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Autore: SPNlifestyle    01/09/2017    4 recensioni
Capitolo extra della storia "You and me against the world".
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Hello everybody!

Questo è un capitolo extra di "You and me against the world" si può leggere anche da solo ma ci sono alcuni riferimenti all'altra storia.

Volevo ringraziate tutti quelli che hanno letto/ recensito la mia prima ff.. Grazie <3

Bene... adesso vi lascio alla lettura ;) e grazie ancora.

-Eli-

Il viaggio di ritorno verso il bunker è tranquillo: Dean, nonostante ogni tanto sente su di sé la stanchezza dovuta alla febbre, si rifiuta di lasciare il posto al fratellino messo peggio di lui.

E’ vero, Sam non ha nessun danno fisico ma la nottata in bianco ha lasciato il suo segno sul giovane viso con delle occhiaie da far paura; il minore dei fratelli, infatti, tiene a stento aperti gli occhi, sempre più verso il mondo dei sogni e, come previsto da Dean, dopo neanche mezz'ora, cullato dalla radio e il calore di Baby, crolla distrutto sul lato passeggero, con la bocca leggermente socchiusa.

Quando finalmente arrivano al bunker, Il maggiore parcheggia l’Impala nel garage e, appena spento il motore, si gira verso il ragazzone accanto a lui: Sammy dormiva beatamente appoggiato al finestrino, il sonno tranquillo a giudicare dal movimento regolare del petto.

Mi dispiace svegliarlo.. ma non credo di riuscire a trasportare il suo dolce peso fino alla camera nelle condizioni in cui sono ora, pensa subito Dean. Non l’avrebbe mai ammesso, ma è davvero stanco.. nonostante la facciata da uomo invincibile, gli eventi degli ultimi giorni l’avevano alquanto privato di energie, sia fisicamente che mentalmente.. ma mai e poi mai avrebbe fatto preoccupare il suo Sam.

Sbuffando, apre la portiera ma, il suono prodotto sveglia immediatamente il giovane che guarda nella direzione dell’altro con aria confusa.

“Dean, cosa è successo? Vuoi fare cambio guida?” chiede, ancora con la voce rauca dovuta al sonno; a sentire quella frase, Dean si mette a ridacchiare “Genio, siamo arrivati! Hai dormito per tutto il tempo.. spero per te che non hai sbavato sul sedile della mia Baby” gli risponde, nonostante la tenerezza infinita che provava in quel momento nel vedere il suo fratellino ancora frastornato dal sonno dal non rendersi conto che si trovavano già a casa.

“Cosa?! Ho dormito per tutto il viaggio?” gli domanda subito, con gli occhi sbarrati dalla sorpresa.

“Eh sì.. ti sei addormentato dopo neanche mezz’ora … è da quasi 2 ore che sbavi sul finestrino”.

“Cosa!? E poi io non sbavo!!” gli risponde Sam, cercando di fare un’aria offesa ma che, sotto lo sguardo dell’altro, risulta ancor più tenero.

“Già.. avevo pensato di portare il tuo dolce peso in camera visto lo stato comatoso in cui eri...ma per fortuna ti sei svegliato!” gli dice Dean, mostrando il suo classico ghigno strafottente.

“ah ah spiritoso..” gli risponde il minore e, mentre vede il maggiore allontanarsi gli chiede “Ehi Dean? Dove stai andando?”.

“A dormire. Notte bitch” .

“Jerk” gli urla dietro il moro, ma l’altro è già ben lontano “Notte Jerk” sussurra nuovamente, scendendo dalla macchina.



Mentre Dean dorme nella sua stanza, Sam decide di leggere qualche fascicolo degli Man of Letters: da quando avevano trovato quel bunker, appena aveva un pò di tempo libero, il più piccolo dei fratelli si interessava a qualunque cosa gli capitasse sotto le mani, da fascicoli su magie varie a quelli riguardanti mostri in particolare; la cosa lo aveva aiutato più d'una volta ed è per questo che continuava a cercare libri da leggere.. perchè più era informato e meno avrebbero rischiato lui e suo fratello.

