Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Acida98    25/08/2017    1 recensioni
« Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. »
William Shakespeare
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« E ci fu una battaglia nel Cielo: Michele e i suoi angeli combatterono contro il dragone. Il dragone e i suoi angeli combatterono ma non vinsero, e per loro non ci fu più posto nel Cielo. Il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù: fu gettato sulla terra, e con lui furono gettati anche i suoi angeli. »   

 

(Apocalisse 12,7-9)

 

Lucifero si sveglia all'improvviso nel suo letto d'ebano e seta, gli occhi color pece che piano si abituano all'oscurità perpetua in cui vive. Ha fatto un incubo, ma non lo ricorda. Ha provato dolore, ma non sa dove. Forse centrava lui, forse il dolore è ovunque. Si passa una mano sul viso e scende dal letto, il corpo che assume la forma di un uomo comune e, in un battito di ciglia, si ritrova sulla Terra. Michele è già lì, che lo attende, sul viso un espressione seria e imperturbabile. La tensione palese tra i due si acquieta, in nome di qualcuno a cui entrambi tengono. 

"È caduto. Si è strappato le ali. Voleva tornare da te." 

Lucifero vacilla, il respiro per un istante bloccato in gola. Poi fissa gli occhi in quelli dell'angelo, la collera divampante contenuta in essi. 

"Dovevate impedirlo!"

Vuole urlare, ma esce dalle sue labbra solo un sussurro straziato.

"La colpa è di entrambi, ma tu devi trovarlo." 

Una supplica, una preghiera quasi. L'Angelo del Signore che prega il Re dell'Inferno. 

"Lo farò." 

Dice abbassando lo sguardo. Più entrambi svaniscono nella buio della notte e c'è solo silenzio. 

 

C'è un angelo, solo sulla punta di una nuvola, nell'angolo di Paradiso più vicino alla Terra. I suoi occhi azzurri si confondono con il cielo, ma ora sembrano carichi di pioggia. Lui, così infinitamente piccolo e distrutto. Le ali stancamente afflosciate al suolo, ormai prive della forza di volare. Ha una piuma tra le dita, una piuma bianca che emana una luce quasi abbagliante. Quando la lascia cadere, vedendola volare verso la Terra, prende la sua decisione. Le sue mani corrono all'attaccatura delle ali, le afferra entrambe e le strappa. Il dolore è insopportabile, ma non un lamento esce dalle sue labbra vermiglie. Le sue ali strappate ora gli sono affianco, il sangue denso a colorarle in modo macabro. Sente un urlo, qualcuno che chiama il suo nome e poi cade. 

E giù c'è solo l'Inferno.

 

"Prendimi, avanti Lucifero!" 

Risate cristalline si sparsero nel nulla. Due angeli stanno correndo tra il Cielo e la Terra, mentre il sole sta tramontando e il soffio gentile del vento li culla. Il più piccolo dei due scuote le candide piume di ogni sfumatura di grigio verso l'alto, oscurando per un attimo il cielo e si volta, i boccoli castani che gli incorniciano il volto. Poi sgrana i limpidi occhi azzurri, mentre rallenta piano non sentendo più l'altro angelo correre dietro di lui. 

"Preso!" 

Si sente sollevare per i fianchi da due braccia forti, ma gentili. Altre risate e i due corpi si ritrovarono a rotolare a terra. Lucifero è sdraiato sotto di lui, mentre gioca con le ciocche castane e ricciolute dell'altro. 

"Tu sei il mio piccolo mondo." 

 

C'era solo tanto dolore, in ogni parte del suo corpo. Lo sentiva serpeggiare nelle sue membra, fin dentro la sua anima. Qualcuno lo stava chiamando, ma i suoi occhi non volevano aprirsi. Non era quella la voce che voleva sentire. Sentì qualcosa posarsi sulla sua fronte e la sua mente in preda alla febbre immaginò un paio di labbra soffici e desiderate da fin troppo tempo. 

Riuscì ad aprire le palpebre solo dopo un tempo che gli parve infinito. Ciò che vide era tutto molto confuso. Capì di essere steso sul ventre, con la testa voltata di lato, un panno fresco poggiato sulla  fronte. Si trovava in una stanza piccola e quadrata e l'unico arredamento era il giaciglio sul quale era steso. Cercò di alzarsi, facendo forza sulle braccia, ma il dolore lungo tutta la schiena era insopportabile e gli strappò un gemito di dolore, ma prima che riuscisse anche solo a mettersi seduto qualcuno entrò nella stanza. Fece appena in tempo a scorgere due profondi e preoccupati occhi castani che tutto si fece nero. 

 

"Lucifero, perché gli uomini amano?"

