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Autore: FalbaLove    07/09/2017    1 recensioni
-Sta mentendo- sentenziò lui aggrottando le sopracciglia
-Come fa a dirlo?-
-Perché l‘ho dedotto dai tuoi occhi- Rose a quella frase alzò lo sguardo al cielo:proprio oggi aveva dovuto incontrare questo matto?
-Ecco vede! L’ha fatto di nuovo! Perché si comporta così?-sbottò lei
-Così come?- continuò lui giocherellando con le sopracciglia e aggrottando la fronte
-Così,vede!-
-Così perfetto intendi?- ironizzò passandosi le dite tra il perfetto velluto della sua giacca
-Ecco vede?è proprio quello che intendevo!-
-E a te da fastidio che io sia così?-a quella domanda Rose si morse il labbro
-No-
-A molta gente da fastidio una persona così-
-Ma a me no-
-Ne sei sicura?-
-Ne sono sicura- lo strano uomo si passò una mano tra i capelli,paziente.
-Te l’ho già detto,non mi dà fastidio-
-Da quando hai smesso di darmi del lei-
-Da quando hai smesso tu-
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 12, Doctor - 9, Rose Tyler
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Rose fissò nuovamente la lettera rossa che occupava l’angolo in alto a destra del suo compito in classe: continuò a sbattere per alcuni secondi gli occhi come incredula di fronte ad una lettere che comunque conosceva bene. Sentì distintamente la campanella che squillava segno che, anche per oggi, le lezioni erano finite. Udì il professore,tutti i suoi compagni alzarsi,ma lei no:lei continuava a fissare quel compito,la sua ennesima sconfitta.  Oramai completamente sola mimò con le labbra il suo voto: F. La stessa F che  aveva preso al compito precedente , quello ancora prima e molto probabilmente quello che avrebbe preso al prossimo .Si mise le mani tra i capelli:come avrebbe fatto a dirlo a sua madre? A sua madre che in quel periodo non se la passava bene essendo continuamente alla ricerca di un nuovo lavoro dopo che era stata licenziata senza motivo.  La stessa madre a cui continuava a regalare delusioni,quella a cui avrebbe consegnato la sua bocciatura. A quel punto non riuscì più a trattenere le lacrime che copiose iniziarono a scendere,nere a causa del mascara, lungo le sue guancie. Allontanò da sé il foglio per poi poggiare,sconfortata,la testa sul suo banco.
-Perché piange?- una voce roca e profonda distolse Rose dai suoi pensieri:subito si rese conto di star piangendo come una bambina di fronte ad uno sconosciuto e con velocità si passò l a manica della felpa sotto gli occhi per cercare di asciugare il viso.
-Mi dispiace aver occupato l’aula … me ne vado subito- mugugnò tra i singhiozzi senza alzare lo sguardo:provò ad allungare una mano per afferrare lo zaino che distava pochi centimetri da lei ma il suo braccio fu formato da una mano,pallida e rugosa,che velocemente l’aveva bloccata.
-Non mi ha ancora detto come mai sta piangendo,signorina… - Rose a quelle parole,con gli occhi ancora lucidi,alzò per la prima volta lo sguardo per fissare il suo interlocutore,ma la figura che si trovò davanti la spiazzò:due occhi color ghiaccio la stavano fissando con attenzione mentre due sopracciglia disordinate e scompigliate attendevano alzate una sua risposta.
-Rose- mormorò quasi più a se stessa che allo strano. A quelle parole lo sconosciuto abbassò bruscamente lo sguardo che aveva così tanto rapito l’attenzione della bionda.
-Mi scusi se ho detto qualcosa di sbagliato, professore-si scusò la ragazza notando il turbamento dell’uomo:quello,come perso tra i suoi pensieri,non accennava a posare lo sguardo su di lei e questo la mortificava.
-Perché Professore?-ecco una seconda domanda che lasciò spiazzata nuovamente Rose. Lei piegò la testa confusa.
