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Autore: Fabb5000    04/09/2017    0 recensioni
Tutti conosciamo la storia di come Taka si procurò la cicatrice sul viso facendo infuriare il bufalo Boma, guadagnandosi il soprannome di Scar. Ma ... se le cose non fossero davvero andate così?
Ecco a voi la VERA storia di come Taka si procurò la cicatrice!
Tutto ha inizio in una tranquilla mattina nelle pianure delle Terre del Branco : un Mufasa adolescente è intenzionato finalmente a dichiarare il suo amore a Sarabi. Ma qualcuno trama alle sue spalle ...
Una fanfiction semplice e divertente, spero che vi piaccia.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mufasa, Sarabi, Scar, Shenzi, Zira
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mufasa si era finalmente deciso.

Dopo una lunga attesa, finalmente il San Valentino era giunto nelle Terre del Branco, e lui aveva tutta l'intenzione di sfruttare il momento per dichiararsi al suo amore.

Mufasa sospirò al pensiero di Sarabi, la bellissima leonessa che, seppur ancora adolescente, era già bellissima e poteva competere con le predatrici adulte. Ah, Sarabi ... un manto giallo-oro sfumato, un sorriso dolcissimo che avrebbe fatto sciogliere il cuore di chiunque, occhi azzurri e amorevoli e una risata che a sentirla sarebbe diventato di buonumore persino quello scontroso di suo fratello Taka.

Un giorno l'avrebbe sposata, se lo era riproposto più volte, e in qualche modo doveva pur cominciare, no? Aveva intenzione di dichiararsi quella stessa notte, non appena il luminoso cerchio del sole fosse giunto al tramonto.

Se non altro, l'avrebbe sicuramente avuta tutta per sé quel giorno. Gli adulti avevano l'incredibile capacità di sparire non appena giungeva la festività e ricomparivano solo alla sera, tutti con il sorriso sulla labbra, perciò né Ahadi né Uru né i genitori di Sarabi li avrebbero disturbati. Nemmeno suo fratello Taka sarebbe stato un problema : il secondogenito gli aveva già confidato che aveva intenzione di passare il San Valentino con Zira, un'altra leonessa che da un po' frequentava.

Mufasa ammirava Zira, e doveva riconoscere che in quanto fierezza e portamento era superba; e anche a vedersi non era una brutta visione. Ma non era comunque nulla in confronto alla sua Sarabi.

Aveva predisposto tutto : il posto, che consisteva in una piccola collimata a nord delle Terre del Branco ove si godeva un'ottima vista, il cibo, un magnifico gnu maschio che aveva cacciato la sera prima, e l'acqua, la più pura di tutta la valle che era andato personalmente a raccogliere dalla sorgente su una montagna con un piccolo secchio costruitogli da Rafiki. Tuttavia aveva ancora il terrore che qualcosa andasse storto.

L'alba spazzò via i suoi dubbi : non appena i caldi raggi del sole entrarono nella loro caverna sulla Rupe dei Re, Ahadi e Uru si alzarono e uscirono tentando di non svegliare i due cuccioli che dormivano accanto a loro (i quali in realtà erano già ben svegli).

Non appena gli adulti si allontanarono, Mufasa e Taka saltarono in piedi, e il primogenito si sentì sicuro come non mai. -Buon San Valentino per te e Zira, Taka- disse uscendo.

-Grazie, auguro lo stesso a te e Sarabi- rispose il fratello, ma lo fece quasi sogghignando. Tuttavia Mufasa non ci fece troppo caso.

Non appena fu fuori dalla caverna, un bolide giallo gli attraverso la strada e si fiondò nella grotta; Mufasa sorrise nel sentire i famigliari suoni della consueta lotta mattutina tra Taka e Zira. Ormai era una prassi. Da quando Taka era riuscito a sorprenderla una volta, ad una pozza d'acqua, Zira aveva cominciato a tendergli agguati ovunque e in qualunque momento nel tentativo di prendere anche lui di sorpresa e rendergli pan per focaccia. Il leoncino marrone aveva accolto subito la sfida, ma presto la cosa si era tramutata in una vera e propria guerra tra i due, tanto che ormai Taka dormiva con un occhio mezzo aperto per fare la guardia.

