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Autore: SickDian    02/09/2017    0 recensioni
Un viaggio nelle terre più fredde e selvagge di Runeterra, dove una giovane straniera è alla ricerca e chiarezza di se stessa ed il suo ruolo, vivendo personalmente gli eventi di quel luogo, martoriato da una guerra tra tribù che non sembra mai finire e la pace è diventata un miraggio. Questa è la storia di Diana, l'Aspetto della Luna, che forse potrà trovare risposte per le sue domande, è la storia della guerra tra Ashe e Sejuani, con i loro ideali, tanto opposti da trovare impossibile un accordo, è la storia di un popolo che desidera ritornare grande.
Questo è il Frejlord.
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Ashe, Diana, Lissandra, Sejuani, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' appena mattina, la Lunari si è decisa a fare visita alla regina che si supponeva stesse riposando nella propria stanza per riprendersi dai brutti avvenimenti accaduti di recente.

Non appena viene aperta la porta, trova la donna proprio davanti a se vestita in maniera particolarmente elegante: indossa un abito tra il bianco e l'azzurro, composto da una grande gonna e sul capo ha una piccola corona di metallo, mentre ai piedi delle scarpette di cristallo.

"Dove stai andando?" Chiede Diana, mentre alza un sopracciglio e ostacola il passaggio della donna.
 

"Ad una riunione importante, non posso mancare. Quindi, ti chiedo di spostarti." Ma la targoniana non è intenzionata a lasciarla passare ed Ashe cerca di spingerla per togliersela di torno. Però è inutile visto che è ancora molto debole e lo sforzo provoca soltanto una grande stanchezza, con un conato di vomito che risale in gola. Appoggia la testa sul petto dell'amica, respirando affannosamente.

"Visto?" Esclama Diana. La regina emette un profondo lamento. "Lo so." Risponde poco dopo. La targoniana poggia una sua mano sotto il mento di Ashe sollevando il suo volto fino a costringerla ad incontrare i suoi occhi. "Quanto è importante?" Le chiede. "Ne va del destino del mio regno." Sentire questa risposta le fa aggrottare la fronte. "Mentire è una cosa che odio. Spero tu non lo stia facendo." La ammonisce, per poi prendere un braccio dell'arciera e se lo porta dietro il collo, mentre la tiene stretta ai fianchi.
 

"Ti farò da appoggio. Almeno risparmi un po' di forze."

Ashe sorride felice e accenna un ringraziamento, causando in Diana un lieve sospiro. "Su, forza, dimmi dove andare."

___________________________________________________

"Dovremmo giustiziarli!"
 

"Non meritano di essere salvati!"

"Vogliono solo la guerra!"

 

Sono queste le parole che risuonano nella Sala dei Saggi, luogo usato periodicamente per le questioni politiche del regno avarosano, dove tutti i più importanti rappresentati di villaggi, cittadine e tribù si riuniscono a dare le loro opinioni; questa volta per via dei soldati demaciani e la decisione sulla loro sorte.

In fondo alla stanza si trovano due imponenti troni ghiacciati: quello a sinistra è occupato dal re, Tryndamere, che cerca in tutti i modi di mantenere ordine nella sala ma con scarso risultato. Lui è un guerriero, pronto a gettarsi per primo nella battaglia ma per quanto riguarda la politica preferisce rimanerne lontano. Ogni volta gli provoca quasi un'emicrania e tutte quelle urla sono solo un grande fastidio che a malapena riesce a tollerare, ormai con i nervi al limite.
 

"Sono fortunati se non gli stacco la testa." Sussurra all'uomo in piedi al suo fianco, dalla barba incolta e corti capelli castani, con una cicatrice sulla guancia destra; indossa un'armatura di metallo grigia con le spalliere a forma di testa di lupo e sotto una pelliccia dello stesso animale. Tiene tra le mani un lungo oggetto avvolto in una coperta di lana. "Sono stati furbi, chiedere una riunione approfittando delle pessime condizioni della regina. Così potranno scannarsi a vicenda." Sussurra l'uomo a sua volta. "Nonostante tutto, le rivalità di alcuni non si sono spente, vero Meloar?" Continua Tryndamere, osservando come ognuno è distratto a insultare gli altri nei peggiori modi. Meloar sbuffa sorridente. "Già."

