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Autore: elleonora    04/09/2017    1 recensioni
Virginia, da poco laureata in psicologia, decide di trascorrere l'estate in compagnia dei suoi amici di sempre. Una sera in discoteca vede un ragazzo dagli occhi ipnotici che la stregano, ma purtroppo viene trascinato via da un amico. Riuscirà la dolce Virginia a rivedere quegli smeraldi che tanto l'hanno colpita? Ma soprattutto, lui si sarà accorto di lei?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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INASPETTATAMENTE_ cap.20



Pranzi & Incontri – Capitolo 20

 

 

29 Gennaio.
 
Ore 12:19
 
 
V’s POV.
 
 
Virginia ammettilo, dai.
Sì, va bene, lo ammetto.
Mi sono totalmente rincoglionita.
Non c’è altra spiegazione.
Non è possibile che ogni volta che mi appare sul cellulare il nome “Matteo” lampeggiante, cioè mentre mi chiama, io mi agiti, il cuore decide di battere più forte e il cervello va a farsi un giro da qualche parte.
Virginia sembri una bambina di dodici anni.
Sì, va bene.
Lo ammetto.
Mi si sono quasi dimezzati gli anni.
Dopo cinque giorni che non lo vedo, ebbene sì, ho contato i giorni e sono cinque, cinque giorni come quelli di Zarrillo, solo che io non l’ho perso, vedrò Matteo.
Ansiosa?
Chi, io?
No.
Non poco, ecco.
Mi ha telefonato dopo l’esame di qualcosa che non ricordo, del quale lui non mi aveva detto nulla, e mi ha invitata fuori a pranzo.
Se l’essere invitata fuori è il risultato, spero faccia degli altri esami al più presto.
Smettila Virginia, forza.
Marco mi ha comunicato dell’imminente esame di Matteo lunedì pomeriggio durante il caffè pre-shopping, noncurante di tutto ha iniziato il suo discorso, che forse dovrei chiamare monologo, senza che nessuno gliel’avesse chiesto.
 
«Sai, cara psicologa, posso capire che ultimamente stai perdendo colpi, eh, te lo si legge dagli occhi, Matteo ti fa proprio quell’effetto, sai quell’effetto bello bello? Ecco quello! Vedi? Ho ragione, vero?» mi ha detto tutto d’un fiato Marco con un sorriso sornione sul viso.
Mi sono quasi strozzata con il caffè.
Ho negato, ovviamente. «Marco, non dire fesserie, dai. Mi conosci, non posso capitolare dopo qualche giorno di conoscenza con uno sconosciuto.»
«Uno sconosciuto dannatamente sexy.»
«Questo non lo nego.»
«E’ innegabile, Vi, è uno dei dogmi del mondo. L’essere incredibilmente sexy di Matteo. In ogni caso, se ti stavi chiedendo dove fosse finito in questi giorni…»
«In realtà no.» Ho mentito, ancora. O meglio, ci ho provato. Certo che me lo sono chiesta.
«Ha un esame tra due giorni e quel secchione assurdo starà studiando come un dannato.»
«Sapevo che stesse studiando.» ho ammesso senza problemi, ma dell’esame non me ne aveva parlato, l’aveva gentilmente omesso, chissà forse per scaramanzia, forse perché non me lo voleva dire, o forse perché non sono fatti miei.
«In ogni caso, sappi che voglio fare il testimone tra un paio d’anni quando vi sposerete. Non l’ho mai visto così sulle nuvole quel ragazzo…» dice lui sospirando come un ragazzino innamorato.
«Smettila Marco.»
«Oh no, no, no, cara la mia Virginia, sarò il tuo tormento. A proposito di tormento e di essere innamorati...»
«Dimmi tutto.» Per lo meno ha cambiato argomento.
«Ecco, lo so che siamo ancora molto molto lontani, ma per San Valentino vorrei chiedere un qualcosa di importante ad Alessandro.»
«Oh.»
«Smettila di fare oh, vedremo. Dipende se sarò ispirato e se lui si comporterà bene. Tu invece?»
«Secondo te io ho un programma per San Valentino?» ho chiesto scioccata.
«Per una volta potresti anche addolcirti un po’ e iniziare a pensare al giorno degli innamorati.»
«Prima ho una cena alla quale andare, poi vedremo. Matteo ed io non stiamo insieme, non siamo esclusivi per nessuno, io potrei uscire con chi mi pare e lui anche. Non ne abbiamo mai parlato quindi non ci penso neanche, ci siamo visti solo poche volte, è giusto fare piccoli passi.»
«Il tempo dirà tutto.» ha detto Marco finendo il caffè con un sorso. «E ora andiamo, lo shopping ci aspetta!»
 
