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Autore: The Blue Devil    25/08/2017    3 recensioni
Gli autori nipponici non dicono mai tutta la verità: Anthony è morto? Se lo è come è morto? E se non fosse morto, cosa sarebbe successo? Scopriamolo insieme...
Dal testo: "Mi sono ricordato che quando ero piccolo c’era un altro bambino che ronzava intorno a mia madre! L’antipatico, che veniva a rubarmi l’affetto della mamma, era un rompi ed era uguale a me: pensa che un giorno la mamma mi comprò un regalo, ma poi lo diede a lui. Mi disse Siete così uguali che mi sono confusa!".
...
Ma prima che Anthony potesse rispondere, un volpino si parò davanti al suo cavallo che si spaventò e s’impennò: incapace di controllarlo, il ragazzo non riuscì ad evitare che una zampa del quadrupede finisse in una tagliola! In un attimo, accompagnato da un lugubre effetto sonoro (usato in altri centomila cartoni animati, ma in situazioni differenti), Anthony volò a terra.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony Brown, Candice White Andrew (Candy), Eliza Leagan, Neal Leagan
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Non è uno scritto a scopo di lucro alcuno per cui non si infrangono Copyrights. I personaggi presentati, nomi e situazioni, sono di proprietà degli aventi diritto: Kyoko Mizuki (Keiko Nagita) per il soggetto; Yumiko Igarashi per la resa grafica dei personaggi; Toei Animation Co., Ltd, per la serie TV e Kappalab per l'edizione italiana dei romanzi di Kyoko Mizuki/Keiko Nagita.


Il rating è giallo perché non si sa mai, c’è un pochino di violenza. Ma per me poteva andare benissimo anche il verde. I Giappo-nipponici non ci hanno raccontato tutto, come al solito, ma io ho scoperto la verità! Vogliamo scoprirla insieme?
Buona lettura


 
CANDY & ANTHONY PER SEMPRE INSIEME (FORSE...)

