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Autore: AlnyFMillen    08/09/2017    2 recensioni
Protende una mano, allunga le dita.
La guarda: indomabile, sola. E’ come la ricordava, è sua.
Un ansito, tacita richiesta d’aiuto.
Allora perché, perché continua a sfuggirgli?
[Seconda classificata al contest “Director’s Cut! Da drabble a flash contest di edite e inedite” indetto da Setsy sul forum di EFP]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Catherine Earnshaw, Heathcliff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una filastrocca, due gambine smunte.
Heathcliff le nota subito, nel silenzio assordante della casa. Riconosce quella voce, riconosce quel corpo — polpacci pallidi, oscillanti su cespugli di ribes rossi. Ha passato così tanti anni nel cercare di revocare, almeno in parte, quell’immagine che, se ora gli mostrassero un suo qualunque misero particolare, lo distinguerebbe all’istante.
Vento, capelli ribelli; ciocche scure a solleticare il naso: non può essere che lei.
Le si avvicina, timoroso e assieme preda di un’agitazione febbrille. Sembra passato troppo, troppo perché tutto possa continuare a scorrere come nulla fosse. La ragione, ormai perduta, lascia spazio alla follia.
E desidera sfiorare, toccare, sentire, così che possano finalmente ricongiungersi. Ne ha bisogno.
Protende una mano, allunga le dita.
La guarda: indomabile, sola. È come la ricordava, è sua.
Un ansito, tacita richiesta d’aiuto.
Allora perché, perché continua a sfuggirgli?

Pelle liscia, biancore del latte, leggerezza divina.
Questo è, questo è sempre stata. Occhi lampeggianti nel buio della notte, squarci vividi sul chiarore del volto. Porte per l’inferno sulle ali d’un angelo, pozzi privi di lume. 
Non più caldo. Gelo, sangue raffermo dei polsi; ghiaccio, stretto tra le cosce e il freddo del marmo. Non credeva, eppure si sente evanescente. 
Rifugge ogni sguardo, elude il tanto ambito contatto. Svanisce, come meglio le riesce. Arriva a sfiorare la casa, il muro: tutto pur di non rivelarsi nella sua interezza. L’ha ridotta scioccamente in frantumi, quella vita che stringeva al petto, avida. Ed ora si consuma, con dedita lentezza, sotto l’ombra fugace del pentimento. 
Mai! No, non cambierebbe ciò che è stato. Via, prima che lui la raggiunga.
Sporge il busto nel vuoto, ride. 
Diverte, a Cathy, giocare con la morte.

Infelice. 
Heathcliff la vede, giusto all’angolo destro della bocca: una crepa. 
Il viso sta franando nuovamente, come coccio compresso, porterà con sé quanto più gli è permesso, quanto meno gli è lecito. Anima dannata, feroce, unghie e denti. Ghermirà, senza rimpianto, ciò che da sempre le appartiene, nonostante gli anni.
Eccolo di nuovo, quel ronzare che acquisisce finalmente forma, trasfigura in voce e pian piano ritenta.
Infelice, infelice, infelice. Sotto il sorriso, è infelice l'espressione della giovane; al di là del bel volto, zanne affilate pronte a squarciargli il petto senza pietà.
Eppure canta, di un dolce e perpetuo lamento, gemente.
Allora perché, perché non riesce a sentirla?

Piume, cadenti dal cielo, adagiate sul prato.
Il corvo che gracchia, col suo becco ricurvo, l’aspetta lì accanto. Pazienta, attende.
Lo fissa d’un tratto. Dondola i piedi, ferma le dita. Ora lo sa, è quasi viva. 
Il corpo le appartiene, così la sua assenza — che preme e scalpita e soffoca.
Non sa com'è fatta, mai l'ha incontrata, guardata in volto. Le pare bussi alle mura di cinta, cemento che racchiude le sue membra, ancora. 
Pare strano, ma esiste.
Prova e riprova, vuole capire quanto rimane della sua vecchia vita.
Ed ecco ora due labbra, magre, spettrali. Si schiudono, rantolano, vuote di fiato. Attendono e scalpitano, impazienti di essere scaldate.
Vorrebbe, Cathy, riprendersi la sua anima.

Peccato sia troppo tardi.





I've come home
Director’s Cut! Da drabble a flash contest di edite e inedite  


Le modifiche riguardanti la sostituzione della «E'» con la corretta «È» e della parola «fibrille» con «febbrille» sono state attuate a seguito del giudizio emesso da meiousetsuna
   
 
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