Alla fine è proprio così. Matteo e io non ne abbiamo mai parlato apertamente, lo so, ci siamo e ci stiamo solo sentendo senza alcuna esclusività al momento, ma lui è liberissimo di fare ciò che vuole e soprattutto con chi vuole. Niente e nessuno poteva impedire a lui di uscire e andare a casa di una delle sue “amiche”. E sì, sembrerò gelosa, ma preferisco tenere bene i piedi ancorati a terra, dopotutto non mi sono mai dimenticata di quello che aveva detto Marco su di lui e cioè che aveva molte “amichette”. Marco sostiene che “Il tempo dirà tutto” e solo il tempo potrà dire qualcosa, io al momento aspetto e spero. Insomma, vedremo che cosa ci riserverà il tempo. Vedremo ma soprattutto io vedrò di parlare con lui, parlare e conoscerlo meglio. Come primo passo direi che va più che bene, ho proprio voglia di conoscere Matteo.
Virginia, fine elucubrazioni mentali, ti devi vestire e andare a pranzo con lui. Giusto.
Armadio, dimmi cosa mi devo mettere, per favore, il tempo è nuvoloso, grigio, con una nebbiolina strana. In giorni del genere, serve un tocco di colore, basta nero e grigio, oggi… Oggi mi vestirò di blu. Che botta di colore, Virginia. Mi piace il blu, e poi mi porta anche fortuna. E blu sia.
 
