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Autore: Jaco    27/08/2017    0 recensioni
[avventura]
[avventura]Un ragazzo che dovette, come tanti altri, combattere non solo per la propria libertà, per la famiglia e per l'amore, il quale lo porterà a uccidere. Con amici e allenamento riuscirà a uscire dall'odio che circonda la famiglia e risollevare il suo nome?
Separatamente farò una raccolta collegata a questa storia.
Genere: Avventura, Fantasy, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seguirono giorni, che diventarono mesi, un po’ di monotonia senza che succedesse qualcosa di particolare, alternati tra felicità, noia, allenamenti, spiegazioni e di lavoro alla locanda: giorni lunghi, ma belli per i soldi che avrebbe guadagnato e per qualche persona che incontrava. Quelle volte che lavorava lo faceva tutto il giorno servendo, lavando e pulendo i tavoli, le stoviglie, i bicchieri e i piatti che sarebbero stati usati da altri clienti che, raramente, lasciavano un po’ di mancia agli osti. In quel giorno settimanale, a volte due, lavorava fino a notte inoltrata senza lamentarsi della stanchezza o della fatica e anche se avrebbe voluto tanto riposarsi la mattina dopo, rispettava gli orari con estrema puntualità nonostante gli occhi stanchi e gli sbadigli. I pasti che gli spettavano secondo contratto non erano male: molto meglio di quelli della mensa e per fortuna non erano gli avanzi dei clienti del giorno prima, come aveva sperato. Fino ad allora lavorò solo una quindicina di volte o poco più, ma fu felice quando, fatti due conti, si rese conto di aver guadagnato già due ori. Werlo continuava a meritare il suo rispetto che veniva ricambiato dal miglior pasto una o due volte al mese; tutti gli altri giorni era come se il ragazzo lavorasse, ovvero non si faceva pagare.

Il rapporto con Jebe migliorò a tal punto che iniziavano a darsi del tu. Quando aveva degli incubi l’altro era sempre lì a capire cosa potesse significare e a cosa avrebbe potuto portare, se tutto aveva un senso, un filo logico e un significato. Gli allenamenti proseguivano bene e secondo lui era anche migliorato molto da quattro mesi a quella parte, ma si parla di pratica. Nella teoria non era eccellente, anche se la magia riusciva meglio. Nella caserma ci passava un po’ di tempo, ma meno in confronto a quello che passava sulla collina con Jebe. Il fisico si rafforzò delineando in particolar modo il petto e le braccia; meno le gambe e l’addome, seppure anche quelle fossero più formose di prima. Riusciva a fare movimenti più veloci e potenti.

Ogni tanto incontrava quell’animale di Cato che cercava di provocarlo come il primo giorni, dopo il quale nessuno dei due si dimenticò il rimprovero e le minacce. Si tenevano tutto, nella prospettiva dell’occasione di non essere fermati o visti, anche se entrambi ardevano di voglia di rompersi i denti a suon di pugni l’un l’altro in quel momento. A proposito di Veldevan, quando aveva un momento libero scriveva una lettera a Mia, ricevendo risposte. Ovviamente le teneva nascoste allo sbruffone del fratello e quando andava a ritirarle o spedirle cercava di non farsi seguire o vedere. In quelle che riceveva e mandava c’erano un po’ sempre le solite cose, i saluti e i ti voglio bene che si ripetevano, nulla o poco che già non sapesse. Incominciò a scrivere meno sempre per la ciclica ripetizione di notizie, frasi e parole scritte da quella giallastra piuma che aveva e l’inchiostro nero dove la immergeva e toglieva.

Come le notizie e i gesti ripetitivi di quando scriveva, anche la vita di tutti i giorni continuava nella sua ordinarietà e quei giorni si susseguirono diventando mesi, che a loro volta diventarono anni. Raggiunse i 22 anni e purtroppo, anche se da tempo se lo aspettava, rimase da solo in caserma. Il gruppo si era sciolto fisicamente; il primo ad essere mandato al confine è stato Borkof, l’ultimo Alexix, partito due mesi prima. Hensta e Merwel sono stati mandati in un accampamento fuori dalle mura di cinta di un sobborgo di Ramgergo dove venivano mandati i feriti di guerra; Orlax invece fa da guardia all’ingresso di Cornag. Sperava di riuscire a rivederli prima e dopo la guerra, semmai fosse finita. Sperava anche di essere al confine con qualcuno dei coetanei, giusto per non sentirsi completamente solo.

Nel pensare agli amici gli vennero in mente tanti altri ricordi. Il primo fu di quando conobbe Hensta e Merwel al tempio, durante una venerazione. Si misero fuori, vicino all’entrata, e corsero avanti e indietro come fosse un’acchiapparella. Divennero subito amici e continuarono a frequentarsi. Qualche anno dopo, quando ne avevano ormai 15, conobbero gli altri ad una festa: Alexix era al centro della piazza che ballava con tutte quelle che gli capitavano sotto mano, probabilmente sotto effetto dell’alcol; Orlax si scolava pinte di birra come se niente fosse insieme ad altri, brindando e cantando, concludendo la serata in una sbronza atomica; Borkof invece era seduto in un tavolo vicino a Orlax, anch’esso circondato da coetanei, durante una sfida a chi mangiava più costine: ovviamente la vinse. Si ricorda anche di quella volta in cui entrarono di nascosto dal macellaio rubando salsicce, costine, braciole e tutta la carne che potevano portarsi dietro quattro ragazzi, in quanto Hensta e Merwel non parteciparono al furto; vennero però scoperti qualche giorno dopo e costretti a restituire il tutto, per quanto ne era rimasto, per il resto lavorarono in macelleria a gratis per ripagare la carne andata a male o non restituita. Ovviamente non poteva mancare quando cercarono di uscire dalla locanda di Cornag senza pagare: tutti fuggirono o cercavano di nascondersi mentre il locandiere non guardava; ancora una volta fallirono il tentativo. L’ultimo viaggio tra i ricordi di un’infanzia felice prima che venisse scosso da una mano sulla sua spalla fu il volto di Mia e quella volta che si conobbero a quella manifestazione.

   
 
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