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Autore: Walt96    27/08/2017    4 recensioni
La Fantasia č il motore che muove il mondo.
Nella cittā natale di Walt, Athom, la Fantasia era quel potere innato che nei giovani determinava lo sviluppo di un potere piuttosto che un altro; Walt controllava l'elettricitā.
Č giunto il momento di un nuovo inizio, il ragazzo viene ammesso alla famosissima Accademia dei Sette, dove i sette maestri insegnavano l'utilizzo della Fantasia ai loro studenti.
Vecchie e nuove amicizie andranno a fondersi e il destino di Athom sarā imbrigliato tra Luce e Oscuritā.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kingdom Hearts W'
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Capitolo 4
 
Light and Darkness
 
 
 
 
 
La lezione del giorno dopo fu nuovamente con la maestra Avis e l’argomento era “la concentrazione del potere”. In questa occasione sia Walt che i suoi compagni impararono a mantenersi consci anche in situazioni complesse (come lo era essere immersi fino alla vita nell’acqua evocata dall’insegnante stessa) e a manifestare il potere senza dover necessariamente fermarsi.
Walt, anche se al secondo tentativo, riuscì a mantenere il flusso di energia elettrica per tutta la durata dell’esercizio, seppur a bassa intensità.
Fu molto soddisfatto da questo miglioramento che gli consentì di sviluppare attacchi più rapidi e senza necessità di particolari pensieri per evocare il Fulmine.
Ebbe anche l’occasione di stringere amicizia sia con Lezia che con Andy: facevano parte della stessa classe il cui terzo membro era attualmente malato e loro erano giustificati a seguire lo stesso le lezioni in sua assenza.
La lezione di oggi si sarebbe svolta all’interno di un aula dell’Accademia e il maestro sarebbe stato Walter.
«Sono proprio curioso di sapere cosa faremo oggi. Durante il mio esame Walter è stato il maestro più misterioso e più alla mano contemporaneamente!» esclamò Walt che si stava dirigendo verso l’aula con Erik e Matt anche se ancora mancava mezz’ora all’inizio della lezione.
«Walter fa troppe lezioni di teoria secondo me» disse Matt esprimendo il suo sottointeso desiderio di fare qualcosa di fisico.
«Beh però le sue lezioni sono molto più interessanti di quelle di Eugeo! Non ci possiamo proprio lamentare» disse Erik strizzando l’occhio all’amico «E poi anche se non le fa spesso le lezioni pratiche di Walter alla fine sono sempre divertenti e molto utili» concluse.
«Sì, è vero» concordò Matt.
Entrarono nell’aula e trovarono già molti banchi occupati nonostante mancasse ancora tempo all’inizio della lezione. Riconobbero Andy e Lezia con cui scambiarono due chiacchiere prima di andarsi a sedere.
Davanti al loro banco era seduta la classe meno legata dell’Accademia: ovvero quella di Cindy, Victor e Jorgette.
La situazione era comica in quanto, appena arrivarono, Cindy si mise a parlare con Walt; Victor con aria risentita li salutò e fece finta di esercitarsi con il sua Psiche sulla penna e Jorgette, la ragazza bionda e bella che tutti gli uomini vorrebbero, chiacchierava noncurante con un membro della classe di Giano, di un anno più grande.
«Come mai siete già arrivati?» chiese Walt a Cindy.
«Walter arriva sempre in anticipo, è una sua abitudine» rispose lei.
Mente i quattro chiacchieravano, Walt notò che Victor, tra un movimento della penna con la mente e l’accensione di una fiammella sulla punta del dito, aveva dei tic involontari delle orecchie e del collo con cui cercava di origliare la loro conversazione.
Walt lo trovò un comportamento strano, in fondo bastava introdursi con le parole.
I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo del maestro.
Walter arrivò in classe in una maniera molto particolare.
Piccolissimi frammenti di energia elettrica simili a schegge di luce comparvero e si unirono formando un globo più grosso al centro, poi, con una sonora scarica elettrica comparve Walter, già seduto sulla sedia della cattedra e con il corpo che ancora trasudava scariche elettriche assorbite dalle parti metalliche della lavagna e della cattedra stessa.
«Maestro è in anticipo!» disse ad alta voce e con tono accusatorio un ragazzo molto magro ma dall’aspetto goffo e con le braccia molto pelose.
«Elegantemente» rispose Walter con un leggero sorrisetto.
Walt sorrise a questa reazione perfettamente autoritaria ma perfettamente mascherata.
