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Autore: Toujours Pur    08/09/2017    2 recensioni
Ci sono amori destinati a durare per sempre, nonostante gli errori.
Tratto dal primo capitolo
"Se solo fosse stata meno orgogliosa lo avrebbe rincorso."
"Ma c’era l’orgoglio di Benji, lui non l’avrebbe mai perdonata."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note di scuse: Mie care lettrici sono enormemente dispiaciuta per l'immane ritardo ma ho avuto mille cose da fare e non mi sono accorta del tempo che passava. Vi chiedo scusa.

Il mattino dopo li trovò abbracciati, finalmente liberi da un peso che gravava sulla loro relazione. Il primo a svegliarsi fu Benji, che dopo essere riuscito a spostare Charlotte dal petto, si alzò e andò a correre. Infatti il ragazzo aveva molto a cui pensare, il segreto che la fidanzata gli aveva confidato la sera prima l’aveva sconvolto e allo stesso tempo addolorato. Mai in tutta la sua vita avrebbe potuto immaginare che la ragazza potesse perdere il controllo su se stessa, proprio lei che sembrava avere il mondo ai suoi piedi, si era annullata nel momento in cui aveva compreso che le persone che più dovrebbero amarti, in realtà non lo fanno. Mentre pensava al giorno prima, gli si parò davanti agli occhi la figura di Charlotte intenta a rivivere quello che più la faceva soffrire, e più la memoria si soffermava su quell’immagine e più la rabbia cresceva. Alla fine si arrese, quella mattina neanche la sua solita corsa riusciva a placarlo. Tornò sui suoi passi e raggiunse la donna. Arrivato all’appartamento, l’ambiente era ancora immerso nella calma della notte, segno evidente che Charlotte stava ancora dormendo. Andò in camera, si sfilò la felpa e la maglia ma nel momento in cui si stava recando in bagno dei movimenti e dei bisbigli catturarono la sua attenzione. Credendo che la ragazza si fosse svegliata si avvicinò al letto, ma quando si sedette si accorse che in realtà la donna stava sognando e parlando nel sonno.

“Perdonami Benji, io non volevo. Non dovevo dirtelo, non dovevo tornare.” poi iniziò a singhiozzare.

Il portiere si trovò spiazzato, e non sapendo bene cosa fare le si mise vicino poi stringendola in un abbraccio confortante, le sussurrò: “Non fa niente amore mio. Sono contento che tu sia di nuovo qui con me. Supereremo tutto.” Non era sicuro che Charlotte l’avesse sentito, ma smise di piangere. In quell’istante comprese che i segreti e i dolori della giovane donna che stava stringendo erano molto più profondi di quello che potesse immaginare. Benji era consapevole di non essere una persona dolce, e soprattutto di non essere in grado di esternare il suo mondo interiore, ma per lei poteva provarci. Quando fu sicuro che lei non si svegliasse, andò a fare la doccia e quando uscì trovò il letto vuoto.

Sentendo dei rumori si recò in cucina, lì trovò la ragazza a fare colazione e leggere il giornale. Si fermò ad osservarla, e notò che, ad eccezione dei segni del pianto era come se nulla fosse successo. Rendendosi conto di essere osservata, alzò lo sguardo dal financial time e gli rivolse un sorriso.

“Buongiorno” disse Benji avvicinandosi e dandole un bacio.

“Giorno” rispose lei, per poi alzarsi dalla sedia e con fare malizioso abbracciò il fidanzato. Charlotte sentiva il bisogno di sentirsi amata e di affogare il suo malessere tra le braccia di chi, nonostante tutto, non aveva mai smesso di amarla. Benji, da parte sua, amava immensamente la ragazza che stava stringendo, e consapevole di essere incapace di dimostrarlo a parole, decise di dimostrarle i suoi sentimenti assecondando e alimentando il loro reciproco desiderio. Si scambiarono un bacio famelico e esigente, e lei spinta dal desiderio gli circondò il collo con le braccia approfondendo maggiormente il contatto. Ancora incollati l’una all’altra raggiunsero la camera da letto. Le mani iniziarono a scorrere frenetiche sui loro corpi accaldati, e in poco tempo i due si ritrovarono nudi tra le lenzuola. Quando furono una cosa sola, la passione venne sostituita dalla dolcezza, e entrambi attraverso i baci, le carezze e gli sguardi dimostrarono all’altro ciò che provavano.

