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Autore: Lory221B    26/08/2017    4 recensioni
Viaggio johnlock verso la fine dell'estate in 15 flash e one-shot sulla base di altrettanti prompts, di genere vario.
1) Out of school (teenlock)
2) Shopping for bathing suit
3) Meeting in an online game (teenlock)
4) Sunburn (Moon!Sherlock/Sun!John)
5) Broken air conditioning
6) Ice cream (potterlock)
7) Pool party
8) Beach towel (AU che più AU non si può)
9) Lost in museum (IndianaJohn!AU)
10) Fireworks (retirement!lock)
11) At the park
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: Beach towel
Rating: verde siderale


Guardai fuori dalla finestra, uno spettacolo di luci e colori si dipanava davanti a me, quasi una danza cosmica nel mezzo del nulla. Mi stiracchiai leggermente fino a portarmi del tutto eretto; le nostre ultime avventure avevano lasciato qualche strascico in me e avevo decisamente bisogno di relax. Lo aveva capito anche lui che necessitavo di una bella pausa, l’uomo del mistero che aveva letteralmente travolto la mia vita, un giorno come tanti di un anonimo pomeriggio di gennaio.

Se all’inizio mi ero spaventato davanti a tutto quello che era successo, ormai da qualche tempo ero certo di aver fatto la scelta giusta, l'unica possibile.

Erano ormai passati quattro anni da quando avevo deciso di seguirlo, abbandonando ogni tentennamento ed ogni remora ed eccoci qua, John Watson ex medico militare in viaggio per l’Universo a bordo della Baker 221B.

Quando incontrai Sherlock Holmes, questo era l’astruso nome che quell’alieno aveva scelto per se stesso, come se “Sherlock” fosse un nome normale e rispettabile, era ancora il 1887 e stavo passeggiando lungo Oxford Street, demotivato e incerto sul mio futuro, dopo che un colpo di fucile aveva messo fine alla mia vita militare ed ero stato costretto a rifugiarmi nell’unico posto dove qualcosa avesse ancora senso: Londra.

Era stato il destino che mi aveva fatto incappare in un inseguimento tra appunto Sherlock Holmes e quello che sembrava essere un malvivente assolutamente umano. Dopo le spiegazioni si sarebbe poi rivelato essere una strana creatura del pianeta Moriarty che aveva avuto la pessima idea di trafugare uno dei componenti dell’astronave del mio amico. I miei ancora ottimi riflessi e l’ausilio del bastone che all’epoca sosteneva il mio peso dopo la ferita che avevo riportato in guerra, misero prontamente fine all’inseguimento e consentirono a Sherlock di recuperare il prezioso pezzo che a quanto pareva era il nucleo dell’astronave, anche se a me sembrava e continuava tuttora a sembrarlo, una banale pipa.

In cambio del mio aiuto decisivo, Sherlock Holmes mi offrì un viaggio oltre le stelle - tempo dopo mi raccontò di aver fatto un’offerta simile a Jules Verne, che poi ne scrisse ne “Dalla Terra alla Luna”. Da uomo pratico qual ero credetti di aver trovato un pazzo, qualcuno appena scappato dall’ospedale che vaneggiava di strani nuovi mondi al di là delle stelle, eppure il suo modo di parlare, la sua arguzia, la sua travolgente personalità, mi convinsero a seguire quel pazzo in giro per l’Universo, proprio dove eravamo in quel momento.

Anzi, per la precisione in quel momento eravamo nel resort del pianeta Midnight, dove mi attendeva una spiaggia fatta interamente di polvere di diamante, che oltre ad essere estremamente allettante mi dava la possibilità di utilizzare quello strano telo colorato che Sherlock mi aveva dato appena messi in viaggio, assicurandomi che ogni viaggiatore doveva girare con un asciugamano e che quello che aveva reperito nel ventesimo secolo, colorato e sgargiante, era perfetto per prendere sole.

« John, ancora in pigiama e vestaglia? Sono uscito ore fa' per fare un giro attorno al pianeta » avevo già detto che il pianeta era talmente piccolo da poterlo girare a piedi in dodici ore e che Sherlock era iperattivo oltre ogni misura?

« Sono pronto e ho il mio asciugamano » affermai fiero di poter finalmente usare, dopo quattro anni, il capo dall’improbabile color rosa shocking.

