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Autore: Hypnotic Poison    05/09/2017    5 recensioni
A Thousand Worlds To Break Our Hearts: The Start.
«Be’, a me piace! E non è la solita storia. Poi perché devi sempre ridurre tutto alla fisica e la chimica e gnegnegne.»
Ryo rise, le si avvicinò per darle un bacio sulla testa: «Perché è così, ginger,» le batté le nocche sulla spalla, «In fisica moderna, il multiverso è un'ipotesi che appunto postula l'esistenza di universi coesistenti fuori del nostro spaziotempo, o dimensioni parallele, ed è possibile conseguenza di alcune teorie, come la teoria delle stringhe.»
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish, Mint Aizawa/Mina, Ryo Shirogane/Ryan
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A thousand worlds to break our hearts'
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PROLOGUE: THE ONE WHERE WE’RE TOGETHER
 
 
 
 
 
 
«L’ultima volta che ti ho visto col naso così infilato in un libro, stavi leggendo quello scempio di Cinquanta sfumature, arrossendo come una bambinetta. Spero tu non stia ripetendo l’errore.»
Ichigo alzò sdegnosa lo sguardo verso Minto, che stava infilando le ultime cose in borsa mentre usciva dallo bagno del Caffè: «Sto aspettando Shirogane-kun,» replicò piccata, «E per tua informazione noooo, sto leggendo una bellissima storia d’amore!»
La mora alzò un sopracciglio, ancora poco convinta: «Hai detto così anche quella volta.»
«In pratica c’è questo ragazzo che si innamora di una ragazza -»
«Ma dai?»
«… solo che lui viene catturato, durante una tempesta, da una specie di fulmine quanto-qualcosa, perché lui lavora in un laboratorio ipertecnologico di, mmm, qualcosa che ha che fare con le particelle -»
«Dio mio, non coprirmi così di tecnicismi, potrei morire.»
«- e viene catapultato in un mondo che non è il suo ma è quasi come il suo, solo che lui e lei non stanno insieme quindi vuole tornare da lei perché è il suo grande amore, quindi tutte le volte deve trovarsi in quello stesso giorno in quello stesso laboratorio e cercare di tornare a casa,» Ichigo fece un gran sospiro, gli occhi sognanti, «Ah, che cosa romantica!»
«Che concetto trito e ritrito, e che stupro della fisica, vuoi dire,» Ryo salì in quel momento dal laboratorio, scuotendo la testa divertito.
«Ma vi state coalizzando contro di me, per caso?»
«Dove sarebbe la novità?»
Gli altri due risero mentre Ichigo faceva il suo solito broncio da bambina, che dopo tutto quegli anni sembrava proprio non voler abbandonare.
«Be’, a me piace! E non è la solita storia. Poi perché devi sempre ridurre tutto alla fisica e la chimica e gnegnegne
Ryo rise, le si avvicinò per darle un bacio sulla testa: «Perché è così, ginger,» le batté le nocche sulla spalla, «In fisica moderna, il multiverso è un'ipotesi che appunto postula l'esistenza di universi coesistenti fuori del nostro spaziotempo, o dimensioni parallele, ed è possibile conseguenza di alcune teorie, come la teoria delle stringhe.»
La rossa alzò gli occhi al cielo mentre si alzava e raccoglieva le sue cose: «Non ricominciare con queste stringhe.»
Lui le avvolse un braccio intorno alle spalle, rivolgendosi alla mora: «Ti serve un passaggio, Minto?»
Lei controllò l’orologio: «No, grazie. Vi accompagno fuori, Kisshu dovrebbe arrivare a breve. Da quando fai andare via le cameriere così presto?»
«Eravate voi le scansafatiche che finivano sempre tardi, le nuove ragazze sono molto brave.»
«O forse qualcuno voleva che Ichigo non se ne andasse mai.»
«E smettila!»
«Tanto tu andavi sempre via prima per un impegno o per un altro.»
«Ringrazia che le mie feste tutt’ora fanno faville per il vostro catering, visto quanto ti sta costando far contenta Ichigo che si è riscoperta principessa nel castello tutto ad un tratto.»
