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Autore: Kalam    31/08/2017    0 recensioni
Attenzione, spoiler degli eventi narrati nel manga, e presenza di tanti OC (soprattutto demoni antichi)
Sono passati mille anni dalla vittoria di Zatch nella battaglia per decidere il re dei demoni, e ora la tradizione vuole che un'altra battaglia venga combattuta per proclamare l'erede al trono. Tuttavia, eventi disastrosi impediscono l'inizio dello scontro e minacciano di causare la distruzione del Makai. Come reagiranno i vari demoni a questa catastrofe che sembra segnare la fine della loro storia?
P.S. Potrà sembrare una raccolta di storie separate all'inizio, ma ho intenzione di far convergere le varie trame piano piano
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Makai, 1000 anni dopo la battaglia tra demoni vinta da Zatch
Il cielo era nero come la pece, nemmeno un sottilissimo raggio di luce riusciva a superare la fitta coltre di nuvole che si era creata sopra la terraferma.
Nella foresta, poi, l’ombra delle piante rendeva completamente inutile la vista, costringendo Brago a dover contare solo sulla propria capacità di percepire le presenze intorno a lui.
Era un periodo in cui conveniva stare all’erta in ogni situazione. Il minimo ronzio provocato da una zanzara o il fruscio dei cespugli o i rametti che si spezzavano al suo passaggio gli provocavano sempre un sussulto.
Erano passate settimane dal giorno in cui Brago si era rifugiato nella foresta, per nascondere la sua presenza a eventuali nemici, e nessuno si era mai avvicinato; effettivamente, era un posto molto pericoloso a causa della limitata visibilità che poteva essere fatale in un incontro con un demone intelligente in grado di tendere imboscate.
Tuttavia, quel giorno, tra le foglie degli alberi e dei cespugli una fioca luce passava e illuminava l’ambiente. “Sembra che qualcuno abbia acceso un fuoco. Chi sarebbe così stolto da rivelare così la propria posizione in un luogo come questo?”.
Brago esitò. Incontrare demoni impazziti, frustrati per ciò che la sorte aveva riservato a questo mondo, non era più così raro; “ma soprattutto” pensò “ormai i demoni rimasti sono molto forti, potrei incontrare qualcuno più abile di me. Tuttavia, se spreco questa occasione la prossima volta potrebbero essere loro ad attaccarmi a sorpresa. È ora di tornare a combattere come si deve”.
Si tolse la pelliccia, che sarebbe solo stata d’intralcio, rimanendo a torso nudo, e iniziò a concentrarsi per nullificare la sua presenza ai sensi dei demoni. Si avvicinò, evitando di fare qualsiasi rumore, e sporse la testa da un cespuglio per osservare il luogo da cui proveniva la luce.
Due demoni sedevano in mezzo a una radura. Uno, piccolo, dai capelli arancioni, alimentava il fuoco dalle sue mani con il suo potere. L’altro, molto più grande, stava di guardia osservando i dintorni. Quest’ultimo aveva un aspetto familiare: era molto alto, aveva lunghi capelli neri che ricadevano sulle spalle e sulla schiena e una coppia di enormi ali che stagliavano una lunga ombra su un lato della foresta. Indossava solo dei larghi pantaloni neri, in gran parte strappati, e il torace lasciava intravedere ferite ancora fresche che segnavano quasi completamente suo il fianco sinistro, quello che Brago riusciva a vedere.
“Rodeaux, e anche l’altro deve essere uno scagnozzo di Faudo. Sono forti, devo sfruttare l’effetto sorpresa; inoltre non posso attaccare in modo troppo appariscente, o attirerò altri demoni”
Fu velocissimo. Aumentò la gravità sul demone dai capelli arancioni, scattò e prima che se ne potesse accorgere, afferrò Rodeaux per la testa e schiacciò il suo volto contro il fuoco, aumentando anche la gravità sulle sue ali per evitare che potesse tentare qualche attacco con quelle che erano di fatto le sue armi principali. Attese che il demone alato smettesse di divincolarsi e quando lo lasciò, la sua faccia era completamente carbonizzata.
Nel frattempo, il piccolo demone del fuoco stava tentando di rialzarsi. “In effetti, non ho usato molto del mio potere, se non lo uccido adesso potrebbe riuscire a contrastare la mia gravità”. Brago in un salto fu sopra di lui, posò la mano sul suo cuore e sparò una palla di gravità che schiacciò completamente la cassa toracica, bucando cuore e polmoni in un esplosione di sangue che coprì lo stesso Brago.
Si alzò in piedi lentamente e osservò i due cadaveri, ripensando a ciò che aveva appena compiuto e biasimandoli della loro imprudenza.
Si accorse di un’altra presenza nella radura e si mise subito in guardia. Riconobbe un altro volto familiare, ma stavolta non aveva da preoccuparsi. “Credevo di essere stato abbastanza schietto e silenzioso, ma a quanto pare qualcuno mi ha notato”.
