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Autore: Arsax    04/09/2017    2 recensioni
Sequel di "The Bloody and Dark Princess"
Non potevo credere di averlo fatto. Non ci riuscivo. Non volevo. Sapevo di essere un mostro e le mie mani erano sporche del sangue di diverse persone già a venticinque anni, ma mai avrei pensato che la mia prossima vittima sarebbe stata lei.
Mi guardava con quegli occhi azzurri, sbarrati dalla sorpresa tanto quanto i miei. Volevo poter tornare indietro nel tempo e non compiere quel gesto, per impedire che si arrivasse a quel punto.
Avevo già perso la donna più importante della mia vita a soli sei anni e non volevo perdere anche lei.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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The Bloody and Dark Prince




Prologo


Non potevo credere di averlo fatto. Non ci riuscivo. Non volevo. Sapevo di essere un mostro e le mie mani erano sporche del sangue di diverse persone già a venticinque anni, ma mai avrei pensato che la mia prossima vittima sarebbe stata lei.
Mi guardava con quegli occhi azzurri, sbarrati dalla sorpresa tanto quanto i miei. Volevo poter tornare indietro nel tempo e non compiere quel gesto, per impedire che si arrivasse a quel punto.
Avevo già perso la donna più importante della mia vita a soli sei anni e non volevo perdere anche lei.


Capitolo 1


-Una splendida rappresentazione, peccato che non ci fossero vampiri influenti stasera.- disse mio padre mentre sedeva placidamente sul sedile posteriore di una delle nostre “Audi A8” nere.
-Già, un vero peccato.- risposi annoiato.
Avevo visto la rappresentazione teatrale di “Amleto” almeno una decina di volte ed era stata una serata noiosa per me; l'unica consolazione erano state le bellissime ragazze che mi avevano circondato a fine spettacolo.
Ogni volta succedeva sempre così. Sapevo di avere fascino e di essere di bell'aspetto, oltre che a possedere un notevole conto in banca e a essere il prossimo sovrano del clan Lovinescu. Sono alto quasi due metri, occhi azzurri come il ghiaccio, capelli neri come la pece e fisico da far invidia al “David” di Michelangelo. Quasi sicuramente tutte quelle donne avevano riposto la loro attenzione su di me per cercare di diventare la mia regina, ma ero già promesso. A essere precisi, io ero stato promesso ancora prima della mia nascita.
Ero stato promesso a una completa sconosciuta, ma ciò mi importava ben poco. Quella sconosciuta era la figlia di Astrid Von Ziegler e Marius Vidrean: Serena. Non sapevo come fosse quella ragazza, dato che ventidue anni prima i suoi genitori, poco prima di essere uccisi, la affidarono a due servi mezzosangue e da allora non si seppe più niente di lei. Erano stati uccisi da Catalin Lovinescu, un mio lontano cugino con le rotelle fuori posto e che odiava a morte i Vidrean. Ovviamente, dopo l'assassinio dei sovrani Astrid e Marius, fu immediatamente distrutto.
Quella ragazzetta, la mia promessa sposa, era l'erede legittima di ben due clan di vampiri molto potenti e influenti ed essendo cresciuta lontano dal nostro mondo oscuro e affascinante, quasi sicuramente dopo il matrimonio tutto il potere sarebbe stato incentrato nelle mie mani e lei sarebbe stata succube di me. Poco male, avrei avuto il controllo di ben tre clan nelle mie mani, cosa che non mi dispiaceva affatto.
Tornati al nostro meraviglioso e lugubre castello gotico, l'assistente di mio padre, Adrian, ci raggiunse di corsa. Doveva essere una notizia molto importante, perché Adrian non correva mai.
Era un tipo alto, allampanato, capelli castani tirati perfettamente indietro dal gel e completo di sartoria impeccabile. In quel momento aveva le guance rosse come melagrana.
-Maestà. Principe.- iniziò inchinandosi velocemente.- Siamo stati informati che Wilhelm Von Ziegler è andato a recuperare la principessa Serena. Le guardie hanno scoperto che ha sempre vissuto in Italia, a Torino, e non sa assolutamente nulla di noi e del nostro mondo.
Mio padre e io sollevammo le sopracciglia in modo sorpreso e in contemporanea. Possibile che non sapesse di essere un vampiro? Era molto improbabile, le ragazze sviluppano i canini tipici dei vampiri tra i sedici e i diciotto anni. Forse Adrian aveva capito male o le guardie erano state male informate.
-Mi stai dicendo che quella ragazza non ha mai saputo nulla sui suoi genitori e sui suoi clan?- chiese mio padre, anticipando la mia domanda.
-Così mi hanno riferito le vostre guardie, sire.- rispose Adrian col fiatone.
-Bene! Non potevo chiedere di meglio. Stefan, avrai il completo controllo di tre clan di vampiri, non sei felice?
-Certo che lo sono, padre. Come potrei non esserlo?- risposi accennando un sorriso.
-Dobbiamo informare immediatamente Lucian e gli altri. Ci penserò io, ora va' a riposare. Domani hai lezione col generale Petrescu e dovrai essere in forze.
-Vi auguro buona notte, padre.- risposi inchinandomi e andando in camera mia.
Mentre ero nel letto, continuai a ripensare alla fortuna sfacciata che avevo avuto. Ero promesso a una ragazza ignara di tutto e incapace di essere una principessa. Non poteva andarmi meglio! Sarebbe stata obbligata ad appoggiarsi completamente a me per non essere sopraffatta dal nostro mondo sanguinario.
Non vedevo l'ora di conoscerla e di godermi le sue future figuracce, anche perché in quel periodo c'era ben poco che potesse divertirmi o entusiasmarmi e avevo voglia di ridere. Magari era una rozza ragazzetta che a malapena sapeva comportarsi da donna e ciò mi disgustò parecchio. Tutte le donne che avevo avuto il piacere di frequentare sapevano comportarsi a modo, erano posate e sapevano come rivolgersi a un principe. Quella ragazzetta come sarebbe stata?