-Perché mi ha chiamato professore? Ho per caso l’aria di un professore?-ribatté quello tambureggiando le dita sull’unico banco che li separava.
-Io … io non lo so-mormorò incerta lei:quei lineamenti,quel tono e quello sguardo così freddi e privi di emozioni la metteva in soggezione.
-Suvvia non la sto interrogando,signorina Tyler:vorrei solo capire che cosa di me le ha fatto dedurre che io sia un insegnante- Le sue mani,ad ogni singola frase,scandivano le sue parole muovendosi leggiadre nell’aria.
-Come fa a sapere il mio cognome?-domandò questa volta,con più coraggio,la ragazza.
-L’ho dedotto-
-Allora non sono l’unica che deduce-
-Non ho mai detto questo-
-E sentiamo da dove l’ha dedotto?-continuò più sicura la piccola Tyler.
-Basta con le domande-sentenziò lui oramai lontano dalla ragazza:tracciò una enorme riga sulla lavagna come per scandire ancora di più la sua decisione.
-Veramente è lei che ha iniziato con una domanda-Rose si morse la lingua rendendosi conto del tono sgarbato con cui aveva risposto allo strano signore. Abbassò lo sguardo rimettendosi a sistemare diligentemente i libri dentro la cartella.
- Domanda a cui non ho ricevuto ancora risposta-
-Non era niente,ero solo un po’ giù- ribatté la ragazza che sentì nuovamente le lacrime fare capolinea dai suoi grossi occhi marroni.
-Sta mentendo- sentenziò lui aggrottando le sopracciglia
-Come fa a dirlo-
-Perché l‘ho dedotto dai tuoi occhi- Rose a quella frase alzò lo sguardo al cielo:proprio oggi aveva dovuto incontrare questo matto?
-Ecco vede! L’ha fatto di nuovo! Perché si comporta così?-
-Così come?- continuò giocherellando con le sopracciglia e aggrottando la fronte
-Così,vede!-
-Così perfetto intendi?- ironizzò passandosi le dite tra il velluto della sua giacca
-Ecco vede?è proprio quello che intendevo!-
-E a te da fastidio che io sia così?-a quella domanda Rose si morse il labbro
-No-
-A molta gente da fastidio una persona così-
-Ma a me no-
-Ne sei sicura?-
-Ne sono sicura- lo strano uomo si passò una mano tra i capelli,paziente.
-Te l’ho già detto,non mi dà fastidio-
-Da quando hai smesso di darmi del lei-
-Da quando hai smesso tu-
-Io potrei essere un professore-
-Non lo sei- rispose sicura Rose mordendosi il labbro:l’uomo sembrò sorridere anche se impercettibilmente.
-Sentiamo allora … perché sarei qui?-alzò un sopracciglio mentre con le sue dita,lunghe ed affusolate, batteva insistentemente contro la parete del muro.
-Potresti essere un maniaco che entra fuori orario nelle scuole per rapire le ragazze,ma … -
-Ma?- a quella domanda smise immediatamente di battere
-Ma hai uno sguardo buono e quindi escluderei questa ipotesi- Lui si lasciò andare ad una risata liberatoria che spazzò il silenzio che regnava sovrano per tutta la scuola. Anche Rose non riuscì a trattenere un piccolo sorriso.
-E anche se lo fossi non ti converrebbe proprio rapirmi:sappi che nessuno tiene a me-sentenziò fredda raccogliendo da terra la cartella e tirando su con il naso:un comportamento decisamente troppo bambinesco di cui si sarebbe poi pentita.
-Perché dici ciò?-domandò lui incuriosito sedendosi in modo sgarbato sulla sedia davanti alla cattedra.
-Io continuo a non combinarne una giusta … Non c’è la faccio più- quella fu la goccia che fece traboccare il vaso e la piccola Rose Tyler si buttò a terra,con le lacrime che le scorrevano veloci lungo le guancie rosse e le mani che coprivano quegli occhi così tristi e malinconici. Quando,tra un singhiozzo e l’altro,aveva riaperto gli occhi si era trovata una mano allungata verso di lei e lei, di fronte a quel gesto, non aveva esitato stringendogliela con forza.

