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Autore: Fede883    28/08/2017    2 recensioni
Questo è un racconto che ha scritto Irene, la mia fidanzata qualche anno fa. Non è proprio un racconto ma una pagina di diario che scrisse il giorno dopo la sua prima gara di ginnastica artistica. La mia ragazza infatti è una ginnasta e ora è molto brava e ha vinto tantissime gare (Pensate che è diventata allenatrice) Ma alla prima gara è stata dura per lei, infatti ha iniziato a fare ginnastica artistica a 14 anni (Quindi abbastanza tardi) ma ha avuto alcune delle difficoltà a riprendere a fare le gare. Spero che vi piaccia questo scritto con l'autorizzazione di Irene ho deciso di pubblicare.
PS: Il testo è stato scritto quando la mia ragazza aveva 14 anni.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ieri ho fatto la mia prima gara di ginnastica artistica. Ancora non riesco a crederci di avercela fatta ma ci sono riuscita. Caro diario la storia che ti voglio raccontare oggi è una storia fatta di paure di non essere all'altezza della situazione, di cominciare a fare una cosa e sapere già in partenza di non esserne in grado, è una storia di lacrime più che di sport o perlomeno pensavo che fosse così fino a ieri pomeriggio. La gara è stato un trauma, ho avuto pensieri per tutta la sera prima, quando mia sorella mi disse che dovevo fare la mia prima gara mi sono opposta con tutta me stessa dicendole:" Non mi sento ancora pronta, ho cominciato da pochi mesi, farò una figuraccia sicuramente!". Mia sorella è anche la mia allenatrice e non volle sentire alcuna regione, io dovevo fare la gara,punto.
Odio quando le persone mi programmano la vita dicendomi cosa devo o non devo fare, è un comportamento odioso. Dopo una notte di sonno a stenti mi sono alzata alle 06:00 del mattino, ero spaventata e agitata. Prima di alzarmi dal letto ho capito perchè ero così agitata, qualche anno prima praticavo con molto impegno e profitto karate, ero diventata cintura gialla e mi piaceva molto imparare un arte marziale.
Ad una gara però l'entusiasmo finì per sempre, ho corretto per sbaglio un passo che avevo fatto durante il kata, nel karate una cosa così e da penalità sicura e infatti ho pagato quella scelta a caro prezzo perdendo di fatto la gara del kata e di conseguenza anche quella del kumite perchè ero andata completamente nel pallone. Dopo quella esperienza avevo giurato a me stessa che con lo sport agonistico avevo chiuso per sempre. Dopo molti anni di danza moderna mia sorella mi chiese di provare a fare ginnastica artistica, il primo allenamento di prova mi era piaciuto e pensavo:" Ho trovato uno sport che mi piace davvero molto fare!". Mi sentivo come ai tempi del karate.

