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Autore: Dio_dei_Fluff    03/09/2017    0 recensioni
Quando lo vide fu troppo tardi, stava abbracciato alla mora che gli sorrideva innamorata. E neanche Lauren, pur essendo molto cattiva, decise che non poteva rovinare la loro bella favola. Arrivata in macchina pianse tutte le lacrime che aveva in corpo prima di partire.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Lauren, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO QUARANTAUNO
Inaugurazioni delle olimpiadi 05/08/2016.

Lauren non riusciva a credere a quello che era successo la sera prima circa alla stessa ore: Daniel, il maledetto Daniel aveva avuto un’indigestione perché aveva mangiato troppo cibo al piccolo festino che aveva organizzato lei con l’aiuto di Giselle sulla spiaggia. Ovviamente lei aveva detto “Mangiate troppo e se non vi uccide l’indigestione lo farò io, perché questi non solo sono cibi molto buoni, ma sono anche abbastanza proteici e pieni di carboidrati per non rischiare che voi perdiate il conto della dieta che vi ho fatto fare per tutti questi anni.” Ma ovviamente quella sottospecie di ingordo non l’aveva ascoltata e quando lei gli aveva fatto notare che stava un po’ esagerando lui l’aveva guardata e le aveva detto “Ah… già forse hai ragione.” Ma il danno era già fatto. Per fortuna che il medico aveva detto che non ci sarebbero stati problemi e che si sarebbe rimesso in due giorni. Ma due giorni era abbastanza per fare i volteggi, la sua passione, ma non per fare la gara a squadre, che era stata proprio quella mattina le qualificazioni e le semifinali nel pomeriggio (problemi di tempo si vocifera) e il giorno dopo ci sarebbero state le finali. E chi aveva dovuto usare lei? Sì, proprio lui. Quando lei e Jerome che si muoveva molto rapido sella sua stampella erano andati a dirglielo avevano seriamente paura che lui si sarebbe buttato di sotto (contando che la sua finestra era al quarto piano, il volo sarebbe stato pretty intense). Ma lui aveva in modo molto maturo detto “Posso lamentarmi di tutto, ma non di un cretino che ha deciso che doveva mangiare troppo. E poi io ho detto che avrei fatto la riserva e quindi… per fortuna che mi hai preparato in qualche modo.” “È molto maturo da parte tua.” “Sto ancora pensando di buttarmi dalla finestra.” “Questo è un po’ meno maturo da parte tua.” “Lo so.” E tutta questa conversazione osservata da un Jerome che aveva capito che nessuno al mondo aveva un rapporto così strano quanto il suo ragazzo e la sua allenatrice.
Comunque Francoise si era comportato bene, non  aveva fatto nulla di eclatante né nulla di errato. Aveva agito nel bene della sua squadra che lo aveva implorato di fare bene e poco, perché loro si erano qualificato con l’ultimo tempo (anche lì… diciamo che era tutto frutto di un disegno superiore, cosa che era successa anche alla ragazze). E ora loro erano di sotto ad aspettare che Damon e il tizio con cui faceva il featuring per la canzone finissero di cantare per poi poter lasciare ai magici atleti di sfilare. E voi vi chiederete: “Ma perché lei non è giù?” bella domanda. Lei non era giù perché, nonostante fosse francese, avesse una carta di identità francese e probabilmente parlasse francese meglio di molti altri, lei non si sentiva completamente tale. In fondo al suo cuore lei era ancora un po’ americana e avrebbe dimostrato che nonostante se ne fosse andata era ancora al topo of her game.
“Signorina, ma lo sa che il suo vestito è veramente fantastico?” chiese la signora che era seduta accanto e lei “Ma cara, come hai fatto a salire tutte queste scale con quei tacchi! Io sarei già caduta una cosa come ad ogni gradino!”
Lei fece un risolino di circostanza e disse “Sono stata una ginnasta, camminare sui tacchi è come camminare su una trave.”
“Ah, che fortuna essere stata un’atleta.” Rispose lei con un sorriso triste.
“Beh, ma se non avesse un qualche interesse sportivo non sarebbe qui.”
“Mia figlia, lei fa parte della squadra di basket americana… quindi sono qui alle olimpiadi, anche se ho deciso che non starò giù con tutti gli altri genitori. Mi mettono agitazione. Lei con che squadra gareggiava?”
“Oh… io non sono mai stata una grande ginnasta, ho fatto qualcosa ma nulla di troppo grandioso…”
“Eppure cara, tu mi ricordi qualcuno…”
“magari ho fatto qualche cover per qualche magazine in America, me la cavo meglio come modella che come atleta.”
“Ma non credo che si quello…” disse la signora mentre pensava. Nel bel mentre accadeva questa conversazione la canzone si era conclusa e lei poteva vedere già gli atleti greci sfilare. Ancora qualche ora e quello strazio sarebbe finito, ma prima di ciò… lei aveva ancora qualche cosa da fare… si sarebbe divertita molto.