«Sai che principessa sei tu?!»
«Oh-oh, sono arrivato al momento giusto!» Kisshu raggiunse i tre in quel momento, un ghigno divertito stampato in volto, «Potrei avere input molto interessanti per la conversazione.»
Minto gli lanciò un’occhiata gelida: «La conversazione verteva sul fatto che Ichigo, alla veneranda alba dei trenta -»
«Ventotto!»
«- ancora crede alle favole d’amore intergalattiche.»
L’alieno alzò un sopracciglio, incuriosito: «Be’, un po’ come la nostra allora.»
La rossa lanciò le braccia in alto, trionfante: «AHA! Allora chi ha avuto ragione per tutto questo tempo?»
«Oh, ma per favore.»
Kisshu continuò a ridere e avvolse con le braccia la mora, mentre Ryo riagguantò la sua fidanzata per un polso e cercò di riprendere il cammino.
«Comunque, intergalattico e multiverso sono due cose diverse.»
«Non ti azzardare a rovinare questo momento di gloria, Shirogane, o torni a casa da solo.»
«Guarda che la macchina è mia.»
Continuarono a camminare verso i rispettivi veicoli, quando Ichigo aggrottò la fronte: «Kisshu, ma voi non eravate in grado di creare dimensioni parallele?»
«Mmmh… più o meno,» il verde si grattò la nuca, «In realtà era Pai il maestro. Ma erano dimensioni parallele ma ancora a stretto contatto con il nostro mondo, ed erano piccole e di poca durata… un po’ come delle bolle, vuote. Niente di particolarmente impegnativo, almeno per le mie capacità, non erano certo interi mondi. Nessuno ha mai provato che ne esistano di paralleli al nostro, in fondo. E il vostro pianeta ancora deve scoprire che esistono altri pianeti più o meno simili, figuriamoci cosa sareste in grado di fare se scopriste anche altre dimensioni.»
«Watch it
«Non puoi negarlo.»
«Okay, capito,» Ichigo si scrollò nelle spalle, «Dovreste davvero rivedere le nozioni base del romanticismo.»
«Io sono estremamente romantico, micetta, non è vero tortorella?»
«Dipende dalla gravità del danno che hai combinato.»
«Crudele. E bugiarda.»
«Io credo molto di più a Minto che a te.»
«Ricordati che le piacciono di più i cani.»
«Smettetela,» Ichigo rise, prendendo a braccetto anche la sua migliore amica, «Che ne dite se andiamo a mangiarci qualcosa tutti insieme? Io ho fame.»
«E dov’è la novità?»
«Lo prendo come un sì.»
Ichigo li trascinò in un nuovo ristorante che aveva voluto provare per mesi, e rinfacciando loro quanto l’avevano tutti fatta aspettare troppo per andarci, e si lasciò trascinare dall’allegria e dalla scioltezza che solo amici da quasi tredici anni potevano condividere, cullata dalle risate e da quei due bicchieri di vino che si concessero. Un pensiero, però, continuava a ronzarle fastidioso in un angolino del cervello, dove si era infilato prepotente e curioso, solleticando la parte adolescente di lei. Nemmeno lei capiva perché le fosse rimasto così tanto impresso, eppure…
Qualche ora dopo, mentre si struccava e si infilava la camicia da notte più comoda che aveva, si ritrovò a pensarci ancora, rigirandosi l’anello che le adornava l’anulare.
«Ryo?» domandò, cercando di suonare casuale ma ben sapendo che lui, nonostante si fosse già infilato tra le lenzuola e i suoi tre cuscini con un libro, non ci sarebbe cascato.
«Yes, ginger?»
«Secondo te…» Ichigo uscì dal bagno e si avvicinò lentamente al letto, mordendosi il labbro, «Secondo te, noi staremmo insieme anche in altri universi?»
Il biondo alzò gli occhi al cielo, esalando esasperato: «Dio mio, Ichigo, e questa da dove ti esce?»
«Boh, così…» lei gattonò sul letto, il viso corrucciato e un po’ mogio, «Ci stavo pensando dopo tutti i discorsi di oggi, e visto che…»
Lo sguardo di lui si diresse verso l’elegante ma vistoso diamante: «Ti sta venendo ansia?»