«Allora ragazzi, nonostante ci sia un nuovo arrivato, credo che sia giunto il momento di parlare con voi di un argomento molto importante: Luce e Oscurità», quando disse il titolo della lezione la maggior parte degli studenti parlottarono tra loro, incuriositi.
«Si dice che siano la massima essenza della Fantasia, giusto?» disse Erik alzando la mano, probabilmente aveva letto qualcosa dell’argomento su qualche vecchio libro che a lui piaceva tanto studiare.
«Esatto Erik, bravo» gli fece i complimenti Walter «Luce e Oscurità sono la massima espressione di potere che si può ottenere con la propria Fantasia. Non dovete confondervi con gli elementi che ci circondano e che voi sapete controllare, Luce e Oscurità sono differenti, non sono al vostro servizio.
Ricordatevi sempre che la troppa Luce genera l’Oscurità più profonda e non esiste Oscurità senza una Luce che la renda tale»
«Quindi non possono essere controllate?» chiese Victor.
«Controllate no. Utilizzate sì. Queste due entità supreme possono esser considerate “vive” nonostante possano sembrare inerti e inesistenti, ma si comportano in maniera opposta. La Luce può essere presa in prestito in momenti di assoluta necessità e determinanti per la nostra vita, non compare solo perché la si invoca. L’Oscurità invece può sembrare più malleabile, è generata dall’odio, dall’invidia e da tutti i sentimenti negativi che l’essere umano prova. Una volta generata può essere considerata un entità parassita: se si cinge al suo potere lei si instaura dentro le persone e le corrompe, tentandole e seducendole con il potere. Una volta che si cede completamente all’Oscurità, con la testa e con il corpo, si scompare e si diventa parte di quest’ultima. Solo una persona è sopravvissuta all’Oscurità».
«Chi è?» chiese Andy, tutti si girarono a fissarlo, consapevoli che si trattava di una domanda inappropriata.
«Siete troppo giovani per saperlo, e poi ricordare gli eventi legati all’Oscurità non fanno altro che generarne di nuova» rispose il maestro saggiamente.
«L’Oscurità è quella che dovrebbe mettere fine all’esistenza di Athom secondo le profezie incise nella Sala, non è così?» chiese scimmiottando lo studente magro che aveva parlato prima.
«Sì David, sembra che sia così. Ma come sicuramente Avis vi avrà detto, le profezie non sono mai state accertate né nel passato né tantomeno nel presente. Alcune cose si sono avverate e altre no».
Questa frase accese una spia nella mente di Walt che stava riflettendo, così si avvicinò a Erik e gli chiese sottovoce: «Erik, ma esattamente, quanti anni hanno i maestri?».
«È un mistero!» gli rispose sempre sottovoce «Il loro aspetto è immutato da anni e sono sempre loro, è come se non invecchiassero. Walter, Avis e Dave sembrano avere sui venticinque anni circa; Erika, Kudo e Antonella sui trentacinque e l’unico anziano è Eugeo. Mantengono da anni queste sembianze. Non si sa la loro reale età e non se ne fa cenno nei libri» rispose condividendo il dubbio.
Che i maestri fossero eterni? Walt non sapeva la risposta ma se fosse stato così il tutto diventava molto interessante.
«Luce e Oscurità coesistono in perfetto equilibrio» riprese la lezione il maestro «Una cosa fondamentale da sapere è che più ci si avvicina alla Luce più l’Oscurità dietro di noi si fa intensa. Ciò vuol dire che non si deve andare alla ricerca né della Luce né dell’Oscurità, si deve vivere nell’equilibrio».
«Maestro!» chiese Lezia alzando la mano.
«Sì?»
«Ma se Luce e Oscurità sono irraggiungibili per degli studenti come noi, in quanto inesperti, perché ci fa questa lezione adesso?»
«Vedi, la vostra è l’età in cui più facilmente si cade nelle tentazioni. L’invidia, la competitività, la delusione, basta anche un litigio per innescare la brutale macchina che porta all’Oscurità. Ve ne ho parlato per mettervi in guardia. Non cedete, c’è sempre qualcuno pronto a starvi accanto e a credere in voi».
Alla fine della lezione quando Walter aveva concluso il suo discorso e alcune classi iniziavano già ad allontanarsi dall’aula, Giano gli si avvicinò e gli rivolse la parola: «Maestro, ma è vero che nessuno l’ha mai vista combattere?» gli chiese con un velo di disprezzo, in quanto conosceva già la risposta.
«Giano, se ci tieni tanto a vedermi combattere potrai sfidarmi privatamente una volta che sarai diplomato all’Accademia, tra quanti anni questo accadrà è un altro discorso» gli disse.
Giano sbuffò e se ne andò senza proferire parola.
 
