Film > X-men (film)
Ricorda la storia  |       
Autore: DiNozzo323    03/09/2017    0 recensioni
Fanfiction ambientata nel film X Men - First Class.
Cosa sarebbe stato diverso se un nuovo mutante si fosse unito al gruppo che dava la caccia a Shaw?
Quando Charles usa Cerbero per individuare altri mutanti da poter addestrare per evitare la guerra fra Russia e USA, individua una persona che vive a Washington, una ragazza scappata di casa che vive per lo più per strada. I suoi due poteri sono molto particolari, specie quello che usa meno. D'altronde alla ragazza sembra che non sia altro che un segno beffardo del destino che il suo cognome sia Tearpain...
La storia è una Xavier x Nuovo Personaggio.
La storia è inoltre già conclusa e in pochi giorni la pubblicherò tutta.
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Erik Lehnsherr/Magneto, Nuovo personaggio, Raven Darkholme/Mystica, Sebastian Shaw
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ciao a tutti!

Ecco qui la mia prima storia di X-men. Con questa fic ho un rapporto molto complicato. Quando nel 2011 uscì a cinema X Men First Class mi innamorai alla follia del film, dei personaggi, di James McAvoy, di tutto. Così, dopo averlo visto 2-3 volte di fila, iniziai la fanfic che è strutturata (come tutte le mie ffic) con la storia di base modificata più o meno leggermente a causa dell'introduzione di un Nuovo Personaggio.

Scrivendo solo quando ho ispirazione per anni ho lasciato la fic incompiuta sul pc, assieme ad una decina di altre. Stanotte ho finalmente scritto le 7 pagine finali e così eccomi a pubblicarla dopo la bellezza di 6 anni dalla sua nascita.

È possibile che si noti una differenza di stile scrittivo fra una parte e l'altra. Chiedo scusa in anticipo, è ovviamente dovuto alle lunghe attese.

Spero di non essere uscita IC, nel caso segnalatemelo pure, così come qualsiasi altra cosa vogliate comunicarmi. Se notate somiglianze con altre fic, fatemelo sapere, nonostante sia impossibile che le ho lette, visto che non leggo fic da tantissimo tempo.

Ultimo appunto: ad un certo punto vi è il testo di una canzone (E.T. Di Katy Perry), la cui “storia” vi narrerò nel capitolo in questione. Ovviamente facciamo tutti finta che è una canzone degli anni 60, sebbene non sia così.

Adesso vi lascio alla lettura.



Disclaimer: i personaggi di X-Men non appartengono a me. L'unico personaggio da me creato è quello di Sam. Non intendo violare nessun copyright né offendere nessuno. Spero solo che vi divertiate a leggere questa storia tanto quanto io mi sono divertita a scriverla. Baci



P.S. Il primo e forse il secondo capitolo sono introduttivi, pressocchè uguali al film. Mi dispiace ma erano necessari per la storia.





La vita di alcune persone sarebbe presto cambiata e, anche se ancora non potevano saperlo, i loro destini si sarebbero presto incrociati.


1944 Polonia

In un campo di concentramento, un giovane ragazzo ebreo, Erik Lehnsherr, o meglio prigioniero #214782, era appena stato separato a forza dai genitori e bloccato da ben 4 soldati, quando quasi divelse un cancello con l'apparente sola forza del pensiero... Un uomo lo stava osservando da una finestra. Il suo nome era Klaus Schmidt e sembrava estremamente interessato all'azione che aveva appena compiuto il ragazzo.


1944 Westchester, New York

Durante la sera, un bambino di non più di 12 anni sentì dei rumori in cucina. Prese la mazza da baseball e scense a controllare cosa avesse provato i rumori, temendo si trattasse di un ladro. Nella stanza non trovò altri che la madre occupata a prepararsi uno spuntino. Questa gli chiese se voleva un po' di cioccolata calda. Il bambino però notò che vi era qualcosa di strano in quella donna di fronte a lui.

-Chi sei tu e cosa hai fatto a mia madre?- Disse a alta voce, poi la “madre” del ragazzo sentì la voce del bambino nella sua testa.

Mia madre non ha mai messo piede in cucina in vita sua e di certo non mi ha mai preparato la cioccolata calda... se ordinare alla cameriera di farla non conta”. La voce si zittì e la donna, di fronte agli occhi del bambino, si trasformò, fino a prendere le sembianze di una bambina con la pelle blu, gli occhi gialli e i capelli rosso fuoco.

-Non hai paura di me?- Chiese timorosa la bambina.

-Ho sempre pensato che non potevo essere l'unico al mondo. L'unico ad essere... Diverso... E infatti eccoti qui. Charles Xavier.- Disse il bambino porgendo la mano all'altra che l'accettò.

-Raven.-

-Hai fame? Sei sola?- Chiese Charles a Raven che annuì.