Il piccolo angelo sussurrò la domanda con un tono neutro, mentre un tumulto di emozioni scaturiva dentro di lui. Stavano sdraiati ad osservare le stelle. Loro non sentivano il sonno, non avevano bisogno di dormire, di sognare. Non sentivano né stanchezza, né fame, né dolore. In linea teorica ogni loro gesto doveva essere volere di Dio. 

"Amare li rende umani." 

All'angelo gli umani piacevano. Erano curiosi e laboriosi, frenetici quasi. Provavano, sbagliavano e provavano ancora. Prendevano scelte come se fossero bendati. E amavano, ma non dell'amore che gli angeli davano a Dio. Agli umani quell'amore non bastava. 

"Non basta neanche a me." 

Disse Lucifero, girandosi e guardandolo negli occhi, come se avesse letto i suoi pensieri. E poi lo baciò. Posò le sue labbra sulle sue e l'angelo tornò a respirare per la prima volta dopo una lunga apnea. E fu tanto bello quanto sbagliato. 

"Tu sei il mio piccolo mondo." 

 

Quando si sveglia la seconda volta il sole è alto nel cielo e la sua luce quasi lo acceca. Sbatte le palpebre e si rende conto di essere sdraiato questa volta sulla schiena, il busto sorretto dai cuscini. 

"Sei sveglio finalmente!" 

L'angelo sussulta e volta di scatto la testa, tutt'intorno a lui è ovattato e confuso. La voce che a parlato appartiene ad una ragazza dal volto gentile. 

"Come ti senti?" 

Chiede. All'angelo prende il panico, i ricordi che si districano e assumono forma nella sua mente. Mentre la donna lo guarda preoccupata, sente lievi gocce di acqua solcargli le guance. Non è pioggia, ma lacrime. È umano e l'Inferno, che tutte le anime temono, è ancora lontano. 

 

Michele brandisce la spada, mentre calcia un angelo senza ali giù dal regno di Dio. 

"Ti prego ... Ti prego! No ..." 

Il piccolo angelo si dispera, vorrebbe quasi piangere, ma non può. I soldati di Dio non piangono. Non dovrebbero neanche pregare qualcuno che non sia Dio, ma quella supplica lascia comunque le sue labbra senza che sia udita da nessuno. Si ferma a pochi metri dalla battaglia. Michele e Lucifero si guardano, si scambiano una tacita promessa. Poi lo sguardo del ribelle si posa su di lui. Con la schiena squarciata e le ali attaccate solo per fili sottili di tendini, il Diavolo si lascia cadere. 

 

"Mi chiamo Kamiel."

Lo hanno trovato agli inizi del bosco, nudo, ferito e privo di sensi. Lo hanno curato, vestito e sfamato. Gli hanno insegnato a essere umano, senza fare domande. Hanno consolato i suoi pianti, mentre lacrime amare scendevano sul suo viso al sicuro nel cuore della notte. Gli hanno insegnato a guadagnarsi del pane, mentre piano le ferite del corpo si rimarginavano, rendendo crepacci quelle del cuore. Ora la sua pelle è più rosea, ma i suoi occhi sono ancora azzurri, come pozzi di cielo. Sente il dolore, sente le emozioni, sente il sonno, la fame e il freddo, ma sa che ha tutto ciò c'è una cura. Tranne per il male che ha al cuore. Per quello l'unica cura è lui. Gli manca. Gli manca tutto di lui, per questo lo aspetta ancora e ancora prega quel Dio che ha rinnegato, di riportargli colui che ha capito di amare. 

 

    « Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. »

(William Shakespeare)

 

Quando Lucifero lo trova, lo trova umano. Lo trova umano e si innamora di nuovo di lui, anche così, anche in qualsiasi forma, vita e situazione. Ha cercato di pensare prima a lui, gli ha lasciato libera scelta, ma lui ha scelto e ha scelto lui. E Lucifero si sente egoista, vuole essere egoista. Bussa alla porta e il suo angelo gli apre. Fu come tornare a vivere. Kamiel gli salta addosso e lo stringe come se avesse paura di vederlo sparire da un momento all'altro. Il suo piccolo amore piange per la gioia e lo bacia con forza, mordendogli le labbra dalla foga. La coppia che lo ha ospitato li osserva da lontano, con due sorrisi gemelli sul volto. Lucifero ringrazia e scompare portandosi dietro l'uomo che ama. I due umani non fanno domande, ma una piuma color dell'oro giace sul letto, come una promessa e un ringraziamento. 

 

La stoffa di seta nera sfiora i loro corpi nudi come una carezza. Mentre le membra si toccano e si arrossano. Le bocche fameliche si cercano e si uniscono. Poi la foga scompare, l'uomo trema e il Diavolo respira sulla sua fronte e vi lascia un bacio lieve. Tutto diventa lento e dolce. Quando entrambi giungono al culmine Lucifero affonda i suoi denti nell'incavo del collo dell'altro e lo rende solo suo e suo per sempre. 

"Tu sei il mio piccolo Dio."

 
  
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