Distillati
di sole ― Pura è la bellezza che sboccia
nell'oscurità
A |
da Vessalius compie nove anni all’alba di una calda giornata di sole.
L’estate è alle porte ― cambiano i tessuti, i tendaggi ondeggiano alla brezza mattutina e il riposo pomeridiano diventa presto un’oziosa routine. Il sole risplende sempre più forte in cielo, come una perla iridescente in acque basse e limpide, ma tutto ciò che può ricordarle è un sorriso dal passato.
Ada saltella fuori dal letto, sorridendo e arrossendo e ringraziando la servitù che nell’incrociarla le rivolgere i migliori degli auguri. Nove anni non si compiono tutti i giorni, che possa viverne altri cento.
Arrivano lettere, molte lettere, durante lo spuntino e Ada le apre tutte, una a una, leggendole ad alta voce. I toni sono cordiali e ripetitivi, freddi è il commento di zio Oscar che le sorride da sopra un panetto all’uvetta, ma dai gusti estremamente raffinati. E promettenti. I Vessalius hanno molte aspettative di cui tener conto, ora.
Solo la missiva dal ducato Nightray cela un sottile distacco a cui Ada dedica più d’uno sguardo, cercando una firma sghemba che non c’è, ma nel profondo ancora spera che qualche cocchio scompigli il selciato e il campanello squilli, permettendo a Gil e Oz di fare capolino dallo stipite all’ingresso e regalarle un compleanno felice.
Quando cala la sera, il conto ammonta a innumerevoli missive da parenti lontani e qualche bacio rugoso di dame annoiate. Miss Kate le abbona mezz’ora scarna di coprifuoco e Ada si rifugia nelle sue stanze, sistemando il cappello nella nuova cappelliera e inscenando un
teatrino nella sua casa delle bambole.
All’improvviso un bussare delicato alla porta fa calare il sipario e la bimba si volta di colpo, sorpresa. Ma è solo zio Oscar. Non può non darle la buonanotte con un po’ di anticipo e rubare tempo al tempo, dopotutto. Ada si siede sulle sue ginocchia.
La conversazione non
verte su nessun tema in particolare; improvvisano storie e ridacchiano dei copricapi pacchiani degli ospiti del pomeriggio, lasciando rimorsi e attese fuori dalla porta.
Oz non
verrà, glielo dice prima di
lasciarle un bacio esitante sulla guancia e congedarsi, ma Ada non
capisce.
«L’accademia
Lutwidge è molto prestigiosa
e impegnativa» è l’unica spiegazione che
riceve, «E il nostro caro Oz si sta
impegnando al massimo.»
«Il
fratellone studia molto?»
«Oh,
sì. Tantissimo, tutti i giorni.»
Ada ci riflette un
po’ su. «Forse si
divertiva di più a studiare con miss Kate e me.»
Dalla sponda del letto zio Oscar le regala un sorriso triste. «Temo di sì. E ora a nanna,
festeggiata.»
Non ci mette molto. Le cameriere sbattono fuori il suo tutore con bonaria condiscendenza e la preparano per la notte, rimboccandole le coperte e porgendole il suo nuovo peluche. Ada chiede
loro di lasciare la portafinestra appena socchiusa, perché la brezza notturna è gentile e la ristora dagli ultimi residui d’afa che aleggiano durante il giorno — nella speranza che Oz e Gil ne combinino un’altra delle loro e infrangano le regole per farle visita, quando la luna è nel suo punto più alto e i sogni s’avverano.
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parole ]
→ note
dell’autrice.
Chi non muore si
rivede, salve! Già, avevo promesso un aggiornamento a
settimana, ma come potete
ben vedere ho già sforato di altrettanto tempo. Eh, quando
la vita ci si mette di
mezzo... Tra patente, test d’ingresso
all’università e faccende domestiche la
stanchezza è davvero tanta e la voglia di scrivere barra
aggiornare sempre
meno, ma oggi che ho avuto (finalmente!) un’oretta di pausa
mi sono concessa di
sistemare questo capitolo e dunque questa raccolta. ♥ Spero questo pezzo sia
stato di vostro gradimento; personalmente sono del
parere che Gil, di tanto in tanto, facesse una capatina da Ada
– in segreto, di
notte magari – per accertarsi che stesse bene e passare del
tempo con lei. Sarebbe
carino e piuttosto premuroso da parte sua, non trovate? Fatemi sapere
cosa ne
pensate nei commenti, sempre apprezzati, e non abbiatene a male se gli
aggiornamenti si fanno sconnessi e saltuari! Cercherò
comunque di essere più
costante, lo giuro.