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Autore: Anukis    29/08/2017    1 recensioni
Nessuno vorrebbe mai svegliarsi con un Hollow a torreggiare sopra di sé, per giunta dopo essere appena morto. Nel caso di Aomura Okumi, a complicare le cose ci sono uno strano kimono nero e una spada dal carattere volubile. Seguendo gli insegnamenti di un pigro Shinigami senza peli sulla lingua, la ragazza dovrà imparare a destreggiarsi in una situazione che diventa sempre più pericolosa e misteriosa...
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[*Nota: la dicitura Nuovo personaggio si riferisce a tutti gli OC presenti nella storia, ovvero l'intero cast*]
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Step ahead, step aside


















 
  - Che cacchio significa “non vuole dirmelo”? -
  - Significa quello che significa, no? -
  In piedi nel mezzo del campo sterrato, Okumi era intenta a legarsi i capelli a metà lunghezza.
  Solo il giorno successivo all’incontro con la Zanpakuto era riuscita a raccontare a Jukunemu l’accaduto. Questi non l’aveva presa molto bene. Ironicamente, era Okumi la più tranquilla dei due in quel frangente.
  - Sappi che non ho mai sentito di una Zanpakuto che si rifiuta di dire il nome al suo Shinigami! -
  - Beh, parlaci tu con quella tizia, perché io ne ho avuto abbastanza per un bel po’. -
  - E allora la spada? - sbottò il dio della morte, additando l’arma al fianco di Okumi.
  Lei gettò un’occhiata all’elegante katana che ora completava la propria veste da Shinigami.
  - Ma che ne so. Senti, facciamo che combattiamo e basta? -
  - Ok, tutto questo non ha senso. -
  Okumi fece un verso di scherno. - Lo dici a me? -
  - Aaaah, vada per il combattere! -
  Entrambi sfoderarono le Zanpakuto.
  - Perciò - riprese Jukunemu - niente poteri aumentati? Neanche un pochino? -
  - Non che mi risulti. -
  - Mi sto stancando di andarci piano con te. -
  - Ah, non ti preoccupare. Fa niente se la colpisci un po’ troppo forte. - Okumi accennò alla propria spada.
  La battuta non era stata intesa per spezzare l’atmosfera, eppure non ebbe nemmeno quell’effetto. Jukunemu riservò alla ragazza un’occhiataccia cupa come poche.
  L’istante dopo, lo Shinigami si lanciò all’attacco.
  Okumi intuì la finta prima ancora che Kurosemi si muovesse verso il suo fianco. Scartò a sinistra, sfruttando la contro-rotazione per assestare un ampio fendente, diretto al collo dell’avversario.
  Jukunemu intercettò il colpo. Fece scorrere la sua lama per tutta la lunghezza dell’arma nemica, accompagnando l’attacco lontano da sé. Così facendo, aveva lasciato la ragazza del tutto scoperta. Ne approfittò per colpirla con una gomitata nella parte alta dello sterno.
  Okumi arretrò, massaggiandosi la cassa toracica dolorante.
  - Conteggio delle morti: uno. - sbuffò lo Shinigami.
  - Sai, dovremmo seriamente fare del riscaldamento prima di questi allenamenti. -
  - Era quello. Ed è finito adesso. -
  La ragazza si gettò in avanti, dirigendo un affondo al centro dello stomaco di Jukunemu. Lui si limitò ad arretrare con una serie di passi veloci, evitando con facilità una prevedibile serie di colpi diretti.
  Il dio della morte colpì a sua volta, mirando direttamente alla spada avversaria. Forzando l’altra a piegare il braccio, fece per sbilanciarla facendo pressione sull’incrocio delle lame.
  Okumi però si sottrasse subito a quello scontro di forza che avrebbe di certo perso, scivolando all’indietro. Sollevò la Zanpakuto all’altezza dei propri occhi, disegnando delle sorta di ghirigori in aria, come incerta su dove colpire. Di sbieco, calò un colpo con l’intenzione di trapassare la clavicola di Jukunemu, il quale bloccò l’assalto una manciata di centimetri prima che andasse a segno.