E atleti passavano e mai che gli “Estades Uniti” venissero chiamati… eccoli. Ora, era il momento.
“Io mi assento un attimo, mi può controllare la borsa?” chiese la signora e quando lei rispose di sì andò nel cunicolo che portava agli spalti prese il telefono e digitò quel numero.
“Pronto, sono Martin Walsh, è un momento un po’ delicato, mi può richiamare, chiunque lei sia?” chiese lui. Era ora del “Lauren show”.
“Je suis… scusi, sono Margot Blanche, scrittrice per il giornale francese di ginnastica, mi chiedevo se potessi farle qualche domanda in merito all’articolo che è stato pubblicato sul giornale “GYM” e magari fare una dichiarazione.”
“Sento che anche lei è alle olimpiadi, quindi non è che potrebbe… incontrarsi con me o farmi queste domande un altro giorno?”
“No, perché io parto domani, sono stata qui solo per le qualificazioni a squadre.”
“Poche domande e le più rapide possibili.”
“Come l’ha presa la frase “… noi non riusciremo a vincere …”?”
“C’era anche una frase del genere? Mi sembra che sull’ultimo articolo, scritto dopo le qualificazioni noi fossimo i favoriti.”
“Giusto, dimenticavo di dirle che io non parlavo di quello di oggi di articolo, ma di quello di qualche giorno fa.”
“Quello, quello era spazzatura!”
“È questa la sua dichiarazione? O solo una congettura, perché ho un caro amico, che è la persona che ha scritto quell’articolo che non vede l’ora di sentirsi dire quei commenti.”
“Non era nulla, solo una frase non fatta. Sì è visto alle semifinali, quei ragazzi tremavano come delle foglie e si sono qualificati con il peggior punteggio.”
“Ma io ho sentito che la loro allenatrice ha dei piani per loro.”
“L’allenatrice che non si è neanche mostrata? Quella donna non si capisce neanche come mai sia diventata allenatrice, se ha lasciato uno zoppo e una ragazzina a supportare i ragazzi… cosa che fra parentesi non è stata abbastanza…”
“Questa è una dichiarazione?”
“Questa sì.”
“Ho sentito che il ragazzo zoppo è quello che ha battito il favorito quattro anni fa che mi sembra fosse proprio americano e che comunque detiene ancora il titolo nazionale ed europeo.”
“Ma non più il titolo mondiale, quello lo detiene il nostro caro ragazzo Carter Anderson. E per la cavallina? Nick si prenderà finalmente l’oro che si merita… quel ragazzo ha fatto troppi errori.” Diciamo che non c’era andato per il sottile, infatti aveva fatto il punteggio più basso, cosa che Lauren aveva obbligato a fare.
“Ma non lo ha saputo? Pensavo che voi allenatori sapeste… non lo so, tutto?”
“Cosa dovrei sapere? Che questo anno siamo i favoriti?”
“No, che quel ragazzo, se arriva in finale porta un esercizio da dieci di difficoltà.”
“Neanche Nadia Comaneci riuscirebbe a fare 10.000 ora come ora.”
“Ne è sicuro? Speri che quel ragazzo non abbia la voglia di qualificarsi, perché se no sono guai, sia per lei che per la sua squadra.”
“Decide…?”
“Dopo un meeting il ragazzo deciderà se fare la finale o no.”
“Meeting…?”
“Sì. Meeting, ma le sto svelando troppo.”
“Svelando troppo…?
“Nessuno deve sapere che il ragazzo parte da un rating di difficoltà che nessuno ha mai provato, sempre se vuole qualificarsi.”
“E allora perché me lo ha detto?”
“Perché volevo vedere la sua faccia in diretta mentre glielo dicevo.”
“Lei…” ma la chiamata era già finita.
Quando Lauren ritornò al suo posto la signora disse “Pensi… uno degli allenatori di ginnastica americano è stato ripreso mentre era al telefono, devono avergli dato una notizia terribile, era scioccato.”
“Chissà, un vero peccato che me lo sia perso.”
***
Giù nell’arena.
“Sasha, mi ha appena chiamato una giornalista francese.” Disse Martin.
“Ancora per l’artico di qualche giorno fa? Tutti hanno notato che sono stati sopravvalutati.” Rispose lui con la sua solita calma.
“Non solo. Sai il ragazzo che oggi criticavamo perché incapace di fare una sola routine senza fare errori? Beh…”
“Beh cosa?”
“Beh, se decide di qualificarsi parte con un 10.000 in finale.”
In quel momento la Francia e comparve Teddy Riner con la bandiere e fra tutti in riconobbero il ragazzo delle qualificazioni e in quel momento ebbero un po’ di paura.
  
  
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