Tutto era perfetto ma ancora non ero pronta per fare una gara e mia sorella conosceva bene quel lato di me che era tutt'altro che sereno. Così il giorno della mia primissima gara di ginnastica artistica avevo fatto colazione con pochissimo entusiasmo e non dicevo niente a mia sorella maggiore che mi guardava con fare dispiaciuto. Arriviamo alla palestra e mia sorella mi fa:" Sei pronta per la gara?". Non rispondo e scendo dalla macchina sbattendo con decisione la portiera. Appena entrata prendo una bottiglia d'acqua e vedo già molte ginnaste con addosso il body.
Mia sorelle venne da me dicendomi:" Un giorno mi ringrazierai per questo Irene, fidati di me!". Io guardai mia sorella e le dissi:" Ti avevo detto che non ero pronta per fare una gara, guarda in che situazione orrenda mi hai messo!". Mia sorella mi abbracciò forte, mi misi a piangere terrorizzata, avevo 14 anni, ero ancora una bambina, lei mi strinse a se dicendomi:" Shhhhh ci sono qui io con te, andrai alla grande cucciola e comunque vada io sono orgogliosa di te!". Quelle parole mi diedero forza e così strinse ancora mia sorella a me in modo sempre più forte e deciso. Dovevo combattere la mia paura, non potevo e non dovevo tirarmi indietro.
Entrata nello spogliatoio vidi ginnaste anche molto più grandi di me che mi guardavano con uno sguardo minaccioso e appostrofandomi con i soliti insulti idioti come:" Guarda che lo spogliatoio dei bambini è quell'altro!". oppure:" Ehi mocciosa! Spero che tu non gareggerai altrimenti farai una brutta fine!". Non risposi in quel momento, ero una ragazzina di 14 anni, si sarebbero messe a ridere se avessi risposto in modo concitato e probabilmente avrei subito delle grane anche a livello fisico, le ginnaste spesso e volentieri sanno essere spietate e terribilmente ciniche.
Ho aperto il mio borsone e ho tirato fuori l'Ipod e ho selezionato la canzone "Mesi" dei Broken Heart College", si anche io sono stata una "bimbaminkia" e quindi non giudico chi ascolta Benji e Fede o legge romanzi tipo "After". Ho selezionato la canzone e ho iniziato a spogliarmi e in pochi istanti ero mezza nuda. Le due ginnaste di prima si avvicinarono a me iniziando a fare commenti sulle mie mutandine che erano bianche con un unicorno disegnato sopra e dicendomi:" Ti abbiamo detto che lo spogliatoio dei bambini è da un altra parte sei nel posto sbagliato qui mocciosa!". Iniziarono a ridere di me, delle mie mutandine, del mio fisico, della mia pancia, del mio ombelico, dei miei piedi, dei miei gusti musicali, dei miei capelli insomma di tutto! Quando finalmente riuscì a mettermi il body queste continuarono a ridere, il body era di colore rosa e a me piaceva moltissimo e me lo misi con grande entusiasmo e dentro di me avevo ringraziato mia mamma che me l'aveva lavato in tempo per la gara.
Le due ginnaste continuarono a prendermi in giro facendomi altri commenti idioti su di me, sul body, sul mio fisico e così via. Io le ascoltavo mentre mi facevo la coda di cavallo e annuivo in silenzio. Prima di uscire dallo spogliatoio mi ero messa un paio di ciabatte infradito nere che adoro tutt'ora, non potevo camminare a piedi nudi per la palestra e così sono andata al campo gara così tenendo sempre le cuffiette nelle orecchie, la musica mi dava la carica giusta. Mia madre sulle tribune si sbracciava orgogliosa mentre mio padre mi salutò con la mano visto che è più timido di mia mamma.
La mia gara fu carina. Al corpo libero sbagliai una serie infinita di movimenti e superai per 3 volte anche la fine della pedana, mia sorella aveva le mani nei capelli, le ragazze che prima erano negli spogliatoi ridevano divertite di me. Non ero all'altezza di Greta, una ragazza della mia società bellissima e bravissima in tutto, veniva trattata come una superstar dai suoi genitori e volevano che diventasse una campionessa olimpionica. Nemmeno l'esercizio alle parallele fu esemplare e sono caduta ben 3 volte, quello al volteggio lasciamo perdere visto che mi sono anche inciampata da sola pestandomi i piedi mentre prendevo la rincorsa. La svolta arrivò all'ultimo esercizio, ovvero la trave di equilibrio. Qui riuscì a stupire tutti, avevo solo 14 anni e i giudici mi avevano detto:" Se non ti senti pronta puoi camminarci solamente sopra!".
Mi credevano una bambina e forse lo ero in effetti ma ero riuscita a fare capriole, ruote e a stare in equilibrio sopra a quella maledetta asse di legno. Non ero caduta, ero ancora li a volteggiare liberamente, dopo una ruota perfetta iniziai a piangere sulla trave ma non avevo tempo di asciugarmi le lacrime che cadevano sul body rosa insieme al sudore, volevo fare un buon risultato almeno alla trave di equilibrio.
Il risultato fu esaltante tanto che riuscì a fare meglio di Greta superstar e a così vinsì l'oro alla specialità della trave mentre negli altri esercizi dovevo ancora migliorare tanto anzi tantissimo.... Dopo la premiazione sono scesa in lacrime dal podio e vedevo la mia medaglia d'oro al collo e non credevo che dopo quanto successo anni prima nella gara di karate potessi ancora risentire sulla mia pelle delle emozioni del genere. Ho corso a piedi nudi verso mia sorella, ci abbracciamò forti come non mai e anche li lacrime su lacrime, mia sorella aveva creduto in me fin dall'inizio quando nemmeno io ci credevo, le ho detto semplicemente:" Ti voglio tanto bene!". Altre parole in quel momento erano superflue e inutili. Anche mia mamma mi strinse forte a se dicendomi:" Sono orgogliosa di te principessa!". Io mi facevo cullare dai suoi abbracci piangendo di gioia tra le sue braccia che mi accarezzavano la coda. E le due ginnaste che mi prendevano in giro? Non dissi nulla, sfilai davanti a loro con la medaglia d'oro al collo sculettando come non mai, pensavo che fosse un buon metodo per zittirle dopo tutto il fastidio che mi avevano dato, non volevo abbassarmi al loro livello. Quel giorno su quella trave la mia vita è cambiata e ora sono una ginnasta innamorata di questo sport e adesso che ho 22 anni posso dirlo caro diario.... La mia vita è stare su una trave di equilibrio in punta di piedi. Non dimenticherò mai quel giorno, perchè durante quella gara sono tornata vivere lo sport serenamente e con entusiasmo.  

Ora ho vinto un sacco di gare e ho la bacheca in camera mia piena di trofei e medaglie, sono l'allenatrice del corso delle bambine (Tra cui anche l'allenatrice di mia sorella minore) Ho conosciuto Vanessa Ferrari e ho rafforzato sempre di più il mio rapporto di amore e odio con la ginnastica artistica, specialmente con la trave di equilibrio. Greta la superstar invece dopo quella gara decise di ritirarsi e ormai sono anni che non la vediamo più in palestra ma dopo quello esercizio alla trave e il fatto di averla superata non gli andò mai giù e infatti non mi rivolse mai più la parola...
   
 
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