  Lo Shinigami strinse la mascella. - Tu! - mugugnò - Quella cosa con la punta della spada. Non ti sognare più di farla. -
  - Perché? - Okumi sollevò un angolo della bocca in un sottile ghigno - Ti confonde le idee? -
  - Seee, quando sarai dieci volte più veloce, magari! -
  A quel punto, Jukunemu riprese il controllo della situazione. Rigirandosi abilmente la spada in mano, menò una serie di fendenti, concentrandosi sul lato sinistro della ragazza.
  Ma Okumi non poteva ormai farsi ingannare. Le sessioni di allenamento che compivano ogni giorno, più che i veri fondamentali della battaglia, le avevano permesso di comprendere lo stile del suo “maestro”.
  Ora, in particolare, stava attuando una delle sue tattiche favorite. Mentre incalzava da una sola parte, faceva dei piccoli passi nella stessa direzione, costringendo l’avversario a seguire i suoi movimenti e ruotare, trovandosi in condizione sempre più sfavorevole per difendersi.
  Già, il modo di combattere di Jukunemu era molto più subdolo di quanto il suo carattere potesse far pensare. Nonché, una volta afferrato, prevedibile. Le raffiche di attacchi non avevano un numero preciso di colpi, anzi, erano fatte apposta per non cadere in quell’errore da principiante. Però, una volta capita la durata massima in una singola serie, regolarsi di conseguenza era relativamente semplice.
  A onor del vero, lui era molto bravo a dissimulare questi suoi piccoli “vizietti”. Okumi  aveva cominciato a mettere insieme tutti i pezzi giusto nel momento in cui si era resa conto che, di allenamento in allenamento, il proprio corpo le inviava come dei déjà vu. In uno scontro reale, lei sarebbe stata uccisa da una qualsiasi delle strategie di Jukunemu ben prima di poter anche solo pensare ci potesse essere uno schema. Perciò, per quanto lo Shinigami la incitasse spesso a fare una qualche mossa, Okumi si trovava molto più a suo agio nel respingere e basta.
  La ragazza aveva inoltre concluso che il proprio maggiore svantaggio nel combattimento non fosse né la tecnica acerba o un’eventuale mancanza di talento. Forza e velocità, ecco ciò che le mancava. E prolungare in quel modo la lotta, invece che prestarsi ad un combattimento intenso, ma brevissimo, le permetteva di lavorare su quelle qualità.
  Era completamente assorbita. Come in trance, riusciva a percepire solo i movimenti della spada avversaria, a cui seguiva un’immediata reazione della propria.
  Un’improvvisa, fastidiosa musichetta infranse la concentrazione di Okumi. Si bloccò per una frazione di secondo e la lama di Kurosemi le passò di fronte al viso, lasciandole un’orrenda sensazione di freddo sulla guancia.
  Jukunemu abbassò la spada, tirando fuori dalla tasca il comunicatore.
  - Uhm... Hollow a quattrocentocinquanta metri a sud di qui, fra otto minuti. -
  Okumi fece per rinfoderare la Zanpakuto. - Ok, io mi prendo una piccola pausa dentr... -
  - Ci vieni anche tu. -
  La ragazza si irrigidì. - Cosa? -
  - È ora di fare un salto di qualità. -
  - Credi davvero che sia il caso? -
  - Ehi, non ho mica intenzione di gettarti allo sbaraglio. Mi farai da spalla, questo è tutto. Cioè, da qualche parte dovrai pur iniziare, no? -
  - Suppongo di sì... - ammise Okumi con riluttanza.
  - Bene, e allora sbrighiamoci. Fra sei minuti e mezzo il bastardo sarà là. -
  Con un unico balzo, Jukunemu raggiunse la cima del magazzino, sparendo dietro il tetto.
  Iniziamo malissimo.
  Okumi saltò su di un palo della staccionata, per poi proiettarsi a sua volta nella direzione dove si era allontanato lo Shinigami.
  La ragazza aumentò la velocità per raggiungere l’altro, il quale aveva rallentato apposta.
