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Autore: Wicked_Truth    17/06/2009    2 recensioni
Remus J. Lupin ha avuto una vita difficile e piena di dolore. Questa storia racconta della sua vita attraverso i momenti più significativi, da quando divenne un lupo mannaro alla sua morte. Cento pezzi della sua vita per descrivere il personaggio che più amo! Spero che lo leggiate, anche se so che è già stato affrontato come tema.
Genere: Romantico, Malinconico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Uno

Inizio

 

U

n ragazzino camminava solitario in un bosco. La luna piena guidava i suoi passi e il suo delicato nasino era puntato verso quella sfera luminosa che tanto amava. I suoi genitori lo avevano avvisato di non andare da solo nella foresta, quelle notti, ma lui aveva otto anni e una voglia innata di infrangere le regole, come ogni ragazzino della sua età.

Un rumore attutito dall’erba bagnata dal temporale del giorno prima arrivò alle orecchie del ragazzo. Abbassò di colpo la testa e scrutò gli alberi con attenzione. Il suo cuore batteva all’impazzata e rimbombava nelle orecchie come se fosse l’unico suono di quella silenziosa notte.

La paura gli scorreva nelle vene impedendogli di muoversi. L’adrenalina gli aveva acuito i sensi e riusciva a sentire il rumore dei passi vicino a lui, l’odore muschiato della foresta misto a qualcosa di più selvaggio e quasi soffice, gli occhi vedevano negli anfratti più bui e riuscivano a distinguere una sagoma enorme che attendeva acquattata nell’ombra, la pelle vibrava sotto la tensione della paura e la lingua percepiva il dolce gusto di questa orribile sensazione.  

Un enorme lupo sbucò dalla boscaglia con un ghigno stampato in volto che non aveva nulla di ferino. I suoi occhi esprimevano sentimenti che andavano oltre la comprensione di un bambino di otto anni, in parte eccitati, in parte calcolatori.

No, il bambino riusciva solo a vedere la maestosità dell’animale e la sua bellezza e la paura che trasmettevano i suoi movimenti pacati e da predatore. Si, aveva capito che lui era la preda di quell’animale, di quel cacciatore della notte. Ricordava gli avvertimenti di suo padre: gli diceva che se incontrava un lupo doveva rimanere immobile, cosa nient’affatto difficile visto che era paralizzato dalla paura.

Il predatore iniziò a girargli intorno, come studiandolo. Il ragazzino non aveva la forza di seguire con la testa i movimenti dell’animale e così rimase immobile, ad attendere la sua fine. Delle lacrime iniziarono a percorrere il suo viso, lacrime mute visto che non aveva la forza di fare altro. Quelle lacrime però erano come coltelli che trafiggevano il suo cuore come pugnali.

Non voleva morire, non voleva. Una parte di se però era rassegnata e implorava le altre di fare altrettanto. Dentro di lui così iniziò una lotta tra la parte che voleva lottare e quella che preferiva attendere il suo destino. Alla fine quella che voleva vivere ebbe la meglio e i muscoli del ragazzo di sbloccarono tutti in un colpo e ebbero uno scatto che lo portarono a correre più velocemente possibile. Il respiro aumentò di velocità e il cuore batteva così velocemente che sembrava volergli uscire dal petto. Sentiva i passi dell’animale dietro di lui, ma non si voltò e continuò a correre fino a vedere solo una nuvola nera che gli impediva la vista.

Crollò a terra, quasi privo di sensi. Cercava di respirare il più lentamente possibile, ma la paura glielo impediva. Rimase così accasciato al suolo con le dita che affondavano nella terra cercando un appiglio per rimanere in vita. Le ginocchia erano vicine al torace che si dilatava con forza contro le membra ossute. Chiuse gli occhi e aspettò immobile che il predatore arrivasse.

Passarono i secondi, che a lui sembravano anni. Poi, dopo quelle che gli erano sembrate ore, sentì un ululato talmente vicino che temette si sarebbero rotti i timpani da quando era possente. Strinse i pugni e strizzò gli occhi, pronto all’inevitabile fine. Pensò ai suoi genitori, e li ringraziò per tutto quello che avevano fatto per lui. Si scusò con tutte le persone a lui care del fatto che aveva smesso di lottare. Era un perdente perché solo i perdenti si arrendono.

Sentì l’alito caldo del lupo accanto al suo viso. Sapeva mi sangue e di morte. Lo sentì spostarsi come una carezza fino alla pelle del fianco destro scoperto e indugiare sul quel punto come per odorarne la fragranza. Si sentiva come protetto da quel soffice calore, come se fosse tornato tra le braccia della madre.

Poi però un dolore acuto lo colpì e tutta quella insensata dolcezza lo abbandonò lasciandolo solo e dolorante. Sentiva il fianco bruciare come se ci fosse stato messo sopra dell’acido. Lacrime di dolore gli inondarono gli occhi e desiderò solo morire. Tutto pur di non dover’affrontare quella sofferenza. Sentì dei passi e il lupo iniziò a ringhiare. Ma al ragazzo non importava. Non riusciva a percepire niente se non il dolore. Non sentiva gli urli sovrumani che uscivano dalle sue tenere labbra squarciando la tranquillità della notte. Non riusciva a percepire la sua pelle imperlata di sudore irradiare calore per la febbre alta. Non riusciva a vedere la lotta che c’era tra due lupi accanto a lui, quello che l’aveva morso e un altro che era arrivato attratto dall’odore del sangue. Non vide il primo lupo scappare per una ferita quasi mortale e l’altro che si allontanava zoppicando.