 
 
 
La lezione di Walter era stata molto interessante seppur non molto comprensibile per chi, di Luce e Oscurità, non aveva mai sentito parlare.
Ora la maggior parte delle classi che avevano assistito alla lezione precedente si stavano dirigendo nel campo di addestramento dell’Accademia, uno spazio molto ampio e vuoto in cui a volte i maestri eseguivano le lezioni pratiche.
«Secondo voi come si può manifestare la Luce?» chiese Erik ai suoi due compagni.
«Mah, probabilmente si manifesterà unicamente alle persone che perseguono buoni scopi nel momento del bisogno» rispose Walt pensando a come i personaggi buoni vincevano sempre nel suo cartone animato preferito.
«A me non convince molto Walter, prima Giano mi ha detto che gli ha augurato di metterci un sacco di anni a finire l’Accademia» disse Matt.
«Non mi sembra da lui, con me è stato bravissimo all’esame di ammissione e oggi ha spiegato molto bene» rispose Walt.
«Ma se me lo ha detto lui è vero, eh» ribatté Matt scaldandosi.
«Dipende cosa gli ha chiesto, se ha fatto come quel David è giusto che gli abbia risposto male».
«Te lo dici solo perché è il tuo maestro preferito, lasciamo perdere che è meglio».
«Ragazzi!» disse Erik lanciando due bolle d’acqua in faccia ai suoi compagni in maniera innocua «Diplomazia! Cerchiamo di darci una calmata» disse mentre gli altri due si asciugavano il viso.
Effettivamente l’acqua aveva spento gli animi, fortunatamente per Erik.
«…Beh sai che incremento di potere avresti con l’Oscurità?» giunse una voce.
Tutti e tre si voltarono.
David e uno dei suoi due compagni di classe si zittirono e li superarono incrociando i loro sguardi.
Se David era magro, goffo e con la schiena ingobbita, il suo compagno era l’opposto: alto, corpulento e con la faccia intontita.
«Avete sentito, vero?» chiese Walt.
«Sì» risposero in coro i compagni.
 
 
 