Era una mattina bellissima, il cielo era terso, l’aria pulita e un fresco venticello le scompigliava i capelli, eternamente imbrigliati nei nastrini rosa: Candy era felice, stava cavalcando al fianco del suo Principe, del suo Anthony, lontani da Iriza, da Neal e da chiunque altro potesse infastidirli.
"Anthony, sei mai salito sulla Collina di Pony?", gli chiese lei a bruciapelo.
Dopo averci pensato un po’, il bel biondo rispose:
"Beh, sì su un pony ci sono salito, ma su quella cosa dei pony che dici tu, mi sembra proprio di no!".
"Ne sei sicuro? Io ti ho visto là: c’eri tu, c’erano le lumache che strisciano...".
"Ti sbagli di sicuro", la interruppe lui, "hai visto qualcun altro... è piena di insetti e animaletti questa cosa dei pony?".
"Perché?", domandò lei perplessa.
"Hai detto che c’erano le lumache...".
"Ma no! Quella era... lascia perdere!".
Dopo un breve periodo di silenzio, Anthony riprese il discorso:
"Ma sai che forse so chi hai visto quel giorno?".
"Chi?", fece Candy, sempre più ansiosa.
"Mi sono ricordato che quando ero piccolo c’era un altro bambino che ronzava intorno a mia madre! L’antipatico, che veniva a rubarmi l’affetto della mamma, era un rompi ed era uguale a me: pensa che un giorno la mamma mi comprò un regalo, ma poi lo diede a lui. Mi disse Siete così uguali che mi sono confusa!".
"Allora, chi era?", lo incalzò la bionda, sempre più curiosa e ansiosa di scoprire l’identità del suo Principe.
Ma prima che Anthony potesse rispondere, un volpino si parò davanti al suo cavallo che si spaventò e s’impennò: incapace di controllarlo, il ragazzo non riuscì ad evitare che una zampa del quadrupede finisse in una tagliola! In un attimo, accompagnato da un lugubre effetto sonoro (usato in altri centomila cartoni animati, ma in situazioni differenti), Anthony volò a terra.
Cosa aveva spaventato il cavallo? Nel viso del volpino, l’animale aveva riconosciuto le fattezze di Iriza e, sapendo che questa era una vipera e non un volpino, si era spaventato.
Candy, rischiando di rompersi il collo, balzò giù dalla propria cavalcatura, urlando disperata. La sua mente era un turbine, la paura era dentro di lei, che gridava "Perdonami, perdonami". Continuando a gridare "Nooo, non morire!", in un attimo fu accanto al... cavallo!
"Povero cavallino!".
Il "povero cavallino" pensò:
"Ma guarda questa, prima mi distrae il padrone e poi viene a consolarmi! Ma va’, va’!".
La ragazza si sentì toccare da una mano sulla spalla, si voltò e vide il corpo dell’amato, disteso e apparentemente senza vita: le ci volle meno di un attimo per chinarsi su di lui, urlando disperata!
Il cavallino sentenziò:
"Che ipocrita e volubile! Le donne, e chi le capisce?".
I soccorsi giunsero rapidamente e un medico, constatato che il giovane respirava ancora, gli aprì la giubba e gli auscultò il petto con uno stetoscopio, intimando alla ragazza:
"Portatemi una bacinella di acqua calda e degli asciugamani!" (Si dice sempre così in questi casi...), per poi urlare:
"Un defibrillatore, portatemi un defibrillatore!".
Ricordatosi di non essere nel millenovecentosessantasei* e visto che intorno a loro si era formato un capannello di gente, l’uomo gridò:
"Un medico! C’è fra voi un medico?".
"E voi?", gli fu risposto.
"Io non sono un medico. Sono l’allenatore della squadra avversaria, le Foxies!".
Anthony fu portato fuori dal campo in barella, negli spogliatoi, e poi da lì fu trasportato in ospedale. La sentenza fu atroce:
"Mi dispiace signorina Andrew, non ce l’ha fatta, è morto!".
Candy cominciò a urlare disperata, ma il medico le pose le mani sulle spalle e le disse:
"Suvvìa signorina, quante storie per un cavallo!".
"Ah! Il cavallo... spiegatevi meglio la prossima volta! Solo una cosa mi dispiace, avrei voluto ucciderlo io quel maledetto quadrupede, che ha causato la caduta del mio Anthony!".
Il fantasma del quadrupede le si manifestò, protestando:
"Eh no stronzetta! Ricorda che è stata solo colpa tua...".
La ragazza agitò una mano e il fantasma dell’animale disparve in una nuvoletta di fumo.
Il primario proseguì:
"Siamo nelle mani del Signore: se passa questa notte, vivrà, se non la passa, creperà".
Candy protestò:
"Ma scusatemi, siamo a mezzogiorno e mi parlate di notte?".
Lui, contrariato, rispose stizzito:
"Non mi rovinate il momento: è da una vita che sogno di dire ‘sta cosa! Comunque non rimanete qui a vegliarlo, è meglio che ve ne torniate a casa".
"Avete ragione", convenne la bionda, "sono stanca, ho bisogno di riposare...".
L’uomo in camice bianco la interruppe:
"No, non è per questo... vedete signorina, siete vestita così da questa mattina e se non andate a casa a cambiarvi, a farvi un bagno... voi capite, vero?".

