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Autore: ProjectPlant    26/08/2017    0 recensioni
KLED - OC ---> non essendo presente nella scelta dei personaggi lo scrivo qui.
Nata in verità come sperimentazione. Avevo idee in mente e le scrivevo. Non credevo sarebbe venuta fuori una mini storia.
Mi è piaciuto vedere lo yordle, che conosciamo tutti, socializzare con il prossimo. Spero possiate gradire quasi quanto io mi sono divertita nello scrivere di loro.
(Dedicata alla mia amica Karon Migarashi che continua a trasmettermi la voglia di continuare a scrivere)
-plot-
L'orgolio di Noxus si ritrova a dover viaggiare con una bambina che gli ha salvato la vita grazie alle sue arti magiche. Sveglia, carina e intelligente, la piccola si rivela essere una strega ma è ben lontana da casa...
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 2

“E se fosse un uovo Nashor?” “Ma se stupida” “Se fosse davvero un drago come dici tu?”
Avevano ripreso il cammino di primo mattino. Scendevano a valle dopo aver scalato parte del monte Targon, la neve alle loro spalle risplendeva ai primi raggi del Sole.
La bambina si era svegliata di buon'umore. La cena le era chiaramente servita per riprendere le forze. Parlava più del solito. Lo yordle scrutava l'orizzonte annusando l'aria fresca. Erano in cammino da alcune ore ormai, la pungente aria montana stava lasciando il posto a boschi ben più verdi ed accoglienti. Alcune varietà di fiori e piante sbucavano tra qualche cespuglio. Gli uccelli gridavano nel cielo non più bianco da far male alla vista.

La vita aveva ripreso a scorrere.

“Come lo chiamiamo?” “Ma di che stai parlando? E' un uovo e appena schiuso morirà di fame” Qualcosa lo infastidiva, qualcosa non andava. “Ma che dici?!” “Gli vomiterai te in bocca appena ti chiederà il cibo vero? Parli senza sapere quello che dici” “Io? Te basta che depredi, urli, imprechi e uccidi” “Esatto!” “Kleeeed!” La bambina si scagliò contro lo yordle che con quell'aria truce e saccente la canzonava senza sosta da quando l'aveva incontrata ormai.
Gli si avvicinò per mollargli un calcio quando lo yordle fù più veloce e con una sola mossa mise la piccola al tappeto. “AH! Ben ti sta poppante” La piccola si tirò su a fatica, Kled le offrì una mano guantata quando la vide cambiare espressione.
"L'uovo...Kled l'uovo!”
Lo yordle vide l'uovo giallognolo rotolare giù per il sentiero boscoso. I due rimasero impietriti da quella scena tragicomica. L'uovo rotolò di alcuni metri per poi finire la sua corsa su un mucchietto d'erba verde. La bambina si voltò verso la creatura assesstandogli un bel pugno. “Vedi? E te saresti quello grande tra i due! Irresponsabile ed immaturo, ecco cosa sei!” “Attenta a quella lingua troppo veloce, qualcuno potrebbe mangiartela!”

La bambina affrettò il passo per poi iniziare una corsa disperata verso quel tesoro quando cadde a terra tra le risate dello yordle. “Aah, ti odio! Sta zitto! Dovrebbe travolgerti una valanga ora!” Urlò faccia a terra battendo i pugni. Le ginocchia doloranti e sicuramente sbucciate, i gomiti arrossati. Con gli occhioni lucidi si avvicinò piano al suo prezioso tesoro trattenendo il respiro.

In un attimo, l'uovo sparì da davanti quegli occhi ora colmi di terrore.

