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Autore: lunatique    31/08/2017    0 recensioni
Unmei no akai ito – il filo rosso del destino – è una leggenda popolare cinese secondo la quale ogni persona porta sin dalla nascita un invisibile filo rosso legato al mignolo della sinistra che lo tiene ben saldo alla propria anima gemella.
Simone era sicuro che se mai avesse avuto anche lui questo filo rosso legato al mignolo della sinistra, l’altro capo sarebbe stato attorcigliato alla sinistra di Olivia perché altrimenti non se lo spiegava.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il filo rosso del destino


Unmei no akai ito – il filo rosso del destino – è una leggenda popolare cinese secondo la quale ogni persona porta sin dalla nascita un invisibile filo rosso legato al mignolo della sinistra che lo tiene ben saldo alla propria anima gemella.
Simone era sicuro che se mai avesse avuto anche lui questo filo rosso legato al mignolo della sinistra, l’altro capo sarebbe stato attorcigliato alla sinistra di Olivia perché altrimenti non se lo spiegava.
Non si spiegava come aveva fatto a capirlo così bene in così poco tempo. La loro era una nuova amicizia che sapeva di quelle consumate. La mattina quando si vedevano gli scompigliava i capelli scuri che erano già in disordine con un gesto che aveva un nonsoché di materno e lo guardava sempre negli occhi prima di parlare.
Olivia aveva gli occhi dello stesso colore delle olive nere, ironicamente, che sembravano aver visto troppo per una diciassettenne e contribuivano ad aumentare la distanza tra loro, anche se si passavano solo due anni – «un anno e sette mesi» ci teneva a precisare Simone –.
Olivia doveva essere per forza l’altro capo del filo rosso della sua sinistra perché altrimenti non se lo spiegava. Non si spiegava come gli venisse così naturale accarezzarle i capelli rossi che le coprivano il viso mentre guardavano un film insieme, e lei stava stesa con la testa sulle sue cosce e non lo guardava davvero perché si addormentava sempre e si svegliava solo per la fine. Non si spiegava come facesse a stare così comodo anche con le gambe bloccate che gli formicolavano ma non le muoveva, perché non voleva svegliarla. E nemmeno lui il film lo guardava davvero perché lei era meglio.
E si chiedeva perché, in una stanza piena dei loro più cari amici, loro due sembrassero gli unici presenti. E gli altri se ne accorgevano perché nessuno osava avvicinarsi a Simone ed Olivia quando stavano insieme e decidevano di chiudersi nel loro mondo.
«Stai bene?» Olivia sembrava sinceramente preoccupata e gli parlò con voce più pacata del solito, come per non spaventarlo.
Simone non alzò la testa perché lei avrebbe cercato inevitabilmente il suo sguardo e lui non sarebbe riuscito a dire nulla «sto bene». Ma lei non ci credeva e si andò a mettere seduta sull’altalena per bambini che gli stava un po’ stretta. Simone si dondolava proprio su quella al suo fianco.
«Non dirmi cazzate.»
«Da piccolo giocavo sempre con mio fratello Giacomo a fare la lotta.»
«Simone è quasi mezzanotte.»
«Si ma ti sto raccontando la storia della mia vita.»
«Va bene.»
«Dicevo, da piccolo giocavo sempre con mio fratello Giacomo a fare la lotta contro i draghi. Noi eravamo i più valorosi cavalieri del castello e combattevamo con le stampelle i draghi che lo infestavano.»
Ed Olivia ce lo vedeva da bambino a combattere draghi al fianco di suo fratello con le stampelle, perché infondo era ancora un bambino che combatteva draghi con le stampelle.
«E com’erano questi draghi?»
«Giganteschi e di tutti i colori e sputavano fuoco dalle narici. Poi mamma ci preparava le pizzette fritte e le tagliava a forma di drago perché quello era il giusto premio per due cavalieri come noi.»
Olivia sorrise con quel sorriso che sembrava averne passate troppe per una diciassettenne che aveva, alla fine, solo un anno e sette mesi in più di Simone.
«Perché me lo stai raccontando?»
Simone non rispose alla sua domanda, non lo faceva quasi mai ma ad Olivia non importava perché di risposte non ne aveva bisogno con quelle orecchie che ne avevano sentite troppe per una diciassettenne, allora decise di cambiare discorso nella speranza di un po’ più di fortuna.
«Simone tu ti sei mai innamorato?»
Il più giovane la guardò negli occhi color oliva nera ma non disse nulla. Perché l’amore non l’aveva mai capito e tantomeno le ragazze ma aveva capito, in qualche modo, Olivia. Nonostante la loro amicizia fosse nuova ma sapesse di quelle già consumate.
Olivia doveva essere per forza l’altro capo del filo rosso della sua sinistra perché altrimenti non se lo spiegava. Non si spiegava come faceva lui, che l’amore non l’aveva mai capito e tantomeno le ragazze, a stare lì seduto su un’altalena illuminato dalla luce della luna a perdersi nei suoi occhi scuri come le olive nere e a provare qualcosa che gli parve somigliare tanto all’amore. Anche se lui, l’amore, non l’aveva mai capito.


 


↠ Spazio Autrice
E mentre aspetto che mi venga l'ispirazione per finire il capitolo di Tintarella di luna eccomi qui con questa cosa che non si sa cos'è, dedicata al mio bimbo preferito che mi manca tantissimo. Spero vi sia piaciuta :)
   
 
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