Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: mightymightygirl    28/08/2017    1 recensioni
Girare pagina, andare avanti e continuare la propria vita non è mai facile. Soprattutto quando i sensi di colpa non ti lasciano andare e non si trova più un senso a quello che si fa. La memoria può davvero aiutare?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Si trovava all’interno del magazzino nel retro del negozio e, come faceva da quasi quaranta anni, si accingeva a fare l’inventario, dato l’approssimarsi dell’orario di chiusura. Sentiva più fatica del solito: dava la colpa alla sua non più giovane età, al fumo, all’obesità, a quel male che lo stava lentamente consumando. Quello che lo faceva andare avanti nonostante tutto e che lo teneva ancora in vita era la sua piccola pasticceria, frutto dei suoi sacrifici e di quelli della sua defunta compagna di vita.
Lui considerava la pasticceria come una sua creatura, una figlia, forse per compensare il fatto che lui non ne avesse mai avuto. Quel pensiero lo tormentava in particolare dal giorno del funerale della sua compagna. Il momento in cui il senso di colpa si fece più forte coincise con il seppellimento del suo feretro, in particolare quando gli impresari dell’agenzia funebre lo coprirono con la terra.
 
Dovette fermarsi nel compilare l’inventario per via degli occhi che si erano via via inumiditi al pensiero di quel giorno. Senza ombra di dubbio, lo considerava quello più triste della sua vita.
In circostanze del genere la solitudine si presentava in modo più opprimente del solito, manifestandosi come una fastidiosa nuvola nera che gli impediva persino di guardarsi indietro e di vivere il resto dei suoi giorni immerso nei ricordi dei lunghi anni trascorsi con la sua amata.
Si sedette e concentrò la propria attenzione sui sacrifici fatti per rendere la pasticceria una realtà concreta: considerava questo pensiero il modo migliore di onorare la memoria della sua defunta moglie e di scacciare almeno momentaneamente quella malinconia così asfissiante; il tentativo non ebbe successo, e nel giro di qualche secondo scoppiò a piangere.
 
Lei sarebbe stata fiera di lui, nonostante tutto?
Lui non lo avrebbe mai saputo. Poteva fare delle supposizioni, guardare le vecchie fotografie, rileggere i suoi diari e dormire abbracciato ad un suo maglione per illudersi di averla vicino a sé, ma non avrebbe potuto negare la realtà: lei era morta e lui era un vecchio triste e solo, con una piccola pasticceria da gestire.
Il peso dei sensi di colpa aveva sostituito la leggerezza e la spensieratezza degli anni trascorsi con la donna che amava, forse l’unica che abbia mai amato nell’arco della sua esistenza.
 
Asciugandosi le lacrime, si alzò e decise di terminare l’inventario del magazzino; ma quella cappa di solitudine ed avvilimento era sempre lì, in agguato, pronta a calare da un momento all’altro e senza alcun preavviso.
Non aveva mai avuto difficoltà così palesi nel completare un compito così leggero, e in un certo senso questo lo preoccupò non poco. Segnando i vari dati sul taccuino, la sua mente si arrovellava nel trovare una soluzione definitiva ai suoi problemi, se non alla sua stessa vita.
Quale era il senso della sua esistenza, arrivati a quel punto? A parte la pasticceria, certo. Ma quella sarebbe durata per sempre? E cosa ci sarebbe stato dopo la pasticceria?
Concluso l’inventario, uscì dal magazzino e si ritrovò a fissare la piccola cassa posta all’angolo del bancone, dove lei accoglieva i clienti con un caloroso sorriso e con quella gentilezza che avevano caratterizzato il suo modo di fare fino alla fine dei suoi giorni.
E gli tornarono in mente le lunghe giornate passate in pasticceria, quando lei era ancora lì e il sole splendeva tutti i giorni, anche in quelli più uggiosi.
 
No, non si sarebbe lasciato andare: avrebbe dato anima e corpo per quella piccola pasticceria, frutto di sacrifici e di rinunce.
Si avviò verso l’uscita, gettò un’ultima occhiata al bancone e, accennando un sorriso stanco, disse: «A domani, raggio di sole».
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: mightymightygirl