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Autore: Sospiri_amore    02/09/2017    1 recensioni
❤️SECONDO LIBRO DI UNA TRILOGIA❤️
Ritorneranno Elena, Kate, James, Jo, Adrian, Stephanie, Lucas, Rebecca, (Nik ??).
Ci saranno nuovi intrecci, guai, incomprensioni e amori.
Elena avrà dimenticato James?
Chi vivrà un amore proibito?
Riuscirà il Club di Dibattito a sconfiggere la scuola rivale?
Nik sara sempre un professore del Trinity?
Elena andrà al ballo di fine anno?
IL FINALE di questo libro corrisponde alla fine del liceo, il terzo libro sarà incentrato sulla vita adulta dei personaggi. Più precisamente quattordici anni dopo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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IERI:
Fare i conti con la realtà dei fatti





... Continua la scena dal capitolo precedente...

 

Le lacrime sul mio volto hanno una sfumatura scura, un po' per il trucco sciolto un po' per la polvere nel magazzino che riempie l'aria. Nik è seduto di fronte a me, non gli importa di sporcarsi, non gli importa di essere in una stanza semi interrata a perdere tempo con una ragazzina piagnucolosa come me. Mi guarda sereno, è tranquillo come quando l'ho conosciuto. Il solito buono e caro Nik.

Al di fuori della tenda verde sento le voci di Kate e degli altri borbottare, stanno uscendo dal magazzino per lasciarci soli. Probabilmente avrebbero voluto rimanere, conoscere il perché del mio atteggiamento, ma per ora non mi sento pronta a parlare con loro.

Allo sbattere della porta, quando abbiamo la certezza di non avere occhi indiscreti a fissarci, Nik mi abbraccia stretta, mi stritola. 

Mi sento uno schifo per come l'ho trattato a scuola, sono stata pessima con lui.

 

«Raccontami tutto. Dimmi cosa ti è successo, adesso non importano i particolari, ma voglio sapere in che guai ti sei cacciata. Voglio capire cosa ti spaventa tanto», mi chiede con gentilezza. Gli occhi azzurri di Nik, così puri e sinceri, mi scrutano con attenzione in attesa di sentirmi parlare. 

Tentenno un attimo, la mia mente è pronta a scappare come il mio corpo. Ma questa volta no, non me ne vado. Non posso resistere al suo modo di fare, mi sciolgo solo a guardarlo: «Non mi giudicherai una stupida?», gli chiedo.

Nik accenna ad un sorriso mentre mi sposta una ciocca di capelli dal volto:«Mai potrei farlo».

Con gli occhi chiusi, cercando tutto il coraggio che possiedo, pronuncio il nome. Quel dannatissimo nome:«A-Andrew Cossé-Brissac».

Nik curva la testa verso destra e aggrottando la fronte scava nei sui ricordi:«Parli dei Cossé-Brissac i famosi ristoratori?».

Annuisco.

«Ma che c'entrano loro con te?».

«Non loro direttamente, ma loro figlio Andrew. Mi tiene in pugno ha delle foto che ritraggono Rebecca e James in atteggiamenti poco... Hmm... Eleganti... È capace di diffonderle se non boicotto la gara di Dibattito contro il Saint Jude. Vuole rovinare il Trinity».

Nik è attento, non perde una parola di quello che dico.

«Sono sua complice, seppur inconsapevolmente. Ho incasinato tutto e adesso non so come uscirne». Ho le lacrime agli occhi, mi sento proprio sciocca.

«Tu che c'entri? Cosa hai fatto?», mi chiede serio.

«Oltre a credere alle sue parole ed essermi fidata di lui? Direi tutto! Sono io che ho scattato le foto, io che ho acconsentito a incastrare Rebecca. Non sapevo di James, lo giuro, Andrew mi ha usata per scattargli delle foto mentre mi... Mi... Mi baciava. Ero travestita come le escort che lavorano al Masques», dico tutto ad un fiato diventando viola per la vergogna.

«Hai baciato James? Ma lui lo sa? Ti ha riconosciuta?».

Scuoto la testa:«Ero ubriaca. Andrew mi ha fatto bere un cocktail che mi ha fatto perdere le inibizioni... È stato durante quella serata che sono state scattate le foto che potrebbe mostrare anche a mio padre. Lo so, non ho scuse. Sono stata così stupida». Stringo forte la mascella, mi sembra tutto così ridicolo.

«Quindi Andrew ti ricatta. Se non boicotti la gara di Dibattito renderà pubbliche le foto di Rebecca, James e te... Hmm... Ok. Ho capito», dice con un sorrisetto malizioso.

«Tutto qui? Non mi sgridi, non mi insulti, non fai nulla?», gli chiedo confusa.

«No». Nik sorride.

«Ma sono stata così stupida, avventata, ingenua! Possibile che tu non abbia nulla da dirmi?».

