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Autore: chblackthorn    01/09/2017    0 recensioni
"Mi volto, incontrando un paio di occhi verdi contornati da folte ciglia scure per cui pagherei oro; il mio sguardo scende e, superato un naso simmetricamemte perfetto, si posa su una bocca piena, dai contorni ben definiti. Osservo il viso del ragazzo nel suo insieme, senza potermi trattenere dallo schiudere le labbra: ha una fisionomia mozzafiato, e il modo in cui le sue belle labbra si curvano appena a formare un sorriso sghembo mi avvisa che ne è consapevole."
(Tratto dal capitolo 1)
A seguito di quello strano ed inaspettato incontro, dal cuore di Josie molte emozioni verranno a galla per la prima volta, facendole tremare le ginocchia e formicolare la pelle. Sarà difficile per la ragazza gestire sensazioni totalmente nuove e assurdamente forti, e forse sarà persino più complicato per C., abituato a non dover badare a ciò che il cuore gli suggerisce.
Sapranno godersi ciò che il destino ha riservato a loro soltanto?
Certi incontri ti segnano l'anima, altri ti mostrano le direzioni del cuore.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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CAPITOLO 1 Bip - bip. Bip - bip. Bip - bip. Lentamente apro gli occhi: l'orologio indica che sono le 7:05. Dovrei prepararmi e andare a fare colazione prima che sia troppo tardi per riuscire a seguire la mia routine mattutina, però mantenere i miei soliti ritmi mi è stranamente indifferente questa mattina. Fisso le lancette muoversi per svariati minuti, restando immobile. È il 9 Ottobre, un comune giorno autunnale: domani sarà il 10, poi verrà l'11, il 12 e così via. I giorni si sussegueranno e a breve sarà Natale, arriverà capodanno e la primavera, l'estate e un anno passerà. Perchè il tempo scorre così velocemente? Non puoi afferrarlo, sfuggevole e silenzioso quale è. Scappa, senza sosta, mentre invano si tenta di raggiungerlo, senza tenere conto che lui avrà sempre un secondo di anticipo a suo vantaggio. Sono le 7:20 ora, e so bene che è mio dovere smettere di farneticare mentalmente. Mi tiro sù dal letto di malavoglia, cominciando a distendere i muscoli indolenziti - non perchè mi sia sforzata fisicamente nei giorni scorsi, sia ben chiaro: se c'è qualcosa che non mi compete affatto, è l'attività fisica - ed abbandono la mia stanza, dirigendomi in bagno. Mi sciacquo il viso e fisso l'immagine riflessa nello specchio, annoiata: capelli castani, ricci, disordinati, accompagnati da occhi dello stesso colore, labbra fini e gote perennemente arrossate. Scuoto freneticamente il capo, sbatto ripetutamente le palpebre e guardo l'orologio al polso: 7:30. Tarderò, tanto vale fare con comodo. *** Parcheggio il motorino fuori dall'edificio scolastico, stringendomi nell'ampia sciarpa di flanella avvolta intorno al mio collo e inalandone il buon profumo. Mi dirigo verso l'ingresso e vago silenziosamente per i corridoi vuoti, fino a raggiungere il mio armadietto, dove prendo i libri di cui ho bisogno per affrontare le lezioni di quest'oggi; dopo qualche minuto di organizzazione, mi avvio verso l'aula di algebra - con ben 35 minuti di ritardo. Busso alla porta, in attesa. La voce dell'insegnante mi esorta seccamente ad entrare: ubbedisco, formulando una scusa abbastanza convincente da evitarmi domande sconvenienti. 《Mi scusi per il ritardo: ho avuto un disguido con il motorino.》 Il Signor Hastings mi fissa per qualche secondo, un'espressione indecisa lampeggia chiaramente sul suo volto; guardo dritta dentro i suoi occhi vispi, indenni allo scorrere degli anni, cominciando a provare un po' di vergogna per la tranquillità con cui mi sono presa la libertà di perdere metà lezione. Con un cenno del capo indica un banco vuoto, accennando un piccolo sorriso incerto. 《Se prenderai abbastanza appunti fingerò tu sia arrivata in perfetto orario, d'accordo?》 Annuisco, sorridendo riconoscente, e mi fiondo nel posto indicatomi dal docente. Tiro fuori il block-notes e prendo la mia fedele BIC blu, prestando attenzione a quanto l'insegnante ha ripreso a spiegare. Sto per trascrivere un passaggio importante, quando un dito comincia a picchiettare insistentemente sulla mia spalla destra. Mi volto, incontrando un paio di occhi verdi contornati da folte ciglia scure per cui pagherei oro; il mio sguardo scende e, superato un naso simmetricamemte perfetto, si posa su una bocca piena, dai contorni ben definiti. Osservo il viso del ragazzo nel suo insieme, senza potermi trattenere dallo schiudere le labbra: ha una fisionomia mozzafiato, e il modo in cui le sue belle labbra si curvano appena a formare un sorriso sghembo mi avvisa che ne è consapevole. 《Mi è scivolata la penna sotto al tavolo della biondina seduta davanti a te》, sussurra con voce roca, assonnata, probabilmente anche annoiata. Lo fisso, in attesa. Il sorriso che prima si affacciava appena si apre ulteriormente, mostrando dei denti perfettamente curati. 