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Autore: Schmetterlinge    07/09/2017    2 recensioni
La ragazza si chiedeva quale fosse la ragione di così tanta inquietudine, quale fosse il motivo di un simile tormento.
Perchè era evidente [lo sarebbe stato a chiunque] che qualcosa stava tormentando Gajeel da tempo.
Levi aveva atteso [invano] una spiegazione; aveva sperato in un confronto.
Evidentemente si sbagliava.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajeel/Levy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gajeel osservava i gemelli correre [entusiasti] in giardino.
Li guardava assorto, pensieroso.
Li fissava e sospirava.
 

 
Un’espressione indecifrabile in volto.
 
 
 

Quando gli capitava di distogliere lo sguardo, si massaggiava il collo, socchiudendo gli occhi.
L’animo era inquieto, le membra tese, la mente impegnata a  pensare.
La domanda che Levi aveva iniziato a porsi, ormai da qualche giorno, era:
 


 
Cosa?
 
 


La ragazza si chiedeva quale fosse la ragione di così tanta inquietudine, quale fosse il motivo di un simile tormento.
Perchè era evidente [lo sarebbe stato a chiunque] che qualcosa stava tormentando Gajeel da tempo.
Levi aveva atteso [invano] una spiegazione; aveva sperato in un confronto.
 


 
Evidentemente si sbagliava.
 


 
Evidentemente, avrebbe dovuto essere lei a spronarlo a parlarle.
La ragazza gli si avvicina, posandogli una mano sulla spalla, come a volerne richiamare l’attenzione.
Gajeel la osserva, con sguardo perso.
E’ uno sguardo prossimo al pianto, un misto tra rimorso ed arrendevolezza.
 


 
Uno sguardo che spaventa. 
 



Levi aveva avuto occasione di incrociare quello sguardo solo una volta.
 


 
Quando Gajeel era quasi morto.
 

 

La ragazza rimane pietrificata, incapace di qualsiasi movimento.
Poi, lentamente, si lascia cadere [senza forze] sulle ginocchia [in silenzio] in attesa di un suo cenno.
Gajeel la guarda, serio, con occhi lucidi, arrossati da un pianto che minaccia di prorompere da un momento all’altro.
“Cosa racconterò loro?”
Levi lo fissa con sguardo attonito, credendo di non comprendere appieno il significato di quelle parole.
“Cosa dirò loro, quando mi chiederanno come ci siamo conosciuti?”
La ragazza lo scruta senza proferire parola alcuna.
Le immagini, che aveva rimosso da tempo immemore, tornano ad imporsi con prepotenza nella sua mente, di fronte ai propri occhi.
 


 
Lei appesa ad un albero, con i suoi due migliori amici.
Il ferro che affonda nella carne fresca.
Il dolore lancinante, il respiro pesante, le mani fredde e l’odore del sangue.
 
 


Levi chiude gli occhi, prossima al pianto; gli si avvicina, circondandolo in un abbraccio che non ammette alcun rifiuto.
Gajeel, contro ogni sua previsione, le si abbandona totalmente contro, affondando le unghie nella schiena di lei, digrignando i denti nel tentativo di sopprimere quel dolore [lancinante] che sembra non volerne sapere di dargli pace.
 

 
 
Un dolore tale da riuscire a divorarlo nel profondo.

 


Le si abbandona contro e urla, farfugliando frasi di cui Levi fatica a comprendere il senso.
Lei, d’altro canto, lo stringe, accarezzandogli i folti capelli corvini, fino ad arrivare al volto e alle labbra, carnose, di lui.
Si china, dolcemente, donandogli un bacio che sa di puro amore quanto di folle disperazione.
Levi preme il proprio corpo contro quello del ragazzo; i battiti accelerano, i respiri incalzano, le dita si intrecciano.
La ragazza accosta la fronte a quella di Gajeel, costringendolo ad incatenare i propri sguardi.
“Quando ci siamo conosciuti, eri una persona diversa.
Non avevi  sogni, né obiettivi, né aspirazioni.
Non sapevi cosa significasse avere una famiglia.
Non sapevi cosa volesse dire combattere per proteggere qualcuno a te caro.
Non conoscevi l’amore, quello vero.”
Gajeel la scruta, rapito, in attesa che lei continui.
“Poi, hai deciso di dare una svolta alla tua vita.
Hai conosciuto la bellezza di avere una casa alla quale poter sempre far ritorno.
Hai assaporato la gioia di avere una famiglia.
Hai imparato che cosa significa avere dei sogni, delle aspirazioni, degli obiettivi da raggiungere e cosa comporta combattere per essi.
Hai imparato che cos’è l’amore, in tutte le sue forme.
Sospira la ragazza, prima di continuare.
“E hai salvato me, in tutti i modi in cui una persona può essere salvata.”
La voce le muore dentro, con le lacrime che non vogliono saperne di arrestare la loro corsa.
 “Questo è ciò che dirai loro.”
Gajeel la osserva [la scruta] incapace di aggiungere altro.
 


 
“Non è mai troppo tardi per essere quello che si vuole essere.
Non vi è un limite di tempo, non vi è alcuna regola in questo.
Gli alberi germogliano ogni anno, incuranti dell’inverno appena trascorso.
I rami rifioriscono, senza domandarne il motivo, tornando alla vita.
La natura, ogni anno, si risveglia, con ostinata cocciutaggine.
Perché la vita altro non è che speranza.
Perciò, ogni volta, testarda, ricomincia il suo cammino.”
   
 
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