 

Rose salutò con un sorriso a 32 denti i compagni e il professore che lasciavano l’aula come ogni fine giornata scolastica:osservò la classe constatando che fosse sola e decise di alzarsi. Fissò nuovamente l’orologio  che si trovava sopra la lavagna:sapeva perfettamente che ore fossero,ma proprio in quella giornata,una giornata così importante, le lancette sembravano non voler andare avanti. Si affacciò nuovamente fuori dalla porta mentre il suo sguardo vagava per tutto il corridoio oramai vuoto:sbuffò non vedendo nessuna figura.  Si morse il labbro e ritornò in classe:molto probabilmente non era ancora arrivato oppure,e questa opzione le fu suggerita da una parte un po’ nascosta del suo cervello, era con l’altra ragazza,la ragazza che ogni volta lo accompagnava. Alta,capelli ricci e labbra carnose, quella lì era sicuramente una che frequentava l’università. Qualunque giorno,qualunque fosse il tempo lei c’era sempre:Rose spesso li spiava dalla finestra della sua classe che dava nel giardino della scuola e  aveva notato come lo sguardo di lei si illuminasse ad ogni sua battuta e come lui  la guardava amorevolmente:aveva più volte provato a chiedergli chi fosse la ragazza,quella Bill,ma lui era stato vago. L’unica cosa su cui però era certa era che lei veniva a prenderlo ogni volta aspettandolo fuori da scuola,vicino ad un angolo un po’ buio:come età sarebbero potuti essere benissimo padre e figlia eppure Rose aveva osservato molte volte il comportamento di quella Bill ogni volta che lo vedeva. Fremeva di energia.  Si lisciò i capelli facendoli adagiare delicatamente su una spalle sorridendo:oggi,ne era certa,i suoi occhi sarebbero stati solo per lei. Ad un certo punto sentì qualcuno schiarirsi la gola
-Sei arrivato!- esclamò Rose felice andandogli incontro e abbracciandolo:Un abbraccio che per molti sarebbe potuto risultare privo di calore,imbarazzato,ma che faceva stare estremamente bene.
-Come mai tutto questo entusiasmo?-domandò lui goffamente liberandosi da quel gesto che lo faceva sentire estremamente in imbarazzo.
-Guarda!-esclamò lei passandosi la lingua tra i denti:i suoi angoli della bocca,di fronte a quel gesto,si alzarono involontariamente. Alzò un sopracciglio prendendo il foglio che lei gli stava porgendo e lo esaminò attentamente. Rose intanto attendeva paziente qualsiasi sua parola mentre osservava divertita le sue sopracciglia che come ogni volta quando si concentrava si muovevano veloci e senza controllo.
-Allora?-domandò sempre più impaziente aspettando una risposta. Lui sollevò i suoi occhi color ghiaccio dal foglio per osservarla,per poi farli nuovamente ricadere sul foglio.
-Tu,Rose Tyler, hai preso una B+? Ma è un miracolo,anzi miracolo non è la parola giusta:diciamo che questo evento era più impossibile del ritorno dei dinosauri, del risveglio di M…-
-Ehm- Rose,che fino a quel momento era rimasta muta ad osservare le pazze mani dell’uomo davanti a lei che ondeggiavano come pazze per l’aria,si schiarì la voce per riprendere un minimo di importanza.
-Sarebbe un complimento questo?-disse divertita:lui alzò gli occhi al cielo.
-Ovviamente- concluse allungando la mano verso di lei. Lei,di fronte quel gesto così impersonale,non riuscì a trattenere una risatina prima di abbracciare nuovamente quell’uomo così ossuto.
-Grazie,questo è tutto merito tuo e dell’aiuto che mi stai dando!- gli sussurrò felice. Lui,per un secondo,sembrò non disprezzare troppo quell’abbraccio.
- Giurami che non sparirai,che mi aiuterai a finire quest’ultimo anno per diplomarmi perché senza di te io non saprei cosa fare-quelle parole,così sincere,lasciarono di spiazzo l’uomo che osservò leggermente sbigottito il mignolino che stava eretto di fronte a lui.
-Devi incrociare il mio con il tuo per sigillare la promessa-sussurrò lei divertita come se qualcuno li stesse spiando.
-Te lo prometto Rose Tyler-  ribatté lui con una lacrima che scivolava lungo il suo vecchio viso rugoso di fronte a quella ragazza che tanto,troppo amava .

 