  - Una cosa. - ammonì Jukunemu - Ho detto che mi avresti fatto da spalla, ma non ti azzardare a starmi fra i piedi. -
  - Credimi, fosse per me, mi farei coinvolgere il meno possibile. -
  Arrivarono nei pressi di un incrocio. Per quel che ricordava Okumi, si trovavano in una parte del quartiere abbastanza frequentata. Però, osservando bene tutt’intorno, non si vedeva nessuno. Anche di macchine non c’era l’ombra.
  - Puoi spiegarmi una cosa? - esordì ad un certo punto la ragazza - Perché quando arriviamo nel posto dove dovrebbe comparire un Hollow, non c’è mai nessuno nei paraggi? -
  - Beh, sai, io ti ho detto che gli esseri umani normali non percepiscono il reiatsu, ma in realtà non è proprio così. Lo percepiscono, senza rendersene conto. E quando c’è una fonte di energia molto grande, come nel caso di un combattimento Shinigami-Hollow, si tengono alla larga istintivamente. Oppure come adesso, quando si sta per aprire un Garganta. -
  - Un che? -
  - Garganta. I passaggi con cui gli Hollow arrivano nel mondo terreno. Quando si aprono, ci sono delle fluttuazioni nel Dangai, o roba simile. È così che anche dalla Soul Society riescono ad anticiparli. -
  Quello spiegava molte cose. Jukunemu le aveva già parlato dello Hueco Mundo, persino del Dangai. Eppure non era mai stato chiaro su quanto tutte queste dimensioni fossero collegate fra di loro, o con lo stesso mondo dei vivi.
  - Guarda là. Arriva. -
  Okumi alzò lo sguardo verso il punto nel cielo indicato dall’altro. In una porzione di spazio fra le nuvole era comparsa una specie di crepa nera. Questa si allargò, fino a diventare abbastanza ampia da lasciar passare uno dei mostri dalle maschere di teschio che la ragazza cominciava a conoscere fin troppo bene.
  I due dei della morte sguainarono le Zanpakuto.
  - Ok, ecco il piano. Tu stai dietro di me mentre io me lo lavoro a dovere. Poi, quando sta per crollare, salti fuori tu e gli dai un paio di colpi per finirlo. -
  La ragazza inarcò le sopracciglia. Un piano molto più prudente di quello che si aspettava. Ma lei di sicuro non se ne sarebbe lamentata.
  Come l’Hollow toccò terra, anche loro scesero dalla cima degli edifici. Il mostro, com’era prevedibile, li aveva già notati e puntati. Si trattava di una creatura lunga tre metri, con il torace ampio e gli arti sottili. La sua particolarità stava nell’avere il corpo butterato da rigonfiamenti ruvidi che fecero subito salire ad Okumi un senso di ripugnanza ed una grande voglia di stargli alla larga.
  L’espressione determinata sul viso di Jukunemu cambiò completamente. Sgranò gli occhi, gonfiando le guance. Puntò l’indice verso l’Hollow.
  - Ehi, ma io ti conosco! -
  Non si sarebbe potuto dire chi fosse più stupito fra Okumi ed il mostro.
  Lo Shinigami si voltò verso la prima. - Ma sì! Era nella bacheca degli Hollow più ricercati del mese! Si chiama D... Deadly Sting? Oh, chi se ne frega. -
  Jukunemu era tutto gongolante, spostava il peso da un piede all’altro. In barba agli altri due presenti, che non smettevano di fissarlo.
  - Ricercato? - trovò modo di chiedere Okumi.
  - Ah-ha! Vale quattromila bonus, il bastardo! Cioè, finalmente potrò comprare una poltrona massaggiante da mettere in quello schifo di quartier generale! -
  - Ma stai delirando? - fece l'altra, che iniziava ad alterarsi.
  - Ehi, hanno dimostrato che dopo un combattimento, un bel massaggio alla schiena ripristina il reiatsu più velocemente! -
  - Come no... -
  - Guarda che non te la faccio provare! -
  - Cosa diamine ti fa pensare che io...! -
  - Merda! La mia poltrona sta scappando! -
  L’Hollow trasalì. Non si era neanche allontanato, ma solo voltato, facendo per sgattaiolare via come se la sua evidente mole non fosse stata un problema.
