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Autore: Mostridentrome    29/08/2017    0 recensioni
Come sarebbe il libro più famoso della storia italiana se Manzoni avesse ceduto al romanticismo invece che limitarsi ad un romanzo storico? Come sarebbe cambiato questa opera inestimabile sotto le più forti sferzate del dramma e del'amore? Come sarebbero stati I Promessi Sposi? Ecco a voi il Libro in una versione diversa (certo meno bella e neppure paragonabile all'originale) per far gustare anche ai più esigenti questa bellissima storia!
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucia Mondella, Renzo Tramaglino
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Non-con
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Il giorno era appena nato, e il sole stava lentamente sollevando le sue lenzuola di tenebre all'orizzonte, levandosi dall'infinito letto del mare per risplendere, costante e meraviglioso, nel cielo. L'aria era lievemente pungente, come giusto sia in un pigro Novembre lombardo. Lucia attendeva all'entrata dell'orto di casa sua, avvolta in un pesante scialle di lana, che le copriva le spalle magre e forti. Non v'era nessuno per strada, probabilmente perché ancora troppo presto per andare a lavorare. Presto si sarebbe svegliata anche sua madre Agnese e, dopo non molto, sarebbero sopraggiunte anche le sue amiche, zelanti di vestirla, di porle domande e di ammirarla nella sua grazia e timore d'esser sposa. Ma lei si era buttata giù dal letto prima di tutto questo per una sola cosa: il suo amore, Renzo, che aveva promesso di passare a trovarla prima dei fatti del gran giorno. Buttarsi giù dal letto è una parolona: non aveva chiuso occhio per tutta la notte, in verità. Mille dubbi l'avevano tormentata: come sarebbe stato esser sposa? Ne sarebbe stata all'altezza? Inoltre il suo pensiero, benché allenato ad esser puro e casto, correva costantemente alla prima notte di nozze, di cui tante sue amiche avevano spesso fatto riferimento tra risatine e mistero. Lei diventava rossa al solo pensiero di lei e Renzo sdraiati vicini, nello stesso letto... E infine v'era stato un'altro pensiero, un pensiero cupo e tenebroso che non aveva rivelato a nessun'altro che al suo confessore di fiducia, ovvero padre Cristoforo. Un rumore di passi in lontananza la fece riportare alla realtà: era Renzo che, allegro anche se visibilmente insonnolito, s'avanzava in fretta. Lucia ricordò quando, lo scorso Dicembre, le aveva proposto di sposarla inginocchiato sulla neve, come un bambino che gioca con una sua coetanea ad un gioco più grande di lui. E lei, ingenuamente, aveva detto si, proprio come una bambina. Poi fino a primavera s'erano parlati molto, si erano amati con gli occhi e col cuore, erano stati sempre insieme, e all'inizio dell'estate lui si era nuovamente inginocchiato davanti a lei, però con questa volta stretto in mano un anello d'argento, che aveva sancito pubblicamente e una volta per tutte quella promessa fatta nella neve mesi prima. Lui arrivò davanti a lei, e ne osservò ammirato i tratti: la pelle pallida e delicata come la porcellana più fine, il viso ovale e angelico, con quelle labbra rosso sangue, gli occhi azzurri e profondi, velati e resi ancora più preziosi da un'accesa spiritualità, i capelli neri come le ali delle gazze ladre, intrecciati frettolosamente in una spettinata treccia. Lucia lo salutò per prima - buongiorno Renzo - sorrise timidamente. Lui in tutta risposta la abbracciò stretta, schiacciando il suo forte petto sui seni tondi e prosperosi di lei. Lucia ebbe un'attimo di esitazione, poi gli gettò le braccia al collo. Rimasero così per pochi, infiniti secondi, gustando la loro felicità come una caramella dolce, che si succhia poco a poco. Poi Renzo sciolse Lucia da quell'abbraccio e, sempre tenendole la stretta vita con le mani, la guardò in viso -Lucia, amore mio, siete bellissima! - sussurrò. E aveva ragione. Brillava nel suo candore, e il leggero turbamento che spesso si vede nelle spose le accresceva quella modesta e quotidiana bellezza, che nonostante fosse incrostata dalla povertà e dalla miseria, spendeva potente. Lucia arrossì al complimento dello sposo - siete esagerato, Renzo. Chissà che occhi neri devo avere, non ho dormito per tutta la notte...