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Autore: inulena    02/09/2017    7 recensioni
(IN REVISIONE GRAMMATICALE)
*tratto dalla storia*
-baciami, dannazione, ho detto baciami!- urla, ma io non lo ascolto nemmeno, ormai le sue parole non raggiungeranno mai più il mio cuore.
-hai avuto tutto il tempo per farmi questa richiesta e solo adesso ti decidi? solo adesso che non ne hai più nemmeno il diritto- vedo il dolore sul suo volto e la cosa mi fa piacere. mi allontano da lui e lo sento sussurrare.
- torna da me... Kagome!-
Genere: Azione, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Kagome/Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Pov's Sesshomaru

Ormai è da tempo che mi sono rassegnato alla sua assenza. Niente ha più un colore, niente ha più un suono o un sapore. Da quando lei è scomparsa mi limito a sedermi su questo scarno trono a decidere della vita dei demoni e degli esseri umani che mi si presentano davanti. Il Re bianco mi chiamavano, adesso sono solo il Re triste. Un re che compiange ancora la sua donna dopo dieci anni in cui essa è morta. Tutta qua dentro mi ricorda lei: i vestiti, i servitori, la sala da ballo, la sua camera da letto. Piano piano il suo odore sta svanendo, ma ho ordinato che nella sua camera non fosse toccato niente, così sperando di mantenere almeno una flebile presenza che provasse che lei è esistita davvero.
"Re bianco" un servitore mi si accosta.
"il bagno è pronto". Annuisco alzandomi dallo scranno. Questa sala è stata luogo di molte vicende. Qui tutto si è svolto, qui tutto è finito e qui tutto dovrà ricominciare.
"Quando ho finito vorrei trovare i vestiti posizionati sul letto".
"quale letto maestà?" la voce del servitore non è insolente, è solo curiosa. Per i primi anni non ho voluto vedere niente che la riguardasse. Ero schiacciato dal dolore, totalmente devastato. Il minimo accenno al suo nome o alla sua persona mi faceva accendere dalla rabbia. Con il passare degli anni però la necessità di sentirla vicina si è fatta sempre più pressante. Non tolleravo più la sua mancanza, così da un paio di anni ogni notte dormo sul letto della mia regina, respirando il suo odore, sentendo la sua presenza, cercando nella mia memoria la sua risata. Dieci anni.
"quello nella stanza della regina. Voglio abiti regali, per il ballo di stasera". Sono passati dieci anni e io sono ancora qua. Tutti i capi clan, dopo aver giurato fedeltà, se ne sono andati e il castello è quasi completamente vuoto, ma non questa sera. Piccoli demoni servitori fanno avanti e indietro per i vari corridoi. Ogni qualvolta mi incontrano si inginocchiano. Stringo un pugno al ricordo del tradimento di Ralton. Ci fidavamo entrambi di lui e invece ci ha venduti al miglior offerente. Io sono sopravvissuto a quel tradimento, ma la regina no.
Tra il popolo la sua figura è quasi diventata un culto. Milioni di demoni e umani arrivano ogni giorno, da ogni parte del pianeta, per stabilirsi nelle terre del Re bianco, dove si racconta che il vino scorra a fiumi e il cibo cresca sugli alberi. Ma i problemi non mancano. Tutti i giorni una grande fila di sudditi viene in cerca di aiuto e di comprensione. Cerco di risolvere ogni diatriba e ogni conflitto come meglio posso. Non voglio consiglieri, non ripongo la mia fiducia in nessuno, tranne che in me stesso. Non ho voltato le spalle a nessuno, la mia unica gioia è la salute del popolo, il mio popolo. Il regno è prospero. Tutto è in armonia e tutti hanno quello che vogliono. Tutti tranne me. Io sono arido, privo di vita. Entro dentro la magnifica sala da bagno. Il pavimento è rivestito in marmo. Le pareti inglobano delle colonne anch'esse fatte di marmo venato di verde. Nella sala aleggia tantissimo vapore. Mi spoglio ed entro dentro la vasca. Il calore mi inebria i sensi e mi rilassa i muscoli. L'acqua arriva fino al collo. Sono totalmente immerso. Appoggio la testa indietro rilassando i muscoli. Kagome... un nome che si ripropone continuamente nella mia mente. Il mio titolo mi ricorda costantemente quello che ho ottenuto grazie