Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: Aryn2703    06/09/2017    0 recensioni
[Romeo e Giulietta]
[Romeo e Giulietta]Questa storia parla di una ragazza che amava così tanto l'opera "Romeo e Giulietta" da riuscire ad entrarvi.
Riuscirà ad evitare la morte dei protagonisti? Come si intreccerà la sua vita con quella dei personaggi?
Nota: A causa di alcune circostanze devo ri-pubblicare i primi capitoli che avevo precedentemente scritto, spero che leggerete la storia con entusiasmo e che, in qualche modo, questa riesca ad emozionarvi!
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Per essere una giornata primaverile faceva molto caldo, la strada non asfaltata brillava di un intenso colore bianco a causa della riflessione dei raggi solari; tutta questa luce feriva gli occhi di Gemma che, intanto, non faceva altro che pensare a quella lacrima.
Il Tebaldo immaginato da Gemma era fiero, portava a testa alta il nome Capuleti ed era più temuto che rispettato. Questa idea rispecchiava la realtà fino ad un certo punto: perché, infatti, quella lacrima? Il “suo” Tebaldo non sarebbe rimasto a terra, si sarebbe alzato per far vedere che niente può abbattere un Capuleti. Il suo Tebaldo non avrebbe mai pianto davanti al nemico.

Questi pensieri si rincorrevano nella testa della ragazza, che intanto non sentiva il richiamo di Romeo.
“Gemma, mi senti? Gemma!”
“Scusa Romeo, ero sovrappensiero… con tutta questa luce poi non riesco a tenere gli occhi aperti, ci vorrebbero degli occhiali da sole.”
“Occhiali da sole?” ripeté il ragazzo, perplesso: non ne aveva mai visto un paio.
“Ah nulla nulla, fai finta che non abbia detto niente”

Romeo teneva ancora il braccio di Gemma, una volta arrivati in una piazza egli legò il cavallo ed entrambi cercarono rifugio sotto ad un albero.
“Romeo! Che novità è mai questa? Siete arrivato voi prima di me e vostro cugino”
Gemma si girò ed ecco che si trovò davanti altri due protagonisti da lei tanto amati: Mercuzio e Benvolio.

“Miei amati amici vi aspettavo con ansia. Voglio farvi conoscere una persona che mi è molto cara spero possiate trattarla con sincerità e rispetto.”
È con queste parole che Romeo mostrò ai due giovani Gemma, la quale, colta di sorpresa, arrossì immediatamente e abbozzò un inchino. Iniziò a scervellarsi pensando “saranno a disagio adesso, faranno tante domande su chi io sia e forse gli diranno di non fidarsi di me, in fondo sono un’estranea.” Ma le sue paure si dissolsero immediatamente quando i due ragazzi, dopo un primo attimo di sorpresa, iniziarono a presentarsi e a fare graziosi commenti così da metterla a proprio agio.
Mercuzio e Benvolio erano proprio come lei li aveva immaginati: due giovani dalla battuta facile e dal perenne sorriso stampato in faccia.

“Hey Romeo”, esclamò Mercuzio “stasera i Capuleti danno una festa in maschera. Che ne dite se ci imbucassimo e ci divertissimo un po’?”

Un brivido gelido percosse la schiena di Gemma.

“Sembra divertente! Io ci sto.” Affermò Benvolio, “ovviamente signorina voi siete la benvenuta ad unirvi.”
“No”, disse Romeo “se dovesse complicarsi la situazione e iniziare un duello non voglio che Gemma rimanga coinvolta. Se andiamo lei starà a casa al sicuro.”
Gli amici fecero cenno di approvazione con il capo ma Gemma era come pietrificata, “No…”, sussurrò “No, Romeo, no.”
“Cosa no?” chiese il giovane.
“Non puoi andare. Romeo non puoi andare. Ascoltami, so quello che dico, non devi andare a quella festa per nessun motivo al mondo.”

Romeo la guardò stranito, quasi con disappunto: “Gemma è la mia vita, se decido di andare, vado.”
 
“Me è proprio andando che la perderai la vita!” avrebbe voluto urlargli, ma sapeva che dire qualsiasi cosa sarebbe stato inutile e lei sarebbe sembrata una pazza.
“Allora se proprio vuoi andare vengo anch’io.”
“Ho già detto di no, è pericoloso.”
“Non mi interessa, io vengo comunque.”