"Beh, è meglio finirla." Il re si alza in piedi, afferra il manico della sua grande spada che teneva appoggiata vicino al trono e la lascia cadere fortemente a terra di punta, provocando un frastornante suono che si diffonde in tutta la stanza accompagnato dal urlo del re, che fa precipitare la sala nel silenzio.
 

Li osserva tutti minaccioso, travolgendo i presenti con la sua terrificante autorità. "Sembrate dei cani selvaggi." Ringhia, per poi tornare a sedersi al proprio trono e fare un lungo sospiro.

"Siamo qui per decidere cosa fare con gli uomini di Demacia e quindi non accetto discorsi fuori luogo." Ricorda a tutti quanti per poi continuare. "Per ora, preferisco tenerli vivi e scoprire cosa avevano intenzione di fare qui."

 

Alla sua proposta si sente una grande polemica di gruppo. "Perché correre questo rischio? Potrebbero essere qui come spie e preparare al meglio un invasione." Esordisce un capo villaggio dall'apparenza di avere una sessantina di anni. "Ha ragione." Concorda un altro. "Dovremmo invece rispondergli nei migliori dei modi: tagliare loro le teste e riportarle come regalo a quei bastardi!" E' accompagnato dall'approvazione molti altri. Si alza però una voce in disaccordo. "E così facendo? Cosa otterremo? Certamente manderanno un manipolo di uomini per punirci e distruggere qualche villaggio, come già accaduto in precedenza." Anche lui raduna un certo seguito e conclude. "Consiglio di rispedirli subito a Demacia, se non vogliamo subire la sua furia." "Sei solo un vigliacco!" Viene accusato e così ricomincia la lite che dura fino a quando non viene aperto il portone.

Da li compare Ashe, sostenuta da Diana. L'arciera osserva i presenti con grande sdegno, per poi chiedere alla donna di aiutarla fino al trono. In quel momento la Lunari sente che alcuni non apprezzano la sua presenza in quel luogo, probabilmente perché è una straniera di un luogo sconosciuto e provoca a loro qualche sospetto. Ashe, sedutasi sul trono, ringrazia Tryndamere di aver cercato di mantenere la calma e dice a Diana di starle al proprio fianco, come se fosse la guardia del corpo personale.
 

Fa un lungo respiro, per riprendere il fiato e esordisce. "Dunque, ho sentito qualcosa prima di entrare: pare che qualcuno voglia provocare una guerra ed altri invece consiglino di chinare la testa. Non è così?" Domanda retoricamente e con un cenno della mano impedisce a qualcuno di parlare. "Io non sono d'accordo con nessuna delle due parti. Peggiorare le relazioni con Demacia sarebbe un passo falso..." Un capo tribù sa fa avanti ed obietta. "Ma sapete cosa fanno quei bastardi, meglio di molti dei qui presenti." "Non mi hai fatto finire. Sono anche contraria a rispedirli indietro, almeno finché non avrò chiarimenti." Il capo tribù sospira e chiede. "Cosa proponete allora?"Ashe si alza in piedi, impedendo con un gesto della mano a Diana di aiutarla e poi avanza di qualche passo verso il consiglio. "Prima di rispondervi, voglio raccontare cosa sia successo qualche giorno fa. Mentre ero a Sud per controllare i nostri confini, assieme a venti uomini, ho assistito uno scontro acceso tra i demaciani e...noxiani." Al udire la presenza dei Figli di Noxus, si sentono stupore e confusione dai presenti.

"Soccorrere i demaciani è stata mia decisione, vedendoli in seria difficoltà già contro un numero doppio del loro e in un luogo a loro sfavorevole."
 

Avanza ulteriormente. "Non sarebbe stato un problema per noi: sfruttando l'effetto sorpresa e la cavalleria avremmo potuto sbaragliare gran parte dei nemici prima che potessero reagire. Più che altro fu un'arma sconosciuta a crearci difficoltà." La donna si gira e fa un gesto verso Meloar, che porge lentamente alla regina l'oggetto misterioso. Lei toglie il pezzo di lana e rivela cosa ci sia sotto: un lungo bastone fatto di legno e ferro, con un grilletto simile alle balestre.