Da dietro dei cespugli spinosi, una draghertula, sorniona, era stata più rapida ed aveva mangiato in un sol boccone l'uovo senza indugi. Ora se ne stava lì. Placida e soddisfatta davanti gli sguardi attoniti dei due viaggiatori. La bambina tratteneva ancora il respiro. Il lugubre e incredulo silenzio venne poi interrotto dallo yordle. Scoppiò in una risata isterica e feroce facendo scappare l'animale da dove era venuto. Il Bosco Fatato. 
“Quella fottuta cosa mi ha fregato la cena! Non posso crederci! Sono stato fregato da un lucertolone!” Rideva per non spaccare a metà il Monte Tagon alle sue spalle. Fregato. Lui? Mai successo ed ora da chi? Un draghetto senz'ali dall'aria non così sveglia.
“Dovrei solo che mangiarti al posto suo per averti dato ragione ragazzina!” Urlò ora Kled. “Te e le tue stupide idee dettate da quel cuoricino che sto per strapparti via!”

Avanzò verso la piccola a grandi falcate quando rapido si acquattò quasi sopra di lei, proteggendola.
In lontananza si udirono degli spari. “La draghertula” sussurrò la piccola con il volto tra il terriccio, Kled sopra di lei pesava un pochino. “Forse le hanno sparato” continuò. “Il mio piccolo. Il mio uovo” Kled non si mosse. La bambina si alzò di forza liberandosi della creatura bianca. Lo fissava accovacciata senza proferire parola, il cuore in gola. Quando Kled annusava l'aria in quel modo volevano dire guai. E li aspettava da mesi.

Lo yordle si tirò su piano, osservando la piana sotto di loro. Non erano soli. L'odore della polvere da sparo, quelle voci lontane che solo lui poteva sentire. “Trova un posto per nasconderti e stacci questa volta!” “No Kled ascolta” “Non ho né tempo né voglia” Il piccolo yordle si inoltrò per un sentiro battuto che correva lungo la discesa in pietra che stavano percorrendo. “Loro vogliono me” Kled si voltò. Non sapeva il perchè, non ne capiva il motivo, non sapeva la causa del suo malessere da mesi. “Loro sono venuti per riportarmi a palazzo”.
La creatura riprese il cammino quando la piccola gli si parò davanti. “Così facendo finirai ucciso” “Io? Ucciso?” “Kled ascoltami per una volta! Quelle persone ti faranno del male” Lo yordle non capiva. “Non se le uccido” “Non puoi, sono troppo forti!” “Quando torno mi spiegarai tutto ma adesso levati di dosso mocciosa” “No!” urlò la bambina gettandosi contro la creatura. Uno sparo riecheggiò nell'aria, questa volta più vicino ai due. Kled afferrò la bambina gettandola a terra.
“Io non voglio che tu muoia per causa mia Kled, sei uno yordle” “E allora?!” “Ne siete rimasti pochi...lo sai” La piccola parlava con gli occhi colmi di lacrime. “Non puoi batterti Sybille, non essermi di peso” “Si può combattere in altri modi Kled...” 
La creatura non si voltò nemmeno. Non avrebbe retto. Immaginò la piccola guardarlo andare via. “Trova un riparo” le ordinò.

Lentamente e in guardia si inoltrò per la vegetazione del posto. Ripensò rapido a quello che la sua piccola amica tentò di dirgli e si maledì. Quella bambina riusciva a fargli odiare tratti di sé che credeva sacrosanti. Perchè Sybille non parlava mai del suo passato? Chi era dopotutto? “La magia nera” bisbigliò osservando ogni filo d'erba. Gliel'aveva vista praticare più di una volta ed era potente. Se quelle fossero state davvero guardie reali avrebbero preso non curanti la stada principale. Loro non avevano nulla da nascondere dopotutto. Sbuffò nervoso.