《Potresti fartela passare, per cortesia?》 Annuisco, con la bocca impastata, mentre un ricciolo color cioccolato gli sfugge da dietro l'orecchio. Lo osservo sistemarlo, dopodichè mi volto. 《Liza》, la chiamo, scuotendole delicatamente una spalla, attenta a non attirare l'attenzione dell'insegnante. Senza aspettare che si volti, continuo a parlarle sottovoce. 《Potresti passarmi la biro davanti ai tuoi piedi?》 Annuisce impercettibilmente, avvicinandosi la stilo con il tallone e poi raccogliendola. La poggia sul mio banco senza smuovere il capo di un millimetro, continuando a fissare dritto davanti a se. La ringrazio, mi volto e, mantenendo un tono di voce basso, mi rivolgo allo strano ragazzo che non avevo mai notato frequentare questo corso. 《Tieni》 dico, passandogli la penna. In tutta risposta lui sorride, facendomi l'occhiolino. Torno a posare lo sguardo sulla lavagna, consapevole di essere ormai fin troppo distratta dalla presenza alle mie spalle per riuscire a concentrarmi realmente. *** 《Quale corso hai domattina?》 La voce di Mae mi riporta alla realtà, ossia al piatto di maccheroni proposti dalla mensa per questo giovedì. Con la forchetta separo tre maccheroni, annoiata. 《Letteratura straniera》 rispondo, prendendo un boccone. La guardo, mentre lei annuisce felice. 《Saremo insieme allora! Perfetto, ne approfitterò per presentarti Chad e Adam.》 Mi scocca un'occhiata maliziosa, trattenendo appena un risolino. Sto guardando la mia amica confusamente, chiedendomi di chi diamine stia parlando, quando Tara fa il suo ingresso in mensa sbuffando sonoramente. Si avvicina velocemente al nostro tavolo e butta la borsa militare a tracolla in una delle quattro sedie libere rimaste, per poi lasciarsi cadere nel posto di fronte al mio. 《Prima che me lo chiediate,》 comincia con una smorfia sgradevole dipinta in viso, 《Warren e io non siamo più nulla. Assolutamente niente. Quel cretino ha magicamente capito di aver bisogno di passare del tempo per conto suo - o, per meglio dire, con Stephanie, la sua nuova conquista del college.》 Fra noi cala il silenzio: Mae stringe la lunga coda di capelli biondi perfettamente lisci senza aprire bocca e nel frattempo Tara ci fissa con i suoi occhioni azzurri, esasperata e ferita. Decido di rompere la pesante quiete che si è andata a formare attimo dopo attimo, sapendo bene cosa dire. 《Questa sera usciamo.》 Le due annuiscono, ancora silenziose. Tara si passa una mano fra i fini capelli neri, resta per qualche secondo in questa posizione, con lo sguardo perso. 《Vado a prendere un vassoio.》annuncia, scuotendo appena il capo. Si alza e si avvicina al bancone della mensa, senza aggiungere altro. 《Chi sarebbero Chad e Adam?》mi oso a chiedere, ora che Tara è abbastanza lontana da permettermi di indagare senza risultare insensibile. Mae sembra rianimarsi: batte le mani felice, spalancandosi in un sorriso. 《Sono gli amici di Hunter; qualche giorno fa ho scoperto che frequentano questa scuola.》 Hunter è il ragazzo che Mae sta frequentando da qualche mese: grazioso, educato, simpatico, esattamente come lei. Annuisco pensierosa, mentre Tara prende posto con il vassoio ancora in mano. 《Di che parlate?》 Domanda, apparentemente più serena. Nessuna delle due fiata, incerte. Tara ride sommessamente, cominciando a mangiare. 《Avanti, ragazze: sto cercando di distrarmi. Aiutatemi.》 Mae non se lo fa ripetere due volte. 《Dicevo a Josie che intendo presentarle gli amici di Hunter: frequentano questa scuola e, informandomi, sono venuta a sapere che domani saranno presenti allo stesso corso di letteratura straniera che frequentiamo noi.》 Tara annuisce, riflettendo. 《Invitali a venire con noi questa sera.》 Propone, con indifferenza. 《Ne sei sicura?》 Le domando io, non del tutto convinta. La sua chioma corvina si solleva, mentre i suoi occhi di ghiaccio si impiantano nei miei. 《Voglio svagarmi un po', Josie. Con i maschi generalmente ci si diverte, per cui lascia che vengano.》 Acconsento ancora indecisa, prendendo un tovagliolo per pulirmi la bocca. 《Va bene allora, parlerò con Hunter.》 Assentisce la bionda, tirando fuori l'iPhone dalla tasca della borsa. Compone il numero, porta il cellulare all'orecchio e aspetta qualche secondo. 《Ciao H.,》 enuncia, 《questa sera esco con le altre. Vieni? Porta con te Adam e Chad, così li presento alle ragazze.》 Mae ascolta la risposta in silenzio, annuisce e risponde:《Non è un problema, ci vediamo da me alle 21:00. Sii puntuale, tesoro.》 Un attimo di silenzio. 《Anche io ti amo. A più tardi.》 Chiude la telefonata ed annuncia:《È andata. Verrà anche il cugino di Hunter: si è trasferito qui da poco e conosce poca gente. Si chiama Clive.》 《D'accordo, 》 Tara sorride, lo sguardo stanco malamente celato.
   
 
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