Il mattino seguente stavo sorseggiando il tè e controllando la quotazione delle varie borse sul mio smartphone, quando un servitore entrò con una lettera su un vassoio d'argento e la porse a mio padre. Lui la aprì con calma, lesse velocemente e sorrise.
-Stefan, fra un mese saremo alla tenuta dei Von Ziegler per la serata di debutto della principessa Serena. Ti consiglio di sfoderare ogni trucco che conosci per farla cadere ai tuoi piedi il più velocemente possibile.
-Dubitate delle mie capacità, padre?
Mio padre ridacchiò divertito e fece cenno alla domestica di versargli del sangue nel bicchiere.
-Certo che no. Ieri ho parlato con Lucian e gli altri e, da quanto hanno sentito, si dice che Wilhelm abbia iniziato a insegnarle ogni cosa. Come può pretendere di trasformare una ragazza qualunque in una principessa in un solo mese?- raccontò divertito.
La cosa fece sorridere anche me. Sarebbe stato divertente.
Terminata la colazione, andai dal generale Petrescu per la mia giornaliera lezione di combattimento. Era un uomo molto alto e ben piazzato, naso dritto, mandibola squadrata, capelli scuri e occhi grigi. Mio padre aveva insistito che imparassi non solo a usare il paletto, ma anche il corpo a corpo e l'uso di ogni arma bianca esistente al mondo. La mia specialità erano i pugnali e le spade corte.
Quando combattevo col generale Petrescu (Dimitri quanto mio padre non era nei dintorni) ripensavo molto spesso alla mia infanzia passata a praticare lezioni di combattimento, equitazione, storia, politica, letteratura, lingua e molto altro. All'età di otto anni, mio padre e mio zio Lucian mi avevano obbligato a leggere tutte le opere di Shakespeare e anche “Il Principe” di Machiavelli, libro che amavo molto.
La mia era stata un'infanzia tutt'altro che normale, anche perché non ero un vampiro comune, ma un principe. Dati i miei numerosi impegni, non avevo fatto amicizia con i miei coetanei e i contatti con loro si limitavano agli ordini che impartivo loro o alle fanciulle che seducevo. Non avevo bisogno di amici. Un principe non ha bisogno di amicizie, bensì di alleanze e quelle non mi mancavano affatto.
Dimitri mi colpì a un braccio, provocandomi un taglio superficiale che mi risvegliò dal groviglio dei miei pensieri.
-Vi vedo pensieroso, principe Stefan.
-Oh, nulla di che. Sto pensando alla principessa Serena.- risposi facendo spallucce.
-Sì, ho sentito che Wilhelm Von Ziegler è andato da lei. I clan Von Ziegler e Vidrean sono in fermento per il ritorno della loro principessa.
-Immagino. Chissà se sarà all'altezza, dopotutto due clan sono molto impegnativi da governare.
-Non ne avrà il tempo, perché vi sposerete quasi immediatamente con lei.
Dopo il ritorno della principessa Serena, il nostro fidanzamento sarebbe diventato ufficiale e ciò mi dava molto da pensare. Il potere di ben tre clan mi stuzzicava parecchio e sarei passato alla storia come il sovrano più potente di tutti i tempi, ma passare l'eternità accanto a una sconosciuta, e per di più probabilmente rozza, mi provocava disappunto.
Avevo solo ventiquattro anni, venticinque a breve, e le relazioni che avevo avuto col gentil sesso erano state solo da poche notti. Essere legato per tutta l'eternità a una singola persona non faceva per me. Avrei potuto fare come mio padre, ovvero avere delle amanti, ma lei sarebbe stata comunque lì, accanto a me. Ogni giorno e ogni notte, per tutta l'eternità.
