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Autore: Floccinauci    04/09/2017    1 recensioni
L’ombra si dissolse nell’aria, permettendole di scorgere nelle tenebre la sagoma di colui che l’aveva salvata. Si sollevò a fatica da terra, facendo forza sulle sue deboli braccia ferite. La sua figura imponente, ricoperta dalla testa ai piedi da una pesante armatura di metallo, incombeva su di lei con aria minacciosa. Il bagliore dei suoi occhi cremisi invadeva l’oscurità circostante. La fissò per qualche attimo, senza proferire parola. Dopodiché ritirò le lame che portava al polso e si voltò, allontanandosi.
- Aspetta!
Si fermò a pochi passi da lei.
- Non mi hai detto chi sei…
Volse leggermente il capo nella sua direzione. La sua voce profonda e metallica pervase l’aria.
- E’ meglio che tu non lo sappia.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Zed
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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11. Stay

Il pesante elmo di Zed, scaraventato con forza a terra dal ninja, rimbalzò un paio di volte con un gran frastuono metallico, rotolando fin sotto al tavolo. La ragazza, atterrita dalle attuali condizioni del suo volto e spaventata dalla sua ira, fece un passo indietro tremando, portandosi la mano alla bocca dallo sgomento. Toccare la sua pelle al buio non l’aveva fatta rendere conto fino in fondo della gravità di quelle cicatrici. I segni dei grossi tagli che attraversavano il suo occhio, il suo naso e le sue labbra erano più grandi di quanto avesse immaginato, scuri e profondi, in alcuni punti ancora turgidi e mal rimarginati. Su tutto il resto del suo viso si espandeva una distesa ininterrotta di pelle cicatrizzata, irregolare, tra bruciature, graffi, rigonfiamenti e ferite ancora aperte. Sulla sua guancia sinistra dominava invece quella tumefazione nera, che partiva dal suo collo sino a diramarsi in piccole venature scure, arrivate ormai quasi al suo occhio e alle sue labbra. Nell’incontrare finalmente le sue iridi castane senza alcun ostacolo, il cuore di Norin cominciò a battere all’impazzata, quasi a voler esplodere via dal petto. Il suo sguardo, tuttavia, non comunicava altro che rabbia. Alcune ciocche dei suoi capelli scuri, non molto corti, gli erano ricadute disordinatamente sul viso nel togliersi l’elmo. La ragazza, ancora paralizzata da quel suo gesto repentino e apparentemente ingiustificato, cominciò a scrutare attentamente il suo volto cercando di andare oltre le cicatrici. Doveva aver avuto davvero un bel viso. A tal punto che i suoi lineamenti spigolosi e regolari, il taglio degli occhi leggermente allungato, il naso appuntito e le sue labbra sottili rendevano onore al suo aspetto anche nonostante le innumerevoli deformità della sua pelle. Agli occhi di Norin risultò comunque estremamente attraente. Ma non era quello il momento giusto per pensarci, data la situazione. Il ninja esitò per un istante, vedendo il suo riflesso sul vetro di una delle finestre. Rimase immobile per qualche secondo a fissare l’immagine del suo volto, cresciuto e cambiato nel corso di quei cinque anni. Si era completamente dimenticato del suo aspetto, al di là delle cicatrici. Riusciva a malapena a ricordare il colore dei suoi occhi. Disturbato nel vedere le condizioni di degradazione del suo viso, realizzò che non si sentiva ancora pronto ad affrontarsi. Si era colto di sorpresa da solo. Ma forse sarebbe stato meglio rimandare tale riflessione.
- La vedi questa, eh? – chiese Zed con tono furioso, avvicinandosi impetuosamente verso di lei mentre indicava la tumefazione sulla sua guancia sinistra. – La vedi?!
La ragazza, terrorizzata, si ritrovò improvvisamente ad un palmo di distanza da quella porzione di pelle che sembrava attraversata da materia oscura. Sangue nero pulsava sotto di essa. – S-sì… – rispose timidamente, distogliendo lo sguardo.
- Guardami! – tuonò, afferrandole il viso e ruotandolo con violenza verso di sé.
- Vuoi sapere cosa me l’ha provocato? Lo vuoi sapere? Lo stesso potere che sfrutto giornalmente a mio piacimento. L’Ombra mi ha divorato, macerato la pelle, ha cominciato a scorrere nelle mie vene e continua ad espandersi a macchia d’olio col passare degli anni. – proseguì, indicando con il dito le piccole venature nere che si allargavano su quel lato del suo volto – Questo potere mi consuma giorno dopo giorno, lentamente, rendendomi sempre più forte e allo stesso tempo sempre più vicino ad una fine che non riesco ad immaginare.