Mufasa scorse Sarabi che si stiracchiava, alla base della Rupe dei Re, e si avvicinò : -Cosa ci fa una bella leonessa come te tutta sola in un giorno tanto memorabile?-

Sarabi lo accolse con un sorriso : -Sai, non ho trovato qualcuno con cui trascorrere la festività-

-Sul serio?- disse Mufasa fingendosi indignato. -Ero convinto che persino mio padre ti avrebbe chiesto di uscire! Come possono aver offeso una tanto grande bellezza?-

Sarabi si mosse verso di lui con fare ammaliante : -Beh, sai com'è, il re ha altre priorità-

Mufasa sorrise : -Beh, se il re ti ha snobbata, puoi accontentarsi del principe?-

Sarabi finse di illuminarsi : -Giusto! Vado subito a chiamare Taka. È ancora nella grotta?-

Il cuore di Mufasa mancò un battito prima che il leone si accorgesse che la leonessa lo stava prendendo in giro. Sarabi rise : -Certo che vengo con te, sciocchino! Una giornata intera con il principe ereditario, secondo posso rifiutare?-

Mufasa sorrise : -Bene, in tal caso non fare aspettare il tuo futuro re, e seguimi- disse con fare altezzoso

Sarabi rise e si incamminò insieme a lui. Mufasa intanto esplodeva di gioia nel profondo del cuore.

I due leoni viaggiarono per tutta il giorno in tutte le Terre del Branco, visitando i posti più belli che il paesaggio potesse fornire (e che Mufasa aveva studiato appositamente). Poi, verso sera, quando ormai il sole cominciava a scendere verso le montagne, il principe ereditario puntò verso la tappa finale del suo tour : la collinetta sulla quale li aspettavano cibo e bevande.

Mangiarono lo gnu e bevvero l'acqua, e Sarabi parve gradire oltremodo il pasto. Ma Mufasa, perso com'era negli occhi della leonessa, non si accorse del pericolo. Perché qualcuno tramava malefico alle sue spalle ...

Infatti, in un cespuglio poco distante, cinque paia di occhi osservavano la scena.

-Ormai sono cotti a puntino- sussurrò Taka cercabdo di mantenere la calma, nonistante dentro stesse ribollendo per il divertimento.

Zira si mise una zampa sopra la bocca per evitare di ridere : -Sarà lo scherzo del secolo! Che dico, del millennio!-

Le tre iene accanto a loro invece non tentarono nemmeno minimamente di trattenere le rise, e se i due leoni non fossero intervenuti a tappargli la bocca avrebbero svelato la loro presenza. -Scusate ...- mormorò Shenzi. -Ma è un'idea a dir poco geniale! Quel principino ci farà una figuraccia con la sua fidanzata che non dimenticherà tanto facilmente!-

-Puoi dirlo forte!- rise Banzai. -Mi immagino già Sarabi che ringhia, il viso che si gonfia, la vena che esplode ...- Ed accanto a lui emise alcuni versi divertiti.

-Si, certo. Voi comunque non dovevate farne parte, era una cosa che avremmo dovuto svolgere solo io e Zira- ringhiò Taka, che era particolarmente contriariato del fatto di avere incontrato quei tre imbecilli mentre seguivano il fratello.

-Ma siamo i tuoi amici fidati! Volevi escluderci?- disse Shenzi con fare innocente.

-Non ti preoccupare, Taka, ci divertiremo lo stesso- disse Zira. -Ora sbrighiamoci! Mufasa sta per dichiararsi!-

-Dividiamoci!- disse Taka. -Copriremo più terreno e interverremo in momenti diversi! Vado avanti io!-

-Sei un vero genio del male!- disse Zira prima di allontanarsi insieme alle tre iene.

Intanto Mufasa, ignaro delle trame del fratello e dei suoi compagni, continuava la sua serata romantica. Ad un certo punto Sarabi lo accarezzò : -Sai, sono stata davvero bene insieme a te. Non pensavo potessi essere così romantico-

Mufasa avvampò, sorridendo, e si rese conto che il sole stava tramontando. Il momento era arrivato. Mentre il cielo si tingeva di mille colori, disse : -Sai, Sarabi, il motivo per cui oggi ti ho portata qui, ho cacciato questo gnu solo per noi e ho raccolto questa acqua direttamente dalla fonte è che ...-

-MUFASA!-

Saravi e Mufasa si voltarono verso il punto da cui proveniva la voce furiosa, e si scoprì essere Taka, il quale aveva dipinta sul viso un'espressione di puro odio. -Fratello, che succede?- chiese il primogenito.

