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Autore: A Midsummer Night_s Dream    03/09/2017    3 recensioni
Mar dei Caraibi, 1657
Da anni, un pirata freddo e senza scrupoli solca le acque dei sette mari animato dall’odio e della vendetta verso colui che tempo addietro sterminò la sua famiglia.
William Alexander Spencer.
Una donna nobile dalla rara bellezza, incantatrice per l’aspetto angelico, ma astuta come una volpe e per nulla innocente, ignara si dirige tra le fauci di un destino che cambierà per sempre la sua vita.
Lady Helena Elisabeth Hughes.
Cosa fareste se la donna che più desiderate fosse la stessa che più odiate?
Cosa fareste se l’unico uomo in grado di salvarvi la vita fosse lo stesso che potrebbe uccidervi?
Odio. Amore. Tormento. Passione. Chi vincerà?
«Odio e amo. Per quale motivo io lo faccia, forse ti chiederai.
Non lo so, ma sento che accade, e mi tormento.»
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sperando di fare una sorpresa gradita ecco a voi il nuovo capitolo, sempre nella speranza di non deludervi e sentire le vostre opinioni.
Un bacio, Martina.




 
QUANDO L'ALLIEVO SUPERA IL MAESTRO



La rabbia lo corrodeva dentro come veleno.

Le sue mani tremavano per la voglia che aveva di strangolarla. Come osava disubbidire ai suoi ordini!

"Cosa diavolo ci fai fuori dalla cabina?" le ringhio' ad una spanna dal volto quando la raggiunse, gli occhi blu fiammeggianti d'ira.

Osservo' il volto di Helena colorarsi di un lieve rossore, sicuramente turbata da quella loro improvvisa vicinanza, ma fu un'emozione che duro' poco prima che il petto le si infiammasse per la rabbia. "Io faccio cio'che mi pare, non vi devo proprio nulla!"

In quel momento un silenzio tombale calo' sulla nave, nessuno che avesse a cuore la propria vita oso' fiatare.

Helena trattene il fiato per un istante, un lieve tremore le scosse il piccolo corpo mentre osservava il volto del capitano sfigurarsi in un ghigno che non presagiva nulla di buono.

"Capitano..." Gabriel cerco' di calmare le acque ma un brusco gesto da parte dell'interessato fu sufficiente a zittirlo.

"Nessuno ha chiesto il tuo parere. Hai già fatto troppo per i miei gusti" rispose quest'ultimo, scoccandogli un'occhiata omicida e meritandosi in cambio uno sguardo confuso dal suo comandante in seconda. "Mentre per quanto riguarda te, ragazzina, mi sembra che sia arrivato il momento di dimostrarti quanto poco conti la tua opinione su questa nave. Ancora una volta."

La donna non ebbe neanche il tempo di capire quelle parole, senti' solo le mani dell'uomo afferrarla per la vita e caricarla di peso sulla spalla senza nessuna delicatezza e mozzandole il respiro. 

Ma la sorpresa duro' poco prima che inizziasse ad urlare e scalciare, rossa in viso per la vergogna e l'umiliazione.

"Lasciatemi! Mettetemi immediatamente giù, animale!"

Alexander rise di gusto mentre scendeva le scale e si avviava verso la sua cabina, divertito dagli insulti della donna. "Prima o poi quella lingua biforcuta ti costerà la vita"

"Meglio morta che tra le vostre braccia!"

Un ghigno si apri' sulle labbra dell'uomo mentre giungeva a destinazione e chiudeva la porta con un calcio dopo aver depositato la donna al centro della cabina.

La osservo'.
I capelli biondi ribelli e selvaggi le si arricciavano sul volto arrossato mentre lo fissava furiosa. Era perfetta.

"Davvero, milady?" chiese Alexander, mentre tranquillamente iniziava a liberarsi di alcuni pugnali legati attorno alla cinta in vita.  "Invece io credo che abbiate solo bisogno di essere... ammaestrata"

Un fulmine a ciel sereno. "Ammaestrata?" sibilo' la donna con incredulità e rabbia, eppure i suoi occhi non riuscirono a nascondere la paura.

"Si, mia piccola tigre" le rispose lui. Con un gesto fluido si tolse la camicia rivolgendole un sorriso divertito. "E sono sicuro che mi divertiro' molto a farlo"

"Cosa fate?!" stavolta la voce di Helena assunse una tonalità isterica. "Non osate avvicinarmi a me!"

Alexander la vide indietreggiare e osservarsi attorno freneticamente, cercando un modo per sfuggirgli. Piccola illusa.

"Mi prendo solo cio' che avrei dovuto possedere dal tuo arrivo su questa nave" le rispose con voce improvvisamente roca, eccitato dalla sua paura e dal suo continuo opporsi a lui.

"Mai."

Nonostante il cuore che le martellava forte nel petto, quella fu una promessa che Helena fece più a se stessa quando le intenzioni dell'uomo le arrivarono fin troppo chiare. 

Nella sua mente apparvero immagini confuse e frammenti di memoria che non credeva neanche le appartenessero eppure fu cosi' lesta ad afferrare uno dei pugnali sulla scrivania che neanche Alexander si accorse dei suoi movimenti. 

Ancora sorpresa e confusa per quell'agilità che faticava a credere di possedere osservo' sul volto del capitano dipingersi un'espressione preoccupata.