Parlava affannosamente, ancora accecato dall’ira, quasi ringhiando. Si fermò per riprendere fiato. Due lacrime attraversarono le sue guance rovinate, facendosi strada tra gli avvallamenti della sua pelle. Senza essersene resa conto, Norin si era ritrovata con le spalle al muro, con la figura imponente del ninja che incombeva su di lei. All’improvviso la afferrò aggressivamente per la maglia, sbattendola contro la parete e sollevandola finché i suoi occhi neri non furono in linea con i suoi. Guardarsi in quel modo e a quella distanza per la prima volta strinse lo stomaco ad entrambi. Il cuore della ragazza stava per scoppiare.
- E dimmi, vorresti avere anche tu questo orrore nero sul tuo volto? – le intimò con prepotenza, avvicinando paurosamente il suo viso al suo. I loro nasi si toccarono.
- N-no… – rispose Norin con un filo di voce, rabbrividendo nel sentire il respiro di Zed sulle sue labbra.
- Vorresti tutte queste cicatrici, questi tagli, queste bruciature? Vorresti che ti venissero inferte tutte queste ferite in una volta sola? Ritrovarti il volto ricoperto di sangue e sentire l’Ombra entrare nelle tue vene e prendere possesso del tuo corpo? Perché sai, a me proprio questo è successo, il giorno in cui mi sono impossessato del potere dell’Ombra.
- No…
Zed la strattonò con rabbia, facendola sbattere di nuovo contro il muro e avvicinandosi ancora di più a lei con tutto il corpo. Era in trappola, sollevata da terra, trattenuta da un uomo che era grande il doppio di lei, le cui braccia possenti la premevano con forza contro la parete. Anche se avesse cercato di divincolarsi, sarebbe stato tutto inutile.
- Ah no? E hai anche bisogno di spiegazioni sul perché io abbia cercato di mantenere le distanze? – proseguì, con la sua voce profonda dal tono ancora pieno di rancore – E’ difficile capire che io magari non voglia che ti capiti qualcosa anche di lontanamente simile a ciò che è successo a me? E’ difficile capire che stare vicino a me ti mette solo in pericolo, e io non voglio assolutamente che tu abbia mai a che fare con questo mondo? E avevi anche bisogno di spiegazioni? Davvero?
- I-io non…
Norin non riusciva più a proferire parola. Aveva letteralmente il cuore in gola. Lo guardava con timore, sull’attenti, pronta a sferrare un colpo per difendersi. Zed le afferrò il mento con violenza, alzandolo, mentre con l’altra mano continuava a tenerla sollevata da terra, il tutto col minimo sforzo.
- Avresti dovuto capirlo, invece di venire qui a farmi questa scenata idiota da ragazzina. Ti ritenevo più sveglia. E in fondo, neanche mi conosci. – le intimò, digrignando i denti, avvicinando ancora di più il suo volto a quello di Norin. Il suo naso premeva su quello della ragazza, mentre le loro labbra erano quasi arrivate a sfiorarsi.
- Io non sono una ragazzina. – ribatté lei rabbiosamente, con un filo di voce.
- Direi che oggi mi hai dimostrato il contrario.
Premette ancora di più sull’esile corpo di Norin con la sua corporatura possente. Cominciava ad essere difficile per lei sostenere quei due penetranti occhi castani che la fissavano con prepotenza. Continuava a tenerle sollevato con forza il mento con una mano. Si inumidì le labbra, soffermandosi un istante con la lingua sulla cicatrice che le attraversava. Di fronte a quel gesto, un forte brivido partì dalla bassa schiena di Norin fino ad esaurirsi sulle sue spalle, scuotendola.  
- Io ti detesto, Zed. – mormorò lei, lanciandogli uno sguardo fulminante.
In tutta risposta la bocca del ninja si incurvò in un sorriso arrogante, mentre la schiacciava ancora di più contro il muro e si avvicinava sempre di più a lei, finché le loro labbra non si sfiorarono. Le venne la pelle d’oca appena il suo respiro affannoso scivolò sulla sua pelle.
- Anche io. Non immagini quanto.
Rimasero in quella posizione a fissarsi per qualche istante, immobili. Il cuore di Norin era ancora in corsa, mentre il calore del corpo di Zed aveva cominciato a diffondersi attraverso la sua pelle, invadendo il suo petto. Entrambi respiravano affannosamente per la rabbia che ancora pulsava nelle loro vene. I loro sguardi, affilati e penetranti come le parole appena dette, non lasciavano più scampo l’uno all’altro.
- Ora potresti anche lasciarmi andare, non credi? – riprese Norin con tono nervoso, rompendo il silenzio. Cominciò a pensare a come potergli sferrare un pugno almeno affinché allentasse la presa.
