Serie TV > Shadowhunters
Ricorda la storia  |       
Autore: Little Redbird    05/09/2017    1 recensioni
Simon sapeva che sarebbe finito nei guai se qualcuno lo avesse visto, ma in quel momento non gli importava. Voleva solo un po’ di tranquillità. E un posto in cui potesse sistemare alla bell’è meglio gli occhiali spezzati senza che qualcuno lo vedesse, magari senza la puzza dei bagni dei maschi ai piani di sotto. Il tetto era la scelta più ovvia, anche se la più pericolosa.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Wayland, Magnus Bane, Raphael Santiago, Simon Lewis
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'You just found me in the wrong universe. That’s all. '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
★ IniziativaQuesta storia partecipa al contest “Back to School” a cura di Fanwriter.it!
What lovers do


• 1

Simon sapeva che sarebbe finito nei guai se qualcuno lo avesse visto, ma in quel momento non gli importava. Voleva solo un po’ di tranquillità. E un posto in cui potesse sistemare alla bell’è meglio gli occhiali spezzati senza che qualcuno lo vedesse, magari senza la puzza dei bagni dei maschi ai piani di sotto. Il tetto era la scelta più ovvia, anche se la più pericolosa.
Spalancò la porta di ferro arrugginito e si precipitò fino al bordo. Posò le mani sul parapetto scrostato, i palmi aperti e le dita tese e tremanti. Aveva il fiatone. Aveva corso come se qualcuno gli avesse detto che avrebbe trovato mezzo chilo di pizza ad aspettarlo. Guardò giù, diversi piani più in basso, dove il cortile della scuola si apriva in una distesa di cemento con rari sprazzi di giallo – la vegetazione aveva cominciato a seccare nel freddo autunnale – ma tutto quello che lui vedeva era una macchia indistinta di grigio. Senza occhiali era una talpa. E Gregor lo sapeva. Lo sapevano tutti, era per quello che puntavano sempre agli occhiali.
Allentò la presa sul parapetto e si lasciò cadere pesantemente sul pavimento sporco e umido del tetto, esalando un sospiro di sollievo e rassegnazione. Pescò le due metà degli occhiali dalla tasca del giubbotto e le unì con attenzione. Stava per infilare una mano nello zaino per cercare il nastro adesivo, quando una voce lo fece sobbalzare, facendo cadere gli occhiali già maltrattati.
“Lewis.”
Simon si voltò di scatto, gli occhi spalancati, che però dovette subito strizzare nel tentativo di capire chi avesse davanti – sebbene quel flebile accento fosse inconfondibile.
“Raphael! Mi hai spaventato a morte.”
Raphael piegò piano la testa di lato. “Che stai facendo?” chiese.
Simon sospirò e gli mostrò le due metà degli occhiali.
Le sopracciglia di Raphael si avvicinarono l’una all’altra, dandogli un’espressione minacciosa. Il suo sguardo vagò dagli occhiali alla fronte di Simon, il quale si portò istintivamente una mano dove sapeva che stava comparendo un livido. In realtà il pugno voleva essere diretto al naso, ma aveva tentato di evitarlo e aveva finito per riceverlo in fronte. Fortunatamente, a Gregor sembrava essere andato bene comunque.
“Chi è stato?” chiese Raphael, la voce piatta, senza nessuna inflessione. “Qualcuno della squadra?”
Simon sbatté le palpebre. “N-no.” Per quanto i compagni di squadra di Raphael lo prendessero in giro, nessuno l’aveva mai sfiorato. Non erano dei bulli veri e propri, erano solo ringalluzziti dal loro essere popolari e bravi a calcio.
“Chi allora?”
“Non ha importanza.” Simon scosse la testa e trovò il nastro adesivo nello zaino.
“Clary dov’era?”
Simon chiuse gli occhi. “Era in bagno. Non è la mia guardia del corpo, non deve sempre difendermi dagli scimmioni della scuola.”
Arrotolò il nastro adesivo intorno alla stanghetta tra le lenti e se le appoggiò sul naso sottile. Gli occhiali pendevano verso destra, ma almeno ora poteva vedere la figura ben piazzata di Raphael, in piedi di fronte a lui. Aveva i pugni stretti lungo i fianchi, le braccia nude erano tagliate all’altezza dei bicipiti dalle maniche della polo rossa, troppo stretta per i suoi muscoli.
Simon si tirò su dal pavimento, si diede qualche pacca sul sedere per spazzare via la polvere dai jeans. Notò la giacca della squadra di calcio e lo zaino di Raphael in un angolo vicino alla porta; sotto la giacca spuntavano gli angoli di un libro di cui non poté identificare il titolo.
Prima che potesse chiedere cosa ci facesse sul tetto, Raphael disse: “Gregor?”
Doveva aver passato in rassegna tutti gli scimmioni che conosceva. Simon annuì riluttante. “È stata in parte anche colpa mia. Non avrei dovuto chiamarlo Happy Hippo.”
Raphael si costrinse a non ridere al soprannome. “Non ci credo che sia stato tu il primo a provocare.”
“Mi ha spinto contro l’armadietto” ammise Simon. “Se non avessi detto nulla, sarebbe finita lì.”
“Non avrebbe dovuto spingerti.”
“Ha un cervello troppo piccolo per arrivarci. Bisogna compatirlo.”
“L’hai detto alla preside?”
Scosse la testa.
“Immaginavo.”
Simon provò ancora a chiedergli cosa stesse facendo prima del suo arrivo, ma venne interrotto di nuovo.
“Dovresti farti ripagare gli occhiali.”
“A casa ne ho un altro paio.”
“Non è questo il punto.”
“C’è un punto in tutto questo?”
Raphael sospirò. “Mi sorprende che non siano più persone a prenderti a pugni ogni giorno.”
Simon scosse le spalle.
Raphael gli diede un’altra occhiata prima di allontanarsi senza aggiungere altro. Raccolse le sue cose e si diresse alla porta.
“Cosa ci facevi quassù?” chiese finalmente Simon.
Raphael si voltò. “Magnus è a Spagnolo, aspetto che esca. Oggi è a pranzo a casa mia.”
“Niente allenamenti?”
Raphael spostò lo sguardo verso il campo da calcio in lontananza, gli angoli della bocca sollevati. “Niente allenamenti.” Esitò. “Domani pomeriggio, se devi aspettare Clary.”
Simon si sentì arrossire mentre Raphael spariva nelle scale. Era stato troppo esplicito? Aveva solo chiesto degli allenamenti. Non aveva fatto cenno ai pomeriggi passati a guardarlo dagli spalti insieme ad Izzy. Se ne era accorto? Aveva notato che da quella prima volta era tornato ogni volta che poteva? E cosa ne aveva dedotto?
Pregò che quella giornata finisse in fretta e si sistemò come meglio poté gli occhiali sul naso prima di tornare all’armadietto ad aspettare Clary.
 





 

AN:
Dunque. Se volete qualcuno da incolpare per questa cosa, sappiate che è tutta colpa di Chara, che mi fa tornare la voglia di scrivere su questi due anche quando mi riprometto di non pensare più a loro.

Non siete ancora stanchi delle assurdità che scrivo? Potete dare un'occhiata al mio primo romanzo, I segreti tra di noi. Lo trovate sia in ebook che in cartaceo su Amazon. Potete anche aggiungerlo su Goodreads. Tutti i dettagli sono sulla mia pagina autrice su Facebook.
Grazie a chi mi segue anche fuori dalla piattaforma <3

Ci leggiamo tra poco con gli altri due mini-capitoli di questa storia. Sì, lo so, datemi corda.
Red
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: Little Redbird