Durante il pranzo, mio padre e mio zio Lucian, che si era unito a noi, parlarono della serata di gala che avrebbe presentato la principessa come se fossero stati due debuttanti invece che due vampiri più che affermati nella nostra società. A me interessava ben poco, anche perché avevo già una strategia per far cadere ai miei piedi la principessa già dalla sua serata di debutto: lusinghe, cavalleria, lodi e il mio aspetto.
Sapevo di essere oggettivamente bello e ciò affascinava le donne e le ragazze. La mia educazione e la mia galanteria facevano il resto. Non dovevo nemmeno sforzarmi per far cadere le donne ai miei piedi. Bastava uno schiocco di dita e subito mi si avvinghiavano al braccio, desiderose e passionali. Stavano addirittura diventando una noia. Non c'era più gusto a conquistarle.
-Potremmo mandare qualcuno a effettuare qualche piccola indagine sulla principessa.- propose zio Lucian, attirando la mia attenzione. -Almeno per sapere che tipo di persona è e chi sono questi due servi che l'hanno allevata.
-Sarà una ragazzina qualunque, cresciuta in mezzo agli umani e con interessi a dir poco futili. Comunque, le guardie hanno scoperto che è stata cresciuta da due mezzosangue di nome Paola e Andrea Serafini, quindi non sarà un granché.- rispose mio padre annoiato.
-Magari ti sbagli. Dobbiamo essere pronti a ogni evenienza e dobbiamo sapere di più.- ribatté mio zio.
-Forse hai ragione.- convenne alla fine mio padre, dopo qualche istante di riflessione. -Manderò una delle mie guardie a investigare su di lei.
Come sono all'antica! Ma cosa posso aspettarmi da due uomini che hanno quasi trecento anni in due? Si possono fare ricerche su internet.” pensai sbuffando.
Più tardi avrei cercato qualcosa sulla principessa Serena per conto mio, giusto per sapere quali carte giocare per conquistarla, ma l'idea avuta da zio Lucian non era così malvagia come avevo pensato all'inizio. Avrei avuto numerose informazioni utili.
Tornai in camera mia dopo pranzo e su internet cercai “Serena Serafini” e subito mi apparve il suo profilo “Facebook”. Entrai nel mio account, che era provvisto di nome falso e che usavo ben poco, dato che i vampiri più giovani con i quali avevo contatti erano sessantenni che pensavano che Internet fosse una magia nera e oscura, e iniziai a curiosare nel suo profilo. Non appena vidi la sua foto profilo, restai a bocca aperta. Era identica ad Astrid Von Ziegler. C'erano pochissime differenze, ma per il resto erano due gocce d'acqua.
Frequentava l'università di biologia a Torino e aveva molti amici vampiri e alcuni mezzosangue. Rabbrividii quando vidi che abbracciava un mezzosangue con un sorriso allegro stampato sul volto. Era inconcepibile che un vampiro purosangue come lei frequentasse degli scherzi della natura come i mezzosangue. A quanto pareva, anche lei reputava importanti i mezzosangue, proprio come i suoi genitori, ma non c'era da stupirsi. Era stata cresciuta da due mezzosangue ed era più che logico che li considerasse suoi pari.
Scoprii che amava la lettura, in particolare il genere fantasy, i film horror e dei cartoni animati sanguinolenti giapponesi chiamati “anime”. Basta. Non c'era altro sul suo profilo. Almeno era abbastanza saggia da non condividere ogni cosa di se stessa. Sicuramente era come tutte le altre donne: bei regali, qualche complimento e sarebbe caduta fra le mie braccia. Sarebbe stato semplice conquistarla e incentrare il potere di tre clan nelle mie mani, ne ero certo.


