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Autore: _Riri_Sunflower_    02/09/2017    1 recensioni
È il primo settembre, e come ogni anno, maghi e streghe di tutta l'Inghilterra si recano al binario 9 ¾ della stazione di King's Cross. L'anno è il 1989, e stanno per salire per la prima volta sull'Hogwarts Express due bambini dai capelli rossi, allegri e con grande voglia di fare scherzi. Fred e George stanno per varcare le porte del Castello, e prima ancora di seguire la loro prima lezione, faranno in modo che i professori e la scuola li conosca per le loro marachelle.
Una storia per festeggiare i 19 anni dopo.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Hogwarts, 1 settembre 1989

 
Il lungo ed estenuante viaggio in treno, partito dal binario 9 ¾ era finito. Finalmente, forse.

I due bambini dai capelli rossi erano così eccitati che, quella mattina, si erano svegliati prestissimo, anche se forse era più corrette dire che non avevano dormito affatto. Appena scesero dal treno si guardarono intorno esterrefatti, e non appena videro il Castello, in lontananza, si diedero una gomitata a testa, come per darsi un segnale di guardare in quella direzione.

Ad aspettarli sulla banchina, c’era un uomo altissimo, grosso e dalla barba lunga: avevano già sentito parlare di lui dai loro fratelli, e lo riconobbero immediatamente.

«Benvenuti ad Hogwarts, voi del primo anno!», disse lui con una voce molto profonda. «Venite con me, e fate attenzione a non perdervi.» Si voltò e iniziò a camminare, seguito da una numerosa folla di bambini di undici anni. Si fermò all’improvviso, come se si fosse ricordato qualcosa di importante: «Oh, quasi dimenticavo: il mio nome è Hagrid.»

I due bambini dai capelli rossi si guardarono, dando per scontata quell’informazione. Continuarono a seguirlo, rimanendo uniti come il gigante aveva suggerito.

Giunsero a delle barche, che potevano ospitare massimo quattro persone.

«Ehi, George», disse uno dei due bambini, «cerchiamo di stare sulla stessa barca.»

L’altro, divertito dal suo comportamento, gli domandò se avesse paura di perdersi.

«Paura io? Per chi mi hai preso, per nostro fratello Ron?»

«Va bene, va bene» disse l’altro continuando a ridere. «Sali su quella e aiutami, Fred. E non farmi inciampare o ti butto nel lago.»

Non appena furono entrambi sulla barca, altri due ragazzi salirono e, quando presero posto, automaticamente questa partì e si staccò dal molo a cui era attraccata. Altre imbarcazioni fecero lo stesso, finché non ne rimase neanche una. Percorsero tutto il lago, attraccarono in un piccolo molo ai piedi del Castello, il quale risultava ancora più imponente rispetto a come, ogni futuro studente, se l’era immaginato.

Il gigante Hagrid li accompagnò all’interno, facendoli salire centinaia e centinaia di scalini, fino a raggiungere un’enorme doppia porta, cui davanti e perfettamente immobile vi era una donna vestita di verde smeraldo e, tra le mani, teneva una pergamena che aveva l’aria di essere la lista degli studenti del primo anno.

«Benvenuti ad Hogwarts. Il banchetto per l’inizio dell’anno scolastico avrà luogo tra breve, ma prima di prendere posto nella Sala Grande, verrete smistati nelle vostre Case.» Guardò rapidamente ognuno dei bambini lì presenti, tra cui alcuni continuavano a fare su e giù perché troppo bassi per vedere la professoressa. «Lo Smistamento è una cerimonia molto importante, perché per tutto il tempo che passerete qui ad Hogwarts, la vostra Casa sarà un po’ come la vostra famiglia. Frequenterete le lezioni con i vostri compagni di Casa, dormirete nei dormitori della vostra Casa e passerete il tempo libero nella sala di ritrovo della vostra Casa.» Si prese un momento di pausa, prima di continuare con il suo discorso.

«Le quattro Case si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Ciascuna ha la sua nobile storia. Ciascuna ha la sua nobile storia e ciascuna ha sfornato maghi e streghe di prim’ordine. Per il tempo che resterete a Hogwarts, i trionfi che otterrete faranno vincere punti alla vostra Casa, mentre ogni violazione delle regole gliene farà perdere.»

Mentre la donna continuava a parlare, i due fratelli Fred e George ascoltavano con noia, perché loro fratello Percy lo aveva ripetuto parola per parola da quando era stato ammesso a Hogwarts, come se, in futuro, dovesse ripeterlo lui davanti ai nuovi studenti. Finalmente, la professoressa li fece entrare nella Sala Grande, passando in mezzo ai tavoli e fermandosi davanti a una piccola scalinata sopra cui erano riposti uno sgabello e quello che tutti conoscevano col nome di Cappello Parlante.