Si sentono cori di stupore tra la gente.
 

"E' così pericolosa?" Chiede un'anziana signora sulla soglia degli ottant'anni, che si regge a malapena sul proprio bastone.

"E'...molto letale, Anziana Bera. Ha piccole sfere di metallo come proiettili, che raggiungono velocità superiori a quelle delle nostre frecce e possono persino perforare le armature più spesse. Comunque ha i suoi punti deboli: è rumorosa, si ricarica molto lentamente e cosa più importante..." Mira con l'arma verso la folla e preme il grilletto; si sente solo un suono sordo. "Il meccanismo che serve per sparare smette di funzionare a contatto con neve o acqua." Dopodiché, ricopre l'arma, tornandola a Meloar.
 

"E dunque?" Le viene chiesto dal consiglio, curiosa. "Dunque, suppongo che questa volta le intenzioni dei demaciani non fossero malvagie. Probabilmente temevano le macchinazioni dei noxiani."

"Ho deciso di inviare un emissario a Demacia, informandoli del accaduto; intanto terremo i loro soldati per comprendere cosa stessero facendo. Conoscendoli, si sentiranno in debito per averli salvati e apriranno bocca senza obbligazioni. Qualcuno è contrario?" Domanda Ashe, senza incontrare opposizione.
 

"Il tuo obiettivo fin dal inizio è stato entrare nelle grazie di Demacia?" Domanda ancora l'anziana Bera. Ashe si gira a guardarla, con gli occhi socchiusi. "Il mio attuale obiettivo è risolvere i problemi che abbiamo, senza crearne altri; combattere su più fronti sarebbe folle." Detto questo le da le spalle tornando al proprio trono. "La Riunione è finita, potete andare." Congeda tutti i rappresentati di clan e tribù, che iniziano ad uscire fuori dalla stanza.

Il portone si chiude una volta uscito l'ultimo rappresentante, lasciando soltanto nella stanza i due regnanti assieme a Meloar e Diana. La regina, che non ha ancora raggiunto il trono, crolla in ginocchio esausta, sostenuta da Meloar che era li accanto. "Mi sembrava strano che vi foste ripresa." Commenta il generale mentre la accompagna a sedersi, lasciando che riprenda fiato. "Beh, è orgogliosa anche lei a volte; non voleva apparire debole." Dice Tryndamere che si alza dal proprio posto allontanandosi da li. "Andiamo Meloar, voglio vedere che fanno i nostri ospiti. Se non sbaglio c'è tuo figlio Gaek a controllarli." Il generale annuisce e segue dunque il re al di fuori della stanza, lasciando sole le due donne in un infinito silenzio.
 

Diana controlla lo stato dell'arciera: vede che ancora respira affannosamente, gli occhi stanchi e alcune gocce di sudore scenderle dal viso. Ashe si accorge di essere scrutata e sorride, come a voler nascondere ancora la propria debolezza.

La Lunari sospira e commenta. "Meglio che non ti muovi da li. Riposati, io tornerò più tardi." Detto questo fa qualche passo in avanti per andarsene. Ashe non è d'accordo e si alza per seguirla. "Ehi aspetta." Le gambe cedono di nuovo ma non tocca terra col corpo, anzi rimane in aria. Vede una bianca luce illuminare il pavimento, poi sente il braccio della targoniana reggerla e spinta verso l'alto, con l'altro braccio che si mette sotto le gambe. Diana sospira di nuovo. "Vuoi farti del male o cosa?" Le domanda e l'arciera risponde prima con una leggera risata, poi seriamente.

"Non voglio rimanere sola."

Diana rimane silente davanti a quella frase, volgendo lo sguardo altrove. Fa semplicemente qualche passo per uscire dalla stanza e inizia a percorrere i corridoi del palazzo, portando la regina con se. "Mi sono ricordata che non mi hai detto da dove provieni." Esordisce Ashe, ancora in braccio all'Aspetto. "No invece." Controbatte Diana. "Da una montagna più a Sud, come ti avevo già informato." "Ma quale montagna?" Diana si ferma e la guarda. "E' importante?" Le chiede. "Mi piacerebbe sapere perché nascondi cosa, anzi chi sei. Così facendo crei solo sospetti verso la gente." "Lo dici per il tuo regno?" "Lo dico per te. Devi smetterla di rimanere chiusa come un riccio." Rimangono a fissarsi per qualche secondo e in seguito Ashe chiede di sedersi a terra e usare il muro come appoggio, invita pure Diana a sedersi accanto.