Ma Taka non si scompose : -Non chiamarmi fratello, vile traditore! E io che ti lasciavo le cosce di antilope più succulente, i posti migliori per dormire, persino il regno ti avrei lasciato!-

-Mufasa, ma che cosa gli hai fatto?- chiese Sarabi stupita, dato che non aveva mai visto Taka perdere la sua abituale compostezza.

-Io ... io non lo so!- mormorò Mufasa, confuso.

Ma Taka espose in fretta : -Non negare, vigliacco! Ti avevo confidato personalmente i sentimenti che provavo per Sarabi, e tu ripaghi la mia fiducia prendendotela mentre io sono via!-

-COSA?!- esclamò Sarabi indignata. -Mufasa, come hai potuto?-

-Ma ... ma io ...- mormorò Mufasa, ma Taka fu più rapido : -Ieri mi hai consigliato di chiederle di uscire. Parto stamattina per trovare un regalo adatto e quando torno siete entrambi spariti! Vi ho cercati per tutto il giorno, e vi ritrivo così!-

-Eh?! Non solo l'hai pugnalato alle spalle, ma lo hai anche allontanato con l'inganno! Ma vergognati!- ringhiò Sarabi. Mufasa tentò disperatamente di capire che cosa stesse succedendo, ma prima che potesse farlo udì la voce di Zira : -Ehi, principino dei miei stivali! Ridammi subito la mia acqua!-

I presenti si voltarono verso la leonessa, che era apparsa alle loro spalle, nel lato opposto a quello in cui si trovava Taka. Zira aveva il volto contratto in un'espressione di rabbia : -Non mi hai sentito? Restituiscimi la mia acqua!-

-Ma non l'avevi raccolta tu?- chiese Sarabi a Mufasa. -Si, certo ... Zira, mi confondi con qualcun altro ...- mormorò Mufasa.

-Non negare!- ringhiò Zira. -Ero salita ieri fino alla sorgente per prendere quell'acqua, che mi serviva per il mio povero zio che ha la tosse. Mi fermo un secondo a riposare e zac! L'acqua sparisce. Ho seguito le traccie per tutto il giorno e conducono qui. Anche l'odore è identico-

-Le hai rubato l'acqua?!- esclamò Sarabi infuriata. -Zira, Taka, mi dispiace, non pensavo ...-

-Stai tranquilla, Sarabi, so che non c'entri nulla- disse Taka. -È questa feccia mascherata da principe il colpevole, non tu!-

-Ma ... ma io ... vi assicuro che ...- mormorò Mufasa con un filo di voce, ma fu interrotto una terza volta : -Ehi, tu, brutto ladro! Finalmente ti abbiamo trovato!-

I quatteo leoni si voltarono e videro Shenzi, Banzai e Ed avanzare sulla collina fissando Mufasa con odio. -Vedi pure di ridarci il nostro gnu!- esclamarono.

-Gli hai ruvato la preda!?- esclamò Sarabi, che ormai si asoettava di tutto.

-Ma no, io questa l'ho cacciata personalmente ... dovete avermi confuso con qualcun altro ...- mormorò Mufasa facendosi piccolo.

-Si, certo, nega pure! Tanto ti avevamo visto!- ringhiò Shenzi. -Cacciamo una preda con tanta fatica, ci fermiamo ad abbeverarci e quando ci voltiamo vediamo questo leone biondo che ci frega la preda! Ti abbiamo cercato per tutto il giorno! Ora vedi di ridarcela o ce la prendiamo noi!-

-Vi ripeto che vi state sbagliando ...- mormorò Mufasa.

