Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: CrazyAF_    02/09/2017    0 recensioni
Simile alla mini serie "Lost in Austen".
Samanta Masini, una ragazza italiana di 23 anni e appassionata della letteratura, viene catapultata nel 1811. Lì farà nuove amicizie, conoscerà gentiluomini e parteciperà a balli pubblici e privati. Ma dovrà anche fare una scelta: 1811 o 2017?
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

You know it's real when it hurts

Il ballo era terminato da poco, gli invitati stavano facendo i loro saluti e i loro complimenti ad Harvey Ross per la splendida serata. Lorain era in piedi accanto a lui, mostrava a tutti un sorriso ampio e felice, ma dentro sentiva montare la rabbia.

Nel corso della serata, proprio mentre lei e Harvey stavano danzando guardandosi teneramente negli occhi, Frederick Bartley li aveva interrotti. A quanto diceva Mr Bartley, fra lui e Samanta c'era stata una piccola discussione e lei, senza avvisare nessuno – se non lo stesso Frederick –, aveva fatto ritorno a casa Thomas.

Lorain non poteva crederci, era rimasta a bocca aperta. Sapeva benissimo che rivedere all'improvviso Frederick era stato un colpo per Samanta, soprattutto dopo la lettera che lui le aveva lasciato, ma era inimmaginabile lasciare un ballo solo per evitare una certa persona.

«Sei silenziosa» mormorò Harvey, una volta che furono soli. «E hai il classico sguardo di quando rifletti. Stai ancora pensando a Samanta, non è così?»

Harvey riusciva sempre a capirla alla perfezione, gli bastava osservarla per qualche secondo e sapeva che cosa non andava. Aveva capito di amarla la prima volta che l'aveva vista, quando ancora erano bambini, e da allora non era più riuscito a levarsela dalla testa. Pensava a lei, costantemente.

«L'arrivo di Frederick l'ha colta di sorpresa, tutto qua» proseguì Harvey, guardandosi intorno prima di prenderle una mano.

«Non avrebbe comunque dovuto scappar via, è questo che non capisco!» rispose Lorain, sbuffando. «E' riuscita a sopportare quell'insopportabile di Ornery, eppure appena vede Mr Bartley scappa a gambe levate!»

«Credo che lui ne sia innamorato» sussurrò Harvey, guardando la sua futura moglie con un sorriso pieno d'amore. «Innamorato come io lo sono di te, Lorain»

Non era certo quello il momento di confessare, ancora una volta, il suo amore per lei. Lorain aveva ben altro per la testa, le mani le prudevano e aveva voglia di tornare a casa immediatamente solo per sgridare – sì, sgridare quasi fosse sua figlia – Samanta.

Ma quelle parole le riscaldarono il cuore, e fu come se Harvey gliele avesse dette per la prima volta. Anche Lorain, a quel punto, controllò che fossero veramente soli: aveva un gran bisogno di abbracciare il suo amato e respirare a pieni polmoni il suo profumo.

Di certo, queste non erano cose da fare. Eppure, quando lei e Harvey erano soli, il decoro e le sue regole sparivano. Rimanevano solo loro due, una bolla che gli faceva da mondo personale e l'amore che li accoglieva a braccia aperte.

Harvey la strinse in un abbraccio che diceva più di mille parole, poi alzò una mano e le accarezzò una guancia guardandola negli occhi. Lui voleva di più, voleva assaporare le sue labbra e stringerla a sé fino alla fine dei tempi, ma un rumore li fece staccare velocemente.

«Lorain, cara» la chiamò Mrs Thomas, facendo un gesto con la mano. «La carrozza è qui fuori che ci attende, ma non riesco a trovare Samanta!»

«E' tornata a casa, mamma» le rispose immediatamente Lorain, sentendo nuovamente la rabbia ribollirle nelle vene. «Ti raggiungo fra un secondo»

Mrs Thomas annuì e, con un leggero inchino ed un sorriso ampio, salutò Harvey che ricambiò prontamente. Una volta soli, di nuovo, Harvey si abbassò velocemente sul viso di Lorain e le rubò un casto bacio.

«So che non avrei dovuto, ma non sono riuscito a trattenermi. Potrai mai perdonarmi?» le chiese, in un sussurro.

Lei, sebbene fosse stata colta alla sprovvista, aveva gli occhi chiusi e le guance si erano tinte di un rosa chiaro. «Abbiamo tutta la vita davanti, troverai un modo»

Ridacchiarono, poi venne il momento di separarsi. Harvey l'accompagnò fino alla carrozza, l'aiutò a salire e la guardò con un sorriso ampio. Prima che Lorain partisse, per tornare a casa, Harvey le sussurrò di essere clemente con Samanta e Miss Thomas, sorprendendo persino sé stessa, annuì.

Lorain arrivò davanti alla porta della camera di Samanta e alzò un braccio per bussare. Ma questo si fermò a mezz'aria: dall'altra parte, nascosta agli occhi di tutti nella sua camera, Samanta singhiozzava.