“Il mese prossimo c’è la gara di qualificazione ai mondiali. Devo andare in Giappone, ti va di venire con me?” chiese il portiere dopo qualche minuto di silenzio.

Nel sentire la proposta a Charlotte le si illuminarono gli occhi, perché per lei che conosceva bene l’uomo che la stava stringendo, quella richiesta era un’implicita ammissione di perdono completo. Invitandola ad andare con lui nel paese che li aveva visti crescere e innamorarsi, era un modo per renderla di nuovo partecipe della sua quotidianità.

“Certo” rispose lei con il sorriso sulle labbra, “ma adesso è meglio che tu vada a prepararti, tra un’ora devi essere agli allenamenti, e non sia mai detto che ti venga riservato un trattamento di favore” concluse ridendo.

Benji vedendola serena e spensierata si rasserenò, sperando che la tranquillità di Charlotte non venisse turbata, soprattutto dopo la cena a cui dovevano partecipare quella sera. Infatti i genitori della ragazza si trovavano a Monaco per affari e avevano deciso di invitarli.


In una stanza d’albergo di Monaco, anche un'altra persona aveva la stessa preoccupazione. Derek era a conoscenza della cena, e non riusciva a non preoccuparsi per l’amica. Negli anni aveva compreso quanto quella famiglia riuscisse ad essere destabilizzante, ogni volta che entravano in contatto con lei innescavano una sequenza di eventi dall’esito sempre nefasto. Finché stavano lontani da lei, Charlotte era una persona felice ed equilibrata ma dopo essere stata in loro compagnia regrediva. Inoltre Derek si sentiva impotente, non poteva restare in Germania in quanto i suoi impegni privati e professionali esigevano la sua presenza a New York. Così decise di contattare Benji per spiegargli la situazione, in modo che potesse limitare i danni. Dopo una breve telefonata i due si accordarono per vedersi per pranzo, così che Derek potesse salutare Charlotte e il portiere terminare gli allenamenti.
All’una in punto entrambi gli uomini si ritrovarono davanti al ristorante scelto, e una volta dentro si accomodarono al tavolo indicato dal maître.

“È davvero un bel posto” esordì Derek guardandosi intorno, “lontano da occhi indiscreti, aggiungerei.”

Il portiere alzò gli occhi dal menu e dopo un momento di riflessione rispose con fare annoiato: “Oserei dire che se Charlotte sapesse di quest’incontro, non ne sarebbe molto contenta.”

Derek fece un mezzo sorriso e disse: “Touché.” Nel frattempo arrivò il cameriere con le ordinazioni, e quando andò via Benji riprese a parlare.

“Allora cosa devi dirmi di così importante da insistere per vedermi?” chiese versandosi da bere.

“Stasera so che vi dovete incontrare con i signori Grant”, al che il campione annuì invitandolo a continuare. “Devi sapere che ogni volta che li incontra, Charlotte regredisce.  È importante che tu faccia in modo che non cada nel baratro.”

Benji lo fissò assorto, soppesando le parole da dire per non scontrarsi con l’uomo che aveva di fronte, e che in quel momento lo stava irritando come non mai. Poi affermò: “Non c’è bisogno che tu ti prodighi così tanto per lei, so dei suoi problemi sia alimentari che con la sua famiglia. È mia ferma intenzione prendermi cura di Charlotte, non devi ricordarmelo tu.” Detto ciò si alzò, pagò il conto e andò via lasciando Derek seduto ancora al tavolo.