Seguiva alcune tracce sul terreno bagnato, il cielo era sereno ma la notte prima aveva piovuto. Camminava sulla scia di un lucertolone giallognolo, idiota e tocco. “Quando ti prenderò io...”. Kled affrettò il passo stando ben attento a non fare rumore. Decise di allungare il giro arrampicandosi su un'altura rocciosa, avrebbe avuto anche una visuale migliore. Sperò solo che la ragazzina avesse trovato un riparo. Solo allora si voltò. La fitta vegetazione aveva perfino oscurato la vista del nobile monte. Aveva camminato parecchio. Imprecando contro la stessa divisa militare che lo intralciava nei movimenti scalò la parete fangosa.
Da lì poteva vedere l'intera piana che si estendeva dalle pendici del MonteTargon. Immensa e verde. L'aria che si respirava era dolce eppure carica di tensione. Punti neri, alcuni più grandi, alcuni più piccoli inquinavano quel colore pieno di vita della pianura. “Cavalieri” esclamò tra sé. “Deve esserci un accampamento da qualche parte”. Osservava fin dove il suo sangue yordle gli permetteva. I loro vessilli, cose mai viste in tutta la sua lunga vita. Un corpo privato. La bambina aveva ragione. Erano lì e cercavano loro.

Doveva tornare indietro, prendere Sybille e fare dietro front, immediatamente.

Combattendo contro l'impeto di correre all'impazzata come una bestia riprese il sentiero battuto da dove era venuto prestando attenzione ad ogni suono prodotto dalla natura. Qualcosa lo seguiva, ne era certo. Decise di cambiare percorso raggirando il sentiero che aveva usato in precedenza acquattandosi, per poi fermarsi tra due cespugli, in ascolto. Lo yordle chiuse gli occhi facendo lavorare la sua mente. L'essere camminava su due zampe, cercava qualcosa. Lui sicuramente. Che li avessero trovati? Sybille. Kled uscì dal nascondiglio con ascia yordle alla mano. Non aveva tempo. Doveva correre da lei. L'aveval asciata indietro e sola.
Che idiota che era stato. Orgoglioso e rabbioso. Questo era quello che era diventato nei lunghi anni di nomadismo.
I rovi gli strappavano la pelliccia bianca, alcuni si impuntavano sulla sua armatura di cuoio. Corse per quel che le sue gambe corte gli permettevano saltellando e aiutandosi con la lunga ascia da battaglia. “Dobbiamo andarcene, subito!” Urlò appena arrivato sulla strada sterrata. “Sybille, siamo nel bel mezzo di...no” esclamò sconfitto.

Due cavalieri in armatura nera e lucida tenevano un grosso sacco scherzando tra loro. Il terzo, sicuramente loro capitano stava guardando una mappa, poi lo vide. “Ah, ecco il fido Kled” esclamò facendo voltare i due completamente coperti dalla loro armatura. Kled represse un grugnito da yordle stringendo la sua ascia. “Kled?!” Dal sacco fuoriuscì una voce debole. Poi prese a muoversi. Sybille al suo interno lottava per poter ricongiungersi col suo amico peloso.
“Cosa volete?” sentenziò lo yordle immobile e pronto per l'attacco. Era circondato. L'accampamento era quello, ci erano entrati senza nemmeno accorgersene.
“Calmo Orgoglio di Noxus, sappiamo chi sei” Il capitano avanzò di qualche passo per poi fare un cenno ai due che partirono con la poveretta in spalla. Kled urlò. “Non vogliamo assolutamente farvi arrabbiare Sir, non vorremmo mai incappare nellavostra ira ma quella ragazzina è roba nostra ora. Sapete  com'è. Gliordini sono ordini” “Io non predo ordini da nessuno” sentenzio trucè Kled. L'ascia splendeva alla luce del Sole letale come ogni battaglia. Il capitano in nero lo guardò alzando un sopracciglio. “Stai sfidando l'esercito Aira, yordle?” “No, solo un testa di cazzo” Il cavaliere nero guardò quell'essere piccolo ma pieno di sé fissarlo negli occhi. Alzò un braccio in aria facendo segnale alla truppa. Improvvisamente s'udì il suono di una tromba in lontananza, nella piana.

La missione era finita, si tornava a casa. Il fagotto si dimenava sulle spalle dei rapitori. Kled osservò la scena cercando di non perdere l'umanità. Eppure doveva salvarla.

   
 
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