Preso dalla lettura di un piccolo dossier interessante, in cui vengono spiegati i metodi per purificare il proprio sangue, sussulta quando, all'improvviso, sente un urlo provenire dall’interno del bunker. Lo avrebbe riconosciuto tra migliaia.. DEAN!! pensa spaventato e, senza aspettare un secondo di più, butta i fogli sul tavolo e afferra la pistola posizionata accanto a lui.

Inizia a correre per i corridoi di quello che sembra un labirinto e, quando finalmente dopo svolte su svolte raggiunge la camera del maggiore, bussa forte alla porta urlando “DEAAAAN!!”; ma dall’altra parte niente, solo gemiti soffocati.

In preda alla paura per la salute del fratello, Sam sfonda la porta con un forte calcio ben assestato e si precipita accanto al letto, dove giace Dean, zuppo di sudore, in preda agli incubi; prova a svegliarlo scuotendolo delicatamente dalle spalle ma, quando anche questo metodo non funziona, decide di provare più forte, richiamandolo anche a voce “Dean! Svegliati”.

Finalmente, dopo quella che al più piccolo sembra un’eternità, il maggiore si sveglie e, sorpreso della presenza del fratello, gli chiede subito “Che succede Sammy? Perché sei qui?” e, appena alza leggermente lo sguardo e nota la porta abbandonata sulla parete mezza distrutta, spalanca gli occhi ed esclama “e perché diavolo hai sfondato la mia porta?!”.

“Come perchè? Hai urlato in preda agli incubi Dean! E quando sono venuto a bussare non mi hai riposto.. così ho sfondato la porta..” gli spiega velocemente il minore.

“E provare a aprirla come una persona normale!? Non era chiusa a chiave!!”

“Ah.. ops” gli risponde Sam, distogliendo lo sguardo dagli occhi smeraldi del più grande, imbarazzato.

“Comunque, come puoi vedere Sam, sto bene. Puoi andare ora” gli fa presente Dean, anche la sua voce diminuisce di tono verso la fine, diventando quasi un sussurro.

“No! Non me ne vado! Mi hai fatto prendere un colpo! Si può sapere cosa hai sognato di così spaventoso da farti urlare in quel modo?” gli chiede, aggiungendo immediatamente, con il suo tono più calmo e rassicurante possibile, in modo da non scioccare l’altro “Non sono ricominciati gli incubi sull’Inferno, vero?”.

Nella stanza cala per un attimo un silenzio assordante, dove il minore continua a fissare il volto del fratello alla ricerca di qualche indizio, inutilmente, mentre Dean guarda il comodino accanto al letto su cui erano appoggiate vecchie foto.

“No.. almeno.. non sono mai andati via del tutto, ma non si tratta di quello…” gli spiega velocemente, senza muovere di un millimetro lo sguardo.

“E allora cosa? Coraggio, sai che puoi dirmelo!” prova a incitarlo il minore.

“Niente Sam, non ti preoccupare.. a dir la verità non mi ricordo neanche cosa ho sognato!” cerca di convincerlo, mentendo, ma entrambi sono ben consapevoli che quella era solo una scusa.

“Ok… ma sei vuoi parlare, sai dove trovarmi” gli dice Sam, prima di uscire dalla porta “ah… e la porta la aggiusto dopo!!” gli urla quando ormai è in fondo al corridoio.

In quel momento non può vedere il sorriso divertito di Dean, scomparire dopo qualche secondo; passandosi una mano sul viso, il maggiore butta la testa sul letto per poi mettere un braccio sugli occhi. Mi spiace Sam pensa, prima di ricadere nelle braccia di Morfeo.



Nei giorni successivi la situazione non migliora.