Tornato a casa trovò la fidanzata intenta a prepararsi. La osservò e subito notò la sua agitazione, le si avvicinò e la strinse forte. Lei percependo quella presa salda intorno a sé si rilassò e si fece coraggio. Raggiunsero il ristorante in perfetto orario trovando ad attenderli già i genitori di lei. Charlotte prese un profondo respiro, e stringendo forte la mano del fidanzato andò incontro ai due. Quando furono vicino i genitori si alzarono per salutarli.

“Benji che bello rivederti” esordì la signora Grant abbracciando l’uomo, poi rivolse la sua attenzione alla figlia “Charlotte ti trovo bene, anche se un po’ in carne.” La frase non sfuggì al portiere, che nel frattempo stava salutando il padre della ragazza.

“Io la trovo bellissima, anche con un po’ di carne in più” si intervenne Benji con tono irritato.

La donna ebbe un attimo di sorpresa, poi disse: “Sono gli occhi dell’amore, mio caro.”

Charlotte percependo il malessere dell’uomo, gli poggiò una mano sul braccio, scosse leggermente la testa e parlò: “Lascia stare Benji. Anche io ti trovo bene mamma, solo qualche ruga in più. Ma in fondo anche papà ti guarda con gli occhi dell’amore. Adesso se vogliamo accomodarci e concludere in fretta la serata, ne saremo tutti più contenti.”

Udendo le parole della fidanzata, il ragazzo non riuscì a non trattenere un sorriso. Presero posto e dopo aver dato le ordinazioni al cameriere iniziarono a parlare del più e del meno. Al momento del dessert Charlotte stanca di tutto quel futile chiacchiericcio, prese parola.

“Sono molto contenta che le modifiche fatte a casa ti entusiasmino così tanto. Adesso però se non vi dispiace vorrei sapere il vero motivo della vostra amorevole visita” concluse con un tono sarcastico.

I genitori si guardarono negli occhi con un pizzico di imbarazzo per essere stati scoperti. Poi il signor Grant, dopo essersi schiarito la voce, le rispose: “Non volevamo dirtelo subito, ma visto che sei stata tu a domandare, abbiamo una cosa da chiederti.” Sentendo che il genitore le stava addossando le responsabilità della spinosa conversazione che si stava per affrontare, Charlotte roteò gli occhi.

Il padre non si fece scoraggiare e proseguì: “Visto che sei lontana da New York e non puoi occuparti personalmente della nostra fondazione, William ha proposto di affidarla a Jodie.”

Charlotte fissò negli occhi suo padre per poi rispondere: “E fammi capire una cosa, noi affidiamo una fondazione milionaria ad una la cui sola attitudine è sperperare il patrimonio del marito?”

A sentire quelle parole Edward si risentì enormemente, e sbottò: “Charlotte, quello che tu non hai capito è che questa non è una richiesta, ma solo un’informazione.”

“Va benissimo, allora. Entro domani mattina firmerò i documenti, e bada bene non firmo una delega, ma le mie dimissioni dalla fondazione. Non ho nessuna intenzione di legare il mio nome al fallimento che sarà la gestione di Jodie” detto ciò si alzò e senza salutare i genitori andò via.
Anche Benji si alzò per seguirla ma prima di andare via disse: “Che vi importasse più dei due maschi era cosa risaputa, ma non pensavo che il vostro disinteresse nei confronti di vostra figlia arrivasse a tanto. Buona serata.”

Raggiunse Charlotte fuori dall’hotel e insieme si avviarono verso casa. Durante il tragitto in macchina entrambi rimasero in silenzio, che venne rotto quando arrivarono a casa.

“Char tutto bene?” chiese lui mentre si cambiavano.

La ragazza annuì e rispose: “Certo non preoccuparti. Ci sono abituata. I miei farebbero di tutto per William e Nathan. Adesso sono stanca, andiamo a dormire.” Il portiere non poté far altro che accontentarla e quando si mise a letto lei si rifugiò tra le sue braccia.


Angolo autrice
Salve ragazze, spero che questo capitolo vi piaccia. Era pronto da un po' ma non avevo mai tempo di pubblicare. Ringrazio chi legge le mie storie e soprattutto alle ragazze che recensiscono.
Un saluto, Anny

  
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