« Molto bene » sorrise, quasi teneramente alla vista del telo da mare, che avevo gelosamente conservato e custodito appena l’uomo del mistero, più deduttivo e affascinante che avessi mai incontrato, me lo aveva consegnato. Scoprii molti anni dopo che si trattava di uno scherzo, che nel suo peregrinare tra le varie epoche terrestri aveva reperito un libro ironico in cui si consigliava ad ogni viaggiatore galattico di portare sempre con sé un asciugamano, ed essendo io un terrestre credeva davvero potesse essermi utile (1).

La spiaggia era davvero magica, tutto quanto avevo sempre desiderato per stare un po’ noi due, da soli, senza la saccenza della nostra robot di bordo, utile ma a volte davvero fuori luogo.

« Non comparirà qualche drago, vero? »

« Smettila John, non potevo prevedere che in nella grotta di Garrideb avremmo trovato un drago.  Ne siamo comunque usciti indenni, come sempre »  Anche se lo aveva affermato con leggerezza amavo ricordare ancora con quale preoccupazione e premura mi aveva chiesto come stessi, dopo che le simpatiche fiamme di drago avevano raggiunto la mia gamba; fortunatamente si era trattato soltanto una leggera bruciatura ma lì, per davvero, avevo capito quanto tenesse a me.

Sherlock Holmes, l’alieno che mi aveva insegnato che gli eroi esistevano, che la mia vita era più interessante di quanto pensassi  e che potevo anch’io essere felice assieme a qualcuno. Quest’ultima cosa, forse, era quello che io avevo insegnato a lui, una meravigliosa sera quando davanti all’aurora di Stamford ci siamo baciati per la prima volta. Per due anni avevo vissuto nel terrore che tutto potesse finire, che mi riportasse ad una routine che non sarei più stato capace di accettare, invece, come aveva coraggiosamente affermato quella volta - e dico coraggiosamente perché non erano da lui tali esternazioni - non riusciva più a immaginare una vita senza di me.

Allungò una mano e prese la mia, con delicatezza  mentre un sorriso amabile si dipingeva sul suo volto, lasciando che mi godessi il relax prima di una nuova, straordinaria, avventura.


Angolo autrice:
Ma ciao, eccomi ritornata. Allora, prima due confessioni,: ho saltato un prompt perché ero davvero senza idee degne di nota (“met at comic con” è tanto bello quanto OOC e ripetitivo rispetto a prompt precedenti, per cui mi riservo di giocarmelo come jolly alla fine eventualmente) e anche con questo prompt ammetto di aver avuto poche idee, per cui ho deviato verso questa AU, perché l’asciugamano mi ha ricordato subito il buon Arthur Dent e ormai che ero in ballo con le citazioni ho iniziato a ballare tra hobbit, garrideb, canon, Doctor Who e chi più ne ha più ne metta.
Sperando sia risultata comunque simpatica vi mando un grande abbraccio e grazie a tutti quelli che stanno leggendo.
Alla prossima

(1) “La Guida Galattica per gli Autostoppisti dice alcune cose sull'argomento asciugamano. L'asciugamano, dice, è forse l'oggetto più utile che un autostoppista galattico possa avere. In parte perché è una cosa pratica: ve lo potete avvolgere intorno perché vi tenga caldo quando vi apprestate ad attraversare i freddi satelliti di Jaglan Beta; potete sdraiarvici sopra quando vi trovate sulle spiagge dalla brillante sabbia di marmo di Santraginus V a inalare gli inebrianti vapori del suo mare; ci potete dormire sotto sul mondo deserto di Kakrafoon, con le sue stelle che splendono rossastre; potete usarlo come vela di una mini–zattera allorché vi accingete a seguire il lento corso del pigro fiume Falena; potete bagnarlo per usarlo in un combattimento corpo a corpo; potete avvolgervelo intorno alla testa per allontanare vapori nocivi o per evitare lo sguardo della Vorace Bestia Bugblatta di Traal (un animale abominevolmente stupido, che pensa che se voi non lo vedete nemmeno lui possa vedere voi: è matto da legare, ma molto, molto vorace); infine potete usare il vostro asciugamano per fare segnalazioni in caso di emergenza e, se è ancora abbastanza pulito, per asciugarvi, naturalmente”.  Guida Galattica per gli autostoppisti - D. Adams
   
 
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