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Autore: Jenny of Oldstones    24/08/2017    0 recensioni
[...] In piedi vicino all'entrata e nascondendosi dalle ampie vetrate del locale, stettero un po' senza sapere bene cosa dire ( ammesso che ci fosse effettivamente bisogno di dire qualcosa ), fino a quando Iris non balbettò dei ringraziamenti: di nuovo per averla afferrata prima che cascasse e per la sciarpa, che si affrettò a sfilare in modo da restituirgliela.
Zsadist la prese, osservano il pezzo di stoffa, finché non la posò di nuovo sulle spalle delle ragazza, e per l'ennesima volta in quella strana serata, stupì lei e sé stesso.
« Dopo dovrai tornare alla macchina e prenderai freddo » si giustificò. « Tienila tu. Se ce ne sarà occasione me la restituirai. » E senza attendere una risposta, entrò nel pub.
Iris attese giusto qualche attimo, prima di entrare a sua volta: prima aveva voluto affondare il naso in quella particolare fragranza di tabacco, boschi e dopobarba che emanava la sciarpa, pensando all'ambra degli occhi del suo proprietario.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Al Black Snow

Al Black Snow

 

« Ma quanto c'hai messo, lumaca?! » Fu così che l'accolse Simon, rivolgendole uno dei suoi sorrisoni a trentadue denti e facendole cenno di sedersi accanto a sé.
Iris esitò a rispondere: di certo conoscendo la bassa considerazione che i suoi amici avevano di Zsadist ( e ampiamente ricambiata da quest'ultimo ), le avrebbero fatto storie se avessero saputo che aveva intrattenuto con lui una "conversazione" - o magari trattandosi di Simon e Naomi avrebbe semplicemente dovuto sopportare stupide battute maliziose.

Certo, magari il suo imbarazzo e la silenziosità del ragazzo non avevano contribuito a intavolare un discorso brillante o quantomeno sensato, ma se pensava al suo timbro di voce così piacevole, le risalivano i brividi che l'avevano assalita fino a poco prima. Non sapeva per quale motivo l'avesse così bruscamente rivalutato, ma decise che per il momento si sarebbe tenuta la cosa per sé.

« Oh, ho ricevuto una chiamata da mia zia. »

« E la sciarpa... È nuova? »

Oh, loro sapevano. Quella domanda apparentemente innocente di Naomi aveva centrato il punto.
Se per gli altri la sua era sembrata una scusa convincente, per i suoi migliori amici non lo era affatto; non gli erano sfuggiti né l'attimo di esitazione e né lo sguardo che aveva tenuto basso fingendo di leggere il menù rilegato in finta pelle nera del "BlackSnow".

« No.. L'ho trovata in fondo all'armadio. Chissà da quanto tempo stava lì! » Rispose sfoderando un sorriso nervoso ed evitando di alzare lo sguardo dal menù che aveva preso a stringere spasmodicamente.
« Mh, fingeremo di crederti... Anche se è strano che tu non l'avessi, prima. » Asserì Simon, rivolgendole un'occhiata divertita.

« Cosa vi porto, ragazzi? » Domandò Amy, la cameriera tutta curve del pub, che si era avvicinata stringendo tra le mani un bloc notes piuttosto spiegazzato e una penna blu.

Meredith ordinò - letteralmente - un cocktail particolarmente forte, sebbene sapessero che non reggesse bene l'alcool e che si sarebbe ritrovata già parecchio brilla solo a metà bicchiere.
Lukas, Naomi e Michael  ordinarono rispettivamente altri due cocktails e un paio di chupiti.

« E per Simon e Iris la solita cioccolata bollente in tazza grande con panna montata, scaglie di cocco e una spruzzata di cacao, giusto? » Ammiccò Amy, tutta presa a segnare le ordinazioni sul bloc notes.
« Ormai non abbiamo più segreti per te, dolcezza! » Le rispose Simon, in un goffo quanto vano tentativo di abbordaggio; infatti Amy si limitò  ad alzare gli occhi al cielo, tirargli un buffetto sul naso ed allontanarsi ancheggiando verso un altro tavolo.