a lei. Ero un principe demone, allontanato e disprezzato per la mia rigidità, accecato dall'odio per il dono di una spada e geloso di un padre che, almeno io, ho avuto l'onore di conoscere. Adesso invece cosa sono? Un re, amato dal mio popolo, temuto da miei nemici, con una prospera famiglia e un fratello che mi ama e tutto questo l'ho ottenuto grazie ad una ragazzina, una ragazzona dai capelli marroni. La mia Kagome. Se chiudo gli occhi posso vederla ancora davanti a me. Altezzosa e fiera, bellissima e temeraria, una vera regina degna del Re bianco. Scuoto la testa cercando di mandare via per l'ennesima volta questi patetici sogni. Lei è morta, non tornerà mai più da me. Sogno quasi ogni notte il momento in cui Ashikaga ha sferrato il colpo mortale su di lei.Incubi. Le sue ultime parole sono impresse a fuoco nella mia mente. "<
ti amo" mi ha sussurrato. Il suo ultimo pensiero è stato per me. Nel momento della morte, nell'attimo del trapasso, lei ha avuto la mia immagine, ed insieme a lei sono morto anch'io. Passo quasi un’ora dentro l'acqua. Tra poco entrerà sicuramente un demone servitore indicandomi il tempo che fugge. Devo prepararmi. Devo presenziare ad un banchetto reale che decreterà un passo importante per il mio regno. Ultimamente numerosi gruppi di mercenari, banditi e guitti hanno devasto le terre di uno dei miei capi clan. Grazie ai nostri eserciti ben organizzati e alle nostre ottime armi abbiamo avuto la meglio sulla loro disorganizzazione. Il capo clan in questione per ringraziarmi dell'aiuto che ho offerto mi ha proposto un accordo. Un accordo sancito da un matrimonio. La sua terra è ricca di giacimenti d'oro, materia nettamente scarsa su queste terre. Kagome non voleva oro, voleva potere e nel Sengoku il potere è dettato solo dalla forza. Nonostante i miei continui conflitti interiori ho deciso di prendere in considerazione la sua proposta. L'oro è sempre utile, potrei far migliorare il quartiere nord o le mura della città alta, potrei costruire delle strade percorribili che colleghino ogni città. Si, quel oro mi sarebbe davvero utile. Mi decido ad alzarmi per prepararmi. Come avevo ordinato sul letto della stanza bianca ci sono degli abiti eleganti. Non ho voglia di festeggiare. Non ho più voglia da tanto tempo ormai. Non so più nemmeno se so sorridere. L'unica consolazione per stasera è che ci sarà anche mio fratello e i suoi amici. Mi sono mancati. La sola idea che mi manchino mi fa sorridere. Tanti anni fa vivevo la mia vita lontano da tutti loro, mentre adesso non posso pensare di vivere senza di loro. Mi vesto e in pochi secondi sono pronto per scendere. Una scena simile e lontana appare nella mia mente. Una notte come questa composta da balli e trattati, un lungo abito e una ragazza vestita di nero. Mi guardo allo specchio per non riconoscermi.
Per avere quell'oro dovrò sposarmi con una donna, una donna che non è la mia regina. Non l'amerò, come potrei farlo? La tratterò con rispetto e cortesia ma non le donerò mai il mio cuore. È un ragionamento assurdo, me ne rendo conto da solo. Mi risveglio, guardandomi ancora allo specchio. Devo essere forte, stasera non sono il Re spezzato ma il Re bianco. Non devo mostrare nessuna debolezza.
“sua maestà, tutti gli invitati la stanno aspettando”. Annuisco. Andiamo in scena.

Scendo le grandi scalinate. Tutti i miei vecchi compagni di guerra mi salutano. Sorrido loro. I capi clan Imegawa, Okitomo, Tokugawa… tutti loro. I loro sorrisi sono sinceri come le loro rinnovate condoglianze. Ancora dopo dieci anni le persone si ricordano con affetto la loro regina. Anche loro soffrono, come soffro io.
“nonostante tutti questi anni non c’è un secondo in cui quella creatura non ci manchi”
“era un essere speciale”. Sento senza ascoltare. Le frasi che le persone dicono quando sono davanti ad una perdita, le frasi che dicono per esorcizzare. Ho appreso che nel mondo degli esseri umani sono ricorrenti. Per loro tutto è così effimero, la loro esistenza è fatta di pochi minuti rispetto alla vita eterna che spetta ad un demone. Li invidio.
