2. IL MALE E LA PAURA SONO GEMELLI
SIAMESI *
‘’Is this the real life?
Is this just fantasy?
Caught in a landslide
No escape from reality’’
(Canzone Bohemian Rhapsody, Queen)
Rossana non poteva credere a quello che
aveva appena sognato.
Era orripilata nel rilevare perfino a se
stessa il contenuto di quell'abominio.
No, non era il sogno in sé a turbarla, ma
la sensazione che ne era derivata. Soddisfazione. Trionfo. Un minuto prima
aveva visto nella sua mente le sue mani avvolgersi con violenza e prepotenza
attorno al collo di una ragazza indifesa. Le sembrava quasi conoscerla, eppure
non si ricordava di averla mai vista. Non riusciva a levarsi dalla mente la
fuga inutile e disperata della poveretta. Il terrore del suo sguardo e il
barlume di vita spegnersi subito dopo.
Rossana si ricompose, fece profondi respiri
e cercò delle spiegazioni razionali. le vennero in mente le parole della
vecchietta della porta accanto che le raccomandava si stare attenta agli
sconosciuti e che motivava il dilagare moderno di violenza immotivata con la
proliferazione di film cruenti. Rossana penso tra sé e sé :“Ah!! A che punto
sono arrivata per ascoltare i consigli di quella rincoglionita di Pina? Vabbè
almeno lei non ha desideri omicidi (spero)”. Nemmeno il pensare alle massime di
una figura così materna e rassicurante come quella della vicina l’aveva
distolta dal punto nodale. Come aveva potuto la sua mente partorire simili
immagini, soprattutto con dettagli cosi nitidi? Ricordava la sensazione del
contatto tra le sue mani e il collo della ragazza, le sembrava addirittura di
sentire le ossa della poveretta scricchiolare. E poi ripensava alla visione del
tavolo in legno massello, della libreria stracolma. Le sembrava quasi di poter
ancora percepire l’odore di paura, quell’odore acre emesso per via di un
istinto primordiale ed inestinguibile, dovuto alla consapevolezza di essere
senza via di scampo . Poi …una melodia ..sì, una melodia dolce e delicata. Da
non si sa quali reconditi spazi della sua memoria le sembrava di averla già
sentita, familiare e rassicurante. Questo suono rimbalzava nella sua mente e la
trafiggeva come una moltitudine di coltelli.
La sveglia segnava le 5, Rossana decise di
riprovare a dormire. Con il cuore colmo di inquietudine e la mente in tumulto si
riaddormentò ma non prima di porsi la fatidica domanda : ‘’ Cosa rimane quando
si ha paura perfino di se stessi?’’.
Una lacrima scese velocemente sulla sua
guancia…
*Il titolo è una citazione di ZYGMUNT BAUMAN