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Autore: ProjectPlant    27/08/2017    0 recensioni
KLED - OC ---> non essendo presente nella scelta dei personaggi lo scrivo qui.
Nata in verità come sperimentazione. Avevo idee in mente e le scrivevo. Non credevo sarebbe venuta fuori una mini storia.
Mi è piaciuto vedere lo yordle, che conosciamo tutti, socializzare con il prossimo. Spero possiate gradire quasi quanto io mi sono divertita nello scrivere di loro.
(Dedicata alla mia amica Karon Migarashi che continua a trasmettermi la voglia di continuare a scrivere)
-plot-
L'orgolio di Noxus si ritrova a dover viaggiare con una bambina che gli ha salvato la vita grazie alle sue arti magiche. Sveglia, carina e intelligente, la piccola si rivela essere una strega ma è ben lontana da casa...
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si trovò chino a terra. La vista gli si annebbiò improvvisamente, il sangue avrebbe impregnato la sua candida pelliccia a breve. Lo sentiva correre giù per la schiena. “Ancora” esclamò quel capitano con voce neutra. Osservava la scena senza trasparire alcuna emozione.
Lo yodle tornò di nuovo col capo a terra. Il fango gli sporcò il muso accecandolo. “Ancora” ordinava la voce monotona. Uno di quei bastardi aveva preso vigliaccamente a spaccargli la testa con l'elsa di uno spadone dietro le spalle. La creatura bloccata a terra con forza da un truce che gli impediva perfino di respirare con il suo pesante piede ferroso a bloccarlo. Kled sentì il fiotto del sangue farsi più copioso. “Ancora” Lo yordle allungò un braccio cercando a tastoni la sua ascia che prontamente il capitano delle guardie allontanò con un solo calcio. “Fino alla fine eh? Sapevo che gli yordle vivessero a lungo. Vediamo fino a quanto. Ancora” Questa volta il colpo venne dato più in basso, tra le spalle. Kled si trovò senz'aria, tentava di pulirsi l'occhio dal fango per poi strappare quello dell'umano a mani nude ma non ci riuscì. Il capitano fù più veloce. “L'orgoglio di Noxus, che delusione. Salutami il tuo Stratega se sopravvivi” L'uomo in nero ordinò all'altro di ritirarsi, alzò il piede che teneva ferocemente premuto sulla creatura e si ricongiunse con la truppa.

Sconfitto.

Gli uccelli cinguettavano alti nel cielo. In lontananza il vento spirava forte sul monte Targon. Il Sole aveva superato il suo massimo punto nel cielo iniziando la sua lenta discesa verso la pianura. Kled rantolava rivolto a terra in una pozza di sangue. Piangeva. Lui era uno yordle. Un combattente. Preso alle spalle in un modo così vigliacco. Tentò più volte di rialzarsi senza successo. Il colpo alle spalle lo aveva immobilizzato. “Sybille” esclamò a fatica tra il sangue e il fango. “Aiutami”
Un guizzo verde prese a brillare sul suo petto. Kled grugnì di dolore mentre la pietra donatagli dall'amica iniziò a fare il suo lavoro. La creatura avrebbe sorriso se ne avesse avuto la forza.

Sybille aveva incantato una pietra preziosa, trafugata dalla sua casa infondendola di magia curativa. Quando Kled lo avrebbe voluto poteva rompere il sigillo mettendosi in comunicazione con la strega. Lo stava ascoltando, non lo lasciava mai.
Lo yordle avvertiva fisicamente l'energia vibrante dello smeraldo pervadergli le membra morte. Il calore iniziò a riempirgli l'anima. Ansimava cercando di rimanere in vita, di non chiudere gli occhi. Doveva rimanere vigile. Quei bastardi sarebbero potuti tornare a finire il lavoro oppure finire nella pancia di un animale dei boschi, tutto era un pericolo per un essere come lui. Proprio quello lo aveva spinto a diventare un guerriero. Ripensò alla draghertula. All'uovo. Alle guardie. Come aveva fatto a non notare la loro presenza? Da quant'è che li seguivano in verita? Nessuno si sarebbe mai avventurato per le pendici del Monte Targon senza motivo. Loro sapevano dove trovarli e quando attaccarli. Ripensò all parole di Sybille sentendosi male. Che la bambina li avesse guidati fin lì per evitare una battaglia sanguinosa? Che ella avesse chiesto alle guardie di risparmiargli la vita in cambio della sua? Non voleva crederci. “Sybille tu..”

La prima cosa che avvertì fu l'odore di morte, poi il funesto gracchiare di corvi. Il sangue era stato assorbito dalla terra, il suo pelo era icrostato tanto da fargli male. Si sentì incatenato al terreno. Gli arbusti a terra si erano impigliati sulla sua pelliccia sporca e puzzolente. Il Sole sarebbe sorto da lì a poco. Trovò la forza di alzare il capo da terra guardando avanti a sé. Urlò di dolore tornando per alcuni istanti con la fronte sul terreno. Da quanto tempo era lì?