Ogni notte Sam si sveglia di soprassalto dalle urla del fratello e, ogni volta che corre nella sua stanza a chiedergli di parlare con lui di quello che sognava, Dean si gira dall’altra parte del letto, e gli dice “Niente. Torna a dormire Sam”.

Quando però al sesto giorno di fila il minore si sveglia dalle urla del fratello, decide di porre fine a quella insopportabile situazione: Dean non dormiva bene da giorni e questo lo si poteva notare dalle grosse occhiaie nere sotto gli occhi; non che Sam fosse messo meglio… a causa delle continue sveglie notturne, non dormiva per più di 2 ore di fila.

“Dean! Mettiamo fine a questa storia! Non so cosa ti spaventa tanto ma parlami...per favore!!” gli chiede, quasi una supplica, un giorno mentre entrambi sono al tavolo del bunker, intenti a cercare sui rispettivi computer qualche caso interessante.

“Sam..”

“NO! Niente Sam! Dean per favore! Non dormiamo come si deve da giorni ormai!! Parlami per favore.. l’ultima volta, quando avevi gli incubi dell’Inferno, raccontarmeli li ha fatti diminuire un pò.. quindi provaci anche questa volta” e, non gli interessa che la richiesta sembrasse quasi una supplica.. era preoccupato per suo fratello, e in quel momento non gli importava apparire debole.

Intanto Dean è rimasto a bocca aperta: non si aspettava quello sfogo da suo fratello, ma non poteva… non poteva raccontargli i suoi incubi. Non perché non si fidava dell’altro, anzi: solo, è ben consapevole che, dicendo tutto a Sam, l’avrebbe fatto soffrire.

No non posso! “No, mi spiace Sam. Hai ragione.. l’ultima volta mi hai davvero aiutato e non so come sdebitarmi per quello, ma stavolta non posso” gli dice, prima di alzarsi ma, quando sta per scendere gli scalini per andare alla sua camera, si blocca e, in un sussurro gli dice “Mi dispiace Sammy” , e sotto lo sguardo triste dell’altro, continua la sua fuga.

No Dean.. questa volta non ti lascerò da solo a combattere i tuoi incubi pensa il minore, risoluto.



La notte stessa, come tutte quelle precedenti, Sam si precipita nella stanza del fratello non appena lo sente urlare ma, per la prima volta, non lo sveglia immediatamente; si sente in colpa a vedere Dean rigirarsi nel letto, agitato, sudato ma voleva mettere fine a quella storia e, se per farlo, doveva capire cosa sognava il fratello.. bhe, l’avrebbe fatto!

Quando si avvicina lentamente al letto, senza far rumore, comincia a sentire le prime parole “Jo, Ellen… no… mi dispiace” e, ascoltando quei nomi, al minore gli si stringe il cuore; all’improvviso si ricorda di qualche giorno prima, quando Dean in preda al delirio febbrile diceva le stesse cose e, intuendo cosa il maggiore stesse rivivendo, lo sveglia.

“Dean! Dean svegliati!” gli dice, scuotendolo per le spalle.

Il biondo ci mette un attimo per aprire gli occhi e uscire completamente dall’incubo, per capire cosa realmente avesse davanti “Sam?” gli domanda, in un sussurro.

“Sì, sono qui” e a quelle parole, vede il fratello rilassarsi di nuovo sul materasso, tranquillo.

“Sam, sto bene, puo-” stava dicendo, quando Sam lo blocca semplicemente pronunciando “Ti ho sentito.. forse ho capito cosa stai sognando Dean” e, alzando lo sguardo, vede l’espressione sorpresa e terrorizzata di Dean.

“Ah si?! E cosa starei sognando, sentiamo..” gli chiede, con un tono di sfida.

“Ti ho sentito chiamare Jo, Ellen .. e non è la prima volta.. anche mentre stavi male hai pronunciato i loro nomi..e quello di Bobby… “ gli risponde, e capendo dal silenzio del maggiore di star andando nella direzione giusta, aggiunge “Cosa sogni? Coraggio Dean! A questo punto è inutile mentire…”.