Il ninja scoppiò a in una risatina malvagia nel percepire l’imbarazzo della ragazza. Aveva passato quel breve momento a riflettere su ciò che le aveva detto e sul dover prendere le distanze da lei. Ma non riuscì a resistere. – Scordatelo. – le rispose, con la sua voce profonda e potente, dietro un ghigno malizioso. Strinse ancora di più la presa sul suo mento e, senza lasciarle neanche il tempo di prendere fiato, premette con forza le sue labbra su quelle di Norin. Iniziò a baciarla furiosamente, dando sfogo alla sua rabbia e a tutta la passione che aveva represso per quelle settimane. La ragazza, colta alla sprovvista, non poté che lasciarsi trascinare da quell’impeto, cingendo le sue braccia esili attorno al collo di Zed. Un incendio cominciò ad imperversare dentro di lei, infiammandola lentamente dalla testa ai piedi, nel sentire le grandi mani del ninja toccarla, accarezzarla, afferrarla, stringerla, graffiarla, mentre si muovevano freneticamente alla scoperta del suo corpo. La sollevò di peso e, attraversata la stanza, la lasciò cadere sul materasso. Non ebbe neanche il tempo di riprendere fiato che Zed si era gettato sopra di lei, imprigionandola tra le sue forti braccia. Si sfilò rapidamente la sottile maglia nera, mostrando la sua muscolatura possente. Era pieno di vecchie ferite di ogni dimensione su tutto il corpo. Tuttavia, gli occhi di Norin furono catturati dall’enorme cicatrice a forma di X che gli attraversava il petto. Era larga e profonda, particolarmente scura, come se fosse stata bruciata. Avvicinandosi al punto in cui i due grossi tagli si incrociavano diventava sempre più nera. Norin si tirò su e allungò la mano per toccarla, ma Zed le bloccò repentinamente il polso a mezz’aria. Si guardarono. Lui si era incupito all’improvviso, aveva cambiato espressione. La scrutava con quegli occhi affilati, sull’attenti, come se lei gli stesse puntando un’arma addosso. Non riusciva a fidarsi fino in fondo.
- No.
La sua voce ruppe il silenzio della stanza. Norin lo fissava, senza proferire parola.
- Non toccarla. Questa ferita è ciò che più mi ha fatto avvicinare alla morte. Non so come sono sopravvissuto. L’ho sempre tenuta nascosta quando potevo. – Indicò poi la parte centrale della X, in prossimità del suo cuore – E’ da qui che è entrata l’Ombra, quel giorno.
La ragazza continuava a guardarlo, con quei suoi grandi occhi neri. Erano magnetici, e Zed ci stava letteralmente affogando dentro. Si sentiva risucchiato dalla dolce oscurità di quello sguardo, in quell’ombra di emozioni ritrovate. Pian piano cominciò ad allentare la presa che stringeva il suo polso, fino a liberarlo. Con movimenti piccoli e delicati lasciò che la sua camicia cadesse dietro di lei, mostrando il suo corpo tonico. Prese la mano del ninja e la posò sulla sua schiena, lasciandola scivolare sulla pelle cicatrizzata dell’ustione risalente a quel lontano incendio nella sua infanzia. Gli sorrise appena. Non ci fu neanche il bisogno di parlare. Bastò quel piccolo gesto per conquistare la fiducia di Zed. Le prese la mano e la avvicinò alla cicatrice sul suo petto. Tremava. Non appena le dita esili di Norin si posarono sulla sua pelle, un brivido lo pervase dalla testa ai piedi. La ragazza riusciva a sentire il suo cuore agitato battere come una furia. Percorse delicatamente tutto il segno della cicatrice, da un’estremità all’altra di entrambi i tagli. Non poté fare a meno di notare l’ombra che fuoriusciva dal centro della croce e, come una leggera nebbia nera, si avvinghiava attorno al suo corpo. Appena la sua mano attraversò quella zona, la materia oscura sibilò e si attorcigliò lentamente attorno al suo braccio sottile, risalendolo quasi fino alla spalla. Rabbrividì.
