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Autore: Lorenzo Plataroti    07/09/2017    2 recensioni
La notte è calata, la luna splende su nel cielo e i sentimenti si fanno vivi.
"Da lo sciagurato dì/ Lora non veggo di Stringerla forte,/Comunicar che sanz’ella/ Lo fiato più non posseggo."
Genere: Malinconico, Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Poesia di notte n.5
 

Luna in lo ciel ch’irradi i monti

Con la luce tua da la notte dei tempi

Sì maestosi, sì imponenti

O soave corpo celeste, ch’i lumi miei riempi,

Sanza sosta et con cotanta esitazione

Domandar te io vo su lo mio amore:

La dolce Venere splende in lo firmamento,

Ma perch’io provo cotanto sgomento?

Due rivoluzioni de la Terra passate,

La chioma sua, più preziosa de l’or,

Le labbre sue, color de lo core,

Lo corpo suo, soffice come le nubi,

Non posseggo più.

La dolce Venere di splendere cessò,

La cagion le domandai,

Ma ella non volle proferir parola.

Da lo sciagurato dì

Lora non veggo di

Stringerla forte,

Comunicar che sanz’ella

Lo fiato più non posseggo.

Chiara è la notte o Luna

Con la luce tua irradia li miei pensier,

Con il tuo respirar culla lo letto mio

Et con la forza tua,

Poscia far dormire de la dolce Venere

Le labbre sue su le mie.

   
 
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