“ho saputo dell’offerta del capo clan Mononobe no Okoshi. Non c’è dubbio che gioverà al nostro regno” Okitomo fa sfoggio dei suoi consigli. Tutti gli altri annuiscono in accordo. Sono costretto a riconfermare le mie convinzioni su questa alleanza.
“in più figliolo la giovane figlia di Okoshi è molto bella” Imegawa mi guarda con compassione.
“potrebbe essere un modo per provare a cambiare pagina”. Come può dire una cosa del genere? Come si può voltare pagina se l’intero libro è bruciato? “per quanto il mio egoismo mi spinga a ricercare una compagna, il mio amore è più forte. Ho amato una donna, una donna soltanto nella mia vita e nessuna potrà mai prendere il suo posto. Con permesso”. Cerco di fuggire dalla conversazione. Individuo Inuyasha tra la folla e finalmente sorrido. Mio fratello si guarda attorno spaesato. Ogni volta che viene al castello sembra un cucciolo. I suoi amici con lui. Il monaco stringe tra le braccia un bambino mentre la sterminatrice sta sistemando i capelli ad una delle due gemelline. Appena mi vedono tutti si inchinano, tranne Inuyasha. Lui è sangue del mio sangue. Lo saluto abbracciandolo.
“salute fratello” dice una volta staccatosi. Lo guardo negli occhi.
“maestà” la sterminatrice mi sorride. Il monaco piega leggermente la testa in segno di rispetto. Sui loro volti sono segnati i duri anni di lotte e conflitti. Inuyasha dalla morte di Kagome non ha più lo sguardo battagliero di prima. Ha subito la mia stessa mutazione. I due figli del più grande demone cane sconfitti dalla freccia dell’amore.
“ho saputo che stiamo per festeggiare un matrimonio”
“come siete esagerati nei villaggi, ancora non ho nemmeno vista la ragazza”
“ma si dice hai visto il suo oro” il monaco incalza. Sorrido.
“purtroppo non ho visto nemmeno quello. Solo una piccola flebile luce da lontano”. La mia risposta lo zittisce. Sango sentendo il mio tono afflitto fa un passo in avanti prendendomi una mano.
“tu sai qual è la scelta giusta, maestà”. Sorrido. Lo so? Non voglio questo matrimonio eppure non sto facendo niente per impedirlo.
“vieni fratello facciamo due passi fuori” Inuyasha si avvia verso il balcone. Faccio un segno di saluto ai suoi amici e do una carezza al piccolo. La brezza marina colpisce i nostri capelli bianchi.
“è tutto vero?” chiede fermandosi a guardare il mare.
“si” confermo.
“perché lo stai facendo?”
“non lo so”. Lui si gira verso di me.
“Sesshomaru non puoi incolparti se stai ricercando la felicità. Kagome è morta tanto tempo fa, non puoi continuare ad amare un cadavere. Devi andare avanti”. Di nuovo queste parole. Andare avanti.
“tu sei andato avanti fratello?” chiedo con voce gelida. Lui sussulta. Colpito nel segno.
“no vero? Non si può andare avanti dopo una donna come lei. Questo lo sappiamo entrambi. Chi può mai venire dopo Kagome la sacerdotessa o Kagome la regina di demoni? Nessuna! Lei ci ha rubato mente, anima e corpo e non ce li ha più restituiti”. Inuyasha mi dà le spalle in un moto di rabbia. Sto per chiedere scusa quando la voce di Okoshi arriva alle mie orecchie.
“eccoli i figli di No- Taisho. Vi davamo per dispersi. Venite, la festa si sta svolgendo dentro.” Inuaysha sorride lievemente mentre io mi incammino verso la sala.
“maestà” quando passo Okoshi fa un piccolo inchino. È vestito con un sontuoso kimono verde. Le bordature sono dorante mentre l’obi è rosso.
“maestà volevo ringraziarvi per il gentile invito recatoci. Nella grande battaglia di dieci fa non eravamo che un piccolo clan ma adesso ci stiamo innalzando. Quale più fulgida soddisfazione potresti offrire al nostro clan se non quella di sposare mia figlia Izumi”. Indica un punto da cui appare una bellissima giovane fanciulla. I suoi capelli sono ramati mentre gli occhi mandano dei lampi color verde cristallino. Il suo corpo è minuto e proporzionato. Indossa un abito stupendo che valorizza il suo carnato chiaro e i suoi zigomi delicati.
