Libri > Sherlock Holmes
Ricorda la storia  |      
Autore: Atenah    31/08/2017    0 recensioni
SPOILER PER IL SEDICESIMO LIBRO DELLA SERIE "SHERLOCK, LUPIN E IO - LA MASCHERA DELL'ASSASSINO".
Mila ha ricevuto due lettere anonime contenenti riferimenti ad un certo Godfrey Norton e ad un racconto del dottor Watson intitolato "Uno scandalo in Boemia"... Naturalmente vuole sapere la verità.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Irene Adler, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Per l’ennesima volta mi rigirai nel letto. Erano passati tre giorni da quando eravamo tornati da Torquay ed erano esattamente tre notti che non riuscivo a dormire. “Mila, non farti condizionare da queste sciocchezze.” mi tornò in mente la frase uscita dalla bocca di Billy, quando avevo aperto quella strana busta anonima. La seconda busta anonima. In un certo senso gli avevo dato ragione e avevo cercato di ignorare la nube scura dentro di me meglio che potevo. Però non era possibile che non riuscissi a chiuder occhio già per la terza notte di fila! Dovevo parlarne con Irene. Semplicemente dovevo, mi dissi. Dovevo ascoltare ciò che mi suggeriva il mio istinto.
Appena misi un piede fuori dalla mia camera il mio sguardo si posò sull’orologio a pendolo nel corridoio. Erano quasi le undici. Sulle prime pensai che fosse inappropriato parlare con la mia madre adottiva a quest’ora, ma poi scorsi la luce che proveniva dal soggiorno in fondo alle scale e ripresi coraggio.
A pieni nudi e con addosso solo una leggera camicia da notte bianca, scesi i gradini cercando di non fare troppo rumore.
Abbassai la maniglia della porta e sbirciai dentro alla stanza prima di entrare. Sospirai internamente quando vidi che c’era solo Irene.
“Mila! Ma cosa ci fai in piedi ancora a quest’ora? Non ti senti bene?” mi chiese quando mi vide, alzandosi dalla poltrona.
“Mamma io… ti devo chiede una cosa.” bisbigliai alzando lo sguardo, Irene venne verso di me: “Cosa? Dimmi.”.
“È tutto a posto?” disse a quel punto Sherlock entrando dalla parte della sala da pranzo, che era collegata al soggiorno. Oh no! Pensai, avevo sperato di stare da sola con mia madre. Ma ormai era troppo tardi, mi dissi e poi nelle lettere anonime veniva citato anche Holmes.
“Ecco io… ho… io ho…” cercai di un cominciare, ma non riuscii. Presi un respiro profondo e tirai fuori le due lettere che fin ora avevo tenute nascoste dietro alla schiena. Le passai a Irene: “Volevo chiederti se sai qualcosa di queste.” dissi a bruciapelo prendendo fiato.
Mia madre tirò fuori il contenuto dalle buste. La vidi sobbalzare leggermente, poi alzò lo sguardo verso Sherlock. Il quale si avvicinò a lei per osservare i vari fogli di carta.
“Mila da dove le hai prese queste cose?” mi chiese Irene e potei percepire un fremito nella sua voce.
“Non le ho prese… mi sono state consegnate. La prima quando siamo andate a mangiare fish and chips, in quel giorno di pioggia prima di partire per Torquay. La seconda al Grand Hotel in villeggiatura.” dissi.
Irene prese un respiro: “Allora ho paura che ti dovrò raccontare tutto.” mi disse. Io mi sedetti su una delle tre poltrone, imitata da Sherlock e mia madre.
“Queste lettere provengo dal braccio destro di un uomo: Godfrey Norton. Riconosco la scrittura sporca. Il nome del signor Norton non ti dirà niente, dato che non hai letto tutti i racconti del dottor Watson, tra cui anche uno intitolato “Uno scandalo in Boemia”.” incominciò lei.
“Me l’ha raccontato Billy.” dissi allora e abbassai lo sguardo come se stessi ammettendo di aver fatto una cosa proibita.
“Allora sai che Godfrey Norton era un avvocato che sposai in fretta e furia in una chiesa, con come testimone Sherlock. Beh il fatto è che i racconti del dottor Watson sono spesso un po’ romanzati e non è andata veramente così. Godfrey Norton non era il vero nome di quell’uomo e non era nemmeno un avvocato. Era un criminale e ricattatore dei più terribili mai esistiti e quando venne a conoscenza del fatto che io possedevo una foto che mi ritraeva insieme a re di Boemia, ha pensato di ricattare la casata degli Ormstein attraverso me. Per fare in modo che stessi zitta, minacciò di rivelare il fatto che io fossi la figlia dell’ex re di Boemia a Wilhelm Gottsreich Sigismond von Ormstein l’attuale erede della Corona Boema. Così fui obbligata a seguire i suoi ordini e fare sembrare che lui fosse il mio cospiratore segreto. Io però andai da Sherlock per chiedere il suo aiuto.” continuò Irene e si voltò verso Holmes.
“Lui mi aiutò e mi rendo conto di non averlo mai ringraziato per questo. Godfrey Norton iniziò a prendere sul serio la relazione con me che mi aveva imposto e mi obbligò a sposarlo. Grazie a Sherlock però il prete che era nella chiesa non era altro che un suo conoscente travestito e così il matrimonio non risultò valido. Quando il mio “marito” lo scoprì andò su tutte le furie e minacciò di uccidermi, ancora una volta Sherlock è intervenuto e per salvarmi… ecco… ha dovuto uccidere quell’uomo. Io non ti ho raccontato mai niente di tutto questo perché non volevo spaventarti con la mia vecchia vita travagliata e perché non volevo che ti facessi strane idee su Sherlock, perché come ti ho detto ha dovuto togliere la vita a Godfrey Norton solo perché non c’erano altre possibilità. Probabilmente il suo braccio destro voleva avere una vendetta e per questo ti ha fatto avere questi fogli.” concluse infine.
Io ci misi un attimo per registrare tutte le informazioni che avevo ricevuto. “Quindi tu e Sherlock vi eravate già rivisti prima che venissimo a Londra per chiedere il suo aiuto per salvare Asia e tutto il vostro battibecchi era solo una messa in scena.” dissi, senza per alcun tono di rimprovero, Irene annuì: “Si in parte. Però avevamo anche molte cose da discutere.” mi disse e poi mi riporse le due lettere.
Io le osservai per un attimo e poi mi alzai e buttai le buste dentro al fuoco del caminetto: “Non sono arrabbiata con te mamma.” dissi voltandomi verso di lei e notai con sorpresa che era vero.
Irene si alzò e mi abbracciò forte prima di darmi un baciò sui capelli: “Buona notte Mila.” mi disse e io mi avviai verso la porta.
Salii le scale, ma poi mi sedetti sull’ultimo gradino per riflettere un attimo. Avevo lasciato la porta del soggiorno un po’ aperta e così potei vedere Irene andare incontro a Sherlock che le passò le sue lunghe dita affusolate sullo zigomo, prima di posare le mani sui suoi fianchi. Anche Irene gli si avvicinò appoggiando i polsi sulle sue spalle. Mi ricordai della frase dentro a una delle due lettere anonime quando Holmes si chinò su mia madre, sfiorando con le labbra la sua fronte.
"Per Sherlock Holmes rimase sempre la donna per eccellenza”
Mi venne da sorridere.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Sherlock Holmes / Vai alla pagina dell'autore: Atenah