Sono in perfetto orario, mi faccio quasi paura da sola. Brava Virginia, brava. Scendo dal bus e mi incammino verso il centro della città, ho dato per scontato che “centro” fosse lo stesso luogo in cui mi incontro quando mi vedo con Marco. Girovago per la piazza principale e vedo Matteo appoggiato al muro con il cellulare in mano, lo guarda fisso senza digitare o fare nulla. E’ lo stesso posto di quando siamo usciti il pomeriggio dell’altra settimana. Mi godo un po’ lo spettacolo, perché Matteo può benissimo sembrare un modello di una pubblicità in quella posa. Dio mio, è proprio bello. E pensare che non me lo ricordavo così bello. In cinque giorni una persona può diventare più bella? Evidentemente sì. Mi avvicino e vedo che solleva la testa e dà un’occhiata in giro. Mi vede? Sì, mi vede, sorride, mette il cellulare nella tasta dei jeans e si avvicina, io proseguo la mia camminata verso di lui sorridendo.
Cervello?
Nessuna risposta.
Cervello ti sembra il momento adatto per avere un blackout?
Evidentemente sì.
Ho la testa vuota e leggera, non so cosa diamine dire o fare quando mi trovo davanti Matteo. Lui fa un altro passo per mettersi perfettamente davanti a me, alzo lo sguardo e incontro i suoi meravigliosi occhi verdi.
E’ troppo vicino.
Mi sorride.
Denunciate quel dannato sorriso.
Mi abbraccia mettendo la mano sinistra dietro la mia vita e la destra la lascia sulla mia guancia.
Si avvicina.
E’ sempre più vicino.
«Buon giorno signorina» sussurra al mio orecchio e deposita un bacio sulla guancia.
Brividi.
Virginia fai qualcosa.
Dì qualcosa.
Fatti forza, su.
«Buon giorno a lei, signor Matteo.» mi alzo sulle punte dei piedi e avvicino le mie labbra alla sua guancia.
Deposito un bacio lì.
Che guancia morbida.
Che bella sensazione rimanere qui.
Con lui.
Avvolta da lui.
Con il suo profumo su di me.
Però, la guancia non mi basta.
E’ troppo poco.
Voglio risentirlo.
Rimango lì vicina.
Viso quasi contro viso e lui mi sorride.
«Complimenti per l’esame!» sussurro e gli do un bacio a fior di labbra.
Labbra su labbra.
Questa sensazione mi era senza alcun dubbio mancata.
Un po’ stupito, mi guarda e dice «Grazie.»
«Cosa c’è?» chiedo mordendomi la lingua un secondo dopo, filtro cervello-bocca non pervenuto.
Mi guarda un po’ stranito e risponde sorridendo «Nulla, solo sorpreso. Dovrei fare gli esami più spesso!»
Sorrido.
Sì, è la stessa cosa che ho pensato anche io. Penso ma non lo dico.
«Che facciamo?» chiedo guardando Matteo negli occhi.
Avevo una mezza intenzione di andare a pranzo con lui prima di vederlo. Ma… Altro che mangiare, potrei bacialo per tutto il pomeriggio senza pensare al cibo, senza pensare ad altro, solo a lui.
Virginia, smettila su. Non volevi fargli il terzo grado?
Sì, il terzo grado al suo corpo.
«Andiamo a pranzo?» chiede con un sorriso.
Andiamo dove vuoi.
«Certo, dove andiamo?»
«Preferisci una pizza, una pasta o una piadina?»
«Uhm, tutto?» E Matteo si apre in una risata «Non ho preferenze. Dopotutto tu hai fatto un ottimo esame e devi scegliere tu!»
«Va bene, allora, scelgo la piadina. E ora andiamo signorina Virginia, il locale è nel vicoletto dietro la chiesa.» risponde allungando un braccio piegato all’altezza del gomito. «Vieni qui sotto?»
Sotto, sopra, ovunque… Virginia smettila sembri una stupida ragazzina alle prese di un attacco ormonale.
«Certo.» mi avvicino sorridendo e mi aggrappo al suo braccio.
Bella sensazione, sì.
Anzi no, meravigliosa.
 
 
 
