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Autore: mikyferro    01/09/2017    0 recensioni
Diana Verquez è una giovane fattrice presso la fattoria di famiglia. Un giorno conosce Conrado Romero, famoso avvocato. I due si sposeranno ma vivranno un matrimonio triste e infedele. La povera donna riesce a scappare dalle grinfie del marito trasferendosi a Londra. Di seguito conosce Harvie, un giovane uomo inglese. I due si innamoreranno perdutamente, anche se il passato di entrambi continua a tormentarli.
La storia è disponibile anche su Wattpad. Il mio nome utente è: iron_11
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Capitolo III

Il matrimonio si tenne una domenica di maggio presso la fattoria Varquez. I convitati arrivarono attraverso lussuose carrozze da luoghi lontani come Vigo, Leon, Zaragoza e Burgas.

Erano stati invitati tutti i parenti delle due famiglie, eccetto il padre di Conrado. Il galoppo dei cavalli che trainavano le carrozzelle si udiva fino al salone, dove era presente il buffet. Le signore incappellate avevano un abbigliamento raffinato, piccoli fisciù a colori, lunghi orecchini e preziose collane al collo. Una donna stupì Diana per la sua raffinatezza: la contessa Miranda Sierra. Quel giorno indossava un lungo abito rosso fuoco. La gonna era leggermente rialzata da terra tanto da lasciar intravedere i piedi per permettere una maggiore agilità nel camminare. Tendeva a scendere dritto davanti e ad allagarsi di dietro e aveva una specie di coda arricchita da panneggi e arricciature. Per arricchirla di più, la donna si sovrappose un tablier e delle decorazioni di bottoni, frange e nastri. In contrasto con la lunga gonna , c'era il corpino che rendeva torace e vita strettissimo. Infatti la povera donna di tanto in tanto faceva lunghi respiri perché, appunto, le mancava l'aria. La scollatura dell'abito era quadrata con i bordi in pizzo e le maniche corte e arricchite da lunghi guanti neri in merletto. Era in leggero risalto il seno mentre le spalle erano coperte da un fisciù nero e rosso. L'acconciatura era elaborata e complicata, come la gonna. I capelli erano legati in un favoloso chignon biondo.

La sposa pensò subito che quella donna fosse un'amica di suo marito. Decise, quindi, di scambiare qualche chiacchiera con lei. Le si avvicino facendo fatica a causa del lungo abito bianco.

- Buongiorno! - disse – voi siete la contessa Sierra, giusto?-

- Salve! Si, piacere... – disse accennando appena un sorriso.

- La cerimonia è fantastica, - riprese -anche se la location è un po' deludente-

- Mi dispiace... Ditemi, come fate a conoscere mio marito?-

- Ah! Vostro marito è un gentiluomo. Io sono una sua cara cliente. Ci conosciamo da circa cinque anni. Ha aiutato mio marito in un processo, ormai lui è morto. - esitò qualche secondo. Poi proseguì - Levatemi una curiosità: voi vi siete sposata con Conrado per amore oppure per interesse, visto che fino a poco fa eravate una povera fattrice?-

Diana guardò la donna senza rispondere. Aveva lo sguardo minaccioso e un sorriso malefico stampato sulla grande bocca. In quel momento voleva che la terra la inghiottisse. Per fortuna arrivò il momento del pranzo e la sposa si sentì sollevata.

Pensò tutto il tempo a quella domanda: “e se davvero l'ho sposato per interesse economico? E se me ne pentirò? E se quella donna avesse ragione?”

 

Dopo il pranzo, i convitati si accomodarono fuori nella fattoria a perlustrare il luogo. Il cielo era scuro e il sole era nascosto dietro ai grandi nuvoloni bianchi. Si intravedevano in lontananza, come un cuscino, le basse colline ricoperte da alberi e cespugli. Il prato cominciava a riempirsi di gente che parlava con in mano calici e qualche fetta di torta. Non molto lontano c'erano gli animali che soffrivano nel vedere gli ospiti mangiare. Diana se ne stava seduta su una panchina vicino ai maiali, nascosta dalla folla. Le bestie assopiti affondavano in terra il grugno e rotolavano nel fango strappando un sorriso al volto triste di Diana. Il bianco vestito in merletto si immergeva nella fitta paglia sparsa per terra, sporcandolo. Improvvisamente, dal giardino le venne in contro mamma Romero. La donna si sedette accanto a lei in silenzio; poi, guardandola, disse:

- Cosa c'è che non va?-

- Niente! Va tutto alla grande!- rispose con un sorriso falso. Poi abbasso lo sguardo.

La donna in senso di affetto le fece appoggiare il capo sulla sua spalla.

- Non ti senti sicura della tua scelta, giusto?- disse la Blasco.

Diana annuì. Mamma Romero era per lei una seconda mamma. Fu lei ad aiutarla nei preparativi della festa e con la scelta dell'abito. Era comprensiva e le voleva un gran bene.

- Anch'io... - proseguì – quando mi sposai con mio marito non ero pronta. Ero una giovane contadina delle Asturie, senza una famiglia. Conobbi tuo suocero ad una festa di piazza. Qualche settimana dopo mi fece la proposta ed io accettai subito! Ero povera e sola, e un po' di lusso non mi faceva male. Tutti avrebbero accettato la proposta di matrimonio da un uomo ricco. - si fermò per prendere fiato.

Gli invitati continuavano a festeggiare come se l'assenza di Diana non fosse importante. La signora Blanca faceva fatica a parlare ma continuò la sua storia.

- Salvador non sapeva che avevo un figlio: Cristobal. Quando lo seppe andò in tutte le furie. Tuttavia lo accettò. Io non l'ho mai amato; amavo il suo denaro, la sua posizione favorevole nella società, i ricchi abiti che mi comprava. Poi nacque Conrado. All'inizio lo detestavo, poi col passare del tempo ho sempre cercato di aiutarlo, era pur sempre mio figlio!- terminò la donna quasi in lacrime.

Le due donne si alzarono dalla panchina e si persero nella folla.

Dopo la festa, ogni invitato ritornò, attraverso le carrozze, nelle loro abitazioni mentre alcuni restarono lì a Bilbao per visitarla. La settimana successiva i due coniugi partirono per la luna di miele in una località del Portogallo, vicino al mare. C'era un'atmosfera abbastanza tesa. Ritornati in Spagna, la coppia andò ad abitare in una casetta in campagna non molto vicino alla fattoria. Era presente un grande stagno che si collegava ad un fiume, lo stesso che scorreva vicino alla villa dei Romero. All'estremo orizzonte erano presenti grandi foreste di latifoglie decidue, tipiche del clima temperato. L'aria ogni mattina era fresca mentre durante il pomeriggio, in estate, le temperature raggiungevano i 30 gradi. Diana si trovava bene in quel luogo e ogni sera, prima di andare a dormire, andava in prossimità del fiume e vi immergeva le mani per rinfrescarle. Restava lì per qualche minuto prima del rientro del marito da lavoro. Conrado aprì un nuovo ufficio in città, nella parte più vicina alla campagna. Ogni mattina si recava lì attraverso un cavallo regalato da suo suocero come regalo di nozze.

   
 
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