“è un piacere conoscervi maestà” la sua voce sembra miele caldo.
“è un piacere anche per me, mia signora” quella piccola bocca fatta per essere baciata si schiude in un sorriso delicato. La osservo. Lei osserva me. Si vede subito che lei viene rapita dalla mia presenza. Sono un re dopotutto. La musica parte mentre Okoshi spinge sua figlia nel primo ballo.
“forza Izumi non essere timida balla con sua maestà”
“mia signora” le porgo una mano che lei accetta gentilmente. La stringo a me mentre partiamo a ballare. È leggera e si fida si me facendomi guidare. La trascino per tutta la stanza facendo volteggiare il suo abito. È perfetta non c’è che dire. Una regina perfetta. Sembra che un'artista abbia catturato il momento perfetto. Un re, con la sua regina e la sua corte intenti a festeggiare in una sera lunare. La stringo. La guardo. No, no, no, no! Tutto è sbagliato. Completamente sbagliato. Lei non è Kagome. Kagome non era bella era ammaliante, non era delicata era decisa. Kami santi!, Kagome non mi avrebbe permesso di guidare le danze, sarebbe stata lei a guidarle. Izumi affascina, Kagome stregava. Non ha i capelli del giusto castano, i suoi occhi sono foreste no cioccolato caldo. Lei è normale.
“qualcosa non va mio sovrano?” Izumi mi guarda con dolcezza. Mi decido a parlare.
“per quanto siate bella, delicata e gentile mia signora, ho giurato a me stesso che non avrei mai tradito la donna che conserva il mio cuore. Ero venuto qua con l’intenzione di sposarvi senza darvi mai amore, ma voi lo meritate e non posso essere così meschino da derubare vostro padre sia della figlia che dell’oro”. Scuoto la testa sconsolato.
“mi dispiace, mia signora” Izumi mi stupisce alzandomi la testa con una mano.
“io sapevo già che voi mi avreste rifiutato maestà. Il vostro amore per la nostra vera regina è diventato una leggenda al di fuori di questo palazzo. Non cercate di morire nel ricordo di lei, ma vivete in nome di esso”. Le danze finiscono. Guardo Izumi che mi sorride ancora tra le mie braccia.
“sono sicuro che un uomo migliore vi aspetta”. Lei si inchina. Okoshi si avvicina. Il suo passo è sicuro mentre sorride.
“sembrate già una coppia di sposini. A quando le nozze?” la sua certezza di questo matrimonio mi fa sorridere. Io non hai approvato. ma quest’uomo sembra aver deciso al posto mio.
“io non ho ancora accettato” rispondo con voce gelida riportando Okoshi al suo posto. Sta parlando con un re, no con uno dei suoi servitori.
“ma certamente maestà non volevo offenderla. Volevo solo rendere noto l’affiatamento che sembra già esserci tra di voi” sorride soddisfatto, incrociando le braccia davanti a sé.
“temo padre che sua Maestà non posso sposarmi” risponde delicata Izumi.
“e perché mai?” suo padre è interdetto.
“perché lui è già sposato” mi blocco. Tutto si ferma. Esistiamo solo noi. Le mie orecchie si alzano al suono del suo cuore. Il suo forte cuore che sta battendo. Lei è viva! Un angelo compare sulle scale. Il mio angelo. Kagome. Il suo sorriso sfacciato è ancora più bello di quanto ricordassi. I suoi lunghi capelli sono acconciati con rose rosse. Il suo sorriso è smagliante. È bellissima. L’abito che indossa sembra che gli sia stato cucito addosso. È semplicemente stupenda. Scende le scale con grazia e tutti gli sguardi si concentrano su di lei. Con passo felpato si avvicina a noi. Okoshi non crede ai suoi occhi. La mia gola si secca.
