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Autore: BlazingStarR3D    07/09/2017    0 recensioni
Olimpus è una storia in Tie-in di Spider-Boy.
Sempre ambientata nello stesso universo ma è scritta da un mio amico.
La storia vedrà un giovane ragazzo di Bari: Roberto Rossi il quale diventerà piano piano un supereroe.
Genere: Azione, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Martedì 4 Ottobre 2016 ore 06:50 Roberto Rossi, come ogni mattina, si svegliò a quest’ora ma ebbe subito una strana sensazione. Aveva infatti il dubbio, e il timore, di aver fatto un sogno stupendo: aveva dei poteri che gli erano venuti dopo essere stato esposto ad una dose massiccia di radiazioni x per una radiografia, aveva poi steso il bullo della scuola, ma soprattutto salvato la sua cotta segreta da due malintenzionati … e l’aveva baciata poco prima di aver deciso che avrebbe protetto il mondo! Per sicurezza si concentrò ed ordinò al suo braccio di diventare intangibile … e così fu! Aprì la finestra e puntò il pugno chiuso contro l’albero di fronte e, dopo un lampo dorato constatò che il fascio energetico da lui sparato aveva strappato un ramo! No, non era stato un sogno. In quel momento sentì la madre che lo chiamava a colazione ed ubbidì; mentre mangiava sentiva il notiziario cittadino in televisione: <> La sorellina di Roberto disse “Ehi, ma non è casa della tua innamorata quella?” “Smettila, Alessandra”la interruppe la madre “questo è un miracolo!” “E se ci fosse un eroe in città?”chiese il ragazzo. La madre fissò gli occhi in quelli del figlio e disse sorridendo “Sarebbe un dono del cielo, un salvatore!” Alle 7:50 era fuori casa con lo zaino in spalla diretto a scuola e pochi minuti dopo era in classe, ma non era solo, c’era la sua cotta: Lucia! I due sguardi si incrociarono e fu lui ad abbassarlo per primo. Lei aprì la bocca: stava per parlare! “Ehm ... scusa per ieri sera. Forse sono stata avventata. Se non mi vuoi più parlare ti capisco” Il ragazzo la guardò imbarazzato ed al tempo stesso stupefatto “Ma che dici, Lucia?! Sono io che dovrei chiederti scusa poi: ho iniziato io a baciare” “Nessuna delle ragazze te lo ha mai detto?” “Cosa?!” “Che tu … bhè che io … sì insomma. Tu mi piaci fin da quando lo scorso dicembre mi difendesti dagli altri della classe e mi facesti entrare nel vostro gruppo. Sai, sei il primo ragazzo che è stato gentile con me.” “Ma figurati. Anche tu mi piaci molto fin dal primo giorno” I due ragazzi si strinsero l’uno all’altra “Quindi ora io e te …”chiese lui. Lei rispose “Sì” Le loro labbra si sfiorarono … quando il loro amico Francesco si precipitò in classe dicendo “Ma dove vi eravate cacciati?! Vi siete scordati che avevamo prenotato il laboratorio alla prima ora? Veloci: vi stanno aspettando tutti.” E i tre si precipitarono dal resto della classe. Nel pomeriggio, come ogni martedì da quasi un mese grazie ai pochi compiti per il giorno seguente, i cinque amici riuscirono ad incontrarsi nel loro posto segreto ben nascosto dalla vegetazione. Sulla strada verso il parco Roberto sentì una voce amica che lo chiamava: Francesco. “Ehi, aspettami” e quando lo raggiunse “Amico, scusami per stamattina. Ci dovete dire qualcosa tu e Lucy?” disse ammiccando. “Lo scoprirai” e raggiunsero il magazzino abbandonato correndo: le tre amiche erano già lì. “Oggi abbiamo molto di cui parlare” esordì Roberto. “Avete sentito al tg? Una ragazza è stata misteriosamente salvata da due tizi che volevano violentarla. Proprio davanti casa tua Lù” iniziò Flavia Gli occhi di Lucia e Roberto s’incrociarono e lei