“Brago, sai perché sono qui. Vuoi continuare a vivere in questa foresta, rimanendo schiavo di questa situazione? Non vuoi cambiare le cose?”
“No, non voglio vivere in questa foresta per sempre, ma quando uscirò, non sarà per aiutare voi, ma per aiutare me stesso. Avete già dimostrato la vostra incompetenza, non credo vogliate perdere la vostra vita oltre al potere che avete già perso.”
“Brago, non ce la farai da so…”
“Inoltre, se non ricordo male, la colpa di questa situazione è da imputare soprattutto a te. Non hai saputo controllare le ambizioni del tuo clan e non sei riuscito neanche ad avvisare Zatch prima che i tuoi parenti distruggessero tutto e uccidessero milioni di demoni. A quest’ora avresti molti più alleati, non ci sarebbe neanche bisogno di scomodarsi e chiedere aiuto a me”
“Riconosco le mie colpe, ed è proprio per questo che mi sto impegnando per cercare alleati. Ho deluso Zatch abbastanza, ora devo assumermi le mie responsabilità”
“Belle parole, belle intenzioni, ma non combatterò per voi”
“Porti rancore per la vittoria di Zatch nella battaglia?”
“Assolutamente no. Mi ha sconfitto in modo onesto e si è meritato la corona, ma non ha capito che un re non può essere sempre gentile e quando l’ha scoperto era ormai troppo tardi”
“Brago, ti ripeto, non puoi sconfiggere tutti da solo. Qui ci sono di mezzo alcuni dei demoni più forti mai esistiti”
“Lo so benissimo” Brago sorrise “ed è proprio per questo che combatterò da solo. Mostrerò al mondo che io faccio parte dei demoni più forti”
“Stai rendendo tutto più difficile”
“Più difficile? Pensi davvero che la situazione possa peggiorare? I DRAGHI si sono ribellati. Dovresti conoscerli bene, Ashuron, dato che sono tuoi parenti. Non c’è nessuno in tutto l’universo che può fermare forze come quelle, e a dirla tutta preferisco morire combattendo da solo contro uno di loro piuttosto che sacrificarmi per un re che non è mai riuscito a imporre le proprie decisioni. Zatch ha cercato sempre di non fare torti a nessuno nel suo regno, ma questo gli ha causato non pochi problemi; è diventato troppo accomodante, una marionetta nelle mani del suo popolo. Si è fidato di te per tenere a bada il clan dei draghi, e tu non sei riuscito a evitare la catastrofe. Certo, forse non sarà tutta colpa tua o tutta colpa di Zatch, ma resta il fatto che non vi aiuterò. Non siete degni di avermi come alleato”.
“Rimpiangerai questa scelta quando ti troverai contro uno di loro” rispose Ashuron
“Non credo proprio. Ne riparleremo quando ti porterò la testa di qualche tuo zio”
“Addio, Brago”. Ashuron si girò e si alzò in volo facendo ondeggiare l’intera foresta per le correnti d’aria. Brago si sedette e iniziò a riflettere. Ashuron non era malvagio, probabilmente era l’unico drago ad aver mantenuto un barlume di sanità mentale. Aveva sempre sostenuto Zatch, sin dalla battaglia contro Clear Note per decidere il re dei demoni, ma aveva commesso gravi errori nella gestione del suo clan, permettendo che avvenisse la rivolta e di fatto condannando questo mondo allo stato attuale. Nessun segno di civilizzazione, demoni disperati e frustrati che si ammazzavano tra di loro per il solo gusto di farlo, come se ci fosse in palio la corona di un mondo di cenere e nebbia.
Sullo sfondo, la causa di tutto questo, i draghi, svolazzavano per i cieli portando distruzione ovunque, riducendo a nulla tutto ciò che la civiltà dei demoni era riuscita a creare in 5000 anni di storia. Si rammaricò per il tragico destino che era toccato a questo mondo e pensò a quello parallelo, quello degli umani.
Considerando la vita media degli uomini, Sherry Balmont, la padrona del suo libro, era sicuramente già morta, ma si chiese a che livello fosse la tecnologia, immaginò i passi da gigante che l’uomo avrebbe potuto fare in mille anni: città sulla Luna, grattacieli, teletrasporto. Poi si guardò intorno ritornando alla cruda realtà del Makai, un mondo in rovina che stava giungendo al termine della sua storia, e sperò per un attimo di tornare indietro nel tempo, nel periodo in cui combatteva a fianco di Sherry per la corona. Quei mesi lo avevano fatto crescere moltissimo; al di là della sconfitta finale, aveva ancora l’ingenua speranza che Zatch fosse il re perfetto.
Sospirò, ricordando quei momenti, andò a cercare la pelliccia e tornò nella foresta, ricominciando a vivere come aveva fatto da settimane a questa parte, coltivando in cuor suo una nuova ingenua speranza: quella di salvare questo mondo.
   
 
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