Rose si legò velocemente i capelli in una scompigliata coda: si asciugò il sudore della fronte e si rimise a leggere il giornale. Stava per sottolineare un altro annuncio interessante quando entrò nella sua stanza sua madre,Jackie.
-Rose Tyler,ma non hai ancora messo apposto la stanza!-la sgridò la bionda con tono stanco e leggermente irritato. Rose alzò gli occhi al cielo.
-Mamma in caso non lo avessi notato sto guardando gli annunci di lavoro … per esempio vorrei fare richiesta a questo famosissimo negozio di vestiti che fa parte di una catena europea! Dicono che la paga sia molto buona- sentenziò senza staccare gli occhi dal giornale:le sue orecchie però udirono la madre sbuffare.
-Spero vivamente che prendano una ragazza che non ha neanche il diploma- Rose a quelle parole si passò nervosamente le mani tra i capelli
-Molti ragazzi non hanno il diploma- provò lei a ribattere
-Ragazzi che possono aspirare solo a lavori faticosi e con una paga da fame-continuò la donna:Rose percepì le mani della donna che,velocemente e leggermente irritate,stavano piegando le magliette disordinatamente buttate sopra la cassapanca. Deglutì nervosamente prima di rispondere
-Avevi detto che non era un problema per te-
-Cosa?- la ragazza sospirò:quanto la odiava quando faceva finta di non capire.
-Lo sai-continuò dura:oramai aveva smesso di leggere il giornale,ma,forse per vergogna,non osava alzare lo sguardo da esso.
-Non capisco cosa intendi- replicò l’altra chiudendo il cassetto.
-Avevi detto che per te non c’erano problemi se io lasciavo la scuola per lavorare-a quelle parole sentì l’altra donna bloccarsi schiarendosi la gola.
-E infatti è così: accetto la tua scelta-rispose mentendo e Rose lo sapeva.
-Non è vero mamma,stai mentendo- di fronte ad un tono così duro da parte della figlia Jackie si sistemò i capelli in una coda disordinata raggiungendo la figlia:si sedette davanti a lei,sul pavimento,cercando con la sua mano quella della creatura che amava di più al mondo.
-E solo che stavi andando così bene Rose:hai buttato senza motivo 5 anni della tua vita per trovare un lavoro che non ti garantirà mai la vita che io desidero per te-sospirò
-Io ho provato ad accettare la tua scelta,ma desidero con tutto il cuore che tu abbia una vita migliore della mia … Rose ti prego guardami- finalmente la bionda alzò lo sguardo incrociando gli occhi azzurri della madre e in quel momento Jackie constatò che sua figlia stava piangendo in silenzio.
-Perché dici ciò? Cosa c’è di male a svegliasi,alzarmi,prendere l’autobus, tornare a casa,ingozzarsi di hamburger e andare a dormire ? Questa è la vita che voglio io mamma! Questa è la vita migliore a cui io posso aspirare. Bisogna lasciare che le cose accadano!*(1)-
-Rose perché sei cambiata così tanto? Avevi tanti progetti e ora sembrs che tu ti sia arresa-
-Questa è la mia vita mamma e tu devi rispettare le mie scelte!-urlò oramai con il viso pieno di lacrime la ragazza abbandonando la stanza. Cercò con la vista appannata il suo ghiacchino per poi richiudere dietro di lei la porta di casa. Corse come mai aveva fatto e come mai avrebbe immaginato di fare per le strade grigie e sporche di una Londra periferica. Sentiva gli sguardi della gente curiosa su di lei,ma in quel momento lei si sentiva avvolta dal nulla. Ad un certo punto si fermò rendendosi conto solo in quel momento del fiatone,del respiro affannato e delle goccioline di sudore che le ricadevano giù per le tempie:si appoggiò goffamente ad una panchina con  la testa che stava diventando sempre più pesante. Si sedette e quel gesto le costò una fatica incredibile:chiuse gli occhi per un secondo cercando di far ritornare il suo battito regolare. Finalmente risentì l’aria fresca del mattino solleticarle le guancie rosee e solo in quel momento riaprì gli occhi osservando il luogo di fronte a lei:con sua grande sorpresa si rese conto di trovarsi vicina alla London Eye. Inspirò a pieni polmoni mentre le parole di su madre le ritornavano in mente:aveva mentito,era vero. Non le aveva detto il vero motivo per cui aveva lasciato la scuola:aveva mentito a lei,ai suoi professori,a tutti. Si passò una mano sul viso: non voleva ricordarlo.  Eppure la colpa di tutto questo non era sua  o per lo meno non tutta sua:lui non aveva mantenuto la promessa.  Si asciugò gli occhi mentre altre lacrime facevano nuovamente capolinea dai suoi occhi.
-Non hai rispettato la promessa-mormorò silenziosa muovendo quasi impercettibilmente le labbra
-Non hai rispettato la promessa!-questa volta fu un grido liberatorio e per un secondo Rose non udì più nessun rumore intorno a sé.

 