«Voglio tornare a casa, papà» si sentiva. «Mi manca casa mia, mi mancano i miei amici e... Oh, per l'amor del cielo! Mi manca anche la mamma»

Lorain rimase lì, immobile, davanti alla porta per qualche minuto. Quando riuscì a risvegliarsi da quel momento, entrò in camera di Samanta senza neanche bussare, e si chiuse immediatamente la porta alle spalle.

Samanta era seduta sul pavimento, proprio sotto alla finestra aperta, e indossava i suoi vestiti sporchi di fango ormai asciutto. I capelli erano in disordine, gli occhi rossi e gonfi per via delle lacrime, e fra le mani stringeva una piccola foto.

Lorain corse verso di lei e si inginocchiò accanto all'amica, stringendola pochi attimi dopo in un abbraccio. Samanta ricambiò immediatamente e cercò di calmarsi il più velocemente possibile, ma era difficile.

Gli eventi di quella serata, al ballo di Harvey Ross, avevano fatto in modo che il suo morale cadesse a terra. Appena era tornata a casa – un domestico le aveva aperto la porta con uno sguardo preoccupato –, era corsa in camera sua e si era tolta, quasi l'aveva strappato, il vestito che indossava. Dal suo nascondiglio aveva tirato fuori la sua borsa, i vestiti con cui era arrivata a casa di Lorain e se li era messi addosso, sperando che quel gesto potesse portarla magicamente a casa.

Quando nulla era successo, Samanta era scoppiata a piangere e aveva tirato fuori dal suo portafogli una vecchia foto di famiglia. C'erano i suoi genitori che sorridevano verso l'obbiettivo, in mezzo c'era una piccola Samanta con due codini – le mancavano due dentini.

«Va tutto bene, Samanta. Shh...» fece Lorain, passandole una mano sul capo. «Tranquilla, troveremo un modo per risolvere ogni cosa»

Passarono quasi dieci minuti prima che Samanta riuscisse a calmarsi completamente. Lorain non l'aveva lasciata un secondo, e di questo Samanta ne fu molto grata. Poi calò il silenzio, dalla finestra entrava un venticello gelido e Lorain pensò bene di chiuderla.

«Cosa ti ha detto? Frederick intendo» sussurrò Lorain, sperando che quello fosse il momento giusto per poter nominare Bartley e per chiedere a Samanta che cosa fosse successo fra loro.

Samanta respirò profondamente, poi guardò l'amica con un sorriso malinconicò e mormorò: «Mi ha invitata al suo matrimonio»

«Lui ti ha... ti ha... Come gli è saltato in mente?!» esclamò Lorain, sgranando gli occhi.

Samanta annuì. «E io gli ho praticamente detto che... beh, che mi piace ma che sono stanca»

Lorain la capiva alla perfezione, ma trovava ancora sorprendente che Frederick avesse invitato proprio Samanta al suo matrimonio. Come Harvey, Lorain sapeva benissimo che Bartley provava un sentimento profondo verso la sua amica, ma era assurdo che l'avesse invitata al suo matrimonio! Com'era possibile?

«Mi è scappato di bocca, non volevo dirglielo» si affrettò ad aggiungere Samanta. «Speravo di tornare a casa il prima possibile, dimenticare lui e questa... questa cosa che ho nel cuore e tornare alla mia vita, ma non sono riuscita a chiudere la mia boccaccia.

«Sai, credo che Willbur voglia venire con me, nel 2017» disse improvvisamente Samanta, cambiando discorso.

Lorain sgranò nuovamente gli occhi. «Che intendi dire?»

«Non c'è nulla di complesso nella frase: "credo che Willbur voglia venire con me", Lorain» rispose Samanta, tirandosi su da terra, passandosi poi il dorso della mano sul viso per asciugare le lacrime. «Ha... questo segreto che ha detto solo a me. Ho pensato che venire nel futuro insieme a me fosse la soluzione migliore per lui e per... beh, per questo segreto»

«Segreto? Samanta, di cosa stai parlando?» le domandò Lorain, corrugando la fronte.

Samanta aprì la bocca per spiegarle il concetto di segreto, sicuramente usando tutto il sarcasmo che aveva in corpo, ma qualcuno bussò alla porta e Samanta dovette fiondarsi sotto le coperte del letto per coprire i suoi jeans sporchi di fango.

Una domestica, una donna di mezza età grassottella, entrò e fece un inchino alle due signorine: «Mrs Thomas chiede di voi, signore. C'è un signore che vi attende nel salottino»

«Chi è?» domandò Lorain, sistemandosi le pieghe del vestito.

«Mr Melton Ornery, signorina» rispose prontamente la donna, poi uscì dalla camera con un altro inchino.

Samanta e Lorain si scambiarono un'occhiata. Che cosa ci faceva lì Ornery a quell'ora? Cosa voleva da loro? Perché non poteva farsi gli affari suoi, ogni tanto?

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: CrazyAF_