-Prendi quello che vuoi. Il mangiare non ci manca, non devi rubare... Anzi... D'ora in poi non dovrai mai più rubare.- Il piccolo Charles offrì alla sua nuova amica del cibo e una casa in cui vivere, oltre alla sua amicizia.


1944 Washington D.C.

Di pomeriggio in una palestra nell'East Riverdale una bambina di circa 6 anni si stava allenando in arti marziali. Era piccola, certo, ma doveva farlo. Doveva essere in grado di difendersi dagli altri bambini. Il suo nome era Samantha Tearpain... Coincidenza particolare visto che il suo cognome significava 'lacrima' e 'dolore' e lei aveva pianto due sole volta in tutta la sua vita...


1944 Polonia

Schmidt fece portare nel suo ufficio il ragazzo al quale disse che lui non era come i nazisti... Loro e la mania dei geni... Semplicemente stupida.

-Blaue Augen? Blonde Haare? Einfache dämlich...- Offrì poi al ragazzo un po' di cioccolata ma questo rifiutò preferendo di gran lunga vedere la mamma.

-Ich will meine Mamme sehen.- Tutto ciò che voleva Schmidt era cercare di farsi amico il ragazzo per poter studiare i suoi poteri... Voleva che spostasse una monetina che, rispetto al cancello, non era nulla. Il piccolo Erik ci provò, ma non riuscì. Nemmeno era sicuro di poterlo fare. Così Schmidt fece entrare due soldati con la madre. Prese una pistola e gli disse che aveva tempo fino al tre per spostare la moneta sul tavolo, poi avrebbe sparato alla madre.

-Eins...- Erik portò le mani verso la monetina e cercò di concentrarsi, poi si voltò verso la madre che gli disse che ce la poteva fare.

-Zwei...- Erik si stava concentrando, con tutto sé stesso. Nella stanza solo la voce della madre che ripeteva “Alles ist gut”.

-Drei.- Fu l'ultimo numero pronunciato, seguito da uno sparo e da un tonfo di un corpo che cadeva per terra. Erik si girò a guardare la madre, a terra, morta, poi guardò Schmidt furioso e col pensiero ammaccò la campanella che si trovava sul tavolo.

-Ja! Wunderbar!- Fece Schmidt felice. Erik urlò e tutti gli oggetti di metallo nella stanza iniziarono a piegarsi su loro stessi. Gli elmetti dei due soldati si strinsero attorno alle loro teste uccidendoli e Schmidt iniziò a preoccuparsi del ragazzo che stava mettendo tutto a soqquadro, poi Erik si calmò, la tristezza prese il sopravvento e l'uomo lo informò che si sarebbero divertiti assieme. Si allontanò lasciando nella mano del ragazzo la moneta che non era riuscito a spostare. Il prigioniero #214782 sarebbe presto diventato una cavia.


1962 Ginevra, Svizzera.

Un uomo sedeva sul letto di un albergo, circondato da cartine e ritratti di un tedesco... Fra le sue dita scivolava una monetina, anche se, osservando con maggiore attenzione si poteva convenire che quella moneta non toccava la pelle dell'uomo... Piuttosto levitava. Quell'uomo portava vendetta nel cuore e un numero tatuato sul braccio: #214782, Erik Lehnsherr.


1962 Università di Oxford, Inghilterra.

In un bar dell'università un ragazzo, che aveva da poco compiuto 26 anni, si avvicinava a una bella ragazza, seduta vicino al bancone. Un occhio blu e un occhio verde.

-Eterocromia.-

-Un gentiluomo mi offrirebbe almeno da bere, prima.- Rispose la ragazza facendolo ridere. Lui si portò due dita alla tempia e ordinò da bere una pinta di chiara per lui e un brandy per la ragazza.

-Come lo sai?-

-Ho indovinato. Sono Xavier, Charles Xavier. Piacere.-

-Amy.-

-Eterocromia era riferito ai tuoi occhi che devo dire sono magnifici. Uno verde, l'altro azzurro... E' una mutazione e forte come mutazione. Devo dirti una cosa Amy: sei una mutante.-

-Prima mi corteggi e poi mi definisci deforme... Come funziona la tua tecnica di seduzione?-

-Te lo dirò domattina.- Lei pensò “certo, come no”.

-No, sul serio, non devi disprezzarla. La mutazione ci ha portati da organismi monocellulari alla forma di vita riproduttiva dominante su questo pianeta. Infinite forme di variazione con ogni generazione tutte attraverso la mutazione.- Disse rendendo man mano il tono di voce più sensuale.

-Allora rivendichiamo la parola: mutanti e fieri di esserlo.-

-Cin cin. Ciao.- Disse Charles rivolto a una ragazza bionda che si era appena avvicinata.