« Ah, mi fa impazzire » mormorò Simon, sognante. « Non mi laverò mai più il naso »

Meredith gli lanciò un'occhiata disgustata, prima di ritornare ad annoiare un Michael dall'aria esasperata con il suo sproloquio su di una modella "assolutamente indecente" che divideva il camerino con lei.
Michael emise un sospiro seccato, prima di voltarsi verso la bionda e interromperla con un "se è così zoccola dammi il suo numero che ci facciamo una chiacchierata possibilmente a casa sua, ma ti prego ora smettila di assillarmi! " Meredith boccheggiò per qualche secondo, oltraggiata, prima di voltarsi verso Lukas e intraprendere  un dibattito su quest'ultimo a proposito della "maleducazione di certa gente".
Lukas si limitava ad annuire distrattamente, spulciando i post di chissà quale social sul cellulare.

Michael intanto, incrociò le braccia sul tavolo e ci si poggiò con la testa, sbadigliando rumorosamente. Prima che i suoi occhi scomparissero dal suo campo visivo, Iris gli rivolse un sorriso bonario, ampiamente ricambiato dal ragazzone dalla pelle scura.

Mentre Naomi e Simon intavolavano una conversazione sull'ultima stagione di una serie TV di cui andavano matti, Iris fece vagare lo sguardo verso gli altri tavoli.
C'era parecchia gente quella sera: un paio di coppiette intente a scambiarsi effusioni, uno di ragazze civettuole, che bevevano alcolici sebbene non fosse sicura che avessero l'età giusta per poterlo consumare, e tanti altri occupati da gruppi misti come il suo, dove c'era chi rideva, chi s'annoiava, chi chiacchierava e chi ancora stava ordinando qualcosa da bere o da mangiare.
Uno di questi - s'accorse con un tuffo al cuore -, era Zsadist, che dopo aver riferito a Chris ( un altro cameriere ) cosa avrebbe desiderato, si voltò verso la finestra a guardare il paesaggio con aria assorta.

I capelli dal colore particolare, di un bianco albino, erano tutti scompigliati e si coloravano del giallo intenso delle luci del "Black Snow". Gli occhi grandi e ambrati come quelli di un lupo erano fissi su un punto non precisato ed avevano un'aria malinconica.
Si prese un momento per osservare il profilo del ragazzo, anche se essendo praticamente ai lati opposti del locale, non poteva cogliere chissà quale dettaglio.

La linea dura della mascella gli dava quel tocco di virilità che ad Iris piaceva nei ragazzi; la mandibola pareva serrata, come se stesse stringendo i denti per non scoppiare in una sorta di furia animalesca a cui Iris aveva assistito una volta, quando l'aveva visto fare a botte con un paio di ragazzi, mesi addietro. Le labbra avevano un taglio sottile, ma non troppo ed erano contornate da un po' di barbetta incolta, ed Iris con un moto di imbarazzo, si chiese se le ragazze che aveva baciato avessero sofferto il solletico nel sentire quei peli sfiorarle il viso.
Salì più su e incontrò il naso di normale grandezza, dritto, forse appena un po' troppo lungo. Le guance erano leggermente incavate e gli zigomi né troppo alti né troppo bassi. Gli occhi  erano ornati da lunghe ciglia scure, come le sopracciglia, una delle quali divisa da un piercing di metallo grigio.
La fronte era semi coperta da ciocche di capelli candidi, che le venne voglia di toccare per saggiarne la morbidezza.
Notò che anche il suo corpo, o almeno la parte non celata dal tavolo, appariva in tensione: a partire dalle spalle larghe, la schiena leggermente ricurva, le braccia conserte sulla superficie di legno e le mani strette a pugno.

Zsadist era oggettivamente un bel ragazzo, lo sapeva già, ma non aveva mai realmente fatto caso a quanto alla vista fosse effettivamente gradevole. S'era fermata solo all'apparente caratteraccio ed ai noiosi e screditanti pettegolezzi di Meredith e di qualche adulto del paese riguardo alla sua sgradevole situazione famigliare ( anche se non aveva mai prestato troppa attenzione ).

Venne riscossa dai suoi pensieri da Amy, che portò al loro tavolo su di un vassoio nero di plastica le loro ordinazioni , posando davanti a ognuno di loro la bevanda richiesta con movimenti meccanici, come se fosse evidentemente abituata.
Com'era arrivata sparì nuovamente tra i tavoli, rivolgendogli un sorriso e intimandoli di richiamarla per qualsiasi cosa, ma non prima di abbandonare lo scontrino sul tavolo.