Candy lasciò l’ospedale con la mestizia nel cuore, attanagliata dai sensi di colpa:
"È stata tutta colpa mia! La chiromante, poi la donna vestita di nero che ti guardava con occhi cattivi... e sì che hai preso il cavallo più veloce, ma te la sei ritrovata davanti... avevo fatto un voto: non avrei più mangiato dolci in cambio della tua salvezza! Ma poi quell’altra ha fatto una torta con le sue manine: come si fa a resistere a una torta di Nonna Paper... cioè di zia Elroy... che poi, che caspita di nome è Elroy me lo sono sempre chiesta! Boh? E così ho rotto il voto... è tutta colpa mia!".
La sua mente si era ritrasformata in un turbine e la paura era tornata dentro di lei, ma non c’era Anthony, a cui chiedere perdono. Si sentiva come una donna sola che aspetta che ritorni il suo eroe, con le mani salde sulle redini e il berretto blu in testa! E dire che l’aveva avvertito: questo cavallo è una pazzia, stai rischiando e tu lo sai...
Prese una decisione:
"Sono disposta a tutto per te, amore mio! Anche a morire! Scambierò la mia vita con la tua... mi ucciderò, se necessario!".
Entrò in un emporio e fece un acquisto. Poi salì sulla "Collina di Pony": la salita fu ardua, perché c’erano più pony del solito, quel giorno.
Davanti al suo albero preferito, con la corda col cappio in mano (l’acquisto: al negoziante aveva detto che serviva per "appendere" un ladro di cavalli, usanza comune da quelle parti), esitò:
"Fammi capire bene: se mi ammazzo e quello crepa, lo prendo in quel posto; se non lo faccio, deludo i miei fans ai quali ho promesso questo atto di romanticismo. È dura decidere...".
Assorta in quei pensieri, Candy non si accorse di avere due ombre sinistre (anche se una era a destra) alle sue spalle, che avevano deciso di facilitarle la scelta. Accadde tutto in un attimo: Iriza le strappò di mano la corda e le mise il cappio al collo; Neal ne gettò l’altra estremità a scavalcare un ramo dell’albero; poi tutti e due tirarono con forza il lembo penzolante dal ramo. I due Legan rischiarono di rimanere appesi loro, poiché, stando con gli Andrew, l’ex orfanella aveva cominciato a mangiar bene ed era ingrassata parecchio, ma alla fine la ebbero vinta: Candy, dopo essersi dibattuta vanamente e a lungo, penzolava dall’albero, con gli occhi fissi nel vuoto e la lingua di fuori; dalla sua bocca fuoriscivano bava e sangue.
I ragazzi, guardandola soddisfatti, si accorsero che mancava qualcosa: uno sgabello o una sedia. Neal ebbe l’idea:
"So che c’è una casetta da queste parti abitata da due vecchiette simpatiche: proviamo a chiedere là".
"Non sarà mica la casetta che si regge sulle zampe di gallo rivolta verso il bosco e che si gira verso di te se glielo chiedi?", esclamò Iriza preoccupata.
"Ma no sciocca! Quella si trova in Europa!", rispose Neal divertito.
Arrivati alla "Casa di Pony" i ragazzi furono accolti da Suor Maria:
"Oh che bello! Altri due orfanelli da accudire e da far lavorare! Avevamo giusto bisogno di altre braccia, ci sono da cambiare i cinquanta neonati arrivati questa mattina".
Neal, brusco:
"Ohè, ma quali orfanelli, vecchia bacucca! Non vedi come siamo vestiti?".
La suora, stizzita, replicò, alzandosi la veste da un lato, a mostrar loro una gamba:
"Guarda che non sono vecchia! Guarda qua: non sono ancora mica da buttare!".
"Disgustoso!", commentò Iriza, sottovoce.
"Siamo amici di Candy che, siccome si è impiccata, ha bisogno di uno sgabello", continuò Neal.
Suor Maria si dimostrò perplessa:
"Ma se si è impiccata a cosa le serve lo sgabello?".
Iriza, dandogli una gomitata nel costato, parlò all’orecchio del fratello:
"Cretino, dovevi dire che si vuole impiccare, non che si è già impiccata!".
Neal si corresse e la religiosa mostrò loro alcuni sgabelli: piccoli, medi e grandi. Dicendo di non sapere a che altezza Candy volesse impiccarsi, ne scelsero uno a caso, che pareva andar bene.
Uscendo i due commentarono:
"Che fessa quella suora, noi sì che siamo intelligenti!".
Risaliti sulla collina sistemarono lo sgabello, ma si accorsero che i piedi dell’impiccata non lo toccavano.
"Sfiliamole un po’ gli stivali, affinché la punta tocchi lo sgabello", fu la geniale pensata di Neal, che poi concluse così:
"Vedrai che nessuno se ne accorgerà".
Fatta la cosa, Iriza non si disse convinta e volle sentire il parere di un’altra persona.
Tornarono alla casetta e convinsero la "signora suora" a seguirli.
"Suvvìa ragazzi! Si vede che gli stivali sono sfilati e che non tocca! Così non va. So io cosa ci vuole!".
La suora si allontanò e tornò dopo dieci minuti con in mano uno sgabello più alto. Alla fine della difficoltosa salita, imprecò contro la stessa:
"Questa benedetta Collina di Pony! ‘Sti pony cominciano a essere troppi: bisognerà fare in modo che vadano ad ingropp... ehm... incollinarsi da un’altra parte!".
Suor Maria risistemò gli stivali all’impiccata e sostituì lo sgabello. Rimirando il proprio capolavoro, chiamò i ragazzi:
"Ragazzi venite a vedere. Così sì che va ben... urghhh!".
Non finì la frase perché Iriza, raccolto lo sgabello scartato, glielo spaccò in testa, con tutta la forza di cui era capace. La testa della religiosa non si aprì a metà per miracolo, ma ella cadde al suolo, stecchita, in un lago di sangue.
"Perfetto!", sentenziò Iriza.
Neal non aveva capito, per cui la sorella lo rese edotto:
"Candy e la suora hanno litigato per gli sgabelli e Candy gliene ha spaccato uno in testa, uccidendola; poi, per il rimorso, si è impiccata! Perfetto, no? Sono un genio io!".
Un ragazzo alto, dai capelli scuri e gli occhi blu, e bello da far paura, avvolto nel proprio mantello nero, aveva assistito da lontano a tutte le fasi, fin dall’arrivo di Candy sulla collina.
"Chissà chi è quella fessacchiotta che s’è fatta impiccare. E quei due idioti non hanno neanche rovesciato lo sgabello, che fessi! Beh, ora devo andare, c’è la Susanna che mi aspetta...".

