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Autore: Rebelle Fleur    27/08/2017    0 recensioni
Col suo fare affascinante e misterioso, J. l'aveva catturata.
Purtroppo però nulla va come crediamo. Spesso due persone si incontrano nel momento sbagliato, ma quando i loro destini si incrociano, nulla sarà più come prima.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Le sembrò di aver a lungo cercato, ma arrivata alla fine di quella strada lunga e tortuosa, tutto era svanito. Chiara, avvolta dal buio della sua stanza, si rese conto che era stato tutto un sogno. Ma sembrava così reale...così vivido... Aver assaporato le labbra di J... Un formicolio che dai piedi, le giungeva fin alla punta dei capelli color oro. Era questa la sensazione ogni volta che lo guardava. Come adesso. E capì che ripensare al sogno, di certo non sarebbe servito, anzi le avrebbe solo fatto del male. "Chiara, Chiara...ci sei?". La voce di J. sembrava provenire da chissà dove. Ci mise un po' per comporre una frase di senso compiuto. "Si, si...mi ero appisolata..." "Hai dormito poco stanotte?" e nel dirlo J. ridacchiò. Avrebbe voluto dirgli che ormai, erano circa due settimane che lui popolava non solo i suoi pensieri diurni, ma che veniva a fargli visita anche di notte. Ma a cosa sarebbe servito? Non sarebbe cambiato nulla. "Si, ho mangiato pesante ieri sera." rispose in tono secco. J. la scrutó com'era solito fare e poi continuarono a passeggiare nel parco. Era una giornata un po' più ventilata del solito. Nonostante fosse luglio inoltrato, quel caldo torrido si era un po' attenuato. Continuarono per circa cinque minuti a camminare, senza dire nulla. Chiara si accorse che anche il silenzio con lui era piacevole. "Mi sa che devo ritornare a casa...Sara mi starà aspettando per cenare"...se ne uscì all'improvviso J. Ma quelle parole ferivano più delle lame. Incosciamente una sensazione di disturbo si insinuava nella sua mente, al solo pronunciare di quel nome. Non era una competizione per Chiara. Sara era la sua ragazza...invece lei per J, cos'era? Era un'amica ? Nemmeno lei lo sapeva. Nonostante quel pomeriggio avessero parlato a lungo del rapporto che lui aveva con Sara e che secondo lei non si poteva definire un fidanzamento ufficiale, Chiara era profondamente convinta che il legame tra i due, per quanto strano, nulla poteva cambiarlo o scalfirlo. Di certo non lei. Erano state le parole di J. a farle intendere questo: "Non la tradirei mai, nonostante mi siano piaciute altre ragazze, nonostante le avrò detto mille volte che mi scoperei altre ragazze...Lei lo sa e lo accetta...è un rapporto unico, il nostro...Lei ha anche visto miei amici nudi per casa...senza problemi.." Al diavolo la differenza culturale, pensò Chiara. Non avrebbe mai accettato una cosa del genere...Forse Sara si fidava a tal punto e sapeva di essere l'unica per J. Ma per lei, quello non era un rapporto del tutto sano. Se davvero amo una persona non ne desidero altre, non voglio portarmele di certo a letto... Forse era lei a vivere i rapporti in senso più stretto, anche quando si trattava di semplice amicizia. "Faresti meglio ad andare, allora". Pronunciò queste parole con un tono più freddo di quanto realmente avrebbe voluto. J. la guardò più intensamente del solito ed aggiunse: "Se vuoi posso restare ancora un po". Questa frase, invece di calmarla, le fece ribollire il sangue nelle vene... Cosa le stava succedendo? Come poteva un estraneo, dato che la loro conoscenza era di soli 2 mesi, averle scaturito tali sentimenti? Un ragazzo del genere poi...? J. non era un ragazzo cattivo, anzi...Era una persona buona, gentile, non aveva mai mostrato disinteresse nei suoi confronti. Alcune sue battutine spinte, avevano fatto intendere a Chiara che J. aveva un reale interesse per lei, che andava al di là della banale conoscenza o amicizia. Ma l'interesse non era tale da provocargli confusione o ripensamenti sul suo rapporto con Sara. Diceva sempre che Chiara parlava e pensava troppo, che doveva lasciarsi andare. Chiara sapeva benissimo di non poter in nessun modo fare una cosa simile, sennò gli sarebbe saltata addosso. Anche se, la sua coscienza le diceva continuamente che quello non era un rapporto che poteva avere un futuro, o almeno un futuro come lei lo intendeva. La testa quasi le scoppiava e rispose: "No, non preoccuparti, devo andare anche io". Mentì spudoratamente. Sarebbe rimasta lì ad osservarlo per ore, tenendogli la mano, fantasticando come una stupida adolescente alla sua prima cotta, non pensando assolutamente a niente, tranne che a lui. Lui che, a differenza di altri, sapeva vedere cosa c'era oltre la corazza che negli anni si era faticosamente creata. Una corazza, che si era sgretolata nell'istante esatto in cui i loro sguardi si erano incrociati. A distanza di tempo, Chiara era pienamente consapevole, di cosa le avesse provocato J. aveva risvegliato una parte di lei e dei suoi sentimenti che era assopita da tempo...Ma la cosa che più faceva male, era che questo rapporto non poteva decollare. In un modo o nell'altro Chiara avrebbe dovuto seppellire le sue sensazioni. J. dopo questo breve soggiorno in Italia, sarebbe partito di lì a poco, lasciando dietro di sè soltanto una scia di ricordi. Con lui Chiara si sentiva vulnerabile, ma anche libera di poter essere se stessa. J. si era aperto a lei, in maniera del tutto spontanea...ma la cosa che più la faceva impazzire, era quanto spesso lui fosse spudorato. Come quando al ristorante spagnolo le aveva accarezzato dolcemente le gambe...A volte quel contatto le ritornava alla mente ed in lei qualcosa si accendeva...Quella sua carezza, carica di cose proibite era antidoto e veleno allo stesso tempo. Chiara non sapeva per quanto tutto questo sarebbe andato avanti. Un misto di paura e curiosità si insinuavano in lei. Forse doveva andare così. Forse un destino era già scritto. Forse non era tempo per loro.
   
 
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