“temo mio signore che sua maestà non possa sposare sua figlia perché è già sposato con me”. I suoi occhi non lasciano mai i miei. Mi sorride e finalmente la tristezza, la solitudine e la disperazione di dieci anni se ne vanno. Mi avvicino velocemente prendendola tra le braccia. La faccio volteggiare fregandomene di chiunque ci sia in questa stanza. Siamo noi due io e lei. Come sarebbe sempre dovute essere. Il suo odore mi inebria i sensi. Le ginocchia mi stanno per cedere da quanta è l’emozione. Lei è tornata. Troppi anni di distanza. La voglio divorare. Avvicino il mio volto al suo.
“mia imperatrice” sussurro sulle sue labbra.
“ti sono mancata?” lei alza un sopracciglio strappandomi una risata. Una vera risata. La prima da dieci anni. Sto per baciarla quando una piccola voce ci interrompe.
“mamma chi è questo signore?”. Mi scosto leggermente per vedere un piccolo esserino che stringe la stoffa dell’abito di Kagome. Mamma? Mi allontano. Non mi ero accorta di questa piccola bambina, ero troppo concentrato su Kagome. La piccola, che avrà dieci anni, mi osserva guardinga.
“lui è il re” la bambina gonfia le guance e Kagome si accuccia. Non appena i loro volti si trovano allo stesso livello la loro somiglianza mi stupisce. Hanno le stesse sopracciglia, gli stessi zigomi, lo stesso colore degli occhi e lo stesso colore di capelli. Sono due gocce d’acqua. Sono l’una la copia dell’altra.
“Kyoko saluta il re”
“ciao” la vocina della bambina mi riscalda il cuore.
“è tua figlia?” gli chiedo. Lei annuisce. Una figlia? Chi è il padre? Il cuore sanguina. La tristezza torna. Kagome si gira verso di me.
“Sesshomaru ho così tanto da raccontarti…” annuisco rapito. Sono pronto ad accontentarla in qualunque cosa. Anche se mi ha tradito non importa accetterò lei e sua figlia come se fosse mia.
“ok, andiamo a parlare in un’altra stanza”
“con noi può venire anche Inuaysha?” la sua richiesta mi stupisce. Vuole davvero che la nostra prima conversazione dopo dieci anni avvenga alla presenza di mio fratello? Annuisco mio malgrado.
“tu sei la regina” le ricordo. Lei sorride.
“non l’ho dimenticato nemmeno per un secondo.” Sorrido.
“FRATELLO” la mia voce riecheggia nella stanza. Inuyasha compare facendosi spazio fra la folla. I suoi occhi sono sbarrati mentre osserva il mio angelo. “Kagome” sussurra. Lei sorride.
“ciao Inuyasha”. Kyoko inizia a saltellare.
“mamma mamma è lui Inuyasha?” chiede allegra. Kagome annuisce. Ha parlato a sua figlia di Inuyasha e non di me? Che sia lui il padre? Lancio uno sguardo di ghiaccio a mio fratello che intanto mi ignora. La piccola continua a saltellare felice.
“andiamo a parlare” il comando di Kagome ci fa muovere tutti.

“dopo che Ashikaga mia ha uccisa sono caduta in un limbo. Un mondo oscuro, tenebroso, indistinto. Galleggiavo, si… mi ricordo che galleggiavo e dormivo in questa grande oscurità. Non ho lottato per mesi, anni, secoli. Restavo ferma aspettando che qualcosa succedesse, fino a che un giorno è successa. Una piccola luce si è formata nella grande oscurità e io l’ho seguita. Ho dovuto combattere, ho dovuto lottare e uccidere per raggiungere quello che volevo, ma non ho mai smesso di inseguire la luce bianca. Il percorso si è concluso quando sono arrivata davanti a due portoni. Uno bianco, uno nero. La sfera era là. Mi ha ordinato di decidere quale portone avrei scelto. È stata una decisione lunga. Ogni volta entrambi le parti cercavano di persuadermi dando visioni a volte belle a volte mostruose. Ma alla fine ho compiuto la mia scelta. Non appena ho varcato la soglia mi sono ritrovata nel nostro mondo, con in mano un piccolo fagottino. La sfera si è riproposta a me un’ultima volta dicendomi chi fosse la tenera bambina che stringevo tra le braccia. Lei è Kagome. La vera Kagome. La parte buona della donna che amavi Inuyasha. La sfera è riuscita a dividere le due anime che albergavano nello stesso corpo, creando una nuova vita.” Inuyasha si appoggia allo schienale della sedia sconvolto. Si passa una mano sul viso. Siamo entrambi in camera di Kagome. Inuyasha è seduto davanti alla toeletta, io ho aperto le finestre e osservo l’orizzonte, mentre Kagome è seduta sul bianco letto.