Iris e Simon si fiondarono immediatamente sulle cioccolate, scottandosi la lingua ma traendo un immediato beneficio dal calore avvolgente che invase le loro membra ancora vagamente intorpidite dal freddo esterno.
Meredith e Lukas presero una lunga sorsata dalle cannucce nere nel grosso bicchiere ricolmo di liquido colorato, mentre Michael si scolava velocemente i due shottini, tornando poi a sonnecchiare.

Naomi, prima di prendere un piccolo sorso dal suo cocktail, le si avvicinò nuovamente e, attenta a farsi sentire unicamente da lei e Simon, le disse: « sicura che nel tuo ritardo non c'entri nessun ragazzo entrato poco prima di te e a cui hai fatto la radiografia fino a un momento fa? »

Iris quasi si strozzò con la cioccolata, ma per sua fortuna Tom ( il proprietario del "Black Snow" ), li raggiunse al loro tavolo salutandoli e scambiando qualche convenevole.

« Vi ringrazio di essere venuti » disse sorridente. Poi rivolse il suo sguardo alla rossa. « Iris, pronta a cantare? Vorrei qualcosa di leggero, questa sera »

Iris s'alzò di scatto dalla sedia e si limitò ad annuire, seguendolo poi sul piccolo palchetto sul lato destro rispetto al bancone del bar.

« Buona fortuna! » Le augurò Tom, per poi lasciarla lì da sola.

Le luci si spensero, solo una bianca era puntata su di lei, che afferrò una vecchia chitarra sistemata artisticamente insieme a tanti altri strumenti musicali proprio sul palco.
Si sedette su di un piccolo sgabello, pizzicò le corde della chitarra, facendo uscire le prime note di " Hope I don't fall in love with you" di Tom Waits e chiuse gli occhi, iniziando a cantare.

 

*

 

Zsadist si stava gustando la sua birra, partecipando di tanto in tanto alle chiacchiere dei suoi amici, quando d'un tratto la musica alla radio cessò ed una voce dolce e melodiosa invase il locale.
Le luci s'erano spente, tranne una, sotto la quale ci scovò una lunga chioma rossa come un tramonto estivo che scivolava sulla schiena esile della bella ragazza a cui aveva prestato la sciarpa.

« Well I hope that I don't fall in love with you
'Cause falling in love just makes me blue,
Well the music plays and you display
Your heart for me to see,
I had a beer and now I hear you
Calling out for me.
And I hope that I don't fall in love with you. »

Decisamente Zsadist, non aveva mai visto tante cose belle nella sua vita.
Le poche carezze che aveva ricevuto da sua madre, le ricordava stento, come le ninne nanne che cantava a lui e suo fratello quando il suo vecchio già russava da ore, troppo conciato per sentire alcunché.
Ancor meno ricordava quella volta più unica che rara, in cui suo padre ormai sul letto di morte, gli chiese scusa in lacrime, pregandolo di non diventare mai come lui.

Non ricordava di aver mai passeggiato o di aver fatto una vacanza con la sua famiglia; non ricordava di aver mai ricevuto un regalo di compleanno, di aver mai scritto una letterina a babbo Natale.
Non ricordava di aver dato il suo primo bacio per amore, o di aver fatto sesso non solo per soddisfare i suoi bassi istinti.

Ecco, Zsadist quindi, poteva affermare di non aver mai visto - o vissuto - tante cose belle, ma vedere Iris su quel palco fu di certo la cosa migliore della sua vita, fino a quel momento; sentire la sua voce, la seconda; incrociare i suoi occhi da lontano, la terza.

« Well the room is crowded, people everywhere
And I wonder, should I offer you a chair?
Well if you sit down with this old clown,
Take that frown and break it,
Before the evening's gone away
I think that we could make it,
And I hope that I don't fall in love with you. »

L'albino distolse un minuto lo sguardo da Iris, per posarlo sui presenti in sala: quasi tutti erano fissi sulla rossa, che rivolgeva dolci sorrisi a tutti, specialmente quando qualcuno s'azzardava a canticchiare qualche parola assieme a lei.
Kate sembrava stupita, e sorrideva mimando le strofe della canzone e ticchettando le unghie mezze mangiucchiate sul tavolo, tenendo il tempo.
Era abbastanza sicuro che ai suoi amici facesse schifo quel genere di musica, eppure Bob aveva smesso di fare lo scemo -  evento assolutamente storico -, Caroline aveva finito di fargli le fusa nel tentativo di farsi portare da qualche parte per farsi sbattere, Thomas guardava Iris con fin troppo interesse e per finire Shawn, aveva poggiato il mento sul dorso delle mani incrociate, puntellandosi con i gomiti sul tavolino, ed aveva socchiuso gli occhi.