Romeo fece per controbattere ma gli occhi azzurri di lui incontrarono quelli verdi di lei e, vedendo la sua determinazione, non poté fare altro che accettare.

“Ho ancora una speranza”, pensò Gemma “Forse riesco ancora a non farli incontrare.”
Dopo aver passato parte della giornata insieme, i ragazzi si incamminarono verso casa. Mercuzio, per stuzzicare Romeo, chiese: “Che ne è della vostra amata Rosalia?”
A questa domanda Benvolio alzò lo sguardo verso il cugino che disinteressato rispose “Non provo più nulla per lei. Ho capito che era soltanto una cotta passeggera.”
 Gemma allora non poté non notare il sospiro di sollievo di Benvolio, il quale strinse al petto un fazzoletto bianco profumato in cui in basso a destra era ricamata una graziosa R in rosa antico.


Romeo e Gemma fecero ritorno alla residenza Montecchi.
La ragazza si aspettava che la madre di lui la mandasse via seduta stante, quella, invece, appena vide il figlio gli corse incontro e abbracciandolo esclamò “Oh piccolo mio, sei scomparso così all’improvviso, mi hai fatto preoccupare tantissimo!”
Romeo, divincolandosi dalla stretta della madre, “Sì madre, perdonatemi… Ero preoccupato per la mia ospite. Vi prego, consentitemi di ospitarla in casa per qualche giorno. Ha perso la memoria e non ricorda né di dove sia né chi siano i suoi familiari. Vi prego!”

Ovviamente non era vero che Gemma aveva perso la memoria, ma di sicuro era meglio fingere una cosa simile piuttosto che spiegare che veniva dal futuro di un universo parallelo.

La signora Montecchi sembrò soffrire molto nel pronunciare “Va bene, come desideri…”
Era fatta, aveva il permesso di restare!

La ragazza non sapeva ancora cosa avrebbe fatto, di sicuro sarebbe rimasta incollata a Romeo. Secondo la storia, i due amanti si sarebbero conosciuti durante una danza.

Gemma non aveva idea di come vestirsi: era un ballo in maschera ma nel 1600 non c’erano tante alternative; non poteva mica indossare i panni di un’indiana o di una fata!
In quel momento entrò nella sua stanza Dorotea, una delle serve che l’aveva preparata la sera prima, alla quale Gemma chiese di procurarle un semplice abito da sera, nulla di particolare: non voleva attirare l’attenzione.

Il vestito che le portarono era tutto fuorché semplice: lungo fino alle caviglie, presentava un’ampia scollatura a barca con dei merletti bianchi. Il bustino, impreziosito da perline argentate, era anch’esso color argento, così come la gonna che scendeva largamente a sbuffo.
Le braccia erano nude e il collo le venne adornato con una collana tempestata da pietre di luna.
I capelli le vennero acconciati con una treccia che le girava attorno al capo: in mezzo alle ciocche inserirono alcune forcine arricchite da piccoli zirconi.

Gemma si guardava allo specchio senza riuscire a riconoscersi: con il giusto trucco e la giusta cura si trasformava completamente!
Dorotea le rivelò, non senza una certa cattiveria, che questi vestiti appartenevano ad una cugina Montecchi che, ormai, era diventata troppo grassa per entrarci. Gemma provò compassione per la povera donna e non sorrise affatto.

Nel frattempo arrivò Mercuzio, vestito da imperatore, accompagnato da Benvolio, vestito invece da menestrello.

Gemma non poté fare a meno di notare quanto quei due personaggi fossero buffi: Mercuzio basso e dal viso paffuto, occhi sempre allegri, battuta sempre pronta; Benvolio alto e un po’ goffo, aveva gli stessi colori di Romeo, ma meno vividi. Era comunque molto affascinante nel suo modo di fare, si vedeva che ci sapeva fare con le donna; forse era per quello che Rosalia aveva scelto lui al cugino.

Finalmente arrivò anche Romeo, raggiante in volto, vestito da pellegrino.

Dopo i soliti convenevoli, si incamminarono verso la casa dei Capuleti.
Il cuore di Gemma le martellava in petto.
Dentro quella casa non solo Romeo, ma anche Mercuzio, Giulietta e Tebaldo avrebbero segnato il loro destino di morte.
   
 
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