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Autore: leggoemiproteggoefp    06/09/2017    0 recensioni
Ci sono storie, storie d'amore, che sono destinate a nascere. Ci sono storie nate senza amore, ma che dureranno per tutta la vita e ci sono storie che, vivendo d'amore, non nasceranno mai.
Anna, sognatrice in piena regola, crede di far parte dell'ultima categoria. Il suo modo di essere, con la testa perennemente tra le nuvole e il sorriso a corpirle metà faccia, non sempre le è stato favorevole nella vita eppure ritrova sempre il modo per non buttarsi giù e continuare per la sua strada. Intelligente e inconsapevole del suo valore e della sua bellezza, da bambina, si scontra con Elia. L'amore della sua vita.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Pranzo familiare.

Feci un respiro profondo cercando di darmi una bella calmata, Cameron mi accarezzò la schiena borbottando qualcosa che non riuscì a comprendere.
"Andiamo" Presi la sua mano cercando di infondermi coraggio, potevo farcela, erano solo passati sette anni. Cosa poteva essere cambiato?
"Ciao"
Tutto, ecco cosa poteva essere cambiato.
"Ciao" Elia Myers non era più lo stesso, questo era dannatamente chiaro. Sembrava un albero per quanto fosse alto, i capelli, neri come la pece, gli ricadevano sulla fronte, la linea della mascella era più marcata, quella di un uomo. Le labbra sembravano più rosee, mentre gli occhi erano sempre uguali, lo stesso verde brillante di sempre. Le braccia muscolose erano strette in una maglietta a mezze maniche nonostante fosse ottobre inoltrato, i jeans sottolineavano la sua imponente altezza e la sua incredibile muscolosità.
"Sei gonfio come un pallone!" Fu la prima cosa che mi venne in mente e, diamine, avrei preferito restarmene in silenzio. Kit fu il primo a lasciarsi andare ad una grassa risata, seguito poi dal resto delle nostre famiglie.
Elia fece un mezzo sorriso. "E tu sei... donna" Imbarazzata posai lo sguardo sul suo petto. "Sono pur sempre sette anni" Mormorai prima che Cam mi spingesse di lato per tuffarsi tra le braccia del fratello.
Elia lo strinse forte parlandogli in un orecchio, Cam annuì diverse volte prima di dirgli quanto gli fosse mancato.
"Le videochiamate non mi bastavano più" Si asciugarono gli occhi voltandosi poi verso di noi.
Elia e Cameron erano impressionanti insieme per quanto fossero identici. Elia ora era molto più muscoloso di Cam, ma potevano essere ancora scambiati l'uno per l'altro.
"Allora, mangiamo?" Mia madre e Sofia, iniziarono a portare a tavola tutte le portate sollecitandoci a prendere posto.
Presi posto accanto ad Iris con la sua disapprovazione, avrebbe voluto Alex al suo fianco.           "Per quanto resterai?" Mio fratello ed Elia si erano conosciuti all'asilo e non si erano mai più separati. Quando Elia partì, per Alex non fu per niente facile, iniziò ad avere incubi che si concludevano sempre con la morte del suo migliore amico, così dopo sei mesi prese la decisione di andare da lui. Ci restò per due anni per poi ritornare a Verona, iniziando però ad andare a fargli visita ogni cinque mesi.

"Sto cercando, insieme al mio team, di trasferire metà della sede a Verona, ci vorrà probabilmente un anno o forse qualcosa in più" Sofia si asciugò una piccola lacrima e lessi nei suoi occhi quanto fosse orgogliosa di suo figlio, lo ero anch'io.  Lo eravamo tutti.
"Hai deciso se accettare la mia proposta?" Alex scosse la mano davanti al viso segno che ne avrebbero parlato dopo, con calma.
"E tu, cosa mi racconti?" Si infilò un pezzo di pollo in bocca facendomi l'occhiolino.
Oh per tutti i Santi!
"Ad Aprile mi laureerò" Mia madre iniziò a battere le mani facendomi arrossire.
"La piccola di casa prenderà il volo" Romeo sorrise alle parole di Kit che, sapevo, quanto fosse felice che avrei smesso, finalmente, di tormentarlo con la mia tesi.
"Myers non fate commenti ironici, potrebbe essere l'insegnante dei vostri figli un giorno" Cleo mi porse il pugno che scontrai orgogliosa con il mio. Sarei diventata insegnate, per l'amor del cielo!
"O dei tuoi" Ribatté Elia.
Cleo si passò una mano tra i voluminosi capelli biondi con uno sciocco sorriso sulle labbra. "Io non avrò figli"
"Amore!" Paolo sbatté un pugno sulla tavola facendoci sobbalzare. "Smettila" Cleo annuì riprendendo a mangiare la lasagna che Martin aveva portato.
"Guai in Paradiso" Mormorò Romeo al mio fianco, gli punzecchiai la coscia facendolo tacere.
Paolo e Cleo si erano conosciuti alle superiori, nei corridoi. Lui era all'ultimo anno mentre lei al terzo, fu subito amore. Sorrisi al pensiero di Paolo che al suo diciottesimo compleanno, si presentò con diciotto rose blu, le preferite di Cleo. Ah, l'amour.
"Io e Greta, giusto ieri stavamo parlando di quanto ormai foste tutti cresciuti" Disse Sofia guardandoci con gli occhi pieni d'amore. "Ormai abbiamo una certa età" Mia madre sghignazzò al suo fianco contagiando l'amica. "E ci chiedevamo quando ci aveste rese nonne"
Cameron le fissò sconvolto. "Ma che discorsi sono?" Sbuffò. "Non c'è una data di scadenza, sono ancora giovane"
"Hai ventisei anni fratello" Lo canzonò Kit, il più giovane dei Myers.
"Io ne ho ventotto e sono ancora sulla piazza" Iris lo guardò scettico. "E vado a ruba" Continuò Martin.
"Martin, non sono cose che una madre vorrebbe sapere" Lo rimproverò Sofia.
"Perché te ne stai in silenzio Romeo?" Mi scoccò un'occhiataccia facendomi sorridere ancora di più. "Romeo ha trovato l'amore!"
"Piantala Anna" Elia ci osservò curioso, Romeo, imbarazzato, riprese a mangiare.
"Hai la ragazza?" Chiese sbalordito Alex.
"No"
"Si" Dissi nello stesso istante.
"Chi è?" Kit si sporse verso di lui fissandolo attentamente.
"La conosciamo?" Riprese Cameron.
"Frequenta la sua classe" Romeo mi ficcò il fazzoletto in bocca mandandomi delicatamente a quel paese.
"Scostumato" Mi sfilai la carta da bocca. "Siamo la tua famiglia, dobbiamo saperlo"
"Non è la mia ragazza" Disse, alla fine, scocciato. "Mi piace"
"Era ora, Romeo Myers, hai venticinque anni!" Lo schernì Elia facendoci sorridere.
"Tu, non hai nessuna esperienza da raccontarci?"
Sofia si alzò dalla tavola. "Ma insomma, sono vostra madre, sapere dove ficcate le mani..."
Martin la interruppe. "E non solo"
Kit gli batté il cinque mentre la loro madre si passò una mano tra i capelli. "Vergognatevi"
"Dicevo" Riprese. "Sapere cosa fate, in quel senso, non è affar mio. Quando troverete quella giusta, sarò sulla mia poltrona contenta di conoscerla e di sapere ogni cosa su quella persona speciale che dovrà essere per sopportarvi" Sospirò rimettendosi seduta. "E ora mangiate, il primo che inizierà di nuovo questo tipo di discorso lo torturerò"
E non scherzava.

 

   
 
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