  In un lampo, Jukunemu gli fu di fronte, sguainando la spada.
  Okumi, invece, indietreggiò un poco, la guardia ben alta. Riusciva ad immaginare solo una ragione per il quale quel mostro potesse essere in una lista dei ricercati. Era pericoloso. Forse aveva ucciso degli Shinigami.
  - Jukunemu! - gridò - Stai attento al suo pungiglione! -
  - Eh? -
  - Non hai detto che si chiama Deadly Sting? Beh, in inglese sting... -
  Non fece in tempo a continuare la frase, che l’Hollow, forse stanco di battibecchi fra dei della morte, si scagliò contro quello che aveva di fronte.
  ...vuol dire pungiglione.
  Però la ragazza non riusciva a capire. Ora aveva una visuale della parte posteriore del mostro. Avrebbe pensato che un pungiglione di qualche sorta dovesse trovarsi lì, ma con lo sguardo non poteva vederlo su nessuna parte del corpo dell’Hollow. Aveva fatto bene ad avvertire Jukunemu. Se l’aculeo in questione fosse stato retrattile...
  Ad ogni modo, sembrava che su un altro punto si fosse sbagliata. Il combattimento procedeva alla stessa maniera degli altri che aveva visto. Quel Deadly Sting non pareva più forte di qualsiasi Hollow lei avesse visto.
  Lo Shinigami schivò una zampata che andò ad incrinare l’asfalto. Scattò verso il lato sinistro della creatura, assestando un fendente che gli avrebbe reciso l’intero arto. La lama si scontrò sui bitorzoli di cui era ricoperta la pelle del mostro. Le sporgenze esplosero, schizzando Jukunemu di un liquido giallastro. Lui, un attimo prima in chiaro vantaggio, arretrò, rantolando e tossendo, gli occhi quasi fuori dalle orbite.
  Una zaffata di odore marcio arrivò fino ad Okumi, che d’istinto si coprì la faccia con la manica dello shihakusho.
  Nessuno dei due dei della morte poté vedere il ghigno che si era allargato sulla faccia dell’Hollow. Questo si gettò all’attacco, artigliando il fianco dello stordito Shinigami. Il colpo fu abbastanza forte da scagliarlo contro un lampione, dove batté la testa, scivolando a terra apparentemente privo di sensi. Il mostro si rivolse allora contro l’altra avversaria.
  Okumi si era già ripresa dallo shock. Purtroppo sembrava stesse abituandosi a situazioni simili.
  Stupido! Stupido di un Jukunemu!
  Passare dal rischiare la vita al... rischiarla di nuovo! Oh, sì, si sarebbe davvero divertita a fare la Shinigami per il resto della vita.
  Non sai neanche l’inglese, vero? Non era sting...
  L’Hollow si avvicinò a lei con balzi sgraziati. La puzza si intensificò, divenendo insopportabile e disgustosa come il liquido che ancora gocciolava dai bitorzoli scoppiati della creatura.
  ...ma Deadly Stink!
  Okumi mosse mezzo passo all’indietro, però non fuggì. Piegò le ginocchia e spiccò il salto più alto che poté, catapultandosi ben al di sopra del nemico.
  Il mostro seguì con la testa l’acrobazia della Shinigami, forse chiedendosi cosa volesse fare con quella mossa così plateale.
  La ragazza liberò tutto il proprio reiatsu, rallentando un poco la parabola nel suo punto più elevato. La mano, già nella tasca interna del kimono, estrasse alcuni pezzi di carta, lasciandoli cadere sull’Hollow come coriandoli. La creatura li osservò fluttuare intorno a sé, con aria che si sarebbe potuta dire interrogativa.
  Nell’istante in cui il piede di Okumi toccò l’asfalto, ogni singolo foglietto esplose, producendo uno spettacolo di bolle d’energia gialle e rosse. L’Hollow ululò, venendo tartassato e sbalzato da ogni parte da quei colpi potenti. Quando le deflagrazioni terminarono, quello che si stagliava fra il fumo era un mostro barcollante, ustionato e gocciolante liquido purulento.