Rose si guardò nuovamente  allo specchio:il suo riflesso non la soddisfò pienamente e fece una smorfia. Si morse il labbro cercando,inutilmente,di sistemare nuovamente i capelli. Era quasi ora e lei come ogni altro giorno aspettava con ansia quel momento:stava per arrivare,l’uomo che oramai da 2 mesi la aiutava a studiare, quello strano sconosciuto per cui provava un’attrazione indescrivibile, il buffo personaggio che alla sua domanda “Come ti chiami?” aveva strabuzzato gli occhi,corrugato la fronte e mormorato un “Jimmy Stone” poco convinto e lei a quelle parole non gli aveva creduto. Arrossì leggermente ripensando al suo volto non canonicamente bello. Era vero e oramai se ne era resa conto:provava qualcosa,qualcosa che a parole non si poteva spiegare. Lui non era bello,lei lo sapeva:non conosceva la sua età,ma non riusciva a stimarla. Il suo volto era rugoso,vecchio e  stanco come il sguardo che mostrava così tante disavventure che celava tacito dentro di sé. Eppure il suo comportamento,goffo e maldestro,la intenerivano ed affascinavano incredibilmente:si morse il labbra imbarazzata per quei sentimenti così contrastanti. Sicuramente se sua madre avesse saputo di tutto ciò sarebbe inorridita,l’avrebbe allontanata da quello che,in confronto a lei, poteva sembrare un padre o anche qualcosa di più. Si alzò velocemente dalla sedia per avvicinarsi alla finestra:lo cercò con lo sguardo. Sospirò notando la strada vuota e si risedette nuovamente sulla sedia,non era da lui essere in ritardo:in realtà negli ultimi giorni era strano. I suoi occhi erano perennemente lucidi come se stesse per piangere,le sue labbra serrate e la sua fronte corrucciata:evitava il suo sguardo e ogni volta che lei si avvicinava lui si ritraeva. Forse era colpa di quella Bill:la ragazza oramai non veniva più a prenderlo,ad aspettarlo fuori. Si morse il labbro giocherellando con le dita sul banco:dove era finita? Perché se ne era andata? *(2)
Di una cosa lei era certa:lei non lo avrebbe mai lasciato,non avrebbe mai abbandonato quell’uomo che dinanzi ai suoi occhi sembrava così solo ed era sicura che anche lui non l’avrebbe fatto,avevano fatto una promessa. E dicendo questo alzò,per un secondo, gli occhi verso l’orologio, quell’orologio che oramai scandiva le prime ore serali. Una lacrima scivolò lungo la sua guancia scomparendo lungo il suo viso come il sole che oramai tramontava,lontano,dietro alle montagne.

 

 

-Forse che dovrei provare all’ospedale? Sukie dice che è rimasto un posto libero alla mensa… non è il massimo andare a servire le minestrine-mormorò osservando nervosamente le sue dita. *(3)
-Potrei diplomarmi, ma non lo so… Credo proprio che sia tutta colpa di Jimmy Stone. Ho lasciato la scuola proprio per colpa sua e guarda dove sono adesso- mormorò quelle frasi di fianco all’uomo che amava,l’uomo che era certa che avrebbe amato per tutta la vita,l’uomo che fu il suo primo amore,l’uomo che la fece soffrire enormemente spezzandole il cuore e che l’avrebbe fatto soffrire ancora di più,l’uomo con cui avrebbe trascorso il resto della sua vita,l’uomo che,dietro di lei, stava tenendo una bottiglia di champagne inconsapevole che qualcosa lo stava legando indissolubilmente a quella ragazzina da poco conosciuta,la ragazzina che sarebbe per sempre rimasta nel suo cuore,la ragazza che lo avrebbe amato in ogni sua forma.

 

 

 

 

Il mio Angolo
Buonasera a tutti,eccomi ritornata con una piccola one shot dedicata alla mia coppia whoviana preferita. Lo spunto l’ho ricevyto rivedendo,per la 3.000 volta,la prima puntata di questa fantastica serie:la mia attenzione è stata catturata da una discussione tra Rose “Mickey versione manichino” al ristorante. Ho deciso quindi di prendere spunto proprio da queste poche frasi dette da Rose *(3).
Ho deciso quindi di inventarmi questo Jimmy Stone collegandolo al Dottore: se devo essere sincera ho avuto un po’ di difficoltà a scrivere le parti del Dottore-Peter essendo forse il Dottore che conosco un po’ meno a differenza di Matt e David.  Non conosco molto bene i suoi gesti e il suo carattere e quindi spero di essere stata abbastanza veritiera.
Per quanto riguarda *(1)  ho ripreso le parole di >Rose nell’ultimo episodio della prima stagione quando il Dottore,contra la sua volontà, la rimanda a casa e lei dice l’esatto opposto a Jackie e Mickye rivelando il suo grande attaccamento per quell’uomo meraviglioso.
Invece *(2) riguarda la scomparsa di Bill: questi momenti si stanno svolgendo,l’’ordine temporale del dottore,durante la fine della 10 stagione. Bill ovviamente è (spoiler) morta (lascio vago ahaha) e quindi il Dottore è solo. Oramai ha la consapevolezza che sta per rigenerarsi e come,forse, ultimo desiderio ha voluto rivedere la ragazza che tanto amava,ma successivamente ha finito per deluderla.
Niente spero  che questa one shot vi sia piaciuta:forse è un po’ confusionaria ma avevo piacere di postarla. Se vi va lasciatemi una piccola recensione.
Un bacio

 

   
 
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