La rossa fece una smorfia: «Nooo, però… lo sai come sono fatta.»
Lui rise e l’agguantò con un braccio, solleticandole la pancia: «Sei una gattina curiosa, paranoica e decisamente troppo fantasiosa. Perché non hai preso tutti questi spunti leggendo Cinquanta sfumature?»
«Ehi! Devo smetterla di portarti fuori a cena con Kisshu.»
Ryo rise ancora e le baciò la punta del naso: «L’unica cosa che so, kitty cat, è che l’unica cosa che conta è essere riuscito a farti dire di sì in questo mondo. Soprattutto dopo tutto il tempo che mi ci è voluto.»
«… eri partito bene, sei scivolato sul finale.»
«Nemmeno Christian Grey era romantico.»
«Ma la volete smettere con questa fissa? Non mi è nemmeno piaciuto quel libro!» si accucciò accanto a lui, godendosi il tepore del suo corpo, «Quindi… non ti chiedi mai come sarebbero le cose se qualcosa fosse andato in maniera diversa?»
L’americano sospirò, non proprio voglioso di proseguire quella conversazione, ma l’accontentò lo stesso: «Certo che me lo chiedo. Mi basta ripensare a com’erano le cose quando ci siamo conosciuti, o prima che tornassero gli Ikisatashi.»
«E quindi?»
«E quindi non mi interessa,» Ryo le diede un buffetto sul naso, «Te l’ho detto, l’unica cosa che mi interessa è qui e ora. Con te.»
«E se sapessimo che in un altro universo non sarebbe così? Che forse non sarebbe destino?»
«Fuck that. È questo che voglio, e quello per cui mi impegnerò. Ci sono troppe variabili, in infiniti e possibili mondi paralleli, per poter determinare come sarebbero le cose. Ma, ripeto, non me ne importa niente se tu sei qui ora.»
Ichigo sembrò pensarci su: «Okay, ora sei fin troppo romantico.»
Lui rise, e le diede un bacio in fronte: «Ora dormi, prima che quel tuo cervellino scoppi per tutti questi viaggi che si fa.»
«Buonanotte,» la rossa sprofondò tra i cuscini, aggiustandosi contro di lui, ma non chiuse gli occhi. Lanciò ancora un’occhiata fuori dalla finestra, la luna che brillava tra le tende dischiuse, poi un’altra al suo anello; arricciò le labbra, e solo allora decise di dormire.
 
**
 
 «Ichigo, che ne dici di questo?»
«Non so, mi sembra un elettrodomestico abbastanza complicato.»
«… è un’impastatrice.»
«Ci pensa già Akasaka-san a fare abbastanza dolci.»
«Guarda che stanno finendo gli oggetti papabili per questa benedetta lista nozze.»
«Lo sooooo… infatti non capisco perché non possiamo chiedere a Shirogane-kun!»
«Perché lui probabilmente sceglierebbe solo Lego di Star Wars e pezzi di ricambio per la moto.»
Ichigo rise e continuò a far girare la rotellina del mouse per scorrere il catalogo del negozio che Minto le aveva sapientemente indicato, una guancia appoggiata alla mano e ormai la noia che l’assaliva.
«A me questi servizi di piatti sembrano tutti uguali. E poi ne abbiamo già un sacco di piatti.»
«Ma questi sono di ceramica italiana,» Minto aveva gli occhi che brillavano, «Non vedi la differenza tra il color avorio di questi e il bianco di questi altri? Poi guarda che decoro raffinato, mica puoi usarli tutti i giorni! E poi questi hanno anche il servizio da dolci incluso, e…»
Ichigo si perse, la voce dell’amica che svaniva in sottofondo e la sua mente che ricominciava a vagabondare per altri lidi come aveva fatto in quegli ultimi giorni. Si divertiva a organizzare il suo matrimonio, ma fino ad un certo punto; lei non era una fanatica della progettazione come Minto, né tantomeno un’entusiasta di tutti quei dettagli e di quegli addobbi per lei quasi inutili. E proprio non riusciva a scacciare certi discorsi dalla sua mente.