Rimasero immobili per alcuni istanti, prima di tornare a guardarsi. Le nuvole si erano diradare e la luce aranciata del tramonto invadeva sfacciatamente la stanza, risaltando le forme di entrambi con i suoi raggi obliqui e taglienti. Norin si immerse negli occhi profondi del ninja che, attraversati lateralmente da quei raggi, avevano assunto dei riflessi rosso scuro. Si osservarono, in silenzio, lasciando che fossero i loro sguardi a parlare. Zed si avvicinò lentamente a lei, prendendole il viso tra le mani. Le accarezzò delicatamente le labbra. Il cuore di Norin saltò un battito, il respiro sembrava potesse mancarle definitivamente da un momento all’altro. Continuò ad avvicinarsi finché le loro labbra non si sfiorarono di nuovo, spingendola giù sul letto. Quel bacio che le diede, così delicato, leggero, la scosse dalla testa ai piedi, le tolse il fiato. Bacio che divenne lentamente sempre più intenso e passionale, mentre cominciavano a scoprirsi l’un l’altra. Lui era vigoroso, le sue mani la accarezzavano con decisione, la afferravano, stringevano con forza ogni parte di lei che incontravano, come a non volerla più lasciar scappare via. Lei era delicata, lo toccava con leggerezza fin quasi a sfiorarlo, lasciando scorrere le sue dita sottili tra i rilievi delle cicatrici sulla sua pelle. Stringendola a sé in un intenso abbraccio, la guardò negli occhi ed entrò dolcemente in lei. Norin si abbandonò tra le sue braccia, nascosta e protetta dalla sua corporatura imponente, facendosi semplicemente trascinar via dal piacere e dalla tenerezza di quel momento. La stanza si riempì dei loro sospiri, mentre il sole li abbandonò nell’intima oscurità del crepuscolo. L’Ombra seguiva i movimenti del ninja, morbidi e decisi allo stesso tempo, avvolgendosi lentamente intorno al corpo di lei. Percepiva la sottile nebbia di materia oscura che l’accarezzava, la sfiorava, entrava in lei insieme a Zed, scivolava lungo il suo corpo come una nuvola leggera.

Fuori cominciavano a comparire le prime stelle, e il labile chiarore azzurro della luna piena lambiva timidamente le loro forme. Si accoccolarono l’uno all’altra, esausti, lasciandosi cullare dalle emozioni nascoste dietro i loro sguardi.
- Non riuscirò mai a tenere le distanze. Voglio che tu rimanga qui con me. Ti proteggerò, ad ogni costo. – sussurrò il ninja, accarezzandole delicatamente la schiena. Vide gli occhi della ragazza brillare, seguiti dal più gioioso dei suoi sorrisi, e la strinse forte tra le sue braccia. Aveva poco o niente da perdere a Jyom Pass in fondo. Quel ninja, quell’assassino, era l’unica persona con cui la ragazza avrebbe in quel momento voluto condividere la sua preziosa solitudine. Aveva ritrovato stando con lui quella stessa serenità del suo rapporto con Callon. E lei, quella giovane così determinata, orgogliosa e combattiva, era l’unica persona di cui Zed si fosse mai fidato veramente. Forse la prima per cui provava qualcosa di più di quel totale disinteresse che era solito rivolgere a chiunque lo avvicinasse.
Protetta nella tenera stretta di Zed, accoccolata al suo petto, Norin si addormentò, cullata dal calore del suo corpo e dal lento ritmo del battito del suo cuore. Lui la guardò assopirsi fra le sue braccia, accarezzandole i lunghi capelli scuri, mentre i timidi raggi lunari sfioravano la sua pelle candida risaltando i suoi lineamenti regolari. Non era mai stato così bene in vita sua. La strinse un po’ di più a sé, lasciandosi trascinare da quella docile corrente di emozioni, finché i suoi occhi non resistettero più e scivolò dolcemente in un sonno profondo.

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NOTA: DA SBADATA PROFESSIONISTA AVEVO DIMENTICATO L'INTERA PRIMA PAGINA WORD DEL CAPITOLO, spero nessuno l'abbia letto in questi 10 minuti nel cuore della notte.
Ce l'ho fatta guys, tremendamente in ritardo! Scusatemi davvero. Non vi annoierò con le mie motivazioni, dovrei scriverci un capitolo intero. Come al solito sono le tre di notte, e come al solito sarò molto breve.
Che dire... Finalmente ho potuto dare sfogo a tutto il mio romanticismo nascosto, ora sono a posto per i prossimi tre o quattro anni! Ho voluto essere discreta in questo racconto con le scene un po' osé, ho preferito dare più spazio e voce alle emozioni. Spero tanto di avervi trasmesso ciò che ho provato io scrivendolo.
Non posso promettervi nulla sulla data di pubblicazione del prossimo capitolo (visto che le ultime volte che l'ho fatto non ho mantenuto ciò che ho detto). Ma posso promettervi che appena avrò delle idee chiare su come strutturarlo cercherò di trovare il tempo per portarlo avanti e pubblicarlo ASAP. Mi auguro di non aver perso troppi di voi con le mie lunghe assenze. Un abbraccio!
  
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