UN SORRISO TRA LE LACRIME

L'anima dannata si muoveva in silenzio.

Aveva perso.

Era stato sconfitto.

Era morto.

Ucciso, dal suo stesso fratello.

Certo, anche lui era morto, ma suo fratello possedeva qualcosa che lui non avrebbe mai posseduto.

Degli amici.

Quegli stessi amici che l'avrebbero presto fatto riportare in vita.

Lui non aveva amici, non più.

Un tempo, lui e Vegeta, il principe dei sayan, lo erano, ma poi, era finiti sotto il controllo di Freezer.

Non esistevano amici in quella fredda dimora.

Esistevi solo tu.

Dovevi cavartela da solo, fidarti solo di te stesso, non dare nell'occhio e stare sempre in guardia, altrimenti, qualcuno ti avrebbe ucciso.

Vegeta si era abituato alla svelta, e anche molto bene, a questo nuovo stile di vita ma lui no.

Lui odiava la solitudine.

Voleva qualcuno di cui fidarsi e con cui parlare, senza paura di dover rivelare qualcosa di troppo...

Era per questo che era partito in cerca del fratello minore.

Avrebbero parlato, si sarebbero allenati insieme e, soprattutto, avrebbe trovato qualcuno che lo amasse.

Ma quando era arrivato sulla Terra, il suo splendido progetto si era rotto come un bicchiere caduto.

Suo fratello era morto.

Si era trovato davanti uno sconosciuto con il volto di suo padre, vestito come un terrestre, senza coda, con un altro nome...

Goku...

Quel Goku aveva ucciso suo fratello...

Un altro colpo basso della vita.

Goku li aveva uccisi entrambi, lui e suo fratello, ma non gli importava.

Ormai, la vita aveva distrutto l'unica cosa che l'aveva tenuto in vita per tutto quel tempo.

Sapeva già che suo fratello, una volta tornato in vita, si sarebbe dimenticato di lui.

Sarebbe vissuto felice, circondato dai suoi amici e dalla sua famiglia.

Sarebbe vissuto felice perché lui era morto.

Lui, invece, sarebbe stato da solo per l'eternità...

D'altronde, era sempre stato così...

“Radish...”

L'anima si voltò, confusa e stupita.

Aveva riconosciuto quella voce, ma non poteva essere...

Lei non poteva trovarsi lì...

E, invece, era proprio lei.

Non poteva certo scordarsi i suoi capelli lunghi fino alle spalle, i grandi occhi luminosi e quel sorriso gentile.

Cosa ci faceva lei in quel brutto posto?

Solo le persone cattive e dannate come lui si trovavano lì... e lei, invece, era tanto buona...

Aveva paura, in quanto temeva che lei fosse lì per punirlo.

Lei, però, inaspettatamente, s'inginocchiò e aprì le braccia.

L'anima non sapeva cosa fare.

Voleva... voleva sul serio perdonarlo e abbracciarlo?

Lui... lui era stato tanto cattivo...

“Vieni qui...” gli disse dolcemente e sorridendo “Cucciolo mio...”

L'anima non ce la fece più.

Corse verso di lei, piangendo.

Mentre correva, però, gli sembrò di tornare bambino.

Un bambino puro e innocente... ecco chi era stato prima dell'arrivo di Freezer...

Mentre correva, gridava il suo nome.

“Mamma!”

Quel nome... era da tanto che non lo pronunciava... Freezer e gli altri l'avrebbero preso in giro, dandogli della femminuccia... come gli era mancata, quella calda e morbida parola...

“Mamma!”

Piangeva... ma non erano lacrime di dolore... non lo erano più... erano lacrime di gioia... di speranza... ora che lei era lì, non aveva più paura... non era più triste... non era più solo...

Il contatto fu caldo e improvviso.

Come gli erano mancati i suoi abbracci... così caldi... così sicuri... vicino a lei non aveva più paura...

“Mamma...”

Un semplice sussurro.

La voce roca per il pianto.

La sua mano morbida gli accarezzava i lunghi capelli...

Sorrise tra le lacrime.

Lei era lì, con lui.

E non sarebbero mai più stati divisi.