«Allora, raccontami!» rompo il ghiaccio io addentando una piadina speck e brie.
«Cosa vuoi sapere?» chiede lui sorridendo e aprendo una Coca-Cola Zero.
«Tante cose, ad essere sincera.» Il suo sorriso si allarga «Quindi, partiamo dalla più semplice.» Annuisce «Com’è andato l’esame?»
Stupida Virginia, ha preso ventinove come vuoi che sia andato l’esame, male?
«Beh, bene dai. Era orale, il docente mi ha fatto tre domande, ho risposto a tutte e mi ha dato ventinove, mi va benissimo così!»
«Immagino.» commento sorridendo.
«Poi? Altre domande? Che cosa vuoi sapere ancora?» chiede lui sorridendo.
«Posso farti un terzo grado?» chiedo assottigliando gli occhi.
«Certo che sì. Poi però tu rispondi alle mie di domande.» commenta lui furbo prima di addentare un pezzo di piadina.
«Affare fatto! Allora…» E ora? Cosa cavolo gli chiedo? Da dove inizio? So già molte cose, dato che in quei cinque giorni abbiamo parlato, ma non di storie passate, né di fidanzati o fidanzate. E’ questo il momento giusto? No. Anzi sì. Ormai credo sia arrivato il momento. Siamo in ballo, balliamo. Mi butto e via, tolgo il pensiero alla più grande delle domande. «Esci con qualcuna?» «Intendi…?» chiede quasi titubante.
«Oltre me, sì, insomma, non so se tu stai uscendo con me…» farfuglio chiaramente un qualcosa senza senso.
«Come non lo sai?» il signorino si sta chiaramente divertendo e io sto diventando sempre più rossa.
«Non hai risposto alla mia domanda. E il tuo turno arriva dopo!» commento con aria seria.
«Hai ragione. Oltre te, no. Non esco con nessuna a parte mia sorella, ma non credo che lei conti.» risponde a bassa voce.
«No, direi che non conta.» Commento trionfante, sorridendo come un’idiota. «Quindi?»
«Cosa?» chiede prima di bere un sorso di Coca-Cola.
«Sono l’unica con cui esci al momento, non ci solo altre…» doveva essere una domanda, ma non suona così. Sembra più un’affermazione. E io sto facendo la figura di una mezza psicopatica che fa il terzo grado e vuole essere “esclusiva” dopo un’ora che si vede con un ragazzo. Meraviglioso Virginia, decisamente meraviglioso.
«No, altre ragazze no.» quando risponde sembra quasi imbarazzato.
«Ne sono onorata.» dico sorridendo e provando una sensazione di leggerezza molto importante.
«Io sono contento di uscire con te.»
«Usciremo alte volte?» chiedo interrompendolo.
«Sì, direi di sì. Se a te va…» risponde guardandomi negli occhi.
«Certo.» sorriso ebete, vattene dalla mia faccia, magari subito, sono già ridicola da sola. «E le tue vecchie storie?»
E’ un’altra domanda da psicopatica e anche molto molto scomoda. Matteo quasi si strozza con il pezzo di piadina. Pessimo tempismo per fare quella domanda. «Quali vecchie storie?» chiede lui.
«Le tue ex. Avrai pure delle ex, no?» chiedo cercando di sembrare più sicura di quanto io non sia in realtà.
«Sì, ehm, non è che io sia stato, come posso dire? Seriamente, ecco, con qualcuna di loro…» e sembra quasi imbarazzato. Sono molto contenta che lui mi stia parlando di queste cose, anche se io sapevo già tutto dato che quel pettegolo di Marco mi aveva aggiornato accuratamente; anche se, devo ammettere, che sentire questa frase da lui mi dà un senso di onnipotenza.
«Oh.» è la mia risposta senza senso.
«Erano più, amiche speciali, se le vogliamo chiamare così anche se suona davvero male. Lo so.» continua a sembrare un po’ a disagio.
«Oh.» Virginia, certo che potresti dire qualcosa di più interessante.
«Sì, lo so…» inizia ma subito dopo si ferma.
«Cosa sai?» chiedo curiosa.
«In ventiquattro anni della mia vita non ho mai avuto una storia seria.» dice stringendosi nelle spalle.
«Beh, evidentemente non hai mai trovato una ragazza giusta.» lo guardo fisso negli occhi. Vorrei essere io quella ragazza.
«Può essere.» commenta fissando i suoi occhi nei miei.
Quegli occhi…Hanno una strana luce ora.
«Chissà.» commento con un filo di voce sorridendo.
«Posso? Posso iniziare io con le domande?» chiede lui.
E’ bravo il signorino a cambiare discorso.
«No. Proseguo?» chiedo cercando di spuntarla.
«Prosegui.»
«La prima volta che ci siamo visti…» devo chiederglielo.
«Sì?»
«Stavi salutando me, quella sera, in discoteca?»
«Ehm, sì, ti avevo vista e…»
«Volete ordinare altro ragazzi?» tizio che fai le piadine, hai scelto un pessimo, anzi orrendo istante per venire qui.
«Vuoi qualcos’altro?» mi chiede Matteo.
«No, al momento sono a posto, grazie.»
«Sono a posto anche io, grazie.» dice rivolgendosi all’inutile tizio delle piadine che avrà il mio odio per il resto della sua esistenza. Virginia, ma come siamo vendicative. No, odio essere interrotta, è diverso.
«Mi stavi chiedendo?» Matteo rivolge la sua attenzione verso di me.
«Sai che non ricordo?» andiamo benissimo, oltre agli istinti omicidi ora abbiamo anche perdita di memoria a breve termine.
«Posso farti io qualche domanda?» chiede contento.
«Va bene, sono pronta.» mi raddrizzo sulla sedia e lo guardo.
«Quella sera là…»
«Sì?» chiedo interessata.
«Eri con un ragazzo.»
«Chi? Cristian?» chiedo. Virginia, come se lui conoscesse Cristian.
«Il ragazzo che compiva gli anni?»
«Esatto!» dico annuendo sorpresa.
«Non ho fatto in tempo a conoscerlo, Marco me ne aveva parlato ma poi è stato male e siamo andati via. Comunque, stavate insieme?»
Uh, diretto il ragazzo. Mi piace la schiettezza.
«No, lo conosco da una vita e non potrei mai averlo come fidanzato!» commento.
«Bene, allora, esci con qualcuno?» mi ribalta la domanda che gli ho fatto all’inizio.
«Certo.» rispondo io calma e sicura e Matteo sembra un attimino più pallido. «Ci sei tu, c’è Marco e poi c’è Alessandro.» dico sorridendo.
«Che simpatica!»
«Dai su, stavo scherzando!» gli dico sorridendo e lui sorride a sua volta.
«I tuoi ex?» chiede lui smettendo di sorridere.
«Uhm, pessimo argomento. Ho avuto qualche storia, ma nulla di serio.» commento il più sincera possibile.
«In che senso nulla di serio?»
«Mai nulla di importante, diciamo così. Qualche invaghimento e basta.»
Sembra soddisfatto e sorride. «Andiamo?» chiede.
«Sì dai. Dobbiamo anche passare a pagare.» rispondo alzandomi.
«No, ho già fatto io.» commenta lui tutto soddisfatto.
«Ma.»
«Niente ma, sei mia ospite.» si avvicina e mi deposita un bacio sulla guancia.
«E ora, dove andiamo?»
«A fare un giro, ti va? O devi studiare?» chiede aprendo la porta della piadineria e allungando il solito braccio flesso.
«Andiamo in giro.» dico uscendo dal locale e abbracciando il braccio di Matteo.
«E ora ti tocca la seconda parte del terzo grado.» afferma con un sorriso furbo.
«Non hai ancora finito?» chiedo con un sospiro.
«Oh no, voglio sapere tutto sui tuoi ex!»
Oh, merda.
 