 
Raggiunsero gli altri studenti nel campo di addestramento e si disposero uno a fianco all’altro formando un semicerchio.
«Perché ci mettiamo così?» chiese Walt
«Kudo è molto rigido» rispose Erik con una goccia di sudore sulla tempia; era vero che sul campo batteva il sole e si avvicinava mezzogiorno, ma a Walt parve proprio che Erik avesse ansia.
«Secondo me fa bene! Tutti i maestri dovrebbero pretendere ordine e disciplina dagli studenti» commentò Matt, Walt ed Erik si guardarono condividendo il pensiero che tra poco si sarebbero trovati di sicuro in una situazione sgradevole.
Da una delle torri che sosteneva i fari delle luci del campo, una figura spiccò un salto di quasi cento metri senza alcuna apparente fatica ed atterrò nel centro perfetto del semicerchio di studenti.
Il maestro Kudo era alto più di due metri e tutti intorno a lui parevano molto più piccoli del normale. Aveva un fisico aitante su cui si potevano vedere più muscoli in evidenza che su un libro di anatomia umana, indossava una tuta bianca sportiva con una cintura nera di tela. Aveva i capelli lunghi e ricci raccolti in una coda strettissima.
«Allora ragazzi, per iniziare dieci giri di campo tutti insieme» disse e senza proferire altra parola iniziò a correre lasciando indietro tutti.
«Che cosa?!» sbraitò Walt, che come Erik odiava fare ginnastica.
«Io vado da Giano ci vediamo dopo» disse Matt
«Devi abituarti, se vuoi saltare le sue lezioni io condivido in pieno, ma lui si arrabbia sicuramente» propose Erik alludendo al loro compagno.
Iniziarono a fare i giri di campo di corsa anche se controvoglia e notarono che Kudo aveva lasciato molto terreno agli studenti non solo per le sue doti fisiche ma anche per il suo passo decisamente più ampio rispetto al normale.
Tutte le classi viaggiavano insieme a gruppetti di tre tranne Matt e Giano che avevano occupato i primi posti abbandonando le rispettive classi.
Kudo raggiunse in fretta il traguardo dei dieci giri, poi continuò a correre per vedere l’andamento degli studenti.
Erik e Walt erano inevitabilmente ultimi e correvano boccheggiando.
«Anf… Anf… Mi sta già antipatico!» disse Walt.
«Le lezioni vere e proprie non sono male, ma la sua ingiustificata fissa per la forma fisica non la sopporto nemmeno io» disse Erik «che poi nessuno ha mai visto gli altri maestri fare sport, solo lui, quando è con Antonella fa finta di non conoscerla.
In effetti Walt si ricordava vagamente che la maestra Antonella fosse grassa.
«Voi laggiù!».
Si voltarono e videro Kudo che si avvicinava a passo spedito.
«Non va bene! Dovete muovervi di più siete gli ultimi. Io non vi promuoverei mai al diploma dell’Accademia» disse il maestro ma poi si allontanò senza proseguire il discorso.
«Fortunatamente il diploma lo danno tutti i maestri insieme e non solo tu» disse Erik ironicamente ma non troppo.
«Già per fortuna».
Finiti i giri di campo Walt trascorse i seguenti venti minuti a riprendere fiato rumorosamente mentre seguiva la vera lezione che stava iniziando.
«Allora ragazzi, oggi introdurremo uno dei concetti più importanti che vi servirà in una battaglia: la differenza tra i colpi fisici e i colpi speciali» gli studenti si guardarono con curiosità.
«Questo è un esempio di colpo fisico» disse e senza dare il tempo a nessuno di spostarsi sferrò un potente pugno sul terreno del campo di addestramento.
Questo si frantumò in tutta la sua ampiezza e fece cadere tutti gli studenti a causa dell’onda d’urto che piegò il suolo verso l’interno lasciando una specie di cratere.
«Allora, come vi è sembrato?» chiese Kudo retoricamente mostrando un sorriso smagliante che dimostrava la sua soddisfazione nel non aver lasciato nemmeno un centimetro del campo nella forma originale.
«Inappropriato» rispose Walt tra sé e sé.
«Ogni elemento può essere utilizzato sia in maniera fisica che in maniera speciale ma la natura dell’elemento stesso e la situazione influenzano l’utilità di una tipologia rispetto all’altra. Gli elementi prettamente fisici sono la Terra, il Metallo, la Roccia e naturalmente la Lotta. Quelli prettamente speciali invece sono la Mente, il Buio, l’Aria, il Fulmine e il Ghiaccio. Nel mezzo ci sono elementi tanto fisici quanto speciali come il Fuoco, l’Acqua e l’Erba».
«Come facciamo a distinguere le tipologie di attacchi, maestro?» chiese Giano con tono da ruffiano.
«Questa è un ottima domanda Giano, bravo!» lo elogiò Kudo «Gli attacchi fisici, come avete potuto vedere, implicano l’utilizzo di una parte del corpo come supporto per l’azione di attacco. Quelli speciali, invece, vengono svolti sì con dei gesti e con il corpo ma necessitano della concentrazione della mente per essere sviluppati e non di forza o spinta» così dicendo si fermò e allungò una mano davanti a sé, si concentrò leggermente e generò una sfera trasparente alle estremità ed opaca al centro, sembrava che al suo interno volteggiasse un’aura azzurrina.
«Questa che vedete è uno dei pochi metodi per utilizzare l’elemento Lotta in maniera speciale. Una sfera di aura. Qualche volontario per incassare il colpo? Non sarà troppo potente».
Nessuno alzò la mano, anzi Walt fece anche un piccolo ed impercettibile passo indietro.
«Io maestro» disse Giano, nuovamente.
«Bravo ragazzo mio!» rispose Kudo e una volta che il ragazzo si mise in posizione difensiva la sfera si diresse veloce contro di lui.
Il colpo fu duro e, allo scoppio della sfera, Giano fu spinto indietro di quasi cinquanta metri e le sue scarpe affondarono nel terreno di almeno mezzo.
«Wow! Questa era Lotta allo stato puro!» esclamò il ragazzo tornando indietro.
«Perfetto, ora tocca a voi a mettervi alla prova! Venite pure avanti uno per uno e colpitemi con un attacco fisico e uno speciale. So che ancora non avete approfondito il discorso delle mosse, quindi un attacco qualunque va bene» disse il maestro Kudo.
Walt sbiancò «No, io mi vergogno» disse voltandosi dalla parte opposta del Maestro.
«Walt, guarda, ti capisco tanto vale accontentarlo e farla finita subito altrimenti il maestro ti metterà ancora più in imbarazzo, è fatto così» gli consigliò Erik «Hai mai fatto un attacco fisico tu?».
