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Autore: ron forever    01/09/2017    5 recensioni
La storia è ambientata dopo la 7x07, la sera dopo la scoperta da parte di Jon e Daenerys della loro effettiva parentela. Spero vi piaccia!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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WINTERFEL

 

Jon era seduto su una vecchia sedia di legno consumato, accanto all’imponente tavolo della sala centrale. La debole luce delle candele faceva si che le assi di legno che lo costituivano sembrassero carbone, oscure come il buio che riempiva la notte fuori dalla finestra.
Daenerys lo notò subito, il nero dei tavoli e il nero che avvolgeva il ragazzo chinato in avanti sulla sedia, con le mani incastrate tra i capelli. Provò un improvviso quanto piacevole desiderio di passare le dita tra quei riccioli scuri, ripensando a quello che avevano vissuto insieme.
Non appena mosse un passo all’interno della stanza e lo vide si rese conto di essere uscita dalla propria per quella ragione. Per andare da lui.
Si ritrovò a ragionare sul buio che li avvolgeva e a ricordare con distacco la cenere che sopraggiungeva al termine di un incendio, la stessa cenere che la sporcava ogni volta che ne provocava uno.

 

Pensò che lui non l’avesse notata, perso com’era tra i suoi pensieri e si permise di osservarlo. Notò la linea dritta del naso, le ciglia lunghe, la cotta di maglia sotto gli abiti pensanti. Si chiese se tutto quel metallo gli avesse mai dato fastidio. Quando combatteva non sembrava mai impedito dal peso. Al contrario, sembrava libero.

Poi Jon si mosse, sollevando di poco la testa. "Suppongo che dovrei chiamarti zia adesso?" si lasciò sfuggire una debole risata, poco prima di alzare gli occhi e guardarla.

Dany rabbrividì, incapace di ignorare la durezza del suo tono, il sarcasmo macrabo del dolore. Fece un passo indietro e racchiuse le mani dietro la schiena, sollevando la testa. Ingoiò il boccone amaro che sembrava serrarle la gola e si preparò a parlare, ad affrontare quella discussione. Rimandare non sarebbe servito a nulla.

Dopo l’annuncio di Bran, quella stessa mattina, Jon era uscito dalla stanza in tutta fretta, lasciandola sola con quello strano ragazzo dalla pelle bianco latte. Bran sembrava incapace di assorbire la luce del sole, il suo corpo sembrava aver assunto il colore e, al contempo, il calore della neve fresca, candida e pura. Sembrava avvolto da un’aura di saggezza, una saggezza che contrastava con la sua giovane età. Daenerys lo aveva osservato, inclinando la testa da un lato. Gli aveva fatto domande ed aveva ottenuto risposte molto più vaghe di quanto si sarebbe aspettata.
Come conosceva le origini di Jon, come era possibile dimostrare la sua abilità, era addirittura finita a chiedergli che aspetto avesse suo fratello all’epoca del matrimonio con Lyanna Stark.
Poi era andata via, schiacciata dal peso di una nuova consapevolezza, di un nuovo nemico da sconfiggere che però non aveva la forza di ferire neanche con un ago. Non aveva voluto parlare con nessuno, nonostante le proteste di Tyrion che insisteva nel desiderio di raccontarle qualcosa. Si era fatta scortare nelle sue stanze, e lì era rimasta fino a tarda sera, quando la pietra ruvida del castello degli Stark le aveva tolto il respiro, con il disperato desiderio di sentire l’aria sul viso.

Poi il destino, o quella strana forza che si ostinava a controllare la sua intera esistenza la aveva trascinata lì, da lui.
Jon si alzò e Daenerys notò che non portava la spada, il manico a forma di lupo non compariva dalla cintura sulla vita. Pensò che fosse strano vederlo senza, vederlo vulnerabile.

"E’ davvero questo quello che ti preoccupa?" pronunciò le parole con calma, provando a controllare la tempesta di emozioni che le imperversava dentro. Non riusciva a definire i propri sentimenti nei confronti di quell’uomo che era, a tutti gli effetti, suo nipote. Eppure il grado di parentela appena acquisito non sembrava tacitate i suoi istinti, la voglia di sentire di nuovo le mani di lui che la sfioravano, che accendevano la scintilla del fuoco che viveva dentro di lei. Lo vide irrigidirsi, chiudere gli occhi per qualche secondo.

"E tu? Cos’è che ti preoccupa Dany? Che io voglia diventare re? E’ davvero questo quello che credi?" il veleno che traspariva dalle sue parole la sorprese. Aveva pronunciato il suo nome come se fosse proibito, in modo così diverso rispetto a quando si trovavano sulla barca.