- Renzo le baciò le palpebre, sussurrando - siete pefetta, e siete mia, Lucia. Che ho fatto io per meritare l'onore di avervi solo per me? -. Lei lo guardò maliziosa -non sono ancora vostra - - lo sarete presto. Dopo essermi preparato, andrò subito a casa di don Abbondio e gli chiederò l'ora di andare in chiesa. Non posso più aspettare, non vedo l'ora di esser legato per sempre a voi, amore - disse frenetico Renzo - neppure io ho dormito molto questa notte,Lucia! Continuavo a pensare a noi, al nostro futuro insieme, alla nostra casa, ai nostri figli... - e qui le guance del giovane divennero un po' più rosee, mentre quelle di Lucia sprofondarono nel rosso più assoluto. Renzo se ne accorse e non poté far altro che sorridere e accarezzarle la guancia - anche tu hai pensato a questo, vero? Voglio avere tanti bambini, Lucia. Sarai una madre perfetta, una sposa perfetta... Dio, è tutto perfetto! - continuò euforico lui. Ma a quei progetti sul futuro, quell'implicito e lontanamente presente parlare di sesso e amor carnale, fece scendere su Lucia un'ombra terribile, che si impadronì del suo volto, spegnendone lo splendore. - tutto bene, amore? - chiese Renzo, a cui non sfuggì il cambiamento della sposa -niente- sussurró evasivamente Lucia, distogliendo lo sguardo dal promesso - sono nervosa, ecco tutto. Un così grande cambiamento... tutti questi progetti sul futuro...-. Lui le prese gentilmente il mento tra le dita e fece voltare quel vasetto angelico verso il suo - e non ne siete felice? - chiese, sorridendo. Lucia rispose con un candido sorriso - come potete chiedermelo, Renzo? Certo che sono felice! Credo che questo sarà il giorno più felice della mia vita! Oh Renzo... staremo finalmente insieme... - - sempre- concordò il giovane. Una voce si levò dalla casa alle loro spalle. -Lucia! Lucia! Dov'è la nostra sposina? - chiamava Agnese. - Devo andare. Presto verranno le amiche a prepararmi - si scusò la ragazza, voltandosi per correre subito dentro casa, onde non farsi trovare dalla madre a chiaccherar così presto con il promesso sposo. Ma Renzo la afferrò con decisione per un polso e con dolcezza la attirò a sé, e si fiondò ad occhi chiusi sulle labbra rosse e succose. Lucia emise un piccolo gemito di protesta, guardandosi intorno con gli enormi occhi azzurri vigili e aperti, per controllare non arrivasse nessun spione ad osservarli. Renzo le infilò la lingua oltre i denti, esplorandole la bocca in un bacio profondo e, a suo modo, tremendamente sensuale. Era la prima volta che lo faceva, e Lucia sentì un temuto fuoco bruciarle dentro. Chiuse gli occhi, vinta da tanta passione, si lasciò spingere dal giovane sulla parete del muro dell'orto alle loro spalle. Lui allungò le mani, toccandole con riverenza il fianco, per poi scendere e soffermarsi sulle gambe leggermente aperte, ossute e lunghe sotto la pudica gonna bianca. Poi si staccò d'impatto da lei, cosciente di essere andato troppo oltre. Lucia aprì di scatto gli occhi e lo fissò terrorizzata. Era ancora più bella di prima: i capelli nerissimi scompigliati, le guance rosse oltre ogni dire e le labbra lucide. Renzo le diede un bacio sulla fronte e, imbarazzato da quel bacio così focoso, le si allontanò dicendole - vi amo! -, quasi correndo via da quella pudica tentazione. Lucia sorrise scoinvolta e, piena di quel fuoco sconosciuto, andò verso casa sua, pronta ad essere accolta nelle braccia della madre.
   
 
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