fece cenno di sì con la testa “Ragazzi: vi dobbiamo dire una cosa. La ragazza è lei ed il salvatore … sono io!” Tutti e tre lo stavano guardando a bocca aperta ma Lucia si alzò in piedi e disse “E non è tutto. Io e Rob abbiamo capito che ci piacciamo e vogliamo … come dire? Provarci!” Tutti sorrisero e si congratularono. “Ma che hai deciso Roberto?”chiese Chiara “sarai il paladino dei buoni e degli innocenti oppure hai scelto di rimanere nell’ombra?” “Credo di poter dare una mano al mondo” “Saggia decisione. Non scordarti mai la frase che dice sempre Spider-Man: Da un grande potere derivano grandi responsabilità” “Sì. Ora però c’è un problema” “E sarebbe?”intervenne Francesco. “Quando modifico la mia densità corporea diventando intangibile … rimango nudo” Le ragazze si portarono la mano alla testa. Francesco disse ridacchiando “Sono sicuro che con un po’ di pratica risolveremo il problema.” “Ragazzi però non ce la farò senza di voi. Ho bisogno di qualcuno che mi dica dove andare e cose del genere” “Hai ragione. Saremo i tuoi uomini sulla sedia!”concluse l’amico. “E DONNE!!!” corressero le tre ragazze. “E donne. Ora devo andare. Propongo di tornare qui sabato e allestire un “centro di controllo”. Che ne dite?” “D’accordo. A domani”risposero gli altri quattro all’unisono e si salutarono. I giorni seguenti passarono velocemente e tutti erano impazienti che giungesse sabato, soprattutto Roberto che era ansioso di testare i suoi poteri. Si trovarono davanti al magazzino abbandonato alle quattro del pomeriggio e sarebbero rincasati la sera tardi. Quindi avevano all’incirca 7 ore per organizzare il tutto. Ma dove era Francesco?! Arrivò qualche minuto in ritardo trascinandosi dietro un carretto coperto da un telo. “Scusate il ritardo. Cominciamo? Ragazze voi spazzate a terra mentre io collego i computer che ho portato. Abbiamo la scrivania ma non le sedie”disse indicando i due banchi che avevano portato lì mesi prima “ne ho viste tre in ottimo stato vicino ai cassonetti all’entrata. Rob, le andresti a prendere?” “Amico, sei un mito. Torno subito”e si avviò correndo verso l’entrata. Tra sé e sé pensò “Quale modo migliore di questo per fare pratica?” e si alzò in volo di una decina di metri sopra i cipressi e i pini del parco. Ma per essere leggeri bisogna essere intangibili e quindi … rimase in mutande. “Guarda mamma! Quel ragazzo sta volando nudo!!!”sentì dire a una bambina più in basso e, prima che la madre lo potesse vedere, tornò a terra precipitando così forte che lasciò un piccolo cratere nella terra. Si rivestì velocemente e si librò ancora una volta in aria ma questa volta trovò la densità giusta: né troppo bassa da rimanere nudo, né troppo alta da rimanere a terra e si diresse quindi verso l’entrata del parco. I colori si offuscarono, il sibilo del vento gli riempiva le orecchie e lo schiaffeggiava pettinandogli i lunghi ricci neri e poi un CLANG metallico. Riaprì gli occhi e quando la testa smise di girargli si accorse che aveva distrutto un’antenna e che un brutto taglio sul braccio si stava chiudendo sotto i suoi occhi … fortissimo!! Si affacciò dal palazzo su cui era ed emise un sommesso “Oh oh”. Vedeva infatti, in lontananza, la parte alta del Colosseo! Era arrivato a Roma in 1 secondo! “Calmo, allora Bari à a sud, quindi” disse guardando il sole “… di là” e schizzò verso la sua città: un minuto dopo era davanti al magazzino con tutte e tre le sedie in una mano sola! “Ragazzi eccomi!” Francesco fece capolino dalla porta “Oh, ciao. Hai sentito quel rumore?” “Quale?” “Tipo Boom sonico” “Sono stato io” “Certo