«Minto-chan?» chiese tutto ad un tratto.
La mora la guardò, un sopracciglio alzato e l’aria appena piccata per essere stata interrotta: «Dimmi.»
Ichigo mosse appena le dita della mano sinistra, fissando il suo anello riflettere la luce: «Tu non vorresti sapere se tu e Kisshu-kun stareste insieme in altri mondi?»
L’amica rimase qualche secondo basita dalla domanda, poi sbuffò: «Ma dillo allora che la tua è una fissa.»
«Tanto se dici di no, non ti credo.»
«Sono certa che qualche versione di me, se esiste, è stata abbastanza saggia da non infilarsi nel pasticcio che è Kisshu Ikisatashi.»
Ichigo alzò gli occhi al cielo, guardandola con un ghigno: «Puoi sempre lasciarlo.»
«E buttarlo in pasto così facilmente a tutte quelle scostumate che gli fanno gli occhi dolci? Non credo proprio.»
La rossa rise, poi il suo sguardo ritornò perso: «Eppure vorrei saperlo. Mi farebbe sentire più… calma.»
Minto aggrottò la fronte e posò una mano su quella dell’amica: «Tutto bene? Non dirmi che hai dei dubbi su ciò che quella povera anima di Shirogane prova per te, né puoi toglierti quella faccia da pesce lesso che fai tutte le volte che è a venti metri da te.»
Ichigo sorrise, radiosa, rivolgendole una linguaccia: «Non ho il minimo dubbio, solo… curiosità. Ci siamo trasformate in mutanti, vuoi davvero dirmi che non c’è un modo per scoprire questa cosa?»
«Cosa?»
Taruto, ormai venti centimetri più alto e largo di entrambe e una potente voce da baritono, comparve alle loro spalle senza che se ne accorgessero, facendole sobbalzare.
«La devi smettere di fare così, mi farai prendere un infarto!» sberciò Ichigo, la mano sul cuore, «Quand’è che torna Purin dalla Cina, così la smetterai di aggirarti per il Caffè come un’anima in pena?»
«L’unica ragione per cui ti verrà un infarto sarà perché sei una vecchiaccia,» la prese in giro il ragazzo, «E comunque sono venuto per accompagnare Retasu-san, Pai aveva ancora un po’ di lavoro da sbrigare.»
«E dov’è finita?»
Il minore degli Ikisatashi ghignò: «In cucina, ad aggirare la sorveglianza di Pai insieme a Kisshu.»
Minto emise un gemito esasperato e molto poco elegante quando vide il suo fidanzato uscire dalla cucina con un vassoio ricolmo di bignè e piccola pasticceria.
«Non è tutto per me!» si giustificò subito, vedendo lo sguardo della mora, mentre lo appoggiava al centro del tavolo che stavano occupando e si sedeva, «Ne ho presi per tutti!»
«Ma io sono a dieta,» si lamentò piagnucolosa Ichigo.
«Lo so,» replicò furbo il verde, ingollando subito un pasticcino allo zabaione.
Gli altri risero sommessi, occupando i posti rimasti e iniziando a chiacchierare e a “consultare” Ichigo sulle scelte dei regali – e facendo venire solamente mal di testa a Minto.
«Quindi di cosa stavate parlando prima?» domandò poi Taruto, incrociando le braccia dietro la nuca e rilassandosi sulla sedia, «Sembravate così impegnate a confabulare.»
«Taruto-chan, non essere indiscreto,» lo riprese materna Retasu.
«Stavamo parlando delle balzane idee di Ichigo, sai che novità,» commentò Minto.
«Non sono balzane! Sono solo idee!» si difese la rossa, «Ho solo detto che, visto tutto quello che abbiamo dovuto affrontare tra mutazioni genetiche, alieni, astronavi -» abbassò la voce per non farsi sentire dalle cameriere che scivolavano veloci per il locale e che ancora erano all’oscuro della realtà del piano inferiore del Caffè «- mostri e guerre contro esseri non umani, sarebbe molto bello se potessimo anche vedere cosa succede in dimensioni parallele!»