"Io.. "

"Tu cosa? Sei venuta fin qui per dirmi che il regno è tu, che io.. beh lascia perdere. Io non ho alcun interesse nei tuoi domini. Vengo dal nord e resterò al nord." le si avvicinò di qualche passo con gli occhi scuri che fiammeggiavano spinti dalla rabbia. La forza di quel sentimento lasciò Dany confusa, indecisa sulla prossima mossa da compiere.

"In verità, mio Lord, sono venuta qui solo perché aveva bisogno di prendere aria. Non intendevo certo vedervi. D’altronde, credo che abbiate espresso la vostra rabbia nei miei confronti in modo piuttosto eloquente. Non desidero essere offesa oltre con stupide accuse. "

Il suo sguardo sembrò addolcirsi e l’ombra di un sorriso gli passò sulle labbra. "Ma come, sei tornata al voi, anche adesso che siamo diventati parenti?"

"Perchè continui a ripeterlo.." sospirò, slegando le mani dall’intreccio dietro la schiena e portandosi la destra intorno al polso sinistro.

Lui le afferrò le mani, portandosele all’altezza del viso. "Perchè è la verità." scandì le parole una ad una, facendo in modo che le restassero impresse nella mente e nel cuore per sempre.

Lei si avvicinò ancora di un passo. "E perché la verità dovrebbe cambiare le cose. Noi siamo alleati e continueremo ad esserlo, oppure hai intenzione di venire meno alla tua promessa?"

Jon, che fino a quel momento aveva tenuta la testa leggermente girata verso sinistra, la fissò negli occhi, furente. "Io rispetto sempre la mia parola, certo che siamo alleati. Andremo a nord della barriera e distruggeremo il Re della notte. Poi spingerò i miei uomini a Sud e ti aiuterò a riconquistare il trono."

"E allora chi siederà sul trono, Aegon? " lo guardò con aria di sfida, beandosi dell’espressione scioccata del volto di lui. Era la prima volta che qualcuno lo chiamava in quel modo, la prima volta che qualcuno lo metteva difronte alla dura realtà.
La sua intera vita era stata una menzogna, un enorme menzogna raccontata dall’unico uomo che avesse mai realmente ammirato, Ned Stark.

La lasciò andare, allontanandosi fino a ritornare alla sedia. La madre dei draghi lo seguì con lo sguardo, incapace di trattenere una fitta di rimorso.
Jon tornò a sedersi. "Te l’ho già detto, io provengo dal Nord e resterò qui, la mia gente ha bisogno di me, la mia famiglia ha bisogno di me."

Dany rise, una risata bassa e distaccata, fredda come l’aria che si respirava da quando l’inverno era arrivato. "La famiglia non è la sola cosa per cui combattere."

"E per cos’altro allora? Per che cosa dovrei combattere?"

"Per te, per quello che realmente vuoi. Come ho sempre fatto io."

Jon sollevò lo sguardo verso di lei e la osservò per un lungo istante, tanto da farle sentire il calore scivolarle fin dentro le ossa. "Vieni qui.." le disse, piano, quasi sperando che lei non lo sentisse. Ma Daenerys ascoltava sempre con attenzione. In pochi secondi gli fu accanto e si ritrovarono in piedi, con le mani poggiate al tavolo.

"Sai dirmi, Daenerys.." cominciò lui, avvicinandosi sempre di più "Sai dirmi perché quello che voglio è così sbagliato ?" la sua voce gli sembrava lontana, come gli ululati dei lupi fuori nella foresta. Non riusciva a distogliere gli occhi dai suoi, viola che si perde nelle iridi scure del lupo.

"Sai dirmi perché è tutte le volte che ho fatto qualcosa solo perché lo volevo è finita male? Perchè quello che io credevo mio padre è in realtà mio zio? Perchè le mie sorelle non sono più le mie sorelle?" prese un lungo respiro, incrociando le dita con quelle di lei. "E infine, sai dirmi perché è così sbagliato..."

"Perchè è così sbagliato cosa, Jon Snow?"

"Perchè è così sbagliato che io ti ami.."

Dany strinse la presa sulla sua mano, chiudendo gli occhi per un attimo. Quando li riapri, lui la osservava con le labbra dischiuse. "Non c’è nulla di sbagliato nell’amore.."

E alla fine, stanca di sentire una lontananza che le sembrava forzata, lo baciò. Lo baciò con tanta intensità da lasciarlo senza fiato, da lasciare entrambi senza fiato.
Quella notte la scintilla si riaccese, la scintilla che era scoppiata su quella nave dalle vele nere e rosse, con un drago a tre teste che sprigiona il suo potere con il fuoco.

  
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