certo” “Giuro. Ora vi faccio vedere” Le ragazze uscirono e si misero a guardare “Ora volo” “Aspetta! Non ti vogliamo vedere nudo”urlò Chiara “Tranquilla ho trovato la densità giusta. Guardate” si senti un secondo boom. 40 secondi dopo si ricongiunse agli amici. “Sono stato a New York!” e per dimostrarlo fece vedere il selfie che si era fatto a Times Quare: rimasero tutti sbalorditi! “Ehi venite a vedere cosa ho trovato!”chiamò Flavia che mostrò con orgoglio una botola all’interno del capanno. Dopo averla aperta e aver sceso qualche gradino si trovarono davanti ad un interruttore che venne premuto. Si accese la luce; erano in un locale di 200 mq circa, con un angolo palestra, con pesi, un sacco da pugilato ed una spalliera, sagome di metallo da poligono, ed altre cianfrusaglie, tra cui un elmo greco dorato che attirò l’attenzione di Roberto che lo prese e lo spolverò. “Che posto è questo?”chiese Francesco “Non ne ho idea”aggiunse Flavia “Sarà un vecchio scantinato-garage” “Al lavoro”disse Lucia “Abbiamo molto lavoro da fare.” Francesco salì al piano superiore ed accese lo stereo che trasmise la musica, grazie ad un interfono, anche nel locale sottostante e si diffusero nell’aria le note di We Will Rock You e gli amici si misero a lavorare. A fine serata finirono e guardarono con ammirazione ciò che erano riusciti a fare: avevano collegato 3 computer nuovissimi e cuffie alla rete del parco che offriva un’eccellente connessione ad internet, avevano allineato le sagome di metallo e spolverato tutto per bene ed erano riusciti ad inserirsi sulla frequenza della polizia. “Questa sarà la nostra base. Ora mi serve solo un costume ed un nome da battaglia” “Io avevo pensato a questi”disse Lucia mentre tirava fuori da uno zainetto una maglia a maniche lunghe ed un pantalone lungo entrambi bianchi “sono di mio fratello. Non gli entrano più. Dai provateli” Roberto guardò i vestiti con meraviglia, e con ancor più meraviglia la ragazza che glieli stava porgendo, andò a cambiarsi e quando riemerse disse compiaciuto “Sono perfetti! Grazie Lù” La ragazza arrossì. E lui aggiunse “Di setto ho trovato questo” e tirò fuori l’elmo dorato “Penso che vada bene per proteggermi e nascondere la mia identità” “Perfetto” disse Francesco “Ora il nome. Radiation-Boy?” “Superficiale”disse Flavia “Nuclear Kid?” “Ridicolo” intervenne Chiara “Che ne dite di Olimpus?” “Olimpus? Sì mi piace. Mi chiamerò così. Grazie ragazzi. Ci vediamo lunedì a scuola. D’ora in avanti i criminali dovranno temere il mio nome: OLIMPUS!” A poche centinaia di metri: casa del dott. Klaus Wanstrak Il dottor Wanstrak non ne poteva più. Erano due lunghissimi giorni che, terminato un lunghissimo mal di testa, sentiva una voce dentro la testa che gli diceva che era superiore a tutti gli aaltri e che pertanto doveva ucciderli tutti. “NO!”si ribellava il medico “Non posso. Sono innocenti!” “TU SEI SUPERIORE!”tuonò la voce. Il medico si precipitò in bagno per sciacquarsi la faccia per riprendersi ma, giunto davanti allo specchio, vide in esso una creatura terrificante: altissima, muscolosa e dalla pelle coriacea. Sbattè le palpebre e il riflesso si divise in due: metà era la creatura e metà era lui! “Ora basta”urlò sferrando un pugno allo specchio . Quando riaprì gli occhi lo specchio era crepato e nel punto di impatto si era liquefatto! “Com’è possibile?!” “TE L’HO DETTO: TU SEI SUPERIORE. NON SEI UN MORTALE QUALUNQUE. SEI UN DIO” “NO! Sei un pazzo criminale!” “SCIOCCO! IO SONO TE E TU SEI ME! NOI SIAMO DEUS!”
   
 
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