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Autore: soul00    08/09/2017    1 recensioni
Alice è una normale ragazza come tante altre, che custodisce un segreto che anch'essa ha dimenticato. All'apparenza sogni ma che in realtà sono avvenimenti veri e propri, vissuti sulla sua pelle, ma di cui appena sveglia non ricorda niente. Quando riesce a scappare da, a detta della ragazza, un incubo, scoprirà una cosa dimenticata dal tempo. E questa volta, non scorderà mai cosa ha sognato.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'era una volta - o forse è meglio dire c'è - una ragazza. Ella, impaurita e confusa, si era ritrovata in una stanza fredda e illuminata solo dalla poca luce prodotta da dei candelabri appesi alle pareti, che le permettevano di capire dove si trovava. Mai aveva visto una stanza così strana: il pavimento, a quadri rossi e neri, dava un senso di nostalgia, come se ci avesse già camminato sopra; in più le pareti, rigorosamente nere, oltre gli antichi candelabri a fare da luce, erano piene di scaffali bianchi su cui erano poggiate strane e misteriose bambole, così belle da sembrare opere fatte dalle mani di Dio. Sopra questi scaffali, appoggiate alle pareti, grossi drappi di seta rossa facevano in modo da dare un aria ancora più elegante al tutto. Il soffitto era rimpiazzato da una grossa vetrata che permetteva di osservare le stelle, luminose più che mai. Per tutta la stanza, appesi a mezz'aria senza sostegno come sotto un incantesimo, c'erano vari orologi di ogni forma e dimensione, strambi e antichi. Ma la cosa più stramba, era che la stanza era priva di porte, e l'unica via d'uscita, il soffitto di vetro, era irraggiungibile. La ragazza, prima affascinata dal particolare arredamento della stanza, cadde in panico notando l'assenza di uscite, e non ricordando per niente come fosse finita lì. L'ultimo ricordo che possedeva era lei che seguiva quello strano coniglio bianco dentro la buca, incuriosita da essa. Si trovava nel suo letto, aspettando il sonno. Cercando di cadere tra le braccia di Morfeo, sentì uno strano rumore, come qualcuno che bussava. La ragazza, per niente impaurita, decise di alzarsi e andare a controllare chi mai potesse essere a quell'ora tarda della notte. Gli balenò in testa che fosse il fratello minore, che come quasi ogni notte andava da lei per chiedergli di dormire insieme, ricevendo un sì di risposta. Ma invece di trovare il fratello, trovò uno strano coniglio bianco che indossava un panciotto, e che con una zampa indicava il suo orologio da taschino come per dire che fosse in ritardo per qualcosa. Il coniglio si fece spazio per entrare nella stanza, senza dare il tempo alla ragazza di reagire o dire qualcosa. Senza pensare alla ragazza ancora confusa, iniziò a scavare. Come fosse possibile scavare su un pavimento era inspiegabile, ma dopo una manciata di secondi ecco che sul pavimento ci fu una buca, abbastanza grande da far passare anche una persona. Ci entrò, e la ragazza, curiosa com'era sempre stata, lo seguì, da lì il nulla. Vagando nella memoria ricordò cosa era successo. Si trovava lì per aver seguito quel coniglio. Ma nella stanza c'era solo lei, e come constatato all'inizio non c'era nessuna uscita, per questo gli sembrò strano la mancanza dell'animale. Aveva molte domande da fargli. Mentre cercava di capire come fosse possibile che il coniglio non ci fosse, udì una voce ridere. Era una voce di una donna, che trovava familiare. In effetti, tutto gli sembrava familiare in quel posto. La donna rise di nuovo, questa volta più forte.

-Oh cara, non ti ricordi di me? Com'è possibile questo?- rise di nuovo. Cominciava a diventare inquietante.

-Dovrei sentirmi offesa che la principessina non si ricordi di me? Mi chiedo, com'è possibile che mi hai dimenticato dopo tutto il tempo passato insieme- la voce era in tono finto offeso.

-Dimenticato?-domandò la ragazza-come posso dimenticarti se mai ti ho conosciuta?

La voce rise di nuovo- mai conosciuta? MAI CONOSCIUTA!?-arrabbiata più che mai, la voce fece trasalire la ragazza.

La donna sembrava indemoniata- TU MI HAI CONOSCIUTA, RAGAZZINA INSOLENTE, SEI STATA TU A RINCHIUDERMI QUI- la ragazza trasalì di nuovo- SEI STATA TU A FARMI QUESTO, TU A ROVINARMI LA VITA.

- I-io -balbettò la ragazza- com'è possibile?- sussurrò, più a se stessa che alla donna. Aveva gli occhi fissi sul pavimento, ed era confusa più che mai.

-TU, ALICE , TU SEI STATA, E TE LA FARÒ PAGARE, ORA SARÒ FINALMENTE LIBERA- all'improvviso Alice si sentì afferrare per i capelli.

Si voltò cercando di capire chi fosse e tentare di fermarlo, ma non vide nessuno. La presa diventò più ferrea, e qualunque cosa fosse, stava cercando di trascinarla nel fondo della stanza, dove erano comparse due porte, una piccola, dove sarebbe potuto entrare solo una formica, e una di dimensioni normali.

La più grande si aprì e l'unica cosa che Alice vide fu il buio totale. Vagò con gli occhi alla ricerca di qualcosa da usare per liberarsi, e trovò una bottiglia di piccole dimensioni su cui a caratteri cubitali c'era la scritta "bevimi".

Alice, vedendola, capì che quella era la sua via d'uscita, e con uno strattone riuscì a liberarsi dalla presa e prendere tra le mani la bottiglia. Tutto durò una manciata di secondi. La donna urlò "NOOOOO", mentre Alice tolse il tappo alla bottiglia, bevve in un sorso tutto il contenuto, e subito dopo si ritrovò a guardare tutto come se fosse gigantesco: era rimpicciolita. Allora, sapendo cosa fare, si precipitò alla porta minuscola e provò ad aprirla, ma con rammarico scoprì che era chiusa a chiave. Ormai disperata, Alice ,con tutte le sue forze, pensò a cosa potesse fare per riuscire ad aprire la porta. Ma poi si ricordò di un piccolo particolare: "LA CHIAVE" pensò. Quella piccola chiave che un giorno, svegliandosi, si ritrovò al collo a mò di collana senza una ragione apparente e senza ricordare come ne fosse entrata in possesso. L'afferrò e aprì velocemente la porta. Ma come ultima cosa chiese alla donna - Chi sei?- e prima che chiuse definitivamente la porta, si sentì rispondere da due semplici parole, che ebbero il potere di spaventarla per sempre.

-SONO TE-

Alice si alzò dal suo letto con uno scatto improvviso. "Era solo un incubo" pensò, e tranquillizzata tornò a dormire. Ma non notò che sul comò c'era una piccola bottiglia, con cui sopra c'era scritto col sangue "bevimi".


Nota autrice: se l'avete letta, vi ringrazio tanto, questa è la mia seconda storia che scrivo, non ero nemmeno sicura di pubblicarla o meno. Essendo ancora una principiante, mi piacerebbe molto avere dei consigli su come migliorare. Avere una vostra recensione mi farebbe molto felice, che sia un commento positivo o una critica costruttiva, accetto di tutto. Grazie ancora per averla letta e spero che vi sia piaciuta.
   
 
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