"Metti giù immediatamente quel pugnale, Helena. Potresti ferirti" 

Sul suo volto ogni traccia di divertimento era sparita ed una risata di puro disprezzo usci' dalle labbra della donna. "Adesso vi importa di me, capitano?"

"Helena, non lo ripetero' di nuovo. Posa quel pugnale, adesso."

"Altrimenti?"

Stavola fu Alexander a coglierla di sorpresa. Con un movimento repentino le afferro' il polso con cui impugnava l'arma e con una piccola torsione cerco' di farle mollare la presa, ma la donna nell'arco di pochi secondi riusci' a sorpenderlo per la seconda volta. 

Con un urlo di dolore e rabbia Helena ruoto' su se stessa, adesso le sue spalle toccavano il petto dell'uomo. "Non cosi' in fretta, capitano!"

Approfitto' della sorpresa dell'uomo per sferrargli una gomitata sull'addome ma lui anticipando la sua mossa le afferro' il braccio libero intappolandolo dietro la sua schiena.

"Bella mossa, tesoro. Non pensavo che dopo tutti questi anni ricordassi ancora i miei insegnamenti" le sussurro' con volce calda all'orecchio e con una punta di ammirazione. "Ma in questo caso l'allieva non supererà mai il maestro"

Dalla bocca della donna fuoriusci' un gemito di dolore quando lui aumento' la presa sul suo braccio eppure questo non le impedi' di rivolgergli una domanda che la tormentava da settimane ormai. "Perchè parlate cosi'?"

"Cosi' come?"

"Come se mi conosceste da molto prima del mio arrivo su questa nave" sussurro' per poi trattenere il fiato nel sentire il corpo dell'uomo farsi di marmo alle sue spalle e l'aria si caricava di tensione.

Passarono alcuni istanti di assoluto silenzio se non per i respiri affannati dei due, ma con voce inquietante poi lui riprese. "Dunque davvero non riccordi, piccolo angelo?"

Helena senti' il cuore balzarle in gola, accadeva sempre quando lui le affibbiava quello strano nomignolo. "Ricordare cosa?" chiese senza fiato, ruotando di poco il capo cosi da poterlo osservare di sottecchi.

Vide quegli abissi blu e profondi guardarla intensamente, cercando qualcosa che neanche lei sapeva, e facendole tremare le gambe per l'intesità con cui le stava scavando dentro.

Lo sguardo di lui si fece liquido e si scuri' quando poso' gli occhi sulle sue labbra famelico, avvicinandosi e togliendole quasi ogni riserva di aria nei polmoni.

"Capitano, terra in vista! Siamo quasi arrivati!" Fu la voce rozza di uno degli uomini della ciurma a svegliarli da quello stato di trance in cui erano caduti.

"Sapete una cosa, capitano?" disse Helena suadente, avvicinandosi ancora di più al corpo dell'uomo. "L'allievo potrà anche non superare il maestro ma non sempre dipende dal maestro fare buoni allievi"*

Detto cio', Helena approfitto' del momento di confusione di Alexander per ruotare il busto quel poco che le permise di liberare il polso dalla presa ormai divenuta debole dell'uomo.

Accadde tutto in un istante.

"Dannazione!"

Un dolore acuto e violento lo riporto' alla realtà, mentre sbalordito ossservava uno dei propri pugnali conficcato nella sua coscia destra e un fiotto di sangue rosso vivo spargersi sulle assi in legno.

Fulmineo agguanto' il polso della donna e stavolta la disarmo', estraendo il pugnale dalla propria carne.

La osservo' allontanarsi da lui, lo sguardo sconvolto mentre osservava le proprie mani impregnate del suo sangue.

Vide i suoi occhi cristallini puntarsi nei propri, era impaurita ma pronta a lottare nuovamente pur di difendere la propria vita e il proprio onore.

Helena tutto si aspettava dall'uomo ma non lo sguardo pieno di ammirazione e orgoglio che le rivolse.

"Capitano, tutto bene li dentro?" stavolta fu la voce di Gabriel, concitata e lievemente preoccupata, a risuonare ditero la porta.

"Si', Gabriel, chiama solo il medico di bordo" rispose Alexander non distogliendo neanche per un attimo lo sguardo da Helena mentre zoppicante si svvicinava alla sedia alla sua sinistra cercando di valutare di sottecchi l'entità del danno.

"Cosa?!" la voce dell'uomo fu cosi' stridula che se Helena non si fosse trovata in una tale situazione sarebbe scoppiata a ridere. "Cosa diavolo le hai fatto, Alexander?"

Gabriel non attese una risposta ed entro' nella cabina, improvvisamente troppo piccola, ma il suo fervore fu subito spazzato via quando i suoi occhi misero a fuoco l'intera scena.

"Per l'inferno! Qualcuno mi vuole dire cosa diavolo è successo qui dentro?"

Fu il capitano a rispoindergli cheto e senza mai staccare lo sguardo dalla donna, mentre un sorriso sghembo si apriva sulle sue labbra.

"L'allievo ha appena dimostrato di aver superato il maestro"

E in tutta quella follia Helena non potè fare a meno di ricambiare esitante quel sorriso, all'improvviso privata di ogni forza.

Lei non avrebbe mai capito quel diavolo.










*citazione Napoleone Bonaparte






 
   
 
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