  La Shinigami non si era fatta cogliere di nuovo dalla trappola del nemico, ed era indietreggiata fino a mettere quasi cento metri fra lei e l’altro. Ciononostante, ogni singolo bitorzolo sul corpo dell’Hollow era ormai andato, creando una nube di aria fetida avvertibile fin lì.
  - Frinisci! -
  Quell’urlo raggiunse Okumi appena in tempo.
  - Kurosemi! -
  La ragazza si scansò nello stesso momento in cui un Utanatsu squarciava l’aria, scaraventando l’Hollow dritto dove era prima lei.
  Jukunemu si era rialzato. Il fianco era dilaniato da quattro profondi tagli che stillavano sangue in maniera preoccupante, ma lui non pareva farci granché caso. Sollevò di nuovo la Zanpakuto sprigionata, menando altri fendenti sonici, accanendosi sul mostro.
  Quando ebbe finito, metà della strada era stata sventrata e la creatura maleodorante era stesa immobile nel mezzo di un cratere nell’asfalto.
  Okumi raggiunse l’altro Shinigami, pur tenendosi a distanza di sicurezza. Anche lui era in parte ricoperto dal quel ripugnante pus.
  - Stai sanguinando. - constatò, la fronte aggrottata.
  - Ho usato un anestetico. Per ora non è troppo un problema. -
  - Un anestetico non ferma il sangue. -
  - Beh, allora finiamo questa storia in fretta, così andrò a curarmi come si deve. -
  Mettendosi i lembi del kimono sul viso come un passamontagna, si avvicinarono al punto in cui giaceva l’Hollow.
  - Assurdo che sia ancora vivo. - commentò Okumi.
  - Già, ma mi stupirei se avesse ancora un solo osso intero, dopo essersi beccato tutti quegli Utanatsu. -
  Un paio di metri sotto di loro, un sibilo giunse da quell’enorme creatura immobile. - M....mmmmi aaaammazzi...? -
  - Parli? - si stupì Jukunemu.
  - Tuuuu mi a-a-ammazziiii? - rantolò ancora l’Hollow, pur senza muovere altro che la bocca.
  - In realtà - accennò accanto a sé - pensavo che l’avrebbe fatto lei. -
  - Io? -
  - La vittoria è tua. Avrei potuto sconfiggerlo io, sì, però l’hai fatto tu. È un tuo diritto dargli il colpo di grazia. -
  Okumi abbassò lo sguardo sull’Hollow sconfitto. Socchiuse gli occhi. - Un mio diritto... -
  Rafforzò la presa sull’elsa della spada. Con cautela, mosse un piede dentro la buca e si lasciò scivolare per un paio di metri fino in fondo.
  Disgustoso. L’unica parola che le veniva in mente a quella vista. Un pezzo di coriacea carne biancastra, bruciacchiato e stillante pus nauseabondo. Non si muoveva, non emetteva suono, era lì e basta, ad infettare quel piccolo pezzo di città, di mondo, con la sua presenza.
  Sollevò la spada. Proprio così, ammazzarlo era la cosa giusta.
  - Tuuuu... mangi? -
  L’immagine evocata da quella domanda fu talmente ributtante da bloccare la mano di Okumi.
  - Mangiarti? Non ci penso neanche. -
  - Non mangi? Ucciiiidi? -
  - La tua anima verrà purificata e mandata alla Soul Society. Mi pare molto meglio che rimanere un mostro che mangia essere umani per vivere. -
  - Vivere... Siiiì... Mangio. Mangio. Vivo. Ucciiiidi... Iiiiiih... No. Mangia. Vivi. -
  Il braccio di Okumi si irrigidì. La lama della Zanpakuto tremava per la forza con quale veniva stretta l’arma.
  - Mi stai dicendo... di mangiarti? Tu vuoi essere mangiato? - poco più di un sussurro.
  - Uccide... Non vive. Maaaangia... Vive. Mangio. Vivo. Mangio. Vivo. Mangio. Vivo. Fameeee... Ho-o-o fameeee... -
  Quell’assurda cantilena continuò, come se l’Hollow non facesse più caso a quello che aveva intorno.