Guardò ancora in giro e vide due degli amici di Iris stretti in un abbraccio, mentre la guardavano come due genitori orgogliosi.
Un altro aveva seppellito il viso tra le braccia, e sembrava essere scivolato in uno sonno profondo; la bionda svampita che si portavano sempre appresso aveva la tipica espressione disgustata di quando si pestano escrementi di cane abbandonati per strada e sai che ci dovrai camminare fin quando non potrai tornare a casa e ti toccherà pure pulirle.
Ma lo sguardo che l'infastidì di più, era quello di Lukas, che fissava Iris con un desiderio malcelato impresso nelle iridi azzurrognole; sguardo che, notò, era molto simile ad un paio di altri ragazzi sconosciuti.
Gli venne la strana voglia di afferrarlo per il bavero del pullover glicine da frocetto e scagliare così tanti pugni su quel visetto perfettino da renderlo irriconoscibile.

« Well the night does funny things inside a man
These old Tom-cat feelings you don't understand,
Well I turn around to look at you,
You light a cigarette,
I wish I have the guts to bum one,
but we've never met
And I hope that I don't fall in love with you. »

Era vero che la notte faceva cose strane dentro agli uomini. A Zsadist sicuramente sì, perché altrimenti non si sarebbe spiegato la malsana voglia di rapirla da quel palco, da tutti quegli occhi fissi su di lei, perfino - realizzò, sentendosi egoista - da amici e famiglia.
Desiderava solo poter avere una dimora lontano da lì, per portarla via con sé e bearsi ogni giorno della sua voce, dei suoi occhi, del suo corpo, della lieve fragranza di fiori che emanava. Sapeva che era impossibile, e tuttavia non riusciva a cacciarsi dalla mente quella meravigliosa utopia.
Si scolò rapidamente la birra e ne ordinò un'altra, assieme a un bicchierino di whiskey, che gli vennero immediatamente recapitata da Amy, insieme allo scontrino.
Sorseggiando la birra, ricominciò a guardare Iris, che ogni tanto guardava verso di lui e gli parve che in quei momenti le guance le si arrossassero.
Quando i loro sguardi s'incrociarono per l'ennesima volta, Zsadist le sorrise e gli si agitò qualcosa nello stomaco quando la rossa lo ricambiò, donandogliene uno che scopriva i denti bianchi e perfetti.

« I can see that you are lonesome just like me,
And it being late, you'd like some company,
Well I turn around to look at you,
And you look back at me,
the guy you're with has up and split,
The chair next to you's free,
and I hope that you don't fall in love with me. »

Quando lei si mise a guardare altrove, non potendo trascurare le altre persone del locale per rimanere a fissarsi con lui, il sorriso di Zsadist si spense immediatamente, e le iridi ambrate tornarono ad incupirsi.
Se fossero stati i protagonisti di quella canzone, se fosse stato lui il cantante, sarebbe stato completamente d'accordo con l'ultima frase dell'ultima strofa.
Si capiva a prima vista che Iris era pura e delicata tanto quanto il fiore che aveva per nome, mentre lui... Lui era solo un rovo spinato. Non poteva far altro che far impigliare il povero malcapitato che ci camminava sopra, strappare la stoffa dei pantaloni della vittima fino a ridurla a brandelli e ferirne la pelle, bagnandosi di sangue.

Doveva starle alla larga.

Non doveva più avere nessun tipo di contatto con lei, non gli fregava nemmeno di riprendersi la sciarpa, anche se pensò che fosse meglio che lei non avesse niente di suo. Non si conoscevano se non superficialmente, non si erano mai baciati, non si erano mai frequentati, non c'era assolutamente nulla di cui preoccuparsi.
Doveva solamente ignorarla come aveva fatto da sempre, fino a quella sera.

Non poteva permettere che soffocasse nella merda dove viveva arrancando lui ogni giorno. Se fossero diventati amici ( o ancora peggio, se conoscendosi fosse scoccata la scintilla? ), prima o poi Iris avrebbe dovuto fare i conti con l'ambiente che lo circondava e questo gli faceva venire un senso di nausea opprimente.

« Now it's closing time, the music's fading out
last call for drink, I'll have to another stout.
Well I turn around to look at you,
You're nowhere to be found,
I search the place for you lost face,
guess I'll have another round.
And I think that I just fell in love with you. »

Non aveva nessun motivo per volerla proteggere da quella parte di mondo schifoso, non aveva mai creduto alle cazzate come il colpo di fulmine, tanto meno all'amore in sé.