Kisshu e Minto esalarono sconfitti nello stesso momento, memori della cena di qualche giorno prima, mentre Taruto sbatté le palpebre un paio di volte: «Be’, in realtà… hai provato a chiedere a Pai?»
Ichigo lo guardò come se le avesse appena rivelato che il Sole fosse in realtà blu: «Come dici, scusa?»
Il fratello maggiore tentò di intervenire, ma il moretto continuò: «Sì, nel nostro pianeta c’è questa specie di storia che dice che in una delle vecchie caverne sotterranee in cui vivevamo prima di trovare la Mew Aqua, c’è una specie di passaggio segreto che ti porta al centro di altri universi.»
«Ovviamente è solo una favola,» intervenne veloce Kisshu, «La raccontavano quando eravamo piccoli per spaventarci, perché c’è la solita strega cattiva che ti mangia se ti avvicini troppo.»
«In effetti è un posto un po’ inquietante, tutto buio e pieno di fumo, c’è del vapore naturale lì in giro.»
Ichigo continuò a fissarlo con gli occhi sgranati: «Tu ci sei andato?»
Taruto arrossì: «… mi ci sono avvicinato solo una volta, per una prova di coraggio con gli altri, nell’esercito. Ovviamente, la mamma non lo sa,» aggiunse, guardando il fratello.
Kisshu alzò le mani: «Non saresti mica l’unico.»
«E… perché dovrei chiedere a Pai?»
«Perché Pai una volta è andato a raccogliere qualche campione di vapore là dentro, per vedere se fosse fattibile utilizzarlo o meno. Alcuni gradi alti dell’esercito ogni tanto vanno a farci qualche esperimento tutt’ora, e una volta il poco calore che riuscivamo ad avere nelle caverne veniva da là.»
«Oh, santo cielo,» commentò a bassa voce Minto nel vedere la faccia entusiasta di Ichigo.
«Quindi esiste davvero!?»
«La caverna sì, ma il resto è una leggenda, Ichigo-chan,» cercò di tagliare corto Kisshu, «Non puoi pensare davvero che -»
«E tu che ne sai! Magari è tutto vero! Retasu! Quando arriva Pai?»
La verde esitò: «Uhm, mi ha detto tra cinque minuti…»
La rossa scattò in piedi e corse al piano di sopra, dove sapeva avrebbe trovato il suo fidanzato.
«L’abbiamo ufficialmente persa,» commentò Minto, «Questo matrimonio le sta facendo male.»
«Poi non lamentarti che io non ti faccio certe proposte, visto come vi riducete.»
«Vai a quel paese, Ikisatashi.»
Un deciso scalpicciare indicò loro che Ichigo stava strattonando un Ryo palesemente controvoglia nel salone principale, la sua voce concitata che copriva i tentativi del biondo di ricordarle quanto in realtà fosse impegnato.
«Mi dici sempre che leggere fa bene!»
«I swear to God I’ll shut up from now on.»
« - dobbiamo solo capire dove sia, e poi possiamo andare a vedere, basta solo chiedere a … PAI! »
Il suddetto si bloccò sulla soglia dalla quale era appena entrato, l’aria di chi si stesse già pentendo della scelta, conscio anche di tutti gli occhi della clientela che si erano fermati su di lui dopo quello strillo.
«Sì?»
Ichigo strinse così tanto il braccio di Ryo che lo fece sobbalzare: «Riunione d’emergenza in cucina, subito!»
Un gemito generale si levò dal tavolo a cui tutti erano riuniti.
«Ichigo ma tu sei impazzita.»
«Datele un calmante, Shirogane diamine impegnati!»
Lei li ignorò tutti e marciò oltre le porte bianche, sorridendo contenta a Keiichiro e battendo le mani. «Siete pronti?!»
Retasu cercò di sorriderle: «Ichigo-chan, perché non bevi una camomilla?»
«Nonono, non c’è tempo! Pai, ci devi assolutamente spiegare la storia della caverna e degli universi!»