«No».
«Perfetto, neanche io».
«Sto pensando sul serio di non seguire più Kudo».
«La reazione di Matt sarebbe peggio delle lezioni del maestro, fidati».
«Che tentazione che mi fai venire».
«Diplomazia!».
Il primo ad andare fu ovviamente il cocco del maestro, cioè Giano, che si esibì (perché sì la sua fu più un esibizione con tanto di pavoneggiamento davanti a tutti più che una dimostrazione pratica) con una fiammata come attacco speciale e in un pugno simile a quello del maestro ma con effetti nettamente inferiori come attacco fisico.
Walt dedusse i suoi poteri: il Fuoco e la Lotta.
Il maestro Kudo, oltre ad un attacco devastante, possedeva una decisamente ferrea difesa, quasi comparabile a quella di Erika. Non incassava nessun effetto dagli attacchi degli studenti.
Dopo i compagni di classe di Giano fu il turno di Lezia, lei controllava unicamente l’Acqua ma in maniera egregia, infatti il suo attacco speciale fu un insieme di piccole bolle d’acqua lanciate veloci come proiettili. Come colpo fisico, si concentrò e venne ricoperta da uno spesso strato di acqua e con una propulsione dal basso, colpì il maestro con un calcio acquatico molto potente.
Successivamente andò Andy, lui controllava unicamente l’Erba, come colpo fisico fece crescere delle robuste e legnose radici che avvolsero il corpo del maestro per poi scaraventarlo contro il terreno, come colpo speciale gli lanciò contro una serie di foglie particolarmente taglienti. Non ci mise però troppo impegno, in quanto il suo scopo fondamentale per cui voleva diplomarsi all’accademia era quello di imparare a usare l’Erba come elemento curativo.
Successivamente fu il turno di David, il ragazzo ambiguo di cui avevano recepito uno stralcio di conversazione sull’Oscurità.
Nel suo caso come attacco speciale fece affondare parzialmente il maestro in un vortice scuro di elemento Buio e come colpo fisico cercò di tagliarlo con una lama d’Aria.
I suoi elementi erano il buio e l’aria a quanto pare.
Gli studenti si susseguivano l’uno dopo l’altro e il turno di Walt si stava facendo sempre più vicino, a suo malincuore.
Matt eseguì una dimostrazione impeccabile, lui controllava la roccia e l’aria. Come attacco fisico scaraventò un enorme masso contro il maestro (che fu costretto a distruggerlo con un pugno) e come speciale tentò di farlo volare via con una folata di vento particolarmente potente.
Poi venne il turno di Erik.
Con gli attacchi speciali Erik se la cavava benissimo e infatti creò un getto d’acqua molto forte che sembrò soddisfare sia lui che il maestro. Come attacco fisico era in evidente dubbio: la sua mano destra prese fuoco e stringendosi a pugno tentò di colpire il maestro con un pugno infuocato, ma ci mise pochissima forza. Kudo lo guardò un po’storto.
Finalmente venne il turno di Walt.
Su cosa fare come attacco speciale non c’erano dubbi: nell’ultima lezione con Avis aveva imparato a generare scosse elettriche dignitose e perciò allungo le mani e avvolse il maestro con dei piccoli ma efficaci fulmini che stridevano in tutte le direzioni.
Come colpo fisico era ancora in dubbio.
Pensò alle caratteristiche del suo elemento: leggero, veloce, letale.
Gli balenò nella mente un’idea e senza perdere troppo tempo la mise in pratica: saltò in aria salendo un po’più del normale grazie alla leggerezza e alla volatilità del Fulmine, concentrò tutta l’elettricità nella gamba destra, che si illuminò intensamente con qualche scossa la avvolgeva di tanto in tanto. Poi scagliò quel calcio contro Kudo che per la prima volta dovette spostare la sua posizione di difesa, bloccando il calcio con l’avambraccio.
Sotto i piedi del maestro alcune crepe si formarono nel terreno già mal ridotto.
«Mpf…» sbuffò Kudo senza dire niente e Walt si allontanò soddisfatto del colpo che aveva creato.
«Wow Walt! Sei stato molto bravo!» gli disse Erik e anche Matt gli fece i complimenti.
Effettivamente neanche lui si aspettava un colpo così ben riuscito «Lo chiamerò “Calcio alla velocità della Luce”» disse Walt soddisfatto.
Dopo di che l’attenzione fu catturata dall’ultimo studente che doveva eseguire la propria dimostrazione: Victor.
«Se fossi in voi, mi allontanerei» consigliò Cindy sottovoce a Walt, Erik e Matt, che subito si allontanarono.
Victor sembrava serissimo e, portando una mano verso il cielo, iniziò ad eseguire il suo attacco speciale: generò una piccola sfera di fuoco densa e vorticante su se stessa ma, in un fulmineo secondo, la sfera aumentò le proprie dimensioni spaventosamente diventando quasi grossa come il campo d’addestramento.
Sembrava un piccolo sole.
Tutti erano illuminati dalla luce arancione del fuoco che rimaneva sospeso placidamente sopra la mano di Victor che sembrava non curante dell’esagerazione della sua dimostrazione.
Con un movimento semplice del braccio, scagliò la gigantesca sfera contro il maestro che si preparò a riceverla con le mani. La sfera fu catturata dall’enorme forza del maestro e deviò la sua corsa verso il cielo, dove proseguì il suo viaggio fino ad estinguersi.
Victor non lasciò a Kudo il tempo di tornare nella posizione iniziale che già stava utilizzando il potere mentale contro il maestro, per il suo attacco fisico.
I contorni di Kudo si illuminarono flebilmente, Victor aveva le vene sulle tempie gonfie, inclinò di poco la testa verso sinistra e il corpo del maestro iniziò a fluttuare nell’aria, poi fu scaraventato con forza verso il muro del campo d’addestramento.
Kudo atterrò sul muro con le gambe orizzontalmente, la forza della spinta era tale che anche il muro si crepò sotto i suoi piedi, poi la forza che lo spingeva via si placò, in quanto Victor lasciò andare la presa per il troppo sforzo.
Kudo compì un salto altissimo e atterrò a pochi centimetri da lui, come se nulla fosse «No Victor, ti sei sbagliato sono entrambi attacchi speciali» disse con la più totale naturalezza.
«È un ragazzo davvero strano» commentò Matt e gli altri non poterono che dargli ragione.
Victor non disse nulla né mutò espressione, poi si allontanò, guardando storto tutti.  
 