Non sapeva Perché agiva in quel modo, non se lo chiese e non si diede nessuna risposta, così finendo la birra e buttando giù in un sol sorso il bicchierino di whiskey, s'alzò dalla sedia, s'avvicinò al bancone del bar e porgendo a Tom gli scontrini, pagò la sua parte.
Ignorando lo sguardo confuso di Kate e degli altri amici, recuperò la sua giacca e percorse ad ampie falcate il percorso dal tavolo all'uscita, e sparì inghiottito dal gelo e dal buio, senza scoprire come finisse la canzone.

« Zsad, dove cazzo vai?! » Gridò Kate, raggiungendolo con una breve corsetta.

« A casa. Scusa Katie, fatti accompagnare da Shawn. »

« Ma perché così di botto? Cos'è successo? » Gli domandò, spalancando gli occhi.

« Niente. Non è successo niente. » Zsadist allora fece per andarsene, ma Kate l'afferrò per un braccio. Si voltò per dirgliene quattro, irritato dal modo di fare insistente dell'amica, ma le parole gli morirono in bocca quando incontrò la figura infreddolita di Iris, qualche metro più lontana da loro, che li guardava con un malcelato imbarazzo.
Si morse la lingua, per evitare di salutarla e il suo sguardo si addolcì.

Kate, notando il repentino cambiamento d'umore del ragazzo, si girò ed emise uno sciocco verso sorpreso.

« Scusate se vi interrompo.. » Mormorò avvicinandosi di qualche passo.
La guardò mentre evitava di guardarlo negli occhi ed esibiva un sorriso nervoso, sfregandosi le braccia con le mani.
Fu tentato di stringerla per smetterla di farla tremare, ma incrociò le braccia e strinse le mani a pugno, impiantando le unghie nei palmi.
« Ti è caduto questo. » Disse poi, rivolgendosi a Kate e porgendole un braccialetto colorato.

Kate lo indossava sempre, ma era un po' dimagrita e tendeva a scivolargli qualche volta. Si ricordava di averglielo regalato lui stesso, quando erano più piccoli.

« Ti ringrazio.. Iris? » Esclamò Kate sorridendole a trentadue denti.
Iris si limitò ad annuire, inclinando leggermente la testa verso sinistra e ricambiando il sorriso con uno più debole ma ugualmente caloroso.
« Allora buona serata... » Fece poi, congedandosi.

Kate ricambiò l'augurio e tornò a concentrarsi su di lui, ma poco prima che potesse dire alcunché, venne interrotta da Iris: « Zsadist? » Lo chiamò, con la mano già sulla porta del "Black Snow".
I due si voltarono a guardarla nuovamente.

« Se guidi... fai attenzione. Le strade si sono ghiacciate di nuovo. » E prima che uno Zsadist sorpreso potesse avere il tempo di rispondere, li abbandonò fuori, proprio come aveva fatto lui con lei ore prima.

Kate assistette alla scena, con l'aria di chi aveva compreso molto più di quanto non avessero potuto fare Iris e Zsadist.

« Capisco. » Disse poi, dopo un momento di silenzio. Sorrise amaramente e tornò anche lei verso il "Black Snow".
« Ci vediamo domani, Zsad! » Lo salutò.

Zsadist in tutta risposta, se ne tornò verso il parcheggio, accendendosi una sigaretta, senza guardarsi indietro, senza capire che cosa gli accadeva nella pancia, senza volerlo sapere, senza sentire l'ultimo pezzo della canzone.

"And I think that I just fell in love with you..."

 

Spazio Autrice:

ciao a tutti! Mi spiace di non aver scritto nessuna nota personale, ma ho preferito lasciare il prologo così com'era e rimediare qui.
Non ho molto da dire, a parte che spero che abbiate apprezzato questi primi due capitoli e che spero che mi farete sapere cosa ne pensate. Specialmente, avrei tanto bisogno di qualcuno che sappia farmi una critica costruttiva, dicendomi se ci sono errori grammaticali o se la lettura  
è abbastanza scorrevole o troppo ripetitiva.. È il mio primo esperimento serio e ci tengo che sia quantomeno buono xD

Grazie per avermi letta fino a qui, ci sentiamo ( spero! ) al prossimo capitolo!

Baci.

  
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