Sul ciglio della strada notò due fagotti. Dovevano essere le borse che portava sempre la bambina con sé. Con un estremo sforzo mosse un braccio sorreggendosi con un gomito. “Medicine” sussurrò. “Devo solo raggiungere lo zaino” esclamò con una voce proveniente dall'aldilà. Con tutta la forza che aveva si tirò sui gomiti avanzando verso la borsa scura quando si mosse. Di nuovo, fino ad ingigantirsi e iniziare a camminare. “Ma che diavolo...tu?” espirò lo yordle esterrefatto.
Una draghertula lo osservava con i suoi enormi occhi verdi senza espressione. Kled ricambiò quello sguardo idiota per poi maledirla urlando ma ella non si mosse. “Sei quella che mi ha fottuto l'uovo eh? Ti riconosco” Lo yordle tentò di tirarsi su provocandosi solo dolore. Con una mano tremante staccò prima i grovigli di pelliccia dal terreno soffrendo. “Speravo t'avessero ucciso quelli” continuò la creatura tentando di tirarsi su. La draghertula non si mosse.
Osservava la scena immobile col muso scaglioso di traverso. Gli occhi fissi sullo yordle, la lingua pendeva da una bocca letale. Le sue pendici carnose e palmate ai lati della testa abbassate, non era in stato di pericolo dopotutto. “Io spero solo tu sia buona da mangiare perchè ho molta, moltissima fame” Kled si reggeva a malapena in piedi. Afferrò la sua preziosissima ascia da terra poggiandocisi sopra.

Il tempo era cambiato. Era in arrivo un temporale. I corvi avevano lasciato le loro postazioni dagli alberi. Kled era finalmente riuscito a medicarsi.
Sedeva a terra con la schiena poggiata su un albero. Il cielo plumbeo, il vento tagliente ed ululante. Non aveva smesso un secondo di pensare alla bambina rapita. Quanti giorni erano passati? “Aira” ripetè la creatura con le mani dentro la sacca di pelle. Aira sfornava solo campioni mortali e stregoni. Scosse la testa frugando al suo interno per vedere di cosa avrebbe potuto alleggerirsi quando trovò un cartoccio ripiegato più e più volte. Kled lo aprì piano. Carne.
Lo yordle lo richiuse ricacciando indietro le lacrime. “Stupida ragazzina” bisbigliò. Shanoa aveva messo da parte la sua parte di coniglio, ora completamente essiccata ma meglio di niente. Dopo averla ringraziata mandò giù i pezzi sforzandosi. Il sapore era davvero disgustoso ma non poteva permettersi vezzi in quello stato. “Che c'è eh? Vorresti un pezzo vero bella stronza?” La draghertula aveva preso ad osservarlo ora con più ardore, si dondolava sulle grandi e forti zampe artigliate senza battere le palpebre.

Kled studiò quell'animale fantastico notando i muscoli potenti, gli artigli inferiori delle zampe, quelle zanne acuminate. Le draghertule erano note per essere praticamenti immortali. Come lui. “Devo essermi fottuto il cervello con tutte quelle botte ma ecco il patto. Te aiuti me e io aiuto te, sta bene?” L'animale emise uno strano verso gutturale. “Non so se siano allucinazioni ma vedo che mi capisci e io credo di capire te” Kled afferrò gli ultimi pezzi di carne scuotendoli nell'aria davanti alla creatura che aveva preso ad avvicinarsi, con l'altra mano afferrò l'ascia da battaglia.
“Abbiamo un patto bella mia?” Di nuovo versi incomprensibili. “Affare fatto” Lo yordle le gettò la carne che ella afferrò al volo con uno schiocco di mandibola. “Chissà se...” Afferrò la borsa di pelle adagiandola sulla schiena della lucertolona tornata mansueta. “Almeno servi a qualcosa, spero solo tu non rimanga ferma là per secoli. Andiamo” Kled sorrise quando vide il drago seguirlo proprio come una cavalcatura.

I due si incamminarono adagio verso il sentiro sterrato che portava ai primi centri abitati della landa.

Li avrebbe trovati e uccisi uno per uno. Odiava gli esseri umani ma quella ragazzina era diversa.

Sistemandosi il cappello tirò la draghertula a sé salendole sulla groppa. Lei non fece resistenza. Kled alzò un sopracciglio rimanendone stupito. Si schiarì la voce. “Come hai detto che ti chiami?” La draghertula scosse un poco la testa iniziando una marcia più decisa tra i suoi soliti versi. “Skaarl hai detto? Bene. Non so se per te sia stata una fortuna incontrarmi Skaarl, giocami brutti scherzi e mi faccio dei stivaletti nuovi con la tua pelle intesi?” Di nuovo versi. “Non avevo allucinazioni così forti da quando bevetti del succo di fungo di un compagno secoli fa ma credo tu abbia appena detto che farai la brava” Spronò un poco l'animale come fosse un vero e proprio cavallo, la draghertula rispose a quei tocchi senza replicare. Evidentemente era stata già cavalcata.
Le ossa gli dolevano ad ogni movimento, l'ascia sulla schiena pesava come non mai, la sacca di pelle al suo fianco lo stava dilaniando dal dolore. Ripensò a Sybille. Ai farabutti. Ogni gesto compiuto dalla ragazzina ora aveva un senso e ne acquisiva anche di più. Le mancava. Da morire.

Spronò il lucertolone alto il doppio di lui a tutta corsa. “Voglio farti conoscere un'altra amica Skaarl e bisogna trovarla finchè può ancora cavalcarti”.

La pioggia iniziò a cadere dalle nuvole nere. Il cavaliere e la sua fida cavalcatura correvano verso l'orizzonte , dove il Sole stava morendo. La prima città distava giorni ma il desiderio di vendetta e di riavere la ragazzina lo teneva in vita. “Sono un fritto misto di coraggio e furia! Skaarl! Più veloce!” La draghertula urlò dopo di lui sparendo tra i sentieri che conducevano a valle.

   
 
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