I due fratelli si scambiarono una rapida occhiata, sicuri che sarebbero finiti senza ombra di dubbio in Grifondoro come i loro genitori e i tre fratelli più grandi.

«Fred, guarda che ridicolo Percy», sussurro George indicando uno di questi. Il cappello a punta nero che indossava lo rendeva ancora più ridicolo di quanto già non fosse, e non appena Fred si voltò a guardare, per poco non scoppiò a ridere davanti a tutta la Scuola.

«Hai ragione, ha le orecchie che sembrano quelle di un elefante.»

La donna che li stava accompagnando si voltò a guardarli con uno sguardo severo, rimproverandoli silenziosamente. Subito dopo, salì i tre gradini, srotolò la pergamena che teneva in mano e cominciò a leggere la lista dei nomi. Ogni volta che il Cappello Parlante toccava la testa dello studente, questi strillava il nome della Casa in cui lo aveva appena smistato: alcuni ci impiegava più tempo perché era indeciso, ma non si sbagliava mai sulla sua decisione. Poi, finalmente, venne il loro turno.

«Weasley Fred» disse a voce alta la strega che li aveva accolti. Il ragazzo diede un ultimo sguardo al fratello George, salì i pochi gradini che lo separavano dallo sgabello e ci si sedette, aspettando di sentire cosa avesse da dire il Cappello. Non appena sfiorò i suoi capelli rossi, non esitò a dire la sua: «Mi sembrava strano che ci fossero pochi Weasley al tavolo. GRIFONDORO!»

Il tavolo appartenente alla Casa scoppiò in un fragoroso applauso, accogliendo il nuovo studente. Mentre raggiungeva il tavolo, a Fred parve di vedere sul volto di Percy un sorriso; lui, che era più serio di Bill anche quando raccontava le barzellette. Aveva appena preso posto quando la professoressa McGranitt –così si chiamava la donna- chiamò l’altro fratello: «Weasley George». Senza troppi intoppi, salì anche lui e si sedette sullo sgabello e si fece mettere il Cappello sulla testa.

«Un altro? Ma quanti siete, quest’anno?» brontolò il Cappello.

«Oh,» rispose George, «non temere, per quest’anno abbiamo finito!»

«Sei un birbante, come il tuo gemello. GRIFONDORO!» Subito raggiunse il tavolo, diede un rapido abbraccio a Fred per esser stati smistati nella stessa Casa e si sedette, salutando i suoi nuovi compagni.

Quando gli studenti del primo anno presero tutti posto, la cena poté cominciare per la gioia di tutti. Da dove erano seduti, i due gemelli riuscivano a vedere (e ahimè sentire) Percy che faceva il saputello su chissà quale argomento. Non riuscirono a resistere: tirarono fuori, di nascosto, le bacchette e, incuriosendo molti altri nuovi studenti, lanciarono un incantesimo al fratello, trasformando il suo naso in quello di un maiale e facendolo grugnire ogni tre parole.

Tutto il tavolo dei Grifondoro scoppiò in fragorose risate, contagiando anche i tavoli di Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Dal tavolo degli insegnanti, non appena si accorsero di ciò che era accaduto, il Professor Silente –preside della scuola- si avvicinò alla professoressa McGranitt e le disse: «Sono tuoi alunni. Sta a te decidere se smorzare subito il loro entusiasmo, o far sì che lo coltivino e diventino ancora più bravi.»

La donna alzò gli occhi al cielo, ma dentro di sé era divertita, perché tutto sommato, quella, era una scena divertente.
La cena finì, e i capo casa accompagnarono i nuovi studenti nei loro dormitori. I due gemelli stavano per salire le scale a chiocciola che portavano ai corridoi dei dormitori, quando una voce li bloccò: era la professoressa McGranitt.

«Credo che tutta la scuola vi abbia visto, stasera, fare quell’incantesimo a vostro fratello Percy.»

«Siamo già nei guai, professoressa?» domandarono in coro. La donna si addolcì nel sentirli parlare insieme.

«Dovreste, ma ve la faccio passare liscia solo perché è il vostro primo giorno. La cosa più importante, è che non lo facciate durante le lezioni, ma solo durante le ore libere. Ci vuole un po’ di divertimento, in questa scuola.»

Così dicendo, se ne andò, lasciando a bocca aperta i due gemelli. Si guardarono e si misero a ridere correndo su per i gradini. Quello non era stato un semplice inizio: era un divertente doppio inizio.



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Angolo autrice
Lo so, sono sparita. Più di un anno. Ma il blocco dello scrittore si è impossessato di me e non ho potuto fare niente, neanche correggere la vecchia storia di Mistero al Castello!
Oggi, però, con la ricorrenza dei 19 anni dopo, sono tornata, e spero più frequentemente.
Mi farò perdonare, lo giuro!
*inizia a prostarsi ai piedi dei suoi lettori*

   
 
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