Angolo dell’autore:
Ecco un nuovo capitolo!
Ho voluto introdurre un po’ di routine e quotidianità del mondo di Walt, perciò questo capitolo non è ricchissimo di eventi ma fidatevi che è molto importante, comunque spero di non avervi annoiato!
Cosa ne pensate del metodo di insegnamento di Walter? Avrà fatto bene a metterli in guardia sull’Oscurità?
Avete in mente chi potrebbe essere quel personaggio che è riuscito a resistergli?
Le voci di corridoio dicono che non si è mai visto Walter combattere, voi cosa ne pensate? Credete che i maestri siano eterni?
Nella seconda parte abbiamo conosciuto un altro dei sette maestri di Athom, Kudo.
Di lui e del suo metodo di insegnamento cosa ne pensate?
Vi sono piaciute le dimostrazioni degli attacchi fisici e speciali?
In questo capitolo c’è anche il secondo riferimento alla serie principale, lo avete colto?
Cosa pensate accadrà nelle prossime giornate ad Athom?
Fatemelo sapere in un commento.
Critiche, commenti e nuove idee sono sempre bene accetti!
Ci vediamo tra una settimana, il 2/3 di settembre con un nuovo capitolo del sequel “Kingdom Hearts 2W”, in cui leggeremo di eventi molto, ma molto importanti.
 
See you nex time!
   
 
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