Erano quasi due settimane che la guardia era andata a indagare sulla principessa Serena e ancora non aveva dato notizie. Affrontavo ogni giornata con impazienza, nella speranza che arrivasse qualche notizia, e diventavo cupo se la sera non ce n'erano.
Volevo sapere chi fosse la principessa Serena perché preferisco organizzare le mie strategie in anticipo. So essere paziente, ma solo se si gioca a carte scoperte. Volevo scoprire che tipo di donna (pardon, ragazzetta) fosse la nostra principessa per riuscire a conquistarla in fretta e a sposarla altrettanto in fretta.
-Stefan, ti vedo ansioso. Qualcosa ti turba?- domandò mio padre a cena, attirando l'attenzione di zio Lucian.
-Sono impaziente, tutto qui.- risposi seccato.
-Di avere il potere fra le tue mani?
-Non solo. Voglio avere notizie dalla nostra guardia. Sono passate due settimane e ancora non si sa nulla sulla principessa Serena. Voglio avere ogni informazione per conquistarla in una settimana e sposarla entro agosto.
-Così mi piaci.- affermò mio padre orgoglioso. -Vedo che la sete di potere è caratteristica dei Lovinescu e in te non è andata perduta.
Zio Lucian ridacchiò e alzò il suo calice di sangue. -Alla sete di potere.
Brindammo e mentre sorseggiavo quel dolce sangue pregiato, non riuscivo a togliermi dalla testa l'immagine della principessa. Non ero mai stato così interessato a una donna come con la principessa. Qualcosa nel suo sguardo mi aveva colpito e incuriosito e non vedevo l'ora di averci a che fare, ma forse stavo viaggiando troppo con la fantasia e ne sarei rimasto deluso perché identica alle altre donne. Una piccola parte di me sperò che fosse diversa e che avrebbe riacceso in me lo spirito del predatore.
-Padre, se andassi a conoscere la principessa di persona?- azzardai.
A mio zio andò di traverso il sangue mentre mio padre sbarrò gli occhi indignato.
-Tu e la principessa da soli? È una cosa inaccettabile! Il vostro primo incontro dovrà svolgersi davanti agli occhi di tutti, durante il suo debutto, e non in un bar qualsiasi.- mi riprese mio padre disgustato.
-Scusatemi. Non so cosa mi sia passato per la testa.
-Sei troppo impaziente. Secondo te, Wilhelm non cercherà di allontanarla da te se vi vedesse insieme senza la supervisione di qualcuno? Devi conquistare la fiducia della principessa e non allontanarla, quindi il vostro primo incontro avverrà alla serata di gala organizzata in suo onore.- esordì irritato.
Vedere mio padre irritato non era mai un buon segno, quindi cercai di mettere una pezza al mio errore, dato che non ci tenevo ad avere un incontro ravvicinato con la sua cintura.
-Vi chiedo scusa, padre. Sono ancora troppo giovane e non ho acquisito la pazienza e la saggezza che avete voi.- dissi spingendo via il piatto da me con dolcezza.
Sembrò rabbonirsi alle mie scuse e lodi.
-Hai ancora molto da imparare, ma sei già sulla buona strada.
-Dato che mi avete categoricamente vietato di andare dalla principessa, chiedo il vostro permesso per andare al mio cottage ad Aosta.- azzardai con più audacia di quanta ne avessi mai usata con mio padre, ma avevo un piano ben preciso in mente.
-Cosa c'è ad Aosta che non c'è qui?- domandò mio padre sospettoso.
-Le donne italiane. Vorrei ancora allietarmi della compagnia delle passionali donne italiane, prima di sancire ufficialmente il mio fidanzamento con la principessa Serena. Non so se mi spiego...
A quella risposta mio padre e mio zio scoppiarono a ridere.
-Ma certo. Una settimana di tempo credo che possa bastarti. Vai e allietati della compagnia delle donne italiane.- rispose ancora ridendo.
Aveva abboccato. Conoscevo abbastanza bene mio padre da sapere che se gli avessi detto che cercavo la compagnia delle belle donne, mi avrebbe lasciato andare da solo ovunque volessi, ma non erano le donne italiane che mi interessavano. Mi interessava una certa principessa e l'avrei incontrata a loro insaputa.


