, chiudendo l’apertura. Quando l’unica forte di luce scomparve, mi sentii una preda perfetta per Jonathan. Ero impaurita, tremante per il freddo che le pietre emanavano, con gli abiti e la pelle macchiati di sangue nero e un dolore lancinante alle tempie. Scesi con cautela, ricordando a me stessa che ro viva, eravamo ancora tutti vivi. Quando poggiammo i piedi sul pavimento della grotta, Francis con uno schiocco azionò l’accendino e vedemmo tutti dove ci trovavamo, ma non sapevamo cosa ci avrebbe atteso.
Francis tenne alta la breve lingua di fuoco emanata dal suo accendino, guidandoci in quella stretta galleria in pietra.
-Se riesce a scovarci?
Sussurrò Lily stringendo in una morsa il braccio di Michael.
-Beh, allora è stato un piacere conoscere tutti voi.
Le rispose senza nessuna mozione nella voce Eddy.
-Ci raggiungerà, sento già il suo fiato su di noi.
Disse invece Molly, con la testa china  e l’abito verde smeraldo sporco di terra.
-Potete smetterla di parlare di questo e stare tutti zitti?
Sorrisi alle parole di Amy, per la prima volta non era dalla bocca di Barbie che uscivano lamenti e parole insofferenti. Restammo tutti in silenzio, anche se erano tanti i pensieri che reclamavano di essere espressi, tante le domande che disperavano per una risposta. Non contavano le parole, l’unica cosa a essere importante era scappare dalle grinfie malefiche di Jonathan.
-Per quanti metri continuerà ancora questo tunnel?
-Non ne ho idea.
Risposi alla domanda di Dary, non mi ero curata di quanto tempo sarebbe stato necessario per raggiungere l’altra isola.
-Miei cari nipoti, non datevi troppi supplizi per scappare da me.
La voce luttuosa di Jonathan giunse a noi e tuonò fra le rocce della grotta. Ci arrestammo di colpo, ma non era dietro di noi, né potevamo in alcun modo vederlo.
-Andiamo avanti.
Disse con tono deciso Tyler e tutti continuammo a camminare. Sussurri lugubri vagavano nell’aria, chiedevano di essere ascoltati e facemmo del nostro meglio per ignorare quali orrori il fantasma bisbigliasse. Tralasciammo la voce malevola di Jonathan, finché una lingua di fuoco non bloccò il nostro passaggio. Amy urlo e tutti ci voltammo verso di lei. Jonathan aveva le mani sulla sua gola e Amy cercava di divincolarsi dalla sua stretta. Avanzai di scatto parandomi davanti ai miei compagni.
-Lasciala Jonathan.
Gli intimai, come se potesse avere paura di sedici giovani mortali.  La stretta di Jonathan fece fluire dal viso di Amy il suo colore roseo e la lotta ingaggiata contro di lui non produceva nessun risultato. Non avrei mai potuto vedere Amy morire sotto i nostri occhi, con tutti noi incapaci di fare qualcosa. Non m curai neanche di afferrare il coltello, quando per la seconda volta mi avventai su di lui. Allentò la presa su Amy e senza la minima grazia tipica della regina della scuola, gli assestò un calcio nello stomaco, facendolo piegare in due. Tirai fuori il coltello stringendo con una mano i polsi ghiacciati di Jonathan.
-Non puoi uccidermi con il pugnale di Lyvia, io sono già morto.
Disse prima di scoppiare in una risata priva di gioia. Ignorando le sue parole, gli incisi il collo dal quale sgorgò un fiume di sangue, ma non lo attraversò il minimo dolore. Poi le sue mani si strinsero alle mie spalle e un gelo primordiale mi attraversò, sembrò giungere fino al mio cuore, gelare il mio sangue.
-Basta giocare, adesso è tempo di chiudere i giochi.   
  
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