-Ce ne facciamo un baffo delle tue scuse! Un attimo ... non sarà quello il nostri gnu?- disse Shenzi indicando le ossa per terra. -Grandioso, ve lo siete mangiati! E ora noi cosa ci diamo ai nostri fratellini malati, eh?!-

Ed ringhiò crudelmente in direzione del leone biondo, il quale arretrò di qualche passo. -Un attimo!- esclamò Banzai. -Tu non sei pure quello che viene tutti i giornati a derubare il nostro branco?-

-Cosa? No!- esclamò Mufasa, anticipando la domanda di Sarabi che, dalla sua espressione, sarebbe stata sicuramente acida. -Io sono sempre rimasto qui, nelle Terre del Branco...-

-E invece ti riconosco fin troppo bene, farabutto! È inutile che neghi!- ringhiò Banzai. -Occhi scaltri, corporatura forte, ghigno strafottente ... tu sei quel farabutto! Ma non ti vergogni a venirci a rubare le prede? Il nostro branco muore di fame mentre il tuo vive nella prosperità, e tu vieni pure a fregarci il poco cibo che riusciamo a racimolare! E non provi riguardo nemmeno per i bambini, a cui rompi senza remore i giocattoli di ossa di elefante che i loro genitori hanno fabbricato con fatica mordendo per ore un osso durissimo! VERGOGNA!-

-Ci ... ci deve essere un errore ...- mormorò Mufasa ormai accerchiato da sguardi iracondi.

-Ma quale errore! Tu sei lo sdegno della razza leonina! Potessi ti butterei personalmente giù in un burroni con una mandria di GNU che vi passa sotto!- esclamò Taka (un gesto davvero liberatorio, dovrà ricordarsi di compierlo in futuro). -Mi chiedo come faccia Sarabi a stare con uno come te!-

-In effetti non lo so neanche io- disse Sarabi andandosene accigliata. -Addio, Mufasa, mi fai schifo-

-Sarabi, aspetta ...- mormorò Mufasa, ma la leonessa si allontanò senza voltarsi.

Non appena furono certi che non potesse sentirli, Taka, Zira e il trio di iene scoppiarono a ridere come matti, e Mufasa comprese tutto. Il suo corpo divenne duro come la pietra e le unghie affondarono nel terreno.

Zira e le iene, intuendo il pericolo, se la diedero a gambe. Taka invece rimase dov'era, in parte perché non riusciva a muoversi per l'eccesso di risate, in parte perché sapeva che anche se fosse riuscito a fuggire il primogenito lo avrebbe atteso alla Rupe dei Re, quindi tanto valeva farsi malmenare in quel momento che lasciargli il tempo di rimuginare sulla vendetta. Via il dente, via il dolore.

Mufasa si avvicinò rabbioso a Taka mentre questi continuava a sghignazzare. -Quindi era così che volevi passare la giornata. Grazie per la pessima figura che mi hai fatto fare-

-Scusa, Mufasa, non ho resistito- disse Taka. -Ebbene si, io e Zira abbiamo passato così il San Valentino. Avevo progettato questo scherzo apposta ... era il mio regalo per lei. Le iene inizialmente non facevano parte, ma è andata bene lo stesso-

-Spero che le sia piaciuto- ringhiò Mufasa, tentando di trattenersi dal compiere un omicidio.

-Oh, si. Figurati che mentre vi seguivamo mi ha pure baciato. Una sensazione magnifica ... dovresti provarla anche tu un giorno- disse Taka sghignazzando. -Comunque stai tranquillo, non sono tanto crudele. Tornati alla Rupe dei Re spiegherò tutto a Sarabi, e vedrai che cadrà di nuovo tra le tue braccia. Fidati, è cotta di te. Dovrai solo ripartire da dove avevi cominciato-

Mufasa ringhiò, ma poi sul suo volto si dipinse un sorriso : -Era un bello scherzo- ammise. -Ma capirai, ora, secondo le regole, devo prendermi la rivincita-

Taka rise : -Si, si, fai pure! Picchiami, avanti! Ma ne è valsa la pena, ah ah ah!!!-

E fu così che quel giorno Taka tornò alla Rupe dei Re coperto di lividi dalla testa alla coda. Rafiki riuscì, grazie alla sua conoscenza nelle erbe, a toglierli tutti i segni, ma non poté comunque fare nulla riguardo ad una cicatrice rimasta sul viso, che gli valse fra i coetanei il soprannome di Scar. Alla domanda di Uru e Ahadi su come se la fosse procurata, Taka, sotto ordine del fratello maggiore, raccontò di una lite con il bufalo Boma.
   
 
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