Non riusciva neppure a pensare lucidamente. Pensieri sconnessi gli si presentavano. I suoi genitori, gli amici, i parenti, la scuola. Poi capì, come una folgorazione improvvisa, che in realtà era solo. Nessuno era lì a salvarlo. Nessuno era al suo fianco in quel momento. Si sentiva tradito e abbandonato.

Una parola gli rimbombava in testa:

Solo

Questo fu l’inizio… della fine.

001.

Inizio.

002.

Intermezzo.

003.

Fine.

004.

Interiorità.

005.

Esteriorità.

006.

Ore.

007.

Giorni.

008.

Settimane.

009.

Mesi.

010.

Anni.

011.

Rosso.

012.

Arancione.

013.

Giallo.

014.

Verde.

015.

Blu.

016.

Porpora.

017.

Marrone.

018.

Nero.

019.

Bianco.

020.

Senza colori.

021.

Amici.

022.

Nemici.

023.

Amanti.

024.

Famiglia.

025.

Estranei.

026.

Compagni di squadra.

027.

Genitori.

028.

Figli.

029.

Nascita.

030.

Morte.

031.

Alba.

032.

Tramonto.

033.

Troppo.

034.

Troppo poco.

035.

Sesto Senso.

036.

Olfatto.

037.

Udito.

038.

Tatto.

039.

Gusto.

040.

Vista.

041.

Forme.

042.

Triangolo.

043.

Diamante.

044.

Cerchio.

045.

Luna.

046.

Stelle.

047.

Cuori.

048.

Quadri.

049.

Fiori.

050.

Picche.

051.

Acqua.

052.

Fuoco.

053.

Terra.

054.

Aria.

055.

Spirito.

056.

Colazione.

057.

Pranzo.

058.

Cena.

059.

Cibo.

060.

Bibite.

061.

Inverno.

062.

Primavera.

063.

Estate.

064.

Autunno.

065.

Mezze stagioni.

066.

Pioggia.

067.

Neve.

068.

Lampo.

069.

Tuono.

070.

Tempesta.

071.

Rotto.

072.

Riparato.

073.

Luce.

074.

Oscurità.

075.

Ombra.

076.

Chi?

077.

Cosa?

078.

Dove?

079.

Quando?

080.

Perché?

081.

Come?

082.

Se.

083.

E.

084.

Lui.

085.

Lei.

086.

Scelte.

087.

Vita.

088.

Scuola.

089.

Lavoro.

090.

Casa.

091.

Compleanno.

092.

Natale.

093.

Ringraziamento.

094.

Indipendenza.

095.

Capodanno.

096.

Scelta libera.

097.

Scelta libera.

098.

Scelta libera.

099.

Scelta libera.

100.

Scelta libera.

Spazio della Malvagia Verità xD:

IO: Buon dì a tutti! Questa è la mia prima fanfiction e come prova ho deciso la più difficile -_-'' scema io direte, invece no! Beh si, scema lo sono ma questa scelta è stata ponderata fino all'eccesso. Questo capitolo è principalmente descrittivo...
REMUS: Ovvio! Ci sono solo io povero sfigato con i miei sentimenti e l'esperienza più brutta della mia vita! T-T
IO: Si, si va bene tesorino mio. -_- Comunque... nel capitolo non ci sono dialoghi, ma non saranno tutti così. Questo è un po' particolare perchè diciamo che se Remus non parlava da solo... cosa che tra l'altro fa...
REMUS: Ehi! Protesto!
IO: Zitto tu! >o< dicevo... se non parlava da solo o con il lupo che tra l'altro non può parlare l'unica alternativa era questa. Quindi i prossimi non saranno così, solo qualcun'altro che è come tipologia dello stesso genere.
REMUS: Zi, zi! ^-^ Io sono un tipo molto riflessivo e quindi mi trovo spesso a pensare al perché della mia esistenza...
IO: ok, lasciamo perdere il licantropo e decichiamoci ad altre informazioni. Questa sarà una storia incentrata su Remus e la sua povera e triste vita. Lui, insieme a Siriiiiiii *Sbav*
SIRIUS: Eh eh, lo so che sono figo ^.^
REMUS: Ehi Siriiii *ç* Sei venuto a fare un salto a salutarmi?
IO: Insomma un po' di ordine! Questa è la mia aul... storia! U.U
SIRIUS: Ok ok, me ne vado!
IO: Bene! Come stavo dicendo loro sono i miei personaggi preferiti. Remus quindi ci sarà sempre, ma Sirius parteciperà moooolto spesso. Non penso ci sia altro da dire quindi vi lascio e vado a pensare al prossimo capitolo... perdonate comunque la mia demenzialità, purtroppo sono fatta così ^-^ 
REMUS: Spero che sarete così magnanimi da commentare la mia triste storia... se no io cado in depressioneeeeeee!!! T_T
IO: su su caro, vedrai che commenteranno... se no devono pagarmi le cure dallo psicologo perché con te depresso io diventerò isterica!
REMUS: Cattiva! >O<
IO: sisi, come vuoi! Un bacio e alla prossima!

  
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