Il giorno seguente, quando Anthony si svegliò, si trovò davanti Candy. O meglio, il suo fantasma.
"E tu chi sei?", le chiese spaventato.
"Ma non mi vedi che sono Candy, o ti sei rimbambito pure tu?".
"Ma sei strana, sbiadita, quasi trasparente; e poi parli con l’eco".
"È perché sono il mio fantasma: Neal e Iriza mi hanno impiccata, per colpa tua. Ma non potevi svegliarti prima o crepare subito? Sarei ancora viva così".
Anthony urlò disperato:
"Neal e Iriza ti hanno impiccata? Noooo, non dovevano farlo!".
Candy ebbe un tuffo al cuore, sebbene non ce lo avesse più, un cuore!
"Oh, Anthony caro! Allora mi ami!".
"Macché, è solo che non avrei voluto perdermi la scena: troppo divertente, i due goldoni che ti impiccano!".
E rise di gusto.
Il fantasma della bionda fluttuò e uscì dalla stanza, attraversando la parete. Dopo cinque minuti, entrò un medico che ad Anthony sembrò aver sbattuto contro la porta, prima di aprirla. Quando il nuovo arrivato cominciò a parlare, il ragazzo si meravigliò che parlasse con voce di donna, precisamente quella di Candy, e senza eco:
"Porca miseria, che botta! Mi ero abituata a passarci attraverso, ai muri e alle porte! Ora, mio caro, te lo spezzo io il collo, così impari".
Con mossa veloce e sicura, il "medico" afferrò a due mani la testa del biondo e la girò di trecentosessanta gradi, senza alcuna fatica apparente: un "crick" fu il segnale che l’operazione era perfettamente riuscita!
Così tutto era tornato a posto: con Candy fuori dalle scatole i due Legan potevano continuare a godersela (rimaneva da eliminare solo Annie e tutto sarebbe stato perfetto!); Anthony era morto per le conseguenze della caduta (come da copione) e poteva stare insieme alla sua Candy "felice" per l’eternità! O no?
Ancora oggi, percorrendo la "Collina di Pony", si possono udire alcune strane voci:
"Allora me lo vuoi dire chi era 'sto scemo uguale a te?"
"Te lo dirò quando mi avrai detto che c’entrano le lumache... è che oggi ho un torcicollo...".
"Ma guarda quei due: nessuno si preoccupa per me, un povero cavallino".
"Quei maledetti pony sono troppi...".

 
FINE

 
* il primo defibrillatore portatile è apparso appunto nel 1966.



NOTE:

Visto che tutti sono per la coppia Candy/Terence, volevo scrivere qualcosa sulla coppia Candy/Anthony, la più bella per me, una specie di "What If?", ma mi è venuto così. Io mi sono divertito un mondo e voi? Vi è piaciuta?
Nel testo ho citato più volte due canzoni Italiane famosissime. Vediamo se qualcuno le riconosce? Ho citato anche la caratteristica di un certo gruppo di fiabe, quale?
Non è un quiz per i più giovani.
   
 
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