  Okumi serrò i denti. La Zanpakuto si abbassò e venne rinfoderata con un gesto secco.
  Jukunemu osservò la sua allieva venire fuori dal cratere con passo lento.
  - Non gli dai il colpo di grazia? -
  Lo sguardo che ricevette era di per sé una risposta più che sufficiente. Gli occhi di Okumi erano indecifrabili, schermati da un’espressione dura.
  - Non voglio. -
  - Ti fa pena? -
  - Per nulla. -
  Il dio della morte si voltò.
  - Bene. Per un secondo ho pensato che stessi per chiedere anche a me di non farlo. -
  - Uhm. Che avresti fatto in quel caso? -
  - Che pensi? Ti avrei dato una bella botta in testa. Sono uno Shinigami. Finire gli Hollow è parte del mio lavoro. -
  Mentre Jukunemu balzava giù nel cratere, Okumi distolse gli occhi. Non lo fece perché non voleva vedere, fu senza volerlo, in maniera pensierosa. Ciò che stava per accadere non la riguardava più.
  Sono uno Shinigami. Finire gli Hollow è parte del mio lavoro.
  Finire. Non purificare, che sarebbe stato il termine più adeguato. Probabilmente l’aveva fatto apposta, a dire invece così. Voleva che lei venisse a patti con quel lato del loro compito.
  Ma aveva frainteso.
  Okumi sfiorò con la punta delle dita il fodero della propria Zanpakuto. Chissà cosa ne pensava lo spirito. Stava osservando? Era certa di sì. Sperava di sì.
  Credo di aver capito.
  D’un tratto, bruciava dalla voglia di incontrare di nuovo la donna che risiedeva nell’arma. Incredibile come solo un giorno prima avesse storto il naso a quella prospettiva.
  Credo di aver capito cosa vuoi da me.





































 

 
  Angolo Autrice
 
  ...e accadde che il caldo e l’ozio mi fiaccarono la voglia di scrivere come mai prima.
  Certo, bisogna dire che non ho nemmeno portato un capitolo molto intenso. Si tratta di un altro caso di spezzamento. Mentre io mi scervellavo per finire una parte lunghissima, che si è strascinata per tutto questo tempo, ho trovato il coraggio di dividere il tutto.
  Per chi si stesse preoccupando, sappia che ho già un pezzo non indifferente del prossimo capitolo pronto, e la mia ispirazione è tornata più pimpante che mai (la sentite? La sentite arrivare? È una nuova introspezione di Okumi!). Anche se a questo punto meglio che io non faccia promesse sui futuri aggiornamenti. Qui ci si impegna, sì, ma alla fine la dura verità della scrittura amatoriale è che se uno c’ha voglia di scrivere, scrive, se no nisba.
  By the way, se lì fuori c’è ancora qualcuno che credeva nel ritorno di SNK Shingeki no Kyojin LOL mi faccia sapere cosa ne pensa del capitolo c:
  Salutoni,
 
  Anukis
 
  PS Ve l’avevo già detto che Daisuke è il mio personaggio preferito della storia? Beh, ho da poco scoperto che il doppiatore di Ulquiorra, mio indiscusso ammmmore di Bleach alla pari con Byakuya, si chiama Namikawa Daisuke. Coincidenze? Noi robertogiacobbi crediamo di no.
 
  PPS Mi è venuta la brillante idea - un plauso al genio - di inserire nelle schede dei personaggi il link alla loro theme music su YouTube. Così, giusto perché mi era venuto il dubbio che pochi andassero davvero a cercarsele ed ascoltarle. Neanche TU, sì, proprio TU, lo hai fatto, ammettilo! Io ci terrei abbastanza, perché oltre a dare quello che ritengo un punto di vista musicale sul carattere del personaggio, nella maggioranza dei casi sono canzoni di artisti sconosciuti, ma che io adoro, quindi magari potrebbe essere una buona occasione per voi per scoprire qualcosa di nuovo  :)




 
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