Mi piace passeggiare con Matteo.
Mi dà un senso di tranquillità e pace.
Mi piace quando si ferma davanti alle vetrine dei negozi e fa qualche battutina divertente.
Mai volgare, mai di pessimo gusto, solo divertente.
E’ dolce, bello, simpatico, ha un fisico da urlo e bacia da Dio.
Ogni tanto, quando ci fermiamo da qualche parte o io o lui ci avviciniamo e ci baciamo.
Così, come due adolescenti-
Io, chiaramente una perfetta idiota.
Una ragazzina di dodici anni che si esalta per queste cose.
Ma bacia davvero da Dio.
Cosa volere di più?
Nulla.
Forse, diventare la sua ragazza?
Mi torna in mente la frase di Marco.
«Il tempo dirà tutto.»
Speriamo.
 
«Matteo!» una voce squillante alle nostre spalle fa arrestare improvvisamente Matteo.
Ha una faccia strana.
Una faccia che non mi piace molto.
Una faccia, quasi colpevole?
«Oh, merda.» commenta a bassa voce.
Ecco, mai parlare o pensare.
Questa come minimo sarà una delle sue “amichette” super fighe, bellissime e Dee del sesso.
Io con loro non posso competere.
 
Una bellissima ragazza ci raggiunge nel giro di due secondi e lancia le sue braccia al collo di Matteo.
Si lancia praticamente su di lui.
E’ una scena che ho già visto.
Con Monica.
E non mi piace per nulla.
Virginia sei gelosa?
Oh sì.
Sono rimasta ferma e immobile, ho paura a disturbare questo quadro idilliaco.
«Allora? Allora?» chiede questa sottospecie di folletto.
«Non hai visto nulla su WhatsApp?» chiede Matteo staccando le braccia delle ragazza dal suo collo.
WhatsApp? Che gli avrà mai scritto?
Virginia sei pessima e gelosa.
«Uhm, no. Mi son dimenticata di guardare il telefono!» fa una faccia buffa e sposta il suo sguardo su di me.
Ha gli occhi verdi e i capelli chiari.
E’ alta, le forme perfette e un viso dolcissimo.
E’ proprio bella.
Con lei non si può sicuramente competere.
 