Il giorno dopo ero sul volo diretto a Caselle, in provincia di Torino, e avevo prenotato una “Presidential suite” all'hotel “Principi di Piemonte”. Era uno degli hotel più lussuosi di Torino e si trovava in una viuzza attigua a via Roma, una delle più importanti vie del centro della città. Avevo anche affittato una macchina con autista, anche perché mi sarei rifiutato categoricamente di salire su uno di quei taxi bianchi utilizzati da chiunque.
Mio padre e mio zio non sarebbero venuti a sapere niente del mio soggiorno a Torino, perché avrei utilizzato la mia carta di credito personale, cosa che facevo raramente dato che avevo accesso ai conti del clan.
Scesi dall'auto, mi guardai intorno con occhio critico e mi avviai alla reception per farmi registrare, senza aspettare che il facchino mi seguisse con le valige. Terminata la registrazione, mi accompagnarono nella mia suite e constatai che poteva andare bene. Data la mancia al facchino, mi sedetti sul divano e cercai in rubrica il numero della guardia che si stava occupando di ottenere informazioni sulla principessa Serena. Le mandai un messaggio e neanche cinque minuti dopo, ricevetti la risposta e un sorriso furbo spuntò sulle mie labbra.


La sera andai dove la guardia mi aveva indicato. Le avevo chiesto che cosa avrebbe fatto quella sera la principessa Serena e mi aveva risposto che sarebbe andata in un quartiere non molto distante dal mio albergo. Era un quartiere di nome “San Salvario”, nella quale si trovavano locali di ogni tipo che offrivano cocktail a pochi euro, negozietti di alimentari gestiti perlopiù da stranieri, locali che vendevano un cibo da strada arabo chiamato “kebab” o “kebap” (non capii la differenza, ma poco mi importò) e anche un negozio che vendeva brioches ripiene con ogni tipo di dolciume.
Ero circondato da ragazzi e ragazze, a partire dai quattordici anni in su, che si erano ridotti in uno stato pietoso e non solo per i fumi dell'alcol, il tutto già alle dieci di sera. Erano chiassosi, sporcavano la strada lasciando bottiglie e bicchieri per strada e un paio di volte dovetti evitare qualche ragazzo che rischiò di rigettarmi sulle scarpe. Quello non era un posto dove passare una serata tranquilla, ma un vespasiano a cielo aperto! I popolani sono rozzi.
-Principe Stefan, come mai siete qui?- chiese la guardia sorpresa quando la raggiunsi.
Era un uomo corpulento, con capelli e occhi scuri e la pelle scura. Sembrava un gitano e tutti gli stavano alla larga.
-Volevo sapere come procedono le indagini.- risposi pacatamente.
-Vostro zio e vostro padre sanno che siete venuto qui?- domandò guardingo.
-No, e se fossi saggio faresti bene a non far arrivare loro quest'informazione. Io sarei semplicemente bastonato, mentre tu andresti verso la distruzione certa, quindi per il bene di entrambi non ci siamo mai visti, chiaro?- suggerii con decisione alla guardia e questa annuì con un po' troppo vigore.
-Davvero la principessa Serena viene qui?- domandai storcendo il naso.
Tutto ciò non si addiceva per niente ad una principessa. Era uno scempio!
-Sì, è seduta lì.- rispose la guardia, indicando dei tavolini posti fuori da un locale chiamato “Gattabuia”.
Quando la vidi restai senza parole. Era davvero identica ad Astrid Von Ziegler, ma solo nell'aspetto. Nel comportamento rimasi totalmente scioccato. Stava seduta storta, con indosso una maglietta nera di due taglie più grande con su scritto “System Of a Down” (come prego?), delle Converse nere piuttosto consunte e malridotte e dei pantaloncini in jeans scuri e tutti strappati, che mostravano le sue bellissime e candide gambe. Aveva i capelli raccolti in uno chignon (se così si può definire) disordinato e malfatto.
Era così sciatta e maschile! Avrei detto che quella fosse la figlia di un poveraccio che spacciava sostanze illegali e non della più potente ed elegante regina della storia dei vampiri!
-Oddio...- mi lasciai scappare e la guardia annuì.
-Neanche io volevo crederci la prima volta che l'ho vista, sapete?
-Quella è tutto fuorché una principessa.
Rimasti stregato e scioccato al tempo stesso dalla scena che mi si parava di fronte. Lei, una principessa, che beveva, fumava e rideva sguaiatamente per una battuta che non ero riuscito a sentire da quella distanza. Io e lei eravamo gli opposti, come il giorno e la notte.
Io, elegante nella mia camicia inamidata e pantaloni scuri, postura dritta e sguardo serio e regale, e lei, sciatta e scomposta, ma felice.
Era circondata da persone che ridevano con lei con spensieratezza e due in particolare, due vampiri, la guardavano con occhi pieni d'affetto sincero e disinteressato. Quello significava avere degli amici?
Scossi lentamente la testa. A me non servivano amici, non mi serviva la spensieratezza che aveva lei in quel momento. A me servivano alleanze, potere e rispetto e quelli non mi mancavano affatto.
-Be', almeno è una bella ragazza.- provò a dire la guardia.
Almeno quello!”.
-Oltre ad andare in posti squallidi e vestirsi in modo sciatto, che cosa fa la principessa Serena?- domandai.
-Ora che c'è la bella stagione, si mette a leggere sul balcone e ci sta anche delle ore, ma rigorosamente all'ombra; intuisco che la principessa odi abbronzarsi. Questo, ovviamente, quando non va a casa di suo zio Wilhelm per le lezioni.
-Domani portami da lei.