Il viola rimase perplesso qualche secondo, poi si voltò gelido verso i fratelli minori: «Perché non riuscite mai a tenere quella boccaccia chiusa?»
Ichigo non gli lasciò il tempo di replicare, puntò un dito contro di lui: «Ahah! Allora è vero!»
Pai esalò, stringendosi l’attaccatura del naso: «Momomiya, stiamo parlando di un cunicolo tra le centinaia di anfratti del sottosuolo del nostro pianeta, che è caratterizzato da vari geyser che sparano vapori a temperature medie e che causano mal di testa, nausea, al massimo allucinazioni.»
«Lo stesso principio di una pizia, quindi.»
«Cosa?»
«Nothing, ginger.»
«Nessuno di noi è mai andato da nessuna parte,» continuò Pai, «Sono solo le leggende che si tramandano per tenere lontano le persone da posti potenzialmente pericolosi.»
«Be’, tranne -» Ichigo si voltò verso Taruto in contemporanea ai suoi fratelli, questi ultimi con sguardi omicidi.
«Cosa? Cosa??» premette la rossa.
«Eeeeeehm,» il ragazzo si grattò la nuca, estremamente a disagio, «Niente, un paio di commilitoni hanno detto che ci fu una spedizione, qualche anno fa, e…»
«E probabilmente si infilarono nel tunnel sbagliato,» concluse Pai, «Niente di sovrannaturale o magico o altro.»
«E allora perché tutta questa segretezza?» Ichigo fece qualche passo verso l’alieno, le mani dietro la schiena.
«Perché è pericoloso.»
«Mmmmh… o magari perché c’è qualcosa,» si girò all’improvviso verso Taruto, «Non è vero?»
«Io non so nulla!»
«Ichigo, lascia stare, per favore, sei andata avanti abbastanza con questa storia,» la supplicò Minto.
«Potrebbe essere una bellissima avventura! L’ultima!»
«Mica stai per morire, sai!»
«No, ma dopo non avrò più molto tempo. E poi è romantico!»
«Ichigoooo…»
«Ma sei impazzita?»
«Daaaai, daidaidaidai,» Ichigo saltellò fino a Ryo, prendendogli le mani, «Andiamo a vedere! Abbiamo un passaggio che non usiamo mai proprio qui sotto, entriamo, usciamo, magari non scopriamo niente e potrai rinfacciarmelo quanto vuoi!»
«Ichigo - »
«Pensa a che scoperta della fisica
Il biondo alzò un sopracciglio: «Oh certo! E come gliela spiego, scusate, io so perché dalla dispensa del mio locale posso cambiare pianeta?»
«Daaaaaaaaaaiiiiiiiiiii!»
«Ti prego, Ichigo-chan, smettila di saltare, mi stai facendo venire la nausea.»
«Lo sai che l’unico modo per farla tacere è portarcela, no?» Kisshu ridacchiò, le braccia incrociate.
«Non ti ci mettere anche tu,» commentò Ryo, «Mi sembra una cosa assolutamente pericolosa e priva di fondamento.»
«Ah, come quando hai deciso di iniettarci il DNA di qualche animaluccio in pericolo?»
«… è passato un po’ troppo tempo per continuare a usarla come scusa.»
«Momomiya, non staresti andando a fare una scampagnata nel bosco, sai. Succedesse qualsiasi cosa, sarebbe nostra responsabilità,» s’intromise Pai.
«Dopo Deep Blue, cosa vuoi che succeda?»
«Ah be’, bel paragone,» commentò Kisshu. 
«Venite anche voi!» Ichigo fece un altro salto, agguantando Minto per un braccio, «Minto, lo so che lo vuoi, ne parlavamo prima!»
«Io non voglio proprio un bel niente!»
«Io non ho ancora capito cosa tu voglia fare,» borbottò Taruto.
«La cretina qui presente ha letto un libro che le ha dato alla testa, e ora vorrebbe scorrazzare per improbabili dimensioni parallele per vedere se lei e Shirogane tuberebbero ancora in ognuno di quelli,» sentenziò Minto lapidaria.
Un vociare esasperato si levò dal gruppetto, Pai che si spalmò una mano in faccia.