Passano qualche minuto in silenzio, in attesa che Diana sia decida a parlare.

"Targon."

"Cosa?" Domanda Ashe, voltandosi sentendo quella parola.

"La montagna da dove provengo, è Targon." Specifica Diana.

"Oh! Sì, ne avevo sentito parlare. La più alta al mondo, così alta da essere impossibile da scalare. O almeno, così si dice." Ashe prende un attimo di pausa, assumendo un espressione riflessiva, per poi ritornare alla Lunari. "Tu ci sei riuscita?" Domanda curiosa l'arciera. "Sì." Risponde in seccamente Diana.

"Dovevi poter vedere un bellissimo panorama da lassù." Commenta Ashe, facendo sorridere la targoniana. "Posso dirti che è...unico nel suo genere." Afferma.

"Un giorno mi piacerebbe vederlo, ma comunque...dubito che tu ci fossi vissuta da sola." Insinua Ashe. "Vuoi conoscere la mia storia?" Le chiede Diana. Lei annuisce. Fa un lungo respiro. "Va bene dunque, sarà un po' lunga."

Così inizia a raccontarle la sua vita da orfana presso i Solari, gli insegnamenti ricevuti dagli anziani sulla vita e l'addestramento assieme ai guerrieri templari Ra-Horak. Proseguì con le sue piccole scampagnate notturne al chiaro di Luna, l'immensa gioia nel vedere l'astro celeste assieme allo spettacolo di stelle. Ma queste visite la condannarono ad un crescente isolamento e i forti dibattiti con i membri più anziani, per i suoi dubbi e non accontentarsi mai delle risposte.

Arriva infine a parlare dei suoi ultimi avvenimenti; dalla scalata assieme alla misteriosa anziana signora fino al diventare l'Aspetto della Luna e la riunione nel tempio dei Solari dove fu condannata eretica e blasfema, fino alla sua furiosa reazione che causò il massacro degli anziani nel luogo.

Diana decise di fermarsi, lasciando ad Ashe tempo per riflettere su tutto ciò. La freljordiana non riesce a pronunciare alcuna parola, le risulta difficile persino guardarla. Diana dal canto suo ha il presentimento di non essere più gradita e si alza in piedi. "Scusami, sapevo che la mia presenza sarebbe stata soltanto un fastidio. Vedrò di andarmene il prima possibile." Le informa e le dà le spalle, iniziando a camminare. "E' stato...bello conoscerti." Conclude il suo discorso allontanandosi dalla regina.

"Ti perdono."

Queste sono le uniche parole che esprime Ashe, le uniche a poter fermare i passi della donna, che si gira di scatto. "...cosa?" Domanda perplessa. Ashe si sostiene al muro per alzarsi lentamente, sempre col respiro affannato e guarda Diana. "Ho detto che ti perdono." Le ripete. "Avrai anche sbagliato, ma non ti hanno lasciato scelta." Inizia a fare qualche passo verso la targoniana. "Non mi importa cosa pensano di te i Solari, io ti accetto così come sei. Con i tuoi pregi ed i tuoi difetti." A pochi metri di distanza, le allunga la mano, sorridente. "Resta qui. Il Freljord è anche casa tua."

La Lunari rimane qualche secondo immobile, per poi afferrarla e trascinarla, ponendo un braccio intorno al fianco e l'altro alla testa. "Grazie." Le sussurra all'orecchio. Ashe è colta alla sprovvista e non fa niente per togliersela di torno. "Pensavo che non ti piacessero gli abbracci." Commenta. Incitando una lieve risata nella donna. "Questo è un eccezione."

Entrambe si dirigono verso la stanza della regina per lasciarla riposare, con Diana a farle da spalla; si fermano solo un'ultima volta. La Lunari fissa distratta oltre la finestra, osservando il Sole con aria preoccupata.

"Qualcosa non va?" Le domanda Ashe. "No." Sussurra Diana, senza distogliere gli occhi dal lento moto della stella. "No. Va tutto bene.

   
 
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