«Credo tu ti sia attribuita per troppo tempo troppo aggettivi negativi. Adesso non hai bisogno di insulti, ma di un abbraccio di un amico». Nik mi stringe forte.

«Perché lo fai... Perché mi aiuti sempre? Io non sono niente di speciale, combino solo un sacco di guai», gli dico con la fronte appoggiata al suo collo.

«Non so, credo sia perché ti capisco, anche se siamo molto diversi. A volte vorrei essere come te, puro istinto, invece mi trovo a combattere con le mie paure che mi frenano e con la mia razionalità che mi blocca. Aiutando te mi sembra di aiutare me stesso. Forse lo faccio per puro egoismo, oppure perché mi sono fissato con il salvarti dallo schifo che ti circonda. Non so come mai faccia così, sento solo l'irrefrenabile desiderio di darti serenità, per quanto possibile». 

Nik mi accarezza la schiena con movimenti circolari, un tepore si dirama per il resto del mio corpo. Appoggio le mani sulle sue spalle mentre Nik stringe il suo corpo al mio, sento il suo respiro aumentare d'intensità, sta tremando leggermente. Capisco benissimo l'effetto che ho su di lui, gli piaccio. Anche lui piace a me, moltissimo, ma non credo che potrei amarlo come lui vorrebbe. È come se sapessi che non è la cosa giusta da fare, come se quello non fosse il momento giusto tra di noi. 

«Nik... Io...», gli sussurro in un orecchio facendo cenno di no con la testa.

«Elena... Elena...», mi risponde Nik mentre si morde le labbra nervosamente.

La sua barba incolta punge leggermente il mio volto, le sue mani afferrano i miei fianchi, le sue labbra baciano il mio collo. Un'ondata di calore mi avvolge, era da mesi che non mi sentivo così viva.

 

So benissimo di non meritarmi tanta attenzione da lui eppure non posso fare a meno di staccarmi dalle sue braccia. È come se avessi un irrefrenabile bisogno di Nik, come se colmasse parte del vuoto che sento dentro.

 

«Ti aiuto, non ti preoccupare. Tu devi stare tranquilla, devi ritornare la ragazza di sempre, quella che adoro e mi fa ridere, quella piena di energia e con una sensibilità fuori dal comune... Quella di cui mi sono innam...». Con una mano tappo la bocca di Nik. Non voglio che lo dica, non voglio che dica quelle parole.

«No. No. No. Tra di noi è tutto sbagliato, non possiamo, lo capisci?», dico con la voce rotta dal pianto.

Nik mi fissa. I suoi occhi sono come fulmini color del cielo:«Lo so che è tutto sbagliato tra di noi, ma per una volta voglio seguire il mio istinto e mettere nel cassetto la razionalità».

Le sue labbra si avvicinano alle mie mentre infila con decisione le mani nei capelli afferrandomi la nuca. Mi sento sciogliere al contatto.

Nik mi sta per baciare ed io non voglio che si fermi.

Nik mi sta per baciare ed io non aspetto altro.

Il suo corpo è intrecciato al mio, i nostri fiati caldi sono uno solo, le sue labbra si appoggiano alle mie con delicatezza e...

 

Toc.

Toc.

Qualcuno bussa furiosamente alla porta del magazzino.

Toc.

Toc.

 

Nik si stacca di colpo da me, come se si rendesse improvvisamente conto di quello che sta per succedere tra noi. Un bacio mancato, sfiorato e desiderato, ma non assaporato. 

«Nik. Elena. Adesso basta chiacchiere, vogliamo sapere anche noi». Da dietro la tenda giunge il rumore di passi e la voce decisa di Lucas.

Mi allontano velocemente da Nik portando le ginocchia al petto. Nik si alza cercando di ricomporsi.

In meno di cinque secondi ci ritroviamo tutti dentro la tenda verde. Kate si piazza vicino a me, mi prende la mano.

«Adesso parla, questa storia mi sta annoiando», dice Rebecca mentre si siede su una sedia. James è in piedi con le braccia incrociate, Adrian è al suo fianco. Jo e Stephanie mi guardano con curiosità.

«Vorrei che ascoltaste le parole di Elena. Non voglio conoscere il vostro giudizio personale, voglio che immaginiate di essere a lezione e cerchiate una soluzione legale al suo problema. Cercate di rimanere distaccati e ascoltate i fatti. Prego, comincia pure», mi dice Nik invitandomi a parlare.

 

La platea è attenta, pendono tutti dalle mie labbra. So benissimo che ormai non posso più scappare e devo affrontare le conseguenze di ciò che ho combinato, ma ho molta paura. La vergogna di essermi comportata così male, l'imbarazzo di mostrare la mia fragilità è molto forte. La mano di Kate è una certezza, non mollo la presa. La presenza di Nik mi da forza. 

Parlo.