«Ditemi che sto sognando.»
«È inutile che ti lamenti tanto, anche Retasu vorrebbe farlo!»
La verde, tirata in causa, arrossì colpevole: «Ecco, io… non so, ha un certo non so che come idea, non trovate?»
Pai corrugò la fronte: «Tu sei incinta e non vai da nessuna parte.»
«Lo so, però se Ichigo-chan lo vuole scoprire davvero…»
«Ichigo-chan non è mai stata la campionessa delle idee vincenti,» esclamò Ryo, «E mi sembra assurdo che siamo ancora qui a parlarne!»
«Magari hai solo paura di scoprire che da qualche altra parte non sei riuscito a battere il merluzzo imbalsamato,» ridacchiò Kisshu.
L’americano lo gelò con lo sguardo: «Magari da qualche altra parte ti ho riempito in una volta di tutti i cazzotti che dovrei darti.»
«Ecco, appunto!»
«Appunto?»
«No, no, non volevo dire quello,» Ichigo sventolò le mani davanti alla faccia dopo la smorfia che le rivolse il fidanzato, «Però abbiamo questa possibilità straordinaria
«O magari non c’è niente.»
«E va bene così!»
«A me l’idea della micetta intriga,» commentò Kisshu, «Noi usiamo il portale continuamente, e quella zona è sempre deserta, non se ne accorgerebbe nessuno. Magari al tramonto, in un’oretta siamo dentro e fuori.»
«Sei diventato anche tu imbecille?» lo sgridò Minto.
«È un po’ che non andiamo all’avventura, tortorella, mi si stanno anchilosando le ossa!»
«Hai intenzione di prenderti tu la responsabilità di tutto ciò? Perché io non vengo, e non voglio saperne nulla,» sottolineò Pai.
«Secondo me la state prendendo tutti troppo sul serio,» il verde si strinse nelle spalle, «Finirà che torneremo solo a casa col raffreddore.»
Ichigo giunse le mani in preghiera sotto al viso di Ryo: «Tipregotipregotiprego. Sto morendo di curiosità!»
«La curiosità uccise il gatto,» borbottò lui, poi sospirò e alzò gli occhi al cielo. Da un lato, la parte più razionale di lui gli stava ricordando come – appunto – probabilmente sarebbero tornati tutti a casa con il raffreddore e la puzza di sottosuolo addosso. Dall’altro lato, si ricordava sempre che giocava a poker con degli alieni che lui stesso aveva combattuto, e che alla sua fidanzata spuntavano le orecchie e la coda ogni tre per due. E poi quel commento su un certo ex-boyfriend… gli costava ammetterlo, però magari togliersi qualche soddisfazione…
«Aaaaah, Ichigo,» sospirò quindi alla fine, «You’ll be the death of me.»
«Sìììììììììì!» la rossa strillò contenta, aggrappandosi al suo collo, «Quando partiamo?»
 





To be continued...

 
 
 








§§§
Buonasera, fanciulle e fanciulli! E' arrivato il benedetto prologo di tutta la serie "A thousand worlds to break our hearts"! :D
Come ho detto qua, è stato tutto ispirato da una serie di prompt AU che ho trovato su Tumblr, quindi preparatevi perchè il titolo e le storie già uscite mi sembrano esplicative :3
So che voi direte, "Che palle HP, sempre sti mondi alternativi, basta!", ma non ci posso fare niente, mi piace ^_^ Poi, piccolo spoiler alert, io mi sento un po' Stephen King - nel senso che mi piace ricreare "universi" in cui potrete ritrovare determinati personaggi, quindiiii...... per chi c'era fin dall'inizio, credo ritroverete qualcuno di conosciuto ;) Per chi non c'era, eh, poi capirete :D

Ovviamente, le storie potranno essere lette anche a sé, ma così magari avranno più senso ^^ Le potrete trovare qui e qui.
Si chiamano tutte "The one w/" perché ci si riferisce, appunto, ad ogni "universo" - stay tuned per il proseguio e per le spiegazioni che avverranno! :D

Un bacione, a presto!
   
 
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