-Ciao. Devo pagarmi da bere da sola?- Chiese scontrosa questa.

-No, scusami. Una cola.-

-Charles mi diceva che sono come una di quelle prime creature marine a cui sono spuntate le gambe.-

-Leggermente più sexy. Scusami, lei è mia sorella, Raven.- Precisò il ragazzo.

-Ciao Amy.-

-E tu cosa studi?- Chiese Amy a Raven.

-Studio da cameriera.-

-Ah.- Fece la ragazza, con sufficienza. A un tratto un occhio di Raven divenne dorato e Amy si accorse della differenza fra i due occhi.

-Oh, guarda, anche tu hai l'eterocromia...-

-Scusa?- Chiese Charles non capendo a cosa si riferisse.

-Guardale gli occhi.- Disse Amy facendo girare il ragazzo verso la sorella.

-Certo... Raven prendi il soprabito per favore?- Posò i soldi sul bancone e uscirono in fretta.

-Non dire niente, l'hai fatto apposta.-

-Non è vero.-

-Ma si.-

-Come avrei fatto apposta? Sai che a volte non riesco a controllarmi se sono stressata o stanca.-

-Mi sembra che ti controlli benissimo adesso.- La interruppe Charles.

-Mutanti e fieri di esserlo. Solo quando hai mutazioni belle o invisibili come la tua, ma se sei un mostro nasconditi.-

-Che? Sei ridicola. Senti, senti non voglio sembrare un vecchio barboso...-

-Cosa che sei.-

-Talvolta.- Le concesse Charles. -Ma ne abbiamo parlato, Raven. Un piccolo errore è una cosa, a uno più grande non voglio neanche pensare.-


Per Charles il mondo non era ancora pronto per scoprire che esistevano degli uomini con poteri straordinari... Dei mutanti. E forse da un certo punto di vista aveva ragione. Come avrebbe reagito a quella scoperta dettata semplicemente dall'evoluzione? Probabilmente non bene. Per questo Raven, che aveva mutazioni fisiche evidenti, non doveva commettere certi errori in pubblico.


1962 Washington D.C.

Una ragazza, a Riverdale Park, era sdraiata sotto un albero, riscaldata appena da un sacco a pelo. Era scappata di casa quando i genitori avevano iniziato a parlare tra loro sul farla rinchiudere. E tutto ciò solo perché si era difesa da un maniaco appena prima che questi agisse. Aveva preso i soldi che teneva da parte, uno zaino con le cose a cui teneva di più con un sacco a pelo ed era scappata. Certo, aveva abbastanza soldi per andare da qualche altra parte, ma dove? Poi certo non poteva spenderli tutti, o come avrebbe fatto per mangiare e affittare una stanza nelle notti più fredde. Doveva trovare anche un lavoretto... Di una cosa era sicura. I suoi genitori non l'avrebbero cercata. Era sola.


Erik era alla ricerca di colui che gli aveva rovinato la vita: Klaus Schmidt. Si recò così nella banca più importante di Ginevra chiedendo al direttore, ex-nazista, notizie sull'uomo. Così venne a sapere che si trovava in Argentina, a Villa Gesell. Prima di andarsene lo minacciò, se Schmidt fosse stato avvisato del suo arrivo lui l'avrebbe cercato e l'avrebbe ucciso. Prese il primo aereo per Buenos Aires e di lì dritto fino a Villa Gesell. Dopo non poco tempo alla ricerca dell'uomo entrò in una piccola locanda. Vi era il barista e due uomini che parlavano fra loro. Ordinò in spagnolo una birra, poi, mentre aspettava per bere, notò su una parete affianco a lui una foto nella quale vi era Klaus Schmidt tra i due uomini seduti a bere dietro di lui. Si avvicinò a loro iniziando a chiacchierare e, quando questi capirono che vi era qualcosa in lui che non andava, uno cacciò un coltello. Su questo era scritto ''Sangue e onore'' e Erik pensò bene di far perdere il sangue ai due nazisti. Non prima, però, di sapere che Schmidt si trovava a Miami.


Mentre succedeva tutto questo, a Las Vegas, una giovane donna, Moira MacTaggert, agente della CIA, seguiva all'interno dell'Hellfire Club il colonnello Hendry. Entrò per puro caso in una stanza segreta e lì vide Sebastian Shaw assieme al colonnello e altre due persone, che lo minacciava di convincere i membri del congresso a piazzare i missili Juppiter in Turchia. Per riuscire a convincerlo fu aiutato dall'uomo che si trovava con lui, Janos Questad, che creò un piccolo tornado con le mani, la sua socia, Emma Frost, mutò la sua pelle in diamante e gli parlò col pensiero, e un secondo uomo, Azazel, lo trasportò al congresso in meno di un secondo. Quando Moira assistette non vista alla scena e sentì Shaw parlare di mutazione genetica, chiamò il direttore della CIA, cercando di convincerlo su ciò che aveva visto, ma inutilmente. A più di tremila miglia di distanza, il colonnello Hendry, riconsiderava la sua posizione e affermava che piazzare i missili in Turchia fosse la scelta migliore e il direttore della CIA non credeva che il colonnello avesse percorso tutte quelle miglia in meno di 10 minuti. A quel punto a Moira non restava altro che trovare un esperto di mutazione genetica con cui parlare.