Il giorno seguente mi incontrai con la guardia in un quartiere situato a Torino nord, davanti ad una palazzina che dava su un piccolo parco giochi e la prima cosa che feci, fu ricordarle quanto mio padre e mio zio potessero essere spietati, giusto per sicurezza.
Era una bella mattinata di sole e la guardia mi accompagnò al punto dal quale si poteva godere della vista del balcone della principessa senza essere visti, situato vicino ad una panchina. La vidi immediatamente. Era seduta su una scadentissima sedia di plastica a gambe incrociate e i suoi capelli dorati brillavano alla luce del sole estivo. Sulle gambe nude teneva un libro aperto dall'aria piuttosto spessa e la sua espressione concentrata mi rapii.
-Principe Stefan, io devo tornare a condurre le mie indagini...
-Certo, va' pure.
-E voi?
-Sopravvivrò. Fa' il tuo dovere.- risposi col mio tono autoritario.
-Sì, principe Stefan.- disse inchinandosi e andandosene.
Mi sedetti sulla panchina e la osservai per un po'. La vidi ridere di gusto, spalancare gli occhi dalla sorpresa e borbottare fra sé e sé. Quella rozza ragazzetta mi affascinava. Non era come tutte le altre donne che avevo conosciuto, vuote e piatte come una pozzanghera, ma era piena di sfaccettature e intrigante come può esserlo un mare in tempesta.
Avrei scoperto ogni lato di quella ragazzetta, ogni suo segreto l'avrei rivelato.

Angolo autrice.
Buonasera a tutti! Ve l'avevo promesso che sarei tornata con un possibile sequel ed eccoci qua xD 
Le vicende di questa storia sono esattamente uguali a quelle di "The Bloody and Dark Princess", ma saranno completamente raccontate dal punto di vista del nostro carissimo Stefan. Scoprirete non solo alcuni "perché" che sono sorti durante la storia precedente, ma verrete anche a conoscenza di nuovi personaggi e nuovi lati di alcuni personaggi vecchi.
Detto questo, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi mando un bacione enorme!
Al prossimo capitolo! <3
  
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