Il maggiore sospira pesantemente, prima di guardare il suo fratellino e dire, con voce bassa “Va bene...ma ho bisogno di qualche birra, se non qualcosa di più forte”.

Qualche minuto dopo, Sam ritorna nella stanza del fratello con due bottiglie già aperte e due chiuse; appoggia le ultime sulla scrivania e raggiunge il biondo, sedendosi anche lui sul letto per poi passargli la bibita, come ad invitarlo a iniziare.

Dean, prima di parlare, beve un lungo sorso, poi subito un’altro e, quando ormai è già a metà bottiglia, parte con il racconto “Ok… è iniziato l’altra settimana, quando sono stato male.. non ricordo esattamente quello che ho sognato quel giorno ma sono sicuro che non fosse una cosa piacevole, visto la brutta sensazione che ho avvertito al risveglio. Comunque, quando siamo tornati al bunker, già avevo dimenticato completamente l’accaduto.. almeno finchè sono andato a dormire” fa una piccola pausa, dove beve ancora.

“Come dicevo, sono andato a dormire e, in quel caso, ricordo con chiarezza cosa ho sognato.. Mi trovavo qui, nel bunker, ma nell’altra stanza, dove c’è la libreria… e ho rivisto la morte di Kevin… non potevo fare niente! Era come se fossi un fantasma! Nonostante sapessi cosa stava per succedere, non sono riuscito a intervenire… appena ho visto Kevin, riverso a terra con gli occhi bruciati, mi sono avvicinato ma una forza invisibile mi ha buttato all’indietro, cambiando completamente scena… Mi sono ritrovato nel furgoncino, mentre scappavamo dai leviatani, e Bobby.. bhe Bobby era accanto a noi ferito” spiega all’altro, ormai con gli occhi lucidi “E poi subito dopo in ospedale, accanto al suo letto.. Sammy, era orribile.. Non potevo fare niente. Rivedevo tutto come un film, scena dopo scena, morte dopo morte… prima Kevin, poi Bobby, poi Jo e Ellen, Papà, la mamma… ma la parte peggiore veniva sempre alla fine, prima che tu mi svegli..” .

“Cosa? Cosa vedi Dean?” gli chiede l’altro, anche lui con gli occhi lucidi e la voce quasi rotta.

“La tua morte, Sammy! Rivedevo sempre la tua morte e in quella occasione, assistevo in prima persona” gli risponde, mentre una lacrime crea una lunga scia sulla sua guancia “Rivedevo te , venire verso di me, con una mano che reggeva il braccio ferito, il sorriso sulle labbra… poi Jake che ti assale alle spalle, colpendoti alla schiena e io che ti prendo al volo… percepisco ancora adesso la mia mano bagnata dal tuo sangue, il tuo respiro sempre più lento, così come i battiti del tuo cuore... “

“Ok Dean, ti prego guardami… sono qui!” gli dice, alzando la voce il minore, cercando di risvegliare da quella specie di trans in cui era caduto il maggiore mentre raccontava i suoi incubi, “Sono qui, e sto bene!” mentre pronuncia quelle parole, cerca lo sguardo del fratello e,quando finalmente lo trova, prova a incatenarlo al suo.

“Ascoltami… so cosa hai provato… è successo anche me quando i cani infernali sono venuti a prenderti… ho fatto incubi per almeno un mese dopo quella notte. Ma Dean, sono qui.. siamo qui! So che lo stesso non vale per tutte le persone care che abbiamo perso, ma penso sia meglio ricordare la loro vita che la loro morte..” cerca di spiegargli, mentre delle lacrime cominciano a segnare il suo giovane viso.

“Hai ragione… grazie Sammy... grazie per avermi ascoltato” gli dice il maggiore, commosso dalle parole dell’altro, prima di abbracciarlo forte, di slancio.

“Ci sarò sempre per te Dean”.


   
 
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