Si recò in Inghilterra, a Oxford, dove assistette alla discussione di tesi di Charles. Si convinse che lui potesse aiutarla e seguì lui e Raven in un bar dove festeggiavano la laurea assieme a dei compagni di Università.

Charles stava andando a farsi dare un'altra brocca di birra dal barista e una seconda cola per Raven quando venne fermato da Moira.

-Congratulazioni professore.- Gli disse porgendo la mano.

-La ringrazio molto. È più difficile di quanto non sembri in effetti.- Disse dondolando la brocca.

-No, per la sua relazione.-

-Ah, era presente. Gentile da parte sua, grazie mille.- Accettò la mano che gli era stata offerta.

-Moira MacTaggert.-

-Charles Xavier.-

-Ha un minuto?-

-Per una bella bimba con un gene MC1R mutato, anche cinque. Io dico MC1R, lei direbbe capelli rossi. È una mutazione, e forte come mutazione. La mutazione però ci ha portato da essere organismi monocellulari alla forma di vita riproduttiva...- Stava iniziando il discorsetto che faceva a tutte le ragazze per abbordarle, quando venne interrotto dalla donna.

-Senta, questa solfa potrà andar bene per le studentesse, ma io sono qui per lavoro.-

-Cosa?-

-Mi serve seriamente il suo aiuto.-

-Che...? D'accordo.-

-Il genere di mutazioni di cui parlava nella sua tesi... Devo sapere se possono essersi già verificate... In persone che vivono oggi.-

Charles rimase un attimo sbigottito così, dopo essersi portato due dita alla tempia, fingendo di essere assorto, vide nella sua mente cosa aveva visto la donna di fronte a lui. Tutta la scena che si era svolta al Club Infernale.

-Professore... Forse dovremmo parlarne quando sarà sobrio. Ha tempo domani?- Disse Moira scambiando lo sguardo vacuo di Charles per ubriachezza.

-Qualcosa mi dice che lei ha già la risposta alla sua domanda. Questo è molto importante per me e se posso aiutarla farò del mio meglio.-

-Grazie.-


Mentre Charles, Raven e Moira col collega si recavano a Langley, per parlare col direttore della CIA, Sebastian Shaw, sul suo yatch in Florida, uccise il colonnello Hendry, non prima di avergli rivelato di essere un mutante in grado si assorbire energia, cosa che lo mantiene giovane, e avergli rivelato di essere il Dottor Schmidt.

-L'avvento dell'era nucleare può aver accelerato il processo di mutazione. Individui con straordinarie capacità possono già essere tra noi. Vi ringrazio molto.- Disse Charles prima di accomodarsi.

-MacTaggert, credi sul serio che una specie di scienziato pazzo mi convincerà a credere in donne scintillanti e uomini che spariscono? Ti sei appena comprata un biglietto di sola andata per la sala dattilografa. Questa riunione è conclusa.- Disse il direttore. Moira fece per alzarsi quando venne fermata da Charles.

-La prego, si sieda, agente MacTaggert. Non mi aspettavo certo che mi credesse dato che durante la mia relazione non riusciva a pensare ad altro che al tipo di torta che serviranno alla mensa. È una torta di mele e noci. Non sono stato del tutto sincero con lei, mia cara. Sapete, una delle molte cose spettacolari che la mia mutazione mi consente di fare è leggervi nel pensiero.-

-L'ho già visto fare in uno spettacolo di magia. Ora ci chiederà di pensare a un numero da uno a dieci?- Chiese l'agente Stryker.

-No, agente Stryker. Anche se potrei chiederle di suo figlio, William, al quale pensava, il che è bello, ma preferirei chiederle dei missili Juppiter che l'America sta piazzando in Turchia.- Quando Charles disse questo si scatenò il putiferio. Il direttore sbraitò che Moira gli aveva portato delle spie e lei si difendeva dicendo che non era vero. Solo quando Raven assunse le sembianze prima di Stryker e poi la sua vera forma, gli animi si calmarono, rimanendo a bocca aperta.

-Che ve ne pare come trucco?-

-Il migliore che abbia mai visto.- Disse un uomo vestito di nero. seduto su una poltrona dietro Stryker.

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > X-men (film) / Vai alla pagina dell'autore: DiNozzo323