Parlo senza smettere di guardare il pavimento sporco ai miei piedi.

Parlo senza essere interrotta.

Racconto di come volessi che le cose al Trinity cambiassero.

Commento di come odiassi sentirmi umiliata e di come soffrissi.

Spiego di come Andrew mi abbia avvicinata durante la punizione della Marquez.

Dico tutto: dai piani per l'elezione del rappresentante di Istituto ai fan Club fino ai sotterfugi per prendere il potere.

Poi arriva quel momento, quello che più temo.

Masques.

Ingoio tutta la saliva che possiedo.

Travestimento.

Luci stroboscopiche.

Il cuore batte forte.

Foto a Rebecca.

Alcool.

Tremano le gambe.

Baci a James.

Fuga.

Il giorno dopo la scoperta che Andrew mi ha tradita e usata.

Il ricatto.

La mia fuga da tutti loro e dalla scuola.

L'abbandono del Club di Dibattito.

 

Mi sento un palloncino sgonfio, senza forma. Debole sulle gambe, assetata e fragile.

Vorrei che qualcuno dica qualcosa, ma nessuno proferisce parola. Nik cammina avanti e indietro pensoso, Stephanie con le mani sulla bocca mi guarda con gli occhi spalancati. Tutti gli altri paiono statue di cera, sono immobili.

«Scusate, non sapevo come... come dirvi tutto questo, mi vergogno tanto», dico con le lacrime agli occhi.

«Ci credo bene!», esordisce Rebecca, «Come cavolo ti è venuto in mente di fidarti di Andrew? Quello è una serpe velenosa, utile solo per certe cose. Non ha sentimenti e non prova emozioni per nessuno, eppure te l'avevano detto di stare lontana da lui».

«Noi sappiamo gestirlo: lui usa noi e noi usiamo lui. Un tacito accordo. Sappiamo cosa è capace di fare, per questo lo teniamo come amico piuttosto che come nemico», mi dice Lucas duro.

«Quello che hai fatto è... è... Non ho parole. Se ci avessi detto tutto prima avremmo potuto affrontarlo insieme, invece sei la solita cocciuta che pensa di poter fare tutto da sola». James è furioso, lo capisco da come mi parla. 

«Mi dispiace, credevo che...». Vengo bruscamente interrotta.

«Credevi cosa? Sai che Andrew non ha sorelle? Le storie che ti ha raccontato su di lei sono solo bugie. Bugie costruite per ingannarti e manipolarti. Tutto questo non sarebbe successo se ci avessi parlato». James è a pochi passi da me, sembra sull'orlo di scoppiare.

«Già. Inoltre non sei l'unica ad essere coinvolta. Le mie foto e quelle di James potrebbero rovinare la reputazione delle nostre famiglie e il nostro futuro. Complimenti Elena, non potevi fare di peggio». Rebecca si avvicina a James per allontanarlo da me.

 

Piango come una fontana.

Jo mi appoggia un braccio sulle spalle, Stephanie mi accarezza i capelli. 

 

«So che è difficile, ma possiamo lavorare su un caso vero. Non più esercitazioni in classe, ma un problema concreto che coinvolge più persone. Era inevitabile che ad un certo punto della vita sbatteste la faccia conto con la realtà dei fatti: tutti possono finire nei guai per le proprie azioni sconsiderate. Elena fidandosi della persona sbagliata. Rebecca e James partecipando a feste non adatte alla loro età. Siete personaggi che hanno un potere e una reputazione da difendere, non dimenticatelo mai». Nik parla in mezzo a tutti noi.

«Quindi che possiamo fare? Non voglio che succeda loro nulla di male», chiede Adrian preoccupato.

«L'unica cosa che abbia senso. Restare uniti, tenere la bocca chiusa e affondare quel vigliacco di Andrew. Che ne dite... Chi è con me?», chiede Nik allungando la mano.

Senza esitazione appoggio la mia mano sopra la sua. Stephanie, Jo e Kate fanno lo stesso. Lucas e Adrian subito dopo. Rebecca tentenna un attimo, poi aggiunge anche la sua mano. 

James mi fissa per qualche secondo, è turbato, lo capisco dalla strana luce nei suoi occhi: «Partecipo a questa cosa solo se ridurremo in briciole quel bastardo, dobbiamo distruggerlo».

Nik sghignazza: «È briciole siano. Non ti preoccupare ho un piano in mente, del resto sono o non sono uno dei migliori avvocati di Boston?»

James ci pensa un attimo, poi allunga la mano sopra tutte le altre senza smettere di fissarmi come se volesse dirmi un milione di cose. 

 

Trattengo il fiato.

Affogo nei suoi occhi verdi sentendomi terribilmente in colpa per tutto, ma soprattutto per il bacio che stavo per dare a Nik.

Un errore che non voglio rischiare di ripetere.

Un errore che per fortuna non ho commesso.

 
   
 
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