“è una bambina, ma cresce a vista d’occhio. Due mesi fa era un’infante, adesso è già una ragazzina. Le ho fatto da madre e le ho raccontato cosa lei davvero è. Come era prevedibile non ha compreso tutta la verità, ma ogni volta che le raccontavo di te, i suoi occhi si illuminavano. Mi racconta piccole cose di te che solo Kagome poteva sapere e non smette mai di re a cuccia” Inuyasha scoppia a ridere mentre dai suoi occhi scendono delle lacrime.
“lei è viva” dice guardando il soffitto e piangendo.
“grazie Kami… grazie”. Continua a ridere. Felice che il suo vero amore sia a pochi centimetri da lui e che attualmente stia strillando fuori dalla porta a pieni polmoni.
“FATEMI ENTRARE! MAMMAAAAAA!”. Inuyasha si alza di scatto e apre la porta. La bambina entra come un tornando ma Inuyasha riesce a prenderla e lanciarla in aria.
“piccola mia” dice sorridendo. La bambina comincia a ridere dimenticandosi di tutto il suo malessere.
“mamma volo!”. Non appena il gioco finisce Inuyasha mette a terra la piccola Kyoto.
“perché tu e Inuyasha non andate fuori a giocare mentre io parlo con il re”
“si, mamma” la piccola prende la mano di Inuyasha e lo tira fuori dalla stanza.
“tu sai prende il ramo come un cane?” sorrido alla domanda. I due si chiudono la porta dietro di loro, lasciandoci soli. La guardo. Non voglio mai più vivere senza di lei.
“non mi hai tradito quindi”
“mai” risponde sicura.
“amo te Sesshomaru, è stato cosi e lo sarà per sempre” si avvicina a me. Sussulto. Il richiamo di lei è troppo forte.
“ho vissuto l’inferno senza di te” le dico mentre lei mi accarezza una guancia.
“io ho combattuto l'inferno per tornare da te”. Sorrido abbracciandola.
“mia imperatrice”
“mio re”. Finalmente dopo dieci anni le mie labbra ritoccano le sue. È un bacio lento, dolce e bellissimo. La voglio sentire. Tutto qui. Non voglio che scappi mai più. Ma con il tempo tutto diventa più passionale, la distanza si è perpetrata per troppo tempo ed entrambi sentiamo il bisogno l’uno dell’altra.
“vieni con me” mi prende una mano e mi spinge verso il letto.
“finalmente staremo per sempre insieme”
“per sempre”. Dopo ciò le parole si volatilizzano e il nostro amore riscalda tutto la stanza.
 
Novi mesi dopo

“oh… è così carino”. La voce di Kyoko mi risveglia.
“guarda mamma…. un piccolo Sesshomaru”. Sono stanca. Il mio fisico è provato, ma voglio restare sveglia per vedere il mio piccolo demone. Sesshomaru si avvicina e si siede al lato sinistro del letto prendendomi una mano.
“sei stata bravissima mia imperatrice” dice con gli occhi lucidi. Al fianco destro si accosta Kyoto con in mano il mio bambino. Lo prendo tra le mani e scosto i vari teli che coprono il suo visino. Il nostro bambino.
“è bellissimo” la voce di Sesshomaru è rotta. Il piccolo ha una mezzaluna viola sulla fronte, il suo visino è rotondo, il suo naso piccolo e le orecchie sono elfiche.
“il nostro cucciolo” dico guardando Sesshomaru. Inuyasha compare dietro Kyoko poggiandogli una mano sul fianco, lei si appoggia a lui. Ormai sembra una donna adulta. Non crescerà più.  Almeno per adesso. Sorrido immensamente felice. Finalmente siamo tutti insieme. La quiete della stanza si interrompe però con l’arrivo di Miroku e della sua numerosa e rumorosa famiglia che strappa una risata a tutti noi.
 
THE END PT 2 


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ANGOLO SCRITTORE
Ciao a tutti! Dopo tanto tempo ho deciso di darvi un finale alternativo a quello ufficiale. Cosi siamo tutti più contenti. Spero che vi piaccia anche quest'ultimo capitolo. 
Baci,
Inulena 
 
 
   
 
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