«E lei? Lei, oddio, lei! E’…?» chiede a Matteo tutta concitata.
«Sì, lei è Virginia.» lui si gira verso di me. «Virginia lei è Stella, Stella lei è Virginia.»
Allungo la mano verso la ragazza e lei mi sorride.
«Piacere.» le dico imbarazzatissima.
«Fidati, l’enorme piacere è il mio.» risponde sorridendo.
«Cosa ci fai in giro?» chiede Matteo a Stella.
«Shopping!» risponde Stella alzando le spalle e rimando con gli occhi puntati nei miei.
«Finalmente ti conosco Virginia! Sono così contenta! Finalmente!» Perché? Che cosa ho fatto di male? «Pensa che meraviglia! Un domani potrei essere tua cognata!» aggiunge sorridendo.
Matteo quasi si soffoca con il suo stesso respiro e io vorrei sotterrarmi.
Faccio uno più uno.
«Sei…?» chiedo ma lei mi interrompe.
«Oh sì, assolutamente sì, sua sorella. Non ti ha mai parlato di me, vero? Magari ha accennato a una sorella ma mai il nome, chissà perché. O Magari neanche quello. Bah! Fratello, prima o poi me la pagherai!» dà un pugno alla spalla di Matteo e si mette a ridere.
«Devi andare a casa?» chiede Matteo cercando di arginare il fiume in piena di parole che è Stella.
«Oh no, assolutamente no, passerò il pomeriggio con voi due!» risponde indicandoci «Voglio conoscere meglio la mia futura cognata! Quale migliore momento se non oggi? E’ pomeriggio! Nessuna cena di famiglia o pranzo imbarazzante, solo noi tre!» risponde sorridendo innocentemente.
«E’ un problema per te, Virginia?» mi chiede un Matteo molto sconsolato. Credo che sua sorella sia una tosta, una che quando si mette in testa qualcosa riesce sempre a ottenerla. In effetti le sue argomentazioni non fanno una piega.
«Certo che no.» rispondo divertita.
Si prospetta davvero un bel pomeriggio. Non appena la mia mente decide di avere questo pensiero, si rende automaticamente conto di una cosa.
 
Passerò il pomeriggio con Matteo e sua sorella.
Oh cazzo.
 
 
***
 
Buona sera e ben ritrovati a tutti! Spero abbiate trascorso delle meravigliose vacanze! Ridendo e scherzando siamo arrivati al ventesimo capitolo di “Inaspettatamente” e venti è un numero importante, come importante è questo capitolo. Mi sono divertita molto scrivendolo e spero vi abbia inzuccherato e divertito anche a voi.
Matteo e Virginia si sono conosciuti meglio, si stanno conoscendo meglio e ogni capitolo fanno sempre dei passettini in più. E poi fanno un incontro abbastanza inaspettato: Stella. Chissà che cosa ha in mente la nostra Stella? Cosa accadrà nel pomeriggio? Vi ricordo che Stella tutte le altre “ragazze” con cui usciva Matteo non le andavano a genio. Chissà, forse questa volta andrà diversamente…
Anche in questo capitolo non ho messo una canzone, credo che senza canzone fosse più realistico e non troppo “forzato”. Ma forse, e ripeto forse, torneranno. Per quanto riguarda la parte di flashback di Marco e Virginia, quello che Marco accenna è San Valentino. Vi ricordo che c’è una piccola One Shot su Marco&Alessandro e sul loro San Valentino, la trovate qui. (Lo so, non è editata a dovere ed è vecchia, vedrò di sistemare anche lei appena ho un attimino di tempo!)
 
Note corte, vi lascio subito. Rapida e indolore